chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Licodia Eubea Caltagirone chiesa rettoria Maria SS. del Carmine Parrocchia di Santa Margherita aula; presbiterio; prospetto; cripta altare - aggiunta arredo (2015); ambone - aggiunta arredo (2015) 1563 - XVI(costruzione antico convento antico convento); 1579 - XVI(costruzione nuova chiesa e convento antica chiesa e convento); 1607 - XVII(Capitoli Provinciali Ordine Carmelitano antica chiesa e convento); 1650 - XVII(descrizione antico convento antica chiesa e convento); 1693 - 1713(terremoto 1693 danneggiamenti e restauri antica chiesa e convento); 1735 - XVIII(censo bullare antica chiesa e convento); 1838 - XIX(Capitolo Generale Carmelitano chiesa e convento); 1866 - XIX(soppressione convento convento); 1867 - XIX(epidemia colerica a Licodia Eubea chiesa e convento); 1908 - XX(danneggiamenti sisma 1908 chiesa e convento); 1930 - XX(demolizione antico convento convento); 1984 - XX(ricognizione cripta chiesa); 1990 - XX(chiusura chiesa danneggiamenti sisma 1990 chiesa); 1998 - XX(restauri chiesa); 2002 - XXI(progetto di restauro chiesa); 2007 - 2008(restauro cripta chiesa); 2010 - XXI(cerimonia di riapertura chiesa chiesa); 2015 - XXI(benedizione nuovo altare chiesa)
Chiesa di Maria Santissima del Carmine
Tipologia e qualificazione
chiesa rettoria
Denominazione
Chiesa di Maria Santissima del Carmine <Licodia Eubea>
Altre denominazioni
Chiesa di Santa Maria del Carmelo Ex Convento dei Carmelitani Chiesa di Maria SS. del Carmine Maria SS. del Carmine
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (fondazione chiesa e convento)
Notizie Storiche
1563 - XVI (costruzione antico convento antico convento)
I padri carmelitani giunsero a Licodia Eubea nel 1563 per volere della marchesa Antonia del Balzo moglie del marchese Ambrogio Santapau, e si stabilirono fuori dalle mura urbane nella chiesa di San Pietro il vecchio, sita in contrada nostra Donna, dove iniziarono a costruire un convento.
1579 - XVI (costruzione nuova chiesa e convento antica chiesa e convento)
I frati carmelitani avvalendosi della Bolla di Gregorio XIII, che dava facoltà ai religiosi che dimoravano fuori le mura delle mura delle città di insediarsi all’interno dell’abitato, e con il sostegno economico della stessa marchesa, già vedova, costruirono una nuova chiesa ed un nuovo convento, nell'antico quartiere Carcarelle, di maggiori dimensioni.
1607 - XVII (Capitoli Provinciali Ordine Carmelitano antica chiesa e convento)
Il convento apparteneva alla Provincia di Sant’Alberto, che vi tenne diversi Capitoli provinciali, tra quelli più antichi si ricorda il Capitolo del 6 maggio del 1607 in cui venne eletto provinciale il P. Martino La Vaccara. In seguito si tennero i capitoli del 13 maggio 1626, del 2 maggio del 1751, del 5 maggio del 1754, del 28 aprile del 1792.
1650 - XVII (descrizione antico convento antica chiesa e convento)
Nel 1650 la chiesa aveva 14 altari ed il convento era costituito da 22 celle, 6 sacerdoti, un chierico, tre novizi ed un laico, come viene riportato nell’opera di Salvatore Cucinotta “Popolo e clero”; la comunità dei padri carmelitani viveva delle rendite di terreni e di questua.
1693 - 1713 (terremoto 1693 danneggiamenti e restauri antica chiesa e convento)
La chiesa e il convento vennero lievemente danneggiati dal terremoto del 1693, che distrusse molti centri del Val di Noto; i lavori di restauro e ricostruzione vennero completati nel 1713, come ricorda una iscrizione posta all’interno della navata.
1735 - XVIII (censo bullare antica chiesa e convento)
Il convento vantava nel 1735 un censo bullare o rendita annua, derivante da un fondo con vigna in contrada S. Elena (Feudo Boschitello).
1838 - XIX (Capitolo Generale Carmelitano chiesa e convento)
Nel 1838 il Capitolo Generale Carmelitano destinò il convento di Licodia Eubea a sede di noviziato.
1866 - XIX (soppressione convento convento)
Nel 1866 il convento venne soppresso i beni dei padri carmelitani vennero incamerati da parte del Demanio dello Stato.
1867 - XIX (epidemia colerica a Licodia Eubea chiesa e convento)
Secondo quanto riferisce lo storico Carmelo Verdi nella sua opera “Licodia Sacra”, la cripta della chiesa del Carmine e di altre chiese di Licodia, ad esclusione della chiesa madre, vennero utilizzate come luoghi di sepoltura comune, in seguito ad una epidemia di colera, che nello stesso periodo aveva colpito anche la città di Caltagirone.
1908 - XX (danneggiamenti sisma 1908 chiesa e convento)
Il terremoto del 1908 arrecò gravi danneggiamenti alla chiesa ma soprattutto al convento. Il campanile crollò per buona parte danneggiando le coperture e le volte del convento.
1930 - XX (demolizione antico convento convento)
Nel 1930 l’intero convento veniva demolito, a causa dei danni subiti durante il terremoto del 1908.
1984 - XX (ricognizione cripta chiesa)
Nel 1984 il vescovo di Caltagirone autorizzò una ricognizione della cripta durante la quale venne alla luce il pregevole altare rivestito di marmi e scagliola.
1990 - XX (chiusura chiesa danneggiamenti sisma 1990 chiesa)
La notte del 13 dicembre del 1990 un forte terremoto con epicentro a Noto colpiva la Sicilia. A Licodia si conteranno alcuni monumenti danneggiati, la chiesa del Carmine venne chiusa in seguito ai danneggiamenti causati dal sisma.
1998 - XX (restauri chiesa)
Nel 1998 la chiesa del Carmine si presentava in uno stato di conservazione pessimo: le strutture del campanile e della volta della navata erano prossime al collasso; erano presenti numerose lesioni, nella volta e nell’arco trionfale gravemente dissestato a causa del cedimento delle antiche catene in ferro.
Vennero allora attuati interventi di consolidamento del campanile, ed alleggerimento della volta, il cui estradosso venne liberato dai materiali di risulta che la appesantivano; venne realizzata una nuova copertura con capriate metalliche reticolari, ed una nuova copertura delle ali laterali che migliorava la resistenza sismica dell’edificio.
2002 - XXI (progetto di restauro chiesa)
La Soprintendenza di Catania dopo avere redatto un progetto esecutivo di restauro completò i lavori iniziati precedentemente con un apposito finanziamento con D.A. n.83/DR 11 del 03/05/2002, i cui fondi erano garantiti dal Dipartimento di Protezione Civile per un importo complessivo di € 312.456,42.
2007 - 2008 (restauro cripta chiesa)
Dal mese di luglio del 2007 al mese di febbraio del 2008 la cripta della chiesa del Carmine venne bonificata a cura dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea ed in seguito consolidata e restaurata.
2010 - XXI (cerimonia di riapertura chiesa chiesa)
Dopo venti anni dalla chiusura, durante la quale è stato effettuato il restauro e il consolidamento della struttura, il 16 marzo 2010 la chiesa è stata riconsacrata e riaperta al culto. Durante 20 anni di chiusura la chiesa ha subito il furto di alcuni paliotti degli altari posti lungo i lati maggiori della navata il primo ed il terzo di sinistra, e il secondo di destra, che si distinguevano per il ricco apparato decorativo di marmi policromi.
2015 - XXI (benedizione nuovo altare chiesa)
Il 29 aprile del 2015, S.E. mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, ha presieduto la liturgia eucaristica per la benedizione del nuovo altare della Chiesa. progettato secondo l’attuale normativa liturgica dall'arch. Marco Sinatra di Vizzini.
Descrizione
La chiesa di Maria SS.ma del Carmine si colloca in piazza papa Giovanni XXIII, ex piazzale Carmine, nel quartiere "Carcarelle", nella parte nord occidentale della città di Licodia Eubea; accanto alla chiesa è collocato un imponente edificio costruito negli anni trenta del Novecento sulle fondamenta dell’antico convento, che venne demolito poiché prossimo al collasso strutturale.
La chiesa presenta una navata ad aula rettangolare con terminazione absidale rettangolare. Lungo i lati maggiori della navata sono simmetricamente disposte tre profonde cappelle per ogni lato, di pianta rettangolare; ogni cappella si connette alla navata tramite un’arcata a tutto sesto.
Nella controparete del lato minore della navata opposto al presbiterio, sono collocati due monumenti funebri in marmo, con stemma della famiglia Interlandi del XVI e del XVII secolo.
La facciata della chiesa nel presenta una superficie piana ad impianto retto e squadrato ed un aspetto generale piuttosto sobrio.
Il prospetto è definito nella parte sommitale dal profilo a capanna che rivela l’impostazione delle retrostanti coperture e risulta connesso con la facciata delle scuole poste sul lato sinistro.
La chiesa dispone di una cripta costituita da tre ambienti: l’ambiente cultuale denominato A, l’ambiente denominato B o scolatoio che misura m. 2,15x3,20, l’ambiente C. I locali sotterranei che compongono la cripta della chiesa del Carmine sono disposti su due livelli.
aula
La chiesa presenta una navata ad aula rettangolare con terminazione absidale rettangolare. Lungo i lati maggiori della navata sono simmetricamente disposte tre profonde cappelle per ogni lato, di pianta rettangolare; ogni cappella si connette alla navata tramite un’arcata a tutto sesto definita dalla presenza dell’ordine architettonico di carattere composito che si presenta con elementi dal lieve aggetto.
Nella controparete del lato minore della navata opposto al presbiterio, sono collocati due monumenti funebri in marmo, con stemma della famiglia Interlandi del XVI e del XVII secolo. Il monumento di destra, più antico, venne realizzato da Raimondo Interlandi per il padre, morto nel 1554, venticinque anni prima della fondazione della chiesa; il secondo posto sul lato sinistro venne realizzato dal secondo barone della Favarotta Pompeo, nipote di Raimondo, in memoria del padre Pietro Angelo, morto nel 1640.
A destra dell'altare maggiore è collocata la tela raffigurante la "Deposizione", opera secentesca d'autore ignoto, mentre sulla parete a sinistra è disposta una tela raffigurante S. Antonio Abate.
Lungo la parete sinistra della navata, è disposto un crocifisso ligneo, poggiato su un antico reliquario.
Alle spalle delle due statue in gesso della prima cappella sinistra si conservano degli affreschi.
Lungo la parete destra della navata tra il pilastro che divide la seconda dalla terza arcata è collocato un pulpito ligneo con copertura a bulbo, con sette pannelli raffiguranti Papi, Santi e Martiri dell'ordine carmelitano; in un cartiglio, è raffigurata la pianta dell'isola di Cipro.
Nella chiesa è custodita la statua di san Giuseppe interamente scolpita in legno e portata in processione il 19 marzo. Di particolare pregio è il simulacro ligneo del profeta Elia di autore ignoto. La statua del profeta è composta da blocchi di legno massello.
presbiterio
La zona presbiteriale risulta separata dalla navata da una balaustrata marmorea decorata con tarsie marmoree, su di un pilastrino è presente una incisione che ricorda la data del suo completamento avvenuto nel 1761.
Il grande altare maggiore occupa la parete di fondo del presbiterio con una scenografia d’architettura costituita dall’altare in marmi policromi a registri sovrapposti, e dalla macchinetta d’altare realizzata in gesso legno e tela dipinta. Sull'altare maggiore è collocata la statua della Madonna del monte Carmelo, patrona della chiesa, ascrivibile al XVIII secolo, che ogni anno viene portata in processione nella prima domenica di agosto.
prospetto
La facciata della chiesa presenta una superficie piana ad impianto retto e squadrato ed un aspetto generale piuttosto sobrio.
Il prospetto è definito nella parte sommitale dal profilo a capanna che rivela l’impostazione delle retrostanti coperture e risulta connesso con la quinta d'affaccio delle scuole, poste sul lato sinistro.
Gli elementi che emergono sono il portale centrale, ed il soprastante finestrone coronato dallo stemma in pietra intagliata dell’Ordine dei Carmelitani. Sul lato sinistro della facciata si colloca la torretta campanaria, ad impianto quadrato, definito negli alzati da quattro arcatelle a tutto sesto, la cui terminazione risulta priva degli elementi tipici di terminazione, lasciando supporre che prima del terremoto del 1908 la struttura doveva essere più alta e collocata nella parte posteriore della chiesa, come si può notare nel “Panorama di Licodia” realizzato alla fine dell’Ottocento dal pittore Mariano Agosta.
cripta
La chiesa dispone di una cripta costituita da tre ambienti: l’ambiente cultuale denominato A, l’ambiente denominato B o "scolatoio" che misura m. 2,15x3,20, l’ambiente C. I locali sotterranei che compongono la cripta della chiesa del Carmine sono disposti su due livelli: il primo livello si colloca sotto la chiesa e contiene l’ambiente denominato A e l’ambiente denominato C; mentre ad un livello inferiore è collocato l’ambiente B. Vi si poteva accedere da una delle due finestre che si aprono sul fianco est dell’ambiente A disposte sul lato orientale della chiesa a livello del piano di calpestio. Gli ambienti della cripta articolati su due livelli sono orientati trasversalmente in direzione est-ovest, rispetto alla posizione longitudinale nord-sud della chiesa. Nell’ambiente A è collocato un altare di cui oggi rimane il grado e il ciborio, le rimanenti parti, quali la predella, la mensa e il paliotto, sono collassate a causa della grande quantità di materiali accatastatovi sopra durante l’epidemia colerica che colpì Licodia Eubea nel 1867.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (2015)
L'altare di forma tendente al quadrato è stato posto in posizione assiale, esso è realizzato in marmo bianco con inserti in marmo venato verde e rosso.
ambone - aggiunta arredo (2015)
L'ambone di forme geometriche semplici, è stato realizzato in marmo bianco, esso è posto sul lato destro guardando dall'aula.