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Descrizione |
La chiesa di San Nicolò, attualmente visibile nel suo aspetto originario ripristinato nel restauro degli anni Novanta, risponde ad una tipologia di chiesette campestri che a partire dal Tredicesimo secolo si diffusero sul territorio, da cui però si discosta per una maggior ricchezza degli elementi architettonici quali, ad esempio, le nicchie che modellano la facciata, rinvenute in luce proprio in occasione del restauro. Costruita ex novo a metà del Seicento, in loco di una precedente chiesetta di dimensioni minori, nel corso dei secoli non subì trasformazioni tali da modificarne l’assetto; il recente restauro mise in luce dei rifacimenti effettuati probabilmente nel corso del Settecento che interessarono principalmente le forometrie; ulteriori interventi di restauro di cui la chiesa fu oggetto nel corso del Novecento interessarono in particolare le coperture e la sistemazione puntuale di difetti. La chiesa è composta da una navata longitudinale e da un presbiterio affiancato da una piccola sacrestia, secondo appunto la tradizione locale di matrice veneta, interpretata da maestranze friulane che costruirono l’edificio, impiegando però materiali, mezzi e magisteri del sito; anche dal punto di vista dimensionale è riscontrabile l’influenza veneta con la riproposizione delle proporzioni rinascimentali teorizzate da Leon Battista Alberti, con la lunghezza della navata pari al doppio della larghezza e dell’altezza. Il presbiterio è affiancato da una torre campanaria di epoca successiva alla chiesa: probabilmente oggetto di rifacimento ottocentesco, anche il campanile si rifà ad una tipologica locale. A completare le chiese che rispondono a questo filone, esternamente vi era un cimitero, che nel caso di San Nicolò esistette almeno fino al 1927, sviluppandosi attorno all’edificio, cinto da un muretto, di cui, in occasione dei lavori di realizzazione delle opere parrocchiali sono emerse le fondazioni.
Preesistenze |
L’alzata in legno dorato dell’altare maggiore, fatta risalire all’inizio del Seicento, con molta probabilità esisteva anche nella chiesetta di origine trecentesca che sorgeva sul sito dell’attuale chiesa. L’antica chiesa di San Nicolò era più piccola di quella attuale, presumibilmente aveva un piccolo campanile a vela ed aveva le pareti interne affrescate. Già nel corso del Cinquecento la chiesa risulta affiliata alla Confraternita omonima. Verso la metà del Seicento il presbiterio risultava pericolante e necessitava di essere riparato; in tale occasione, la confraternita decise, a loro spese, di demolire l’intera cappella e di costruirne una ex novo. |
Impianto planimetrico |
La chiesa è inserita in un complesso di proprietà parrocchiale che comprende la chiesa vecchia e quella nuova, la canonica, sale per le attività parrocchiali - che formano una sorta di chiostro quadrato porticato su due lati a sinistra della chiesa vecchia - ed un ampio spazio per attività all’aperto; l’intera area è delimitata da un muretto con recinzione in ferro e chiuso da due cancelli. Esternamente è preceduta da un piazzale in porfido, col disegno di una grande croce di Malta in lastre rettangolari di pietra grigia, che congiunge le due chiese, mentre l’ingresso alla chiesa è preceduto da un modesto sagrato in riquadri di pietra grigia delimitato da quattro pilastrini lapidei. L’edificio, orientato ad Est - ruotato di alcuni gradi verso Nord -, si caratterizza per una configurazione planimetrica semplice che comprende un’unica navata longitudinale e di un presbiterio, anch’esso a pianta rettangolare, più stretto della navata. A destra del presbiterio vi è la sacrestia, alla sua sinistra invece si innalza la torre campanaria a base quadrata. Le dimensioni massime della chiesa sono: lunghezza 22,51 ml; larghezza 8,43 ml; altezza navata - catena di capriata 7,87 ml; altezza navata - colmo sottotrave 10,08 ml; altezza navata. |
Strutture verticali |
Tutte le murature di circa 70 cm di spessore sono in pietrame, esternamente intonacate. La facciata principale, a capanna, ha un aspetto essenziale: quattro lesene appena accennate, un basamento ed una lieve cornice orizzontale sopra, la dividono in tre settori verticali; gli scomparti laterali nella parte inferiore sono occupati da due nicchie centinate ed absidate vuote, nella parte soprastante da due finte aperture rettangolari tamponate, forse in origine affrescate. Al centro della facciata si apre il portale d’ingresso, inquadrato da una cornice in pietra modanata, il cui architrave sorregge un timpano triangolare interrotto al centro da un vaso sorretto da due volute appiattite; in linea con il portale vi è un lunettone. La facciata è conclusa da un frontone con cornice a sezione concava, nel cui timpano si apre una nicchia centinata ed absidata, più piccola di quelle sottostanti, anch’essa vuota. Le facciate laterali sono lisce: la cornice della facciata prosegue lungo l’intero perimetro dell’edificio segnando l’attacco della copertura; in alto in posizione centrale si apre una mezzaluna per parte in corrispondenza della navata ed una nel presbiterio, nel solo fianco destro, sopra la copertura della sacrestia. Lungo il fianco sinistro, al basamento sono collocate una serie di lapidi proveniente dal vecchio cimitero che circondava la chiesa ed un reperto costituito da una delle quattro pietre d’angolo della tomba di Pietro Marcovich, eretta per volontà dell’amico pirata Angelo Musmezzi, sepolto anch’egli nella medesima tomba, che fino agli anni Venti si ergeva davanti alla chiesa. |
Coperture |
La copertura della chiesa è a falde - due nella navata, tre nel presbiterio - con manto in coppi; all’interno la navata mostra a vista la struttura a capriate lignee poggiate su mensole in legno, costituente sette campate, arcarecci longitudinali, listelli lignei e sottomanto di copertura in mattoni; il presbiterio invece è sormontato da una volta a botte, con vele di raccordo a sezione semicircolare in corrispondenza della mezzelune laterali - di cui quella di sinistra cieca. |
Campanile |
Il campanile è addossato al corpo della chiesa, sul lato nord, accanto al presbiterio, da cui è consentito l’accesso. È costituito da una bassa torre in pietra a sezione quadrata con il lato di 2,60 ml, esternamente intonacata; all’interno la copertura del pianterreno è costituita da una voltina in mattoni, i due solai di interpiano sono lignei, mentre il solaio della cella è nuovamente costituito da una voltina in mattoni; le scale di collegamento verticale sono di tipo a pioli, in ferro. La cella campanaria in pietra presenta su ogni lato una bifora centinata, protetta da una grata in ferro; all’interno sono ospitate tre campanelle sostenute da un’incastellatura metallica. La torre è conclusa da una copertura a quattro falde con manto in coppi. |
Apparato decorativo |
L’interno della chiesa, piuttosto sobrio ed essenziale, è frutto dell’intervento di restauro degli anni Novanta, atto a ripristinare l’aspetto originario della chiesa. L’ingresso in chiesa è filtrato da una bussola interna con serramenti vetrati; le pareti sono intonacate e tinteggiate di colore bianco: una sottile linea rosso mattone incornicia le facciate e profila le mezzelune laterali da cui prende luce la chiesa; la pavimentazione, non originale ma esistenti già nel 1927, è realizzata in piastrelle a tre tinte che nella navata formano dei disegni geometrici, mentre nel presbiterio presentano un motivo floreale. La navata longitudinale, con due altari collocati in cornu epistolae ed in cornu evangelii, si conclude sul fondo con il muro dell’arco santo a tutto sesto: questo spazio è arricchito da affreschi eseguiti durante la seconda guerra mondiale dal pittore Luciano Bartoli coadiuvato dal signor Rodolfo Zernetti; su uno sfondo blu intenso vi sono rappresentate scene bibliche. L’arco trionfale introduce al presbiterio, rialzato dalla navata di tre gradini; anch’esso essenziale, le uniche modanature sono costituite da una cornice lineare che dai piedritti dell’arco ne percorre i fianchi segnando la linea d’imposta delle aperture e dai profili in pietra modanata che riquadrano le porte che conducono al campanile ed alla sacrestia. Fino al restauro degli anni Novanta anche il presbiterio presentava delle pitture inerenti a simbolismi e figure del vecchio e nuovo Testamento, realizzate dalla stessa mano di quelle dell’arco santo.
Sopra al portale d’ingresso, all’interno, fino agli anni Novanta era una scritta a ricordo della dedicazione a San Nicolò e della consacrazione della chiesa. TEMPLUM HOC/ DEO OPTIMO ET MAXIMO ET SANCTO NICOLAO DICATUM/NICOLAUS GABRIELLI EPISCOPUS CIVITATIS NOVAE ANNO DOMINI MDCLXXXVI / XXVIII AUGUSTI/ SOLEMNI RITU CONSECRAVIT/ DEDICATIO QUOTANNIS DOMENICA PRIMA SEPTEMBRIS CELEBRATUR.
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Apparato liturgico |
Lo spazio presbiterale è dominato dall’altare maggiore, dedicato a San Nicolò, che si caratterizza per la sua alzata lignea, opera di pregio, tra i pochi conservati nella zona. La parte inferiore dell’altare è costituita da una mensa marmorea a parallelepipedo, risalente agli inizi del Settecento; impostata su un basamento di tre gradini in marmo rosso, presenta il paliotto arricchito da una fine decorazione a volute e motivi vegetali in marmo bianco di Carrara che racchiude un occhio polilobato con un intarsio in marmo cipollino sui toni del viola; sempre in marmo di Carrara, due testine alate che sostengono una treccia di fiori e frutta sono applicate sui piedritti laterali della mensa, spiccando sulla specchiatura in marmo nero. L’alzata, tutta in legno intagliato e dorato, presumibilmente fu realizzata a cavallo della fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, più antica quindi della mensa inferiore ma anche della costruzione della nuova chiesa; l’opera è stata attribuita alla scuola friulana - carnica, in particolare, per analogia con altre opere, si è ipotizzato il nome dello scultore udinese Giovanni Antonio Agostini, ma non vi sono fonti per avvalorare questa tesi. La struttura è impostata su due registri sovrapposti: il settore inferiore è costituito da un basamento spezzato arricchito da testine alate scolpite, sopra a cui si aprono tre nicchie divise da colonnine scanalate con capitelli compositi, che sorreggono una ricca trabeazione con fregio scolpito e cornice superiore dentellata in aggetto; nelle nicchia centrale è ospitata la statua di San Nicolò - che per la sua fattura potrebbe essere anteriore alla costruzione dell’altare –, a sinistra la statua di San Cristoforo e a destra quella di Sant’Antonio Abate o San Giovanni Battista; al di sopra della trabeazione vi è una corta di piano attico composto da altre tre nicchie di dimensioni inferiori in cui sono collocate le statue di un Padre Eterno al centro dell’Arcangelo Gabriele e della Madonna Annunziata ai lati; a concludere, nella parte centrale un frontone triangolare sorretto da due colonne tortili che intramezzano le nicchie, ed alle estremità da due ali di timpano semicircolari sorrette da due cariatidi. Ai lati dell’altare maggiore nel muro del presbiterio sono ricavate due nicchie chiuse porticine in cui sono custoditi gli olii santi e le sacre reliquie. Nella navata ai lati dell’arco santo, trovano posto due altari che provengono da una chiesa di Venezia e si trovano nella chiesa di San Nicolò da prima del 1715. Originariamente intitolati a Sant’Osvaldo e a San Francesco da Paola, durante i secoli a San Giuseppe e i Santi Pietro e Paolo, dopo la prima guerra mondiale dalla Madonna di Lourdes; attualmente sono dedicati alla Madonna della Pace e al Sacro Cuore di Gesù, rispettivamente a sinistra e a destra. Gli altari sono identici nella struttura, composta da una mensa a parallelepipedo con intarsi in marmo brecciato di vari colori, impostata su un basamento di due gradini in marmo rosso di Verona e caratterizzata da un paliotto con parte centrale leggermente sporgente definita lateralmente da due volute ed arricchito al centro da una cornice mistilinea in pietra bianca che racchiude una specchiatura in marmo cipollino sui toni del rosso; l’alzata è costituita da una coppia di colonne in marmo rosso di Verona con capitelli compositi che sorreggono una trabeazione spezzata: le due ali laterali, piegate di 45 gradi, sorreggono due monconi di timpano su cui sono adagiati due angioletti, la parte centrale e conclusa da un fastigio a cappello di prete definito lateralmente da volute contrapposte, sulla cui sommità poggiano delle testine alate; al centro dell’alzata entrambi gli altari ospitano una pala. Accanto dell’altare della Madonna è collocato il fonte battesimale costituito da un basamento in marmo grigio mentre la struttura che contiene il catino e la copertura piramidale lignea dorata provengono dal Duomo di Monfa |
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