chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Amalfi Amalfi - Cava De' Tirreni palazzo vescovile Palazzo Arcivescovile Parrocchia Sant'Andrea Apostolo Pianta; Facciata; Cappella interna; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Impianto strutturale; Scale nessuno VI - 1013(preesistenze carattere generale); 1029 - XII(fondazione intero bene); XIII - XV(restauri e ampliamenti intero bene); XVII - XIX(restauri e ampliamenti intero bene); XX - XXI(restauri intero bene)
Palazzo Arcivescovile
Tipologia e qualificazione
palazzo vescovile
Denominazione
Palazzo Arcivescovile <Amalfi>
Altre denominazioni
Episcopio Palazzo vescovile
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche
VI - 1013 (preesistenze carattere generale)
Le fonti relative al primo vescovo conosciuto di Amalfi, Pimenio (596), lasciano supporre che già nel secolo VI esisteva ad Amalfi una residenza episcopale, benché non occupata dal presule. La prima attestazione certa riguarda i lavori eseguiti dal vescovo Pietro per edificare un palazzo episcopale, risalente però solo al secolo IX. Nulla di preciso sappiamo sulla sua ubicazione, da alcuni ritenuta prossima al mare. Il palazzo fu parzialmente distrutto nel 1013 a causa di una violenta mareggiata.
1029 - XII (fondazione intero bene)
Gli studiosi fanno risalire la fondazione dell'attuale palazzo al secolo XI. Probabilmente, almeno dal 1029 (epoca della sepoltura del vescovo Leone Orso Comite presso una cappella del palazzo) fino ad oggi, la residenza del vescovo in Amalfi si trova nello stesso sito dell'attuale episcopio, a nord-ovest della cattedrale. Un'ulteriore notizia indiretta del 1183 (riguardante una compravendita) sembra confermare la stessa ubicazione.
XIII - XV (restauri e ampliamenti intero bene)
Sulla base di alcuni documenti sappiamo che il complesso nel corso del secolo XIII era dotato di tetto e di una scala esterna. Al suo interno vi erano le cappelle di San Vito, Santa Maria Annunziata e San Mattia. L'edificio successivamente venne ampliato, ma non siamo in grado di determinarne le evoluzioni dimensionali e architettoniche. Tuttavia è certo che il vescovo Filippo Augustarriccio, qualche decennio dopo l'ampliamento della cattedrale per la traslazione delle reliquie di Sant'Andrea Apostolo, fece costruire il chiostro Paradiso e il campanile e realizzò anche nuovi ambienti presso l'episcopio (seconda metà secolo XIII). Ulteriori ampliamenti si ebbero durante gli episcopati prima di Sergio Grisone e poi di Marino Del Giudice (fine secolo XIV); quest'ultimo fece costruire una sala magna, coperta a volta. Il vescovo Nicola Miroballi, inoltre, promosse lavori di restauro dell'intero palazzo e particolarmente della sala magna (seconda metà secolo XV).
XVII - XIX (restauri e ampliamenti intero bene)
Il palazzo ricevette ulteriori restauri ad opera dei vescovi Matteo Granito nel 1636 e Stefano Quaranta nel 1651, con il rifacimento del tetto e l'apertura di un nuovo ingresso. Nel corso del secolo XVIII il palazzo fu nuovamente rimaneggiato dai vescovi Pietro Scorza, Nicola Cioffi (che costruì l'attuale scalea di accesso ai piani superiori) e Antonio Puoti (che curò l'abbellimento dell'intero edificio e fece realizzare in ampliamento l'ala residenziale per gli ospiti). Alla fine del secolo XVIII il palazzo raggiunse, probabilmente, la consistenza e la forma architettonica tuttora conservate, così come appare anche da un documento del 1873, che ne riporta una dettagliata descrizione.
XX - XXI (restauri intero bene)
Nel 1919 il palazzo subì crolli dei solai e altri ingenti danni, divenendo inabitabile. La residenza episcopale fu temporaneamente trasferita presso il vicino seminario. I lavori di riparazione e restauro terminarono nel 1922. Successivamente si sono svolte altre opere manutentive e restaurative, in varie fasi. Sono attualmente in corso lavori di restauro e consolidamento per l'intero piano primo.
Descrizione
Il Palazzo Arcivescovile è un edificio singolarissimo per la sua conformazione architettonica e la stratificazione costruttiva di cui è caratterizzato. Facente parte del complesso della Cattedrale di Sant'Andrea, si sviluppa, con il suo volume irregolare e disuniforme, a sinistra della basilica del Crocifisso, preceduto dal chiostro Paradiso, da cui ha l'accesso principale. La sua collocazione è piuttosto secondaria rispetto all'intero complesso monumentale. Del complesso, che rappresenta il nucleo urbanistico e la principale emergenza architettonica del centro storico di Amalfi, fanno parte anche l'omonima cattedrale, la sacrestia, la cripta, il campanile, l'atrio, il chiostro Paradiso. Il contesto è composto da un antichissimo impianto urbano, molto complesso, densissimamente edificato e stratificato, con presenza di edifici notevoli, piazze monumentali, strade e vicoli caratteristici. La facciata principale dell'episcopio, situata in posizione poco visibile, si erge al di sopra del lato nord del chiostro Paradiso e si compone di vari corpi asimmetrici, dai caratteri piuttosto comuni. Gli interni presentano una grandissima disomogeneità planimetrica, in cui, tuttavia, emergono caratteri distributivi tradizionali, con ambienti di variegate dimensioni e forme, intercomunicanti. Il primo livello non è utilizzato. Al secondo e terzo livello sono ospitate varie attività pastorali diocesane, gli uffici della curia, la biblioteca e l'archivio diocesani. Il quarto livello è destinato alla residenza episcopale (caratterizzata da sobria eleganza) e alla foresteria, con relative pertinenze; qui si trova anche la cappella vescovile.Tra gli altri locali si distinguono ambienti di rappresentanza (in cui sono presenti i pochi elementi decorativi del palazzo), eleganti sale e spazi dagli aspetti comuni.
Pianta
Il palazzo si sviluppa su quattro livelli, di cui un livello seminterrato non utilizzato, e sottotetto. Le planimetrie dei vari livelli si corrispondono tra loro e si presentano molto articolate e irregolari, frutto di vari rimaneggiamenti ed ampliamenti. Tuttavia si distingue, nella parte anteriore, un corpo centrale allungato (suddiviso in ambienti di varie dimensioni e spesso intercomunicanti), a cui si aggiungono spazi collaterali e collegamenti vari. I caratteri distributivi sono molto vari.
Facciata
La facciata principale dell'episcopio si caratterizza per aspetto architettonico disuniforme ed irregolare. Essa si erge al di sopra del lato nord del chiostro Paradiso, che ne copre il primo livello. Gli estradossi delle volte del chiostro sono attaccate alla piccola terrazza che cinge il secondo livello del palazzo. Al di sopra di essa si impostano due ampie arcate irregolari e asimmetriche, che caratterizzano la facciata, in corrispondenza dei livelli secondo e terzo, e incorniciano diverse finestre dalle varie forme e posizioni. Al quarto livello la facciata è preceduta da una lunga terrazza con balaustra in pietra lavorata a motivo traforato (che corre sopra le arcate sottostanti) ed è caratterizzata da una serie regolare di aperture rettangolari. La conclusione in sommità è data dal profilo orizzontale dello spiovente del tetto. A sinistra la facciata continua con un ulteriore corpo dai caratteri molto variegati ed irregolari; a destra sorge, invece, l'avancorpo della scala attaccandosi alla fiancata sinistra della vicina basilica del Crocifisso. Nell'insieme la facciata mostra caratteri architettonici piuttosto comuni. Le superfici sono rifinite in intonaco civile chiaro.
Cappella interna
La cappella vescovile è situata al quarto livello ed è ricavata in un ambiente interno di forma rettangolare ed ha sviluppo liturgico longitudinale. L'ingresso, unico e centrale, si apre sull'ampio atrio d'ingresso. Il presbiterio è collocato sul fondo, rialzato di un gradino sagomato. L'altare, posto al centro di tale gradino, è formato da un solo piedritto centrale in metallo, dalla forma astratta, e mensa soprastante a sbalzo. La parete di fondo presenta una breve arcata a sesto pieno, incavata nella muratura, dove è accostata la sede in legno. Le altre pareti non presentano particolari motivi ornamentali. Le superfici sono rifinite ad intonaco civile chiaro; la pavimentazione è in marmo parzialmente ricoperto; la copertura è piana.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è varia e si compone soprattutto di mattonelle in graniglia di marmo di diversa colorazione, alcune delle quali mostrano disegni geometrici e sono di pregevole fattura.
Coperture
Le coperture sono miste: volte di varie tipologie nei diversi ambienti (soprattutto volte a botte, a padiglione e a crociera, su basi spesso irregolari, specialmente al secondo livello) e solai piani. All'esterno è presente un tetto con numerosi spioventi, variamente articolati, tra cui si distingue un ampio corpo centrale a doppia falda. Il manto di copertura è in cotto tradizionale. Sono presenti anche aree terrazzate e volte estradossate e impermeabilizzate.
Impianto strutturale
L'impianto strutturale si compone di muratura continua portante, dalla conformazione molto irregolare, unita a setti e a muratura di tamponamento. Gli spessori murari sono molto variabili e spesso consistenti. Gli orizzontamenti sono misti (archivoltati in muratura e solai piani in ferro e laterizi). La struttura del tetto è formata da capriate irregolari in legno.
Scale
Sono presenti vari collegamenti verticali. La scala principale, a pianta trapezoidale e a quattro rampe in marmo bianco, va dal primo al terzo livello ed è inserita in un avancorpo dinanzi alla facciata dell'episcopio, ad angolo con la basilica del Crocifisso. Un secondo collegamento formato da due eleganti rampe in graniglia di marmo grigio, unisce il terzo e il quarto livello e costituisce la scalea di rappresentanza. E', inoltre, presente un ascensore.