chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Lucera Lucera - Troia palazzo vescovile Palazzo Vescovile Parrocchia di Maria Santissima Assunta in Cielo Coperture; Elementi decorativi; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni nessuno XIV - 1322(restauro carattere generale); XV - 1458-1492(restauro carattere generale); XVI - 1553-1580(restauro carattere generale); XVIII - 1759-1793(restauro carattere generale); XIX - 1872-1889(restauro carattere generale); XX - 1920-1998(restauro carattere generale); XXI - 2019(restauro carattere generale); XVIII-XIX - 1798-1809(restauro carattere generale)
Palazzo Vescovile di Lucera
Tipologia e qualificazione
palazzo vescovile
Denominazione
Palazzo Vescovile di Lucera <Lucera>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pugliesi (costruzione palazzo)
Notizie Storiche
XIV - 1322 (restauro carattere generale)
Con il vescovo croato Agostino Kazotic, tra il 1322 e il 1323, si sposta la sede episcopale, nella posizione che occupa tutt'oggi, ma con diversa forma; infatti il Pastore della diocesi lucerina suggeriva e promuoveva la costruzione di una nuova casa episcopale di fronte al Duomo angioino, in un luogo detto casaleno. Ubicato <>, il nuovo episcopio era semplice, modesto, di un solo piano, <>, quasi a forma di chiostro, <>.
XV - 1458-1492 (restauro carattere generale)
Nel 1458 il palazzo modificato da Ladislao Dentice, vescovo di Lucera e Castel Fiorentino (1450-1476), fu successivamente abbellito dal suo successore Pietro Ranzano (1478 - 1492).
XVI - 1553-1580 (restauro carattere generale)
Alla metà del Cinquecento l'edificio era solo un aggregato di vecchie costruzioni, che il vescovo Pietro Di Pietro, aretino, riduceva a miglior forma tra 1553 e il 1580
XVIII - 1759-1793 (restauro carattere generale)
Il vero e proprio intervento strutturale che porterà all'attuale forma del palazzo lo avremo durante il XVIII secolo ad opera di Giuseppe Maria Foschi (1759 - 1776) che affidò il progetto al grande architetto Giuseppe Astarita che ne ricevette l'incarico nel 1773. In seguito il vescovo Giovanni Arcamone (1792 - 1793), che resse la diocesi per un solo anno, realizzò qualche intervento di poco conto nel palazzo vescovile.
XIX - 1872-1889 (restauro carattere generale)
Con il vescovo Mons. Giuseppe Maria Cotellessa (1872 - 1889) si può affermare che il palazzo finalmente è completato.
XX - 1920-1998 (restauro carattere generale)
I primi piccoli restauri inizieranno dopo gli anni venti del secolo XX con Mons. Giuseppe de Girolamo (1920 - 1941), proseguirono con Mons. Domenico Vendola (1941 - 1963). Con Mons. Carmelo Cassati (1985 - 1986) si inizia a dare al palazzo un nuovo assetto per la disposizione interna dello stesso,con la scoperta di alcune volte finemente decorate di alcuni saloni. Mons. Raffaele Castielli (1987 - 1996) darà la definitiva sistemazione dell'Archivio Diocesano nei locali dei servizio sovrastanti l'appartamento del vescovo e il risanamento dei tetti e l'inizio del restauro dei saloni di rappresentanza che ora ospitano il Museo Diocesano. Con Mons. Francesco Zerrillo (1997 - 2007) si è avviata non solo un'attività di restauro materiale, ma anche un consistente ampliamento delle strutture che hanno la loro sede naturale nella casa vescovile.
XXI - 2019 (restauro carattere generale)
L'attuale intervento riguarda la totale sostituzione degli infissi, interni ed esterni, della facciata principale del palazzo vescovile. I nuovi infissi hanno sostituiti quelli realizzati nel 1933 e che erano ormai totalmente fatiscenti.
Il vescovo Alfonso Maria dei Marchesi Freda di Foggia(1798 - 1816) che si distinse per condotta esemplare, senno e prudenza, istituì la pinacoteca vescovile, migliorò l'atrio con delle gradinate, completò le decorazioni esterne del palazzo (1805 - 1809).
Descrizione
Il palazzo vescovile iniziato dal vescovo Casotti nel XIV secolo, poi in qualche modo sistemato e ampliato dai sui successori, trova in Mons. Foschi il vero e proprio ideatore e fondatore del nuovo palazzo episcopale di Lucera. Egli affiderà all'architetto Giuseppe Astarita (1707-1775) la realizzazione e l'idealizzazione del progetto. L'Astarita così si definisce e presenta: "Magnificus Regius Ingegnerius Cameralis Don Iosephus Astarita Napolitanus... coll'occasione, che mi sono esercitato siccome attualmente mi esercito nella detta mia professione di Architetto e di Regio Ingegnere, per il quale effetto ho soluto, e soglio, da chi son richiesto, far disegni, dar pareri, accudire, e diriggere fabriche, e tutt'altro, che la mia professione richiede" (FIENGO, Gioffredo e Vanvitelli nei palazzi dei Casacalenda, Napoli 1979). Il palazzo nelle sue linee è uno dei monumenti più rappresentativi dell'architettura settecentesca in Lucera. La facciata elegante e ricca di decori è imponente, in essa si aprono balconi e finestre con cornici eleganti consiste nel piano terra e in un primo piano. Entrando nell'elegante cortile dalla scalone di destra si sale all'ala cosiddetta nobile ricca di eleganti saloni. Dalla scala di sinistra si arriva all'appartamento privato del vescovo.
Coperture
L'intero palazzo è coperto da tetti restaurati negli anni ottanta sotto l'episcopato di Mons. Castielli. Il tetti sono realizzati con capriate in metallo e coperta da tavolato e tegole.
Elementi decorativi
La facciata principale è stata realizzata in doppio ordine, scandita da lesene, con la partizione centrale caratterizzata dal portone d'ingresso in legno, incorniciato dall'imponente portale in pietra bugnata, lavorata a punta di diamante.
Elementi decorativi
Attraverso un vestibolo coperto a botte si entra nel cortile che è uno dei più eleganti tra i palazzi della stessa epoca presenti in città. lungo le facciate laterali del cortile si aprono due inviti per i due scaloni che portano al piano superiore. tra il primo e il secondo ordine vi sono una cornice marca davanzale e una cornice marcapiano che corrono parallelamente lungo tutto il perimetro del cortile e in questo spazio, al disotto delle finestre si notano i bei pannelli di basamento, leggermente in aggetto e con lavorazione liscia dell'intonaco. La parete di chiusura del cortile, opposta all'ingresso, non è disposta in maniera ortogonale me risulta costituita da una parete corca di tipo concava tripartita. Nella parte centrale si apre un elegante balcone e nel bel portale con modanature che al centro dell'architrave si riporta lo stemma del vescovo Foschi con l'iscrizione "J.M. FUSCUS EPUS. LUCER"
Pavimenti e pavimentazioni
La nuova pavimentazione dell'intera zona detta di rappresentanza è stata realizzata in pietra di Apricena negli anni novanta sotto l'episcopato di Mons. Zerrillo.