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Sant'Angelo in Vado
Urbino - Urbania - Sant'Angelo in Vado
chiesa
sussidiaria
S. Filippo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Struttura; Coperture
nessuno
XV - XV(costruzione intero bene); 1605 - 1610(rifacimento intero bene); 1610 - 1610(rifacimento della facciata intero bene); 1726 - XIX(passaggio di proprietà intero bene)
Chiesa di San Filippo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Filippo <Sant'Angelo in Vado>
Altre denominazioni S. Filippo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (rifacimento )
maestranze marchigiane (rifacimento della facciata)
Notizie Storiche

XV  (costruzione intero bene)

Nel XV secolo la chiesa viene edificata e dedicata a Santa Maria dell'Annunciazione. Una scultura lignea attribuita al Ghiberti (1378-1455) venne commissionata per la chiesa dalla famiglia dei Clavari il cui stemma è ancora riconoscibile. L'ingresso è invece poco identificabile alla sinistra della facciata attuale.

1605 - 1610 (rifacimento intero bene)

Nel 1605 nasce l'atteso erede del duca di Urbino. La chiesa viene quindi trasformata e dedicata all'Immacolata concezione nel 1610. In questa occasione viene rifatto l'altare di destra dedicato a Sant'Ubaldo, decorato da un tela del Pandolfi.

1610  (rifacimento della facciata intero bene)

Nel 1610 viene spostato l'ingresso e ricostruita la facciata che apre sulla piazza.

1726 - XIX (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1726 la proprietà della chiesa passa dai Clavari alla Confraternita di San Giuseppe. La chiesa muta titolazione e viene commissionato il dipinto con il Transito di San Giuseppe. Nel secolo XIX la chiesa muta ancora proprietà e assume il nome odierno grazie alla Confraternita di San Filippo Neri.
Descrizione

Il corpo principale della chiesa è racchiuso nell'ottagono irregolare che si erge a modo di torre sulla sinistra della facciata. Questa, di forme classiche, è ripartita in due ordini sovrapposti. L'inferiore è inquadrato da quattro lesene con capitelli dorici che sostengono il vasto cornicione. L'ordine superiore è delimitato lateralmente da volute che raccordano il timpano alla porzione centrale. Il portale è in pietra scolpita con fregi e parti scolpite. L'architrave presenta al centro uno stemma compreso nel cornicione inciso con la scritta latina PORTA SIT AD CAELUM. L'interno della chiesa è organizzato su pianta ottagonale, collegata alla facciata da un breve corridoio obliquo. La sistemazione Seicentesca ha mutato l'ordine interno, spostando l'ingresso lateralmente. I tre altari sono racchiusi in profonde nicchie sottese ad archi a tutto sesto. Coppie di lesene individuano i lati minori dell'ottagono, nei quali sono pulpiti con balconate in legno dipinto. Opposto all'altare maggiore è la cantoria mistilinea, con organo dotato di mostra lignea dipinta. Ai lati dell'ingresso, dotato di inferriata, sono due nicchie minori: la destra con il fonte battesimale e la sinistra con statua di Santa Caterina da Alessandria. Sopra il cornicione dipinto di blu, che riporta l'iscrizione dedicatoria del 1610, è il tamburo della cupola con dipinti delle Sibille dei Profeti. Sull'intradosso della cupola sono affrescate le storie della Vergine, dipinte da August Wallenstein.
Struttura
La chiesa è costruita in muratura portante, realizzata principalmente con mattoni pieni legati con malta.
Coperture
La chiesa è coperta da cupola in muratura, non estradossata. Gli otto spicchi della cupola convergono su un ottagono apicale, chiuso da lanterna. Gli spicchi sono affrescati, mentre i costoloni sono decorati con stucchi a rilievo.
Adeguamento liturgico

nessuno
La chiesa non ha subito le modifiche suggerite dal Concilio Vaticano II in materia di spazio ed arredo liturgico.
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