Nel 1560-61 venne danneggiata dai valdesi. (Caffaro, 1908, vol.6, p. 540)
XVII - 1632 (demolizione precedente edificio)
Distrutta interamente nel 1632. (Caffaro, 1908, vol.6, p. 540)
XVII - 1686 (preesistenze intero bene)
"Se ne erigeva altra provvisoria, (...); ma anche questa incontrò il furore degli eretici che nel 1686 la incendiavano con l'annesso convento e ne atterravano il campanile." (Caffaro, 1903, vol.6, p. 540)
1686 (committenza precedente edificio)
Nel 1686 il duca Vittorio Amedeo di Savoia impiegò le prime cure a stabilire la religione cattolica facendo edificare chiese e cappelle con l'assegnamento di pensioni e con l'espressione che le parrocchiali debbano essere patronate dalla corona. Tali providenze sono come intra come i seguenti luoghi: Villar la chiesa e abitazione nella missione fabbricata a spese regie con l'obblio alla comunità di fare una chiesa e l'abitazione a un vicecurato dove si sarebbe indicato. (AST, Corte, Provincia di Pinerolo, mazzo 24, ristretto di provvidenze del 1751) (Canavesio, 2005, p. 192)
1686 - 1689 (demolizione precedente edificio)
«Se ne erigeva altra provvisoria», anch’essa bruciata nel 1686 dai valdesi che ne atterrarono anche il campanile. (Caffaro, 1908, vol.6, p. 540)
"ricostruita nel '600. Nuovamente incendiata nel 1689" (Signorelli, 2004, p. 159)
1700 (ricostruzione intero bene)
«Dopo la guerra del 1690 fu rieretta (1700) una terza o quarta chiesa, l’attuale, dedicandola di nuovo a S. Maurizio, rifatto il campanile e restaurato il convento». (Caffaro, 1903, vol.6, p. 540)
1718 (ricostruzione intero bene)
"fu poi riedificata nel 1718 con il contributo di Casa Savoia." (Signorelli, 2004, p. 159)
1730 (visita pastorale nterni)
Visita del 1730: «La chiesa parrocchiale, dedicata a S. Maurizio martire, era ad una sola navata ma ricoperta da volte ed in buono stato sia nei muri che nel pavimento.» L’arcivescovo ordinò che si ricoprisse l’altare maggiore con una mensa di legno e fosse chiuso il presbiterio con delle balaustre. «sul piccolo campanile c’erano tre campane di modeste dimensioni.» (aa.vv. il settecento religioso pinerolese, p. 212)
1755 (ricostruzione campanile)
Nel maggio del 1755 il Priore di Villar Pellice Armand inviò ad Avanato una rappresentanza con l'intenzione di ottenere il finanziamento per la costruzione del campanile a fianco della casa parrocchiale. Demolita durante la guerra del 1690 la struttura venne sostituita da un piccolo torriglione sull'angolo della chiesa, ma le campane non erano udibili neanche dal villaggio e perciò secondo il parroco i forestieri preferivano andare ai tempi dei regionari che aveva la facciata propria e un campanile ben grande. Avanato ritenne la cifra di 2000 lire necessaria e promosse la causa presso il ministero. (Canavesio, 2005 p. 246-247)
1759 - 1768 (carattere generale intero bene)
Nel 1759 la chiesa veniva dichiarata di regio patronato, aveva la fabbrica vasta e antica, in buono stato.
Il 25 settembre 1768, in occasione della visita pastorale, la chiesa veniva consacrata. (Caffaro, 1903, vol.6, p. 540)
1816 (riparazioni intero bene)
Opere del regio patronato 1816, Villar Luserna (Villar Pellice) riparaz. spese L.267 (ADP T.8 c.1 s.1.6)
1828 - 1830 (riparazioni intero bene)
Opere del regio patronato 1828, Villar Luserna spese lire 32 (ADP T.8 c.1 s.1.12)
Opere del regio patronato 1830, Villar Luserna (Villar Pellice) si ripara la chiesa, la scala della Chané, un camino, tetto della cura, galleria da rifare spese L.300 (ADP T.8 c.1 s.1. Faldone 1. 15)
1846 (visita pastorale interni)
Nel 1846 circa, la chiesa aveva due altari laterali (Vergine e S. Giuseppe) e «belle tappezzerie» (Caffaro, 1908, vol.6, p. 540)
1853 - 1854 (riparazione arredo arredo sacrestia)
Opere del regio patronato 1853, Villar Pellice si riparano di un guardaroba nella vecchia sacrestia spese L.390 (ADP T.8 c.1 s.1. Faldone 1. 29)
Opere del regio patronato 1854, Villar Pellice si provvede alla formazione di un palchetto, esborso per l’ultimazione del cappellone spese L.336 (ADP T.8 c.1 s.1. Faldone 1. 30)
1990 (restauro interni)
"nel 1990 son state rifatte la tinteggiatura e le decorazioni delle pareti, esclusa la volta ancora in buono stato". (relazione Gilli, 2002)
1995 (restauro fronte)
"nel 1995 è stata restaurata e decorata la facciata principale. Inoltre son stati sostituiti i canali di gronda e le relative discese". (relazione Gilli, 2002)
Descrizione
La chiesa parrocchiale di San Maurizio sorge nel nucleo storico del comune di Villar Pellice.
L’edificio è libero su tre lati poiché ad ovest vi sono due maniche di fabbricati che formano una corte all’interno del complesso parrocchiale.
La facciata è finita ad arriccio, con campi tinteggiati color salmone tenue e le fasce che bordano le specchiature sono color giallo paglierino.
Il fronte è composto da coppie di lesene ai lati distanziate in modo da accogliere tra esse dei riquadri centinati con mensole che riportano dipinti di simboli sacri quali la croce trilobata e il calice dell’eucarestia. Al di sopra vi è la trabeazione lineare con la cornice aggettante e sagomata. Segue il secondo registro che presenta lesene in proseguo di quelle sottostanti, sormontate dal frontone triangolare che culmina con la croce metallica.
Il timpano è ornato, al centro, con una grande croce patente dipinta.
Nel registro inferiore, in basso, corre la zoccolatura grigia in intonaco e al centro l’ingresso ha il portone in legno rifinito da specchiature scolpite con motivi geometrici. L’apertura è sottolineata da una cornice bianca, sagomata in stucco, che è completata da gocce. Al di sopra vi sono le scritte dipinte della dedicazione. Nel registro superiore si apre in mezzeria una finestra rettangolare dai vetri disegnati e colorati, bordata da una cornice analoga a quella dell’apertura di ingresso.
I prospetti laterali sono finiti ad arriccio tinteggiato color giallo paglierino, mentre i volumi delle cappelle laterali sono lasciati a rinzaffo al rustico a base calce. Due finestre rettangolari si aprono su ciascun fianco e le cappelle hanno entrambe una apertura squadrata.
Aula liturgica
L’aula è coperta da una volta a botte nella quale si inseriscono le unghie per le finestre.
Il presbiterio è definito superiormente da una volte a botte, ornata da specchiature bordate da stilizzazioni barocche, al centro nel tondo vi è rappresentata la luce raggiante di Dio tra amorini che fanno capolino dalle nuvole del cielo.
La grande volta a botte è decorata con fasce color beige che marcano le nervature delle unghie; queste sono a loro volta contornate da bordi rosso mattone seguiti da cornici bianche che sfociano in stilizzazioni floreali dipinte a trompe l'oeil.
Al centro del soffitto campeggia l’affresco che raffigura San Maurizio.
Le pareti sono ornate da specchiature bordate da fasce color arancione tenue, bordate con cornici e stilizzazioni floreali bianche negli angoli, dipinte a trompe l'oeil.
In basso corre una zoccolatura continua realizzata in marmo color nero fumo marezzato.
Superiormente vi è una trabeazione con fregio ornato da motivi vegetali dipinti e la cornice sagomata e aggettante è arricchita da un motivo a ovuli.
La parete di fondo ospita la bussola in legno con sovra porta in vetro; sul muro a destra vi è il quadro raffigurante il battesimo di San Giovanni Battista mentre a sinistra una lapide datata 1941 ricorda gli offerenti. La soprastante cantoria lignea ospita al centro l’organo.
Presbiterio e altare
La parte bassa delle pareti del presbiterio sono rivestite dal velario in perline di legno.
Al centro della parete absidale campeggia la tela raffigurante San Maurizio, con attorno un' elaborata cornice ondulata dipinta a trompe l'oeil.
L’antico altare tridentino è realizzato in muratura stuccata, dipinto a marmi policromi; la mensa è coperta con un paramento ricamato. Sopra, al centro, vi è il tabernacolo sormontato da un importante ciborio, finemente lavorato sul quale insiste il crocefisso e sulla mensola più alta sono sistemati i candelabri dorati. Sul davanti si estende la predella in marmo bianco alta due gradini; in posizione più avanzata si trova una prima mensa versus populum, con basamento in legno è piedistallo in stile barocco. Una predella in legno, alta due gradini, occupa in parte il transetto, e sopra poggia un semplice tavolo coperto con un paramento bianco ricamato.
Completano l’arredo liturgico il tabernacolo posto su un tavolino a lato dell’altare antico, l’ambone, il seggio, il coro ligneo appoggiato alla parete absidale, la statua di Cristo e il fonte battesimale sistemati nella cappella di destra, il confessionale e i banchi in legno.
Cappelle laterali
A lato delle aperture ad arco delle cappelle laterali vi sono lesene, rifinite da specchiature pittate a marmorino verde marezzato e inframmezzate da croci patenti.
Le pareti a emiciclo delle cappelle presentano paraste che terminano in capitelli lineari, sormontati dalla trabeazione; le volte emicicliche hanno arconi leggermente ribassati che convergono in lunette. Quella di destra riporta il monogramma di Maria Vergine, mentre a sinistra campeggia quello di San Giuseppe. Gli spicchi sono decorati con un cielo stellato dipinto che nella cappella di destra prosegue nei campi delle pareti. In quest’ultimo ambiente l’altare, dedicato alla Madonna del Rosario, è realizzato in muratura; il dossale contiene la statua di Maria con il bambino, e attorno vi sono i tondi raffiguranti i quindici tradizionali misteri. Dalla parte opposta l’altare è dedicato a San Giuseppe che compare nella grande tela che lo rappresenta sotto la colomba dello Spirito Santo e tra Gesù e Maria.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della prima parte dell'aula è realizzata mediante il parquet posato longitudinalmente rispetto al verso della navata.
Le cappelle laterali, sopraelevate di un gradino, hanno il pavimento costituito da cementine color grigio chiaro e nero fumo disposte a scacchiera.
Il presbiterio è sopraelevato di due gradini ed è separato dal resto dell'aula da balaustre in marmo; la pavimentazione è formata da cementine nei colori del rosa antico, recanti decorazioni geometriche.
Impianto strutturale
L'edificio ha una pianta a croce latina a unica navata e si restringe nella zona absidale che termina con una parete piana.
La sezione è composta dal volume della navata centrale coperto dal tetto a due spioventi affiancato dai due ambienti più bassi corrispondenti alle cappella laterali.
Le murature sono presumibilmente in pietra a spacco naturale, unita con malta di calce.
Sono presenti tre catene di rinforzo della struttura in corrispondenza degli arconi della volta.
Coperture
Le coperture sono realizzate in lose e sorrette da travature in legno.
Campanile
Il campanile è distaccato dalla chiesa ed è posizionato nell’angolo sud-ovest del complesso parrocchiale. Ha pianta quadrata ed è organizzato in cinque livelli; è ornato da lesene angolari color bianco avorio, che sono interrotte, ai vari piani, da cornici aggettanti sagomate in stucco. I campi sono color salmone tenue, e presentano aperture solo sul lato sud; alla base si apre una modesta finestra rettangolare, nei soprastanti due livelli vi sono le monofore e al di sopra un oculo. La porzione sommitale è caratterizzata dai quattro quadranti dell’orologio, a cui seguono le monofore delle campane. Una cornice sagomata e sporgente precede la copertura a padiglione in lose, che regge la croce mettalica.
Cenni stilistici
Tra le caratteristiche che denotano la progettazione degli edifici di culto voluti dal Regio Patronato sabaudo in porzioni di territorio nelle quali si doveva compiere il ristabilimento delle fede cattolica tra XVII e XVIII secolo, dopo gli anni delle aspre guerre di religione, vi sono l'estrema essenzialità degli esterni, ed il minimo ricorso agli ornati, anche negli interni. Ciò accadde con particolare evidenza proprio nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca, mentre le coeve strutture sorte nella pianura tra Pinerolo e Torino assumono in parte forme più auliche e ricche, sull'onda dei cantieri della capitale e dei principali centri della regione. Tali costruzioni o ricostruzioni, promosse dai sovrani Luigi XIV prima (con l'attività emblematica per il Pragelatese dell'ingegnere del re Desbordes) e Vittorio Amedeo II con Carlo Emanuele III poi, sono tipiche di certo “barocco piemontese”, interpretato da architetti impegnati prevalentemente nelle fortificazioni di un'area che è stata di conteso confine. Le ricerche di Walter Canavesio, edite tra il 1999 ed il 2005, hanno definitamente chiarito come, a partire dagli anni Trenta del XVIII secolo, “iniziò una riflessione organica sui metodi della rioccupazione cattolica delle valli, alla quale contribuirono figure fondamentali […] come il teologo Pietro Manfredo Danna, la nobiltà locale e le strutture burocratiche ed istituzionali fino ai vertici dello Stato”. La normalizzazione dei cantieri degli edifici di culto, riflesso della normalizzazione dell'apparato statale in atto, ebbe tra gli interpreti Antonio Bertola e Michalangelo Garove (prima dell'affermazione di Filippo Juvarra e dei suoi collaboratori), Giacomo Plantery e Vittorio Amedeo Varino de La Marche, Giovanni Maria Vanelli, Pietro Audifredi, Ignazio Bertola, Giuseppe Gerolamo Buniva, tra i numerosi colleghi ed epigoni ancora nell'anonimato (cfr. P. Nesta, Itinerari barocchi, in Tra Dora Riparia e Chisone. Arte Natura Architettura, Torino 1997; W. Canavesio, Le chiese cattoliche nelle valli pinerolesi. L'opera del regio patronato nel Settecento, in Archeologia e arte nel Pinerolese e nelle Valli Valdesi, atti del convegno della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Pinerolo 1999; S. Damiano, Forniture di arredi per le chiese del Pinerolese: testimonianze documentarie, in Il Settecento religioso nel Pinerolese, atti del convegno per il 250° anno dall'erezione delle Diocesi di Pinerolo, Pinerolo 1999; W. Canavesio, Le chiese cattoliche delle valli pinerolesi nel Settecento, in R. Genre (a cura di), Vicende religiose dell'alta Val Chisone, Roure 2005).
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (2000 ca.)
E' stato avanzato il presbiterio con una pedana removibile in legno ed una semplice mensa anch' essa in legno.