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adeguamento liturgico
Turina
San Germano Chisone
Pinerolo
chiesa
parrocchiale
San Carlo Borromeo
Parrocchia di San Carlo Borromeo
Aula liturgica; Presbiterio e altare; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale; Coperture; Campanile; Cenni stilistici
altare - intervento strutturale (1980 ca.)
1078 - 1078(edificazione precedente edificio); 1405 - 1405(arredi interno); 1637 - 1637(restauro intero bene); 1661 - 1740(restauro intero bene); 1737 - 1737(ricostruzione carattere generale); 1740 - 1740(ricostruzione intero bene); 1749 - 1749(visita pastorale intero bene); 1759 - 1759(stato di conservazione intero bene); 1759 - 1759(carattere generale intero bene); 1767 - 1767(consacrazione intero bene); 1835 - 1835(visita pastorale intero bene); 1936 - 1936(restauro intero bene); 2002 - 2002(manutenzioni decorazioni); 2015 - 2015(restauro esterni)
Chiesa di San Carlo Borromeo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Carlo Borromeo <Turina, San Germano Chisone>
Altre denominazioni Chiesa della Beate Marie de Turina
Chiesa della Vergine
Chiesa di Santa Maria
Autore (ruolo)
Buniva, Giuseppe Girolamo (progettazione)
Ambito culturale (ruolo)
tardo barocco piemontese (costruzione intero edificio)
Notizie Storiche

1078  (edificazione precedente edificio)

La chiesa fu edificata da Adelaide nel 1078 e confermata nell'atto di Bosone, vescovo di Torino, che nel 1122 concede tureneque ecclesiam. (Caffaro 1903, v. 6, p. 117)

1405  (arredi interno)

"Caterina moglie di Antonieto Becherii, il 13 giugno 1405, lega alla chiesa beate Marie de Turina un mantile, una tovaglia et pannum unum pro cooperiendo (coltre mortuaria)" (Caffaro, 1908, vol. 6, p.118)

1637  (restauro intero bene)

Durante le guerre di religione del XVI sec. la chiesa venne gravemente danneggiata dagli eretici e fu restaurata nel 1637 (informazioni tratte dal pannello esplicativo affisso al muro della chiesa). (cfr. inoltre Caffaro 1903, v. 6, p. 123)

1661 - 1740 (restauro intero bene)

Nel 1661 risultava già in cattivo stato a causa dei conflitti di metà secolo con i Valdesi. "Per regia munificienza e sui disegni del Buniva, se ne costruì poi un'altra, l'attuale, dotandola di sufficiente congrua, erigendola in parrocchia il 17 marzo 1740 e dedicandola a s. Carlo Borromeo." (Caffaro 1903, v. 6, p. 128).

1737  (ricostruzione carattere generale)

L'"esperto" Giovanni Maria Vanelli l'11 aprile 1737 impartiva le istruzioni relative alla riparazione della chiesa e casa parrocchiale di San Germano e solo un mese dopo vennero effettuati i ribassi d'asta. (Canavesio 2005, p. 218)

1740  (ricostruzione intero bene)

L'attuale edificio, dedicato a San Carlo Borromeo fu costruito, su progetto dell'arch. Buniva, a partire dal 1740, grazie all'intervento finanziario del duca di Savoia (informazioni tratte dal pannello esplicativo affisso al muro della chiesa).

1749  (visita pastorale intero bene)

Nel 1749 alla Turina vi è la sola chiesa di San Carlo Borromeo. (Caffaro 1903, v. 6, p. 128).

1759  (stato di conservazione intero bene)

"in una carta del 1759 si dice che la chiesa è nuova ed in ottimo stato" (Caffaro, 1903, v.6., p.128, archivio del regio ospizio dei Catecumeni)

1759  (carattere generale intero bene)

"In una carta del 1759 si dice che la chiesa è nuova ed è in ottimo stato" (Caffaro, 1903, v.6., p.128)

1767  (consacrazione intero bene)

La nuova chiesa fu consacrata da Mons. d'Orliè il 5 luglio 1767 (informazioni tratte dal pannello esplicativo affisso al muro della chiesa); (Caffaro, 1903, v.6., p.128)

1835  (visita pastorale intero bene)

"questa chiesa fu visitata da mons. Chevaz nel 1835" (Caffaro, 1903, v.6., p.128)

1936  (restauro intero bene)

L'ultimo importante restauro dell'edificio avvenne nel 1936 (informazioni tratte dal pannello esplicativo affisso al muro della chiesa). A tale fase potrebbero essere ricondotti gli elementi decorativi di gusto tardo neogotico, quali l'altare maggiore e la decorazione pittorica della volta, con il presbiterio in particolare (n.d.c.).

2002  (manutenzioni decorazioni)

"gli impianti, termico, elettrico e audio sono stati rifatti di recente a norma di legge" (relazione Gilli, 2002).

2015  (restauro esterni)

Nel 2015 sono stati compiuti i lavori per una generale riqualificazione esterna (informazioni tratte dal pannello esplicativo affisso al muro della chiesa).
Descrizione

La chiesa dedicata a San Carlo Borromeo si trova nella borgata denominata Turina, facente parte del comune di San Germano Chisone. L’edificio è orientato secondo l’asse est-ovest ed è libero su due lati; a nord, infatti, confina con un fabbricato di civile abitazione e a sud vi è addossata la manica della canonica. La facciata è organizzata secondo due registri scanditi da due coppie di lesene che poggiano sulla zoccolatura continua e rivestita con lastre di pietra grigia locale. Gli sfondati rettangolari sono tinteggiati di color giallo paglierino, e le specchiature interne ad essi, dalle fasce rosso mattonaceo, hanno spigoli stondati. Le lesene sono di colore ocra. I registri sono separati da una cornice bianca sagomata e leggermente sporgente. Il fronte culmina con il frontone triangolare il cui profilo è messo in risalto dalle cornici bianche, sagomate e aggettanti; all’interno del timpano capeggia l’Occhio Raggiante simboleggiante la Provvidenza di Dio. L’ingresso centrale è costituito da un portone in legno a due battenti, ornato da specchiature scolpite a motivi geometrici simmetrici; poco sopra, sono riportate le scritte di dedicazione e la data 1740. Il campi del fronte nord sono finiti ad arriccio tinteggiato di color bianco avorio, mentre le lesene sono di color ocra. Sullo stesso lato si aprono due finestre rettangolari con vetri colorati. Le restanti superfici murarie sono trattate con rinzaffo al grezzo a base calce.
Aula liturgica
L’aula è sormontata da due volte a botte nelle quali si inseriscono le unghie per le finestre; sull’abside insiste un volta a botte lunettata, di altezza inferiore. Quest’ultima è tinteggiata di color celeste e abbellita da due figure dipinte di arcangeli ai lati. I soffitti voltati dell’aula presentano campi decorati mediante un cielo blu con stelle dorate; i bordi delle costolonature delle unghie e gli archi presentano inoltre un motivo a fasce nelle gradazioni del beige chiaro e scuro. I fianchi sono intervallati da lesene ornate da specchiature tinte a marmorino beige venato. Esse insistono sulla zoccolatura continua, pittata a somiglianza del marmo rosso-arancio marezzato e oggi in avanzato stato di degrado; superiormente terminano con capitelli di chiaro rimando all’ordine dorico. Oltre si sviluppa la trabeazione senza soluzione di continuità, composta da architrave bianco, fregio giallo paglierino e cornice aggettante color porfido chiaro. I campi delle pareti laterali, ospitano le quattordici stazioni della Via Crucis. Sul lato sinistro, vicino all’ingresso, è collocato il fonte battesimale in marmo beige chiaro di recente realizzazione. Sulla parete di fondo è addossata la bussola lignea con la soprastante cantoria anch’essa lignea; nell’ampia lunetta vi è dipinta una finestra.
Presbiterio e altare
Sulla parete absidale, in alto, si può notare una finestra rettangolare che permette alla luce di filtrare attraverso i vetri cattedrale, riproducenti la figura di Cristo. La pala d’altare è incorniciata da un dossale rappresentante San Carlo Borromeo nell’atto di invocare la Vergine Maria con Bambino. Il sottostante tabernacolo è inserito in un piccolo altarino in marmo, sostenuto da quattro colonnine. L’altare, collocato al centro del presbiterio, è realizzato in marmo bianco e l’antempendium è ornato da cinque colonnine con basi e capitelli sui cui si impostano gli archetti a sesto acuto. Fanno parte dell’arredo liturgico: il seggio, l’ambone, un crocifisso ligneo, i banchi ed infine quattro statue in legno scolpito e dipinto. Una di queste, posta nella teca a destra del presbiterio, raffigura la Madonna del Rosario con Bambino.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è realizzata in bargioline quadrate ferruginose e grigie, disposte secondo l’orditura diagonale. Il presbiterio è sopraelevato di due gradini e rivestito in parquet.
Impianto strutturale
L'edificio, ad abside piatta, ha pianta rettangolare ad unica navata, che si restringe in corrispondenza del presbiterio. La sezione è composta dal volume della navata coperto dalla volta, sormontata dalla copertura a capanna. Le murature sono presumibilmente costituite da pietre miste a laterizi, unite con malta di calce. È presente una catena di rinforzo della struttura, installata in corrispondenza dell’arco del presbiterio.
Coperture
Le coperture sono realizzate in lose e sorrette da travature in legno.
Campanile
Il campanile a pianta quadrata è posizionato nell’angolo nord-est, a ridosso del presbiterio. La torre campanaria è ornata da lesene angolari che definiscono gli alti sfondati color giallo paglierino, contenenti i quattro quadranti dell’orologio e sormontati dalle monofore per le campane. La costruzione culmina con una cornice strombata che precede la copertura a padiglione in lose.
Cenni stilistici
Tra le caratteristiche che denotano la progettazione degli edifici di culto voluti dal Regio Patronato sabaudo in porzioni di territorio nelle quali si doveva compiere il ristabilimento delle fede cattolica tra XVII e XVIII secolo, dopo gli anni delle aspre guerre di religione, vi sono l'estrema essenzialità degli esterni, ed il minimo ricorso agli ornati, anche negli interni. Ciò accadde con particolare evidenza proprio nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca, mentre le coeve strutture sorte nella pianura tra Pinerolo e Torino assumono in parte forme più auliche e ricche, sull'onda dei cantieri della capitale e dei principali centri della regione. Tali costruzioni o ricostruzioni, promosse dai sovrani Luigi XIV prima (con l'attività emblematica per il Pragelatese dell'ingegnere del re Desbordes) e Vittorio Amedeo II con Carlo Emanuele III poi, sono tipiche di certo “barocco piemontese”, interpretato da architetti impegnati prevalentemente nelle fortificazioni di un'area che è stata di conteso confine. Le ricerche di Walter Canavesio, edite tra il 1999 ed il 2005, hanno definitamente chiarito come, a partire dagli anni Trenta del XVIII secolo, “iniziò una riflessione organica sui metodi della rioccupazione cattolica delle valli, alla quale contribuirono figure fondamentali […] come il teologo Pietro Manfredo Danna, la nobiltà locale e le strutture burocratiche ed istituzionali fino ai vertici dello Stato”. La normalizzazione dei cantieri degli edifici di culto, riflesso della normalizzazione dell'apparato statale in atto, ebbe tra gli interpreti Antonio Bertola e Michalangelo Garove (prima dell'affermazione di Filippo Juvarra e dei suoi collaboratori), Giacomo Plantery e Vittorio Amedeo Varino de La Marche, Giovanni Maria Vanelli, Pietro Audifredi, Ignazio Bertola, Giuseppe Gerolamo Buniva, tra i numerosi colleghi ed epigoni ancora nell'anonimato (cfr. P. Nesta, Itinerari barocchi, in Tra Dora Riparia e Chisone. Arte Natura Architettura, Torino 1997; W. Canavesio, Le chiese cattoliche nelle valli pinerolesi. L'opera del regio patronato nel Settecento, in Archeologia e arte nel Pinerolese e nelle Valli Valdesi, atti del convegno della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Pinerolo 1999; S. Damiano, Forniture di arredi per le chiese del Pinerolese: testimonianze documentarie, in Il Settecento religioso nel Pinerolese, atti del convegno per il 250° anno dall'erezione delle Diocesi di Pinerolo, Pinerolo 1999; W. Canavesio, Le chiese cattoliche delle valli pinerolesi nel Settecento, in R. Genre (a cura di), Vicende religiose dell'alta Val Chisone, Roure 2005).
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1980 ca.)
E' stato smontato l'altare neogotico in marmo bianco e la mensa è stata riutilizzata, spostandola al limite del presbiterio.
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