chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Salzano Treviso chiesa periferica Madonna del Carmine di Roata Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo Pianta; Coperture; Elementi decorativi; Prospetti; Fondazioni; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura nessuno 1568 - 1568(preesistenze intero bene); 1578 - 1578(ricollocamento immagine mariana); 1578 - 1578(preesistenze intero bene); 1610 - 1610(realizzazione altare); 1845 - 1845(rifacimento altare); 1875 - 1878(costruzione intero bene); XX - XX(annessione nuovo corpo di fabbrica); 1966 - 1966(ampliamento nuovo corpo di fabbrica); 1980 - 1981(restauro intero bene); 2000 - 2000(riparazione facciata)
Oratorio della Madonna del Carmine
Tipologia e qualificazione
chiesa periferica
Denominazione
Oratorio della Madonna del Carmine <Salzano>
Altre denominazioni
Oratorio della Madonna del Carmine di Roata Madonna del Carmine di Roata
Autore (ruolo)
Sbrogiò, Leone (ampliamento)
Michieletto, Michele (restauro)
Ambito culturale (ruolo)
neogotico (costruzione)
Notizie Storiche
1568 (preesistenze intero bene)
Sul luogo dove era apparsa secondo la tradizione popolare la Vergine, un certo Milan eregge nel 1568 un tabernacolo sul quale viene dipinta in affresco la Vergine col Bambino.
1578 (ricollocamento immagine mariana)
Il venerdì santo 28 marzo 1578, Domenico Piatto detto Moro, con disabilità motorie dalla nascita, tornando dalla chiesa parrocchiale, sosta nelle vicinanze dell'oratorio e domanda la grazia della guarigione alla Madonna, istanza che viene accolta. Questo prodigio è il primo di una lunga serie. Viene dunque istituito un processo sui miracoli per ordine del vescovo di Treviso, Francesco Corner, tenuto fra l'1 e il 4 luglio dello stesso anno. A causa delle pretese sui doni presentate al podestà di Treviso dall'amministrazione dell'Ospedale della Pietà di Venezia, proprietario del fondo, e a causa delle lamentele dei contadini per i danni che i raduni di gente arrecano ai loro raccolti, il 13 settembre il vescovo ordina di trasportare l'immagine nella chiesa parrocchiale.
1578 (preesistenze intero bene)
Il 20 settembre 1578, per dirottare i devoti che accorrono alla chiesa parrocchiale, sul luogo del primo tabernacolo ne viene riedificato un secondo, sul fondo dell'Ospedale della Pietà di Venezia, riscattato dal vescovo di Treviso. Per ordine di Paola Trona, preposta dell'Ospedale della Pietà di Venezia, viene eseguita una copia dell'immagine esistente in parrocchia e sono aggiunte immagini di santi sia all'interno che all'esterno.
1610 (realizzazione altare)
Nel 1610 il parroco don Tommaso Zanetti istituisce una Commissaria per la costruzione di un altare riservato a questa immagine. L'altare viene dedicato alla Madonna del Carmine: inizialmente è di marmo grigio e giallo, con due colonne, sormontato da Angeli. Ai lati sono collocate due piccole porte, sopra alle quali sono ospitati i busti di Gesù e Maria. Gli stipiti sono ora collocati all'ingresso dell'oratorio, sul lato nord, mentre le statue presso il museo di San Pio X.
1845 (rifacimento altare)
L'altare di marmo viene ceduto ai Soranzo di Campocroce di Mirano durante i lavori di ampliamento della chiesa di Campocroce, iniziati nel 1845. L'altare dell'oratorio viene invece rifatto in stucco. Sebastiano Santi (1789-1866) dipinge attorno all'immagine della Vergine alcuni angeli: alcuni reggono la corona sopra il capo della Madonna, altri portano lo scapolare.
1875 - 1878 (costruzione intero bene)
Alla fine dell'Ottocento il tabernacolo viene trasformato e, per iniziativa di Luigi Miele, viene eretto l'attuale oratorio in stile neogotico. La facciata ospita due nicchie simmetriche, contenenti le statue di S. Antonio di Padova e S. Luigi.
Sopra la porta d'ingresso, internamente, viene collocata un'iscrizione lapidaria, che il prof. Eugenio Bacchion ritiene dettata forse dallo stesso parroco don Giuseppe Sarto.
L'altare è in legno intagliato; inizialmente come immagine viene collocata la statua che veniva portata in processione durante la festa della Madonna della Dottrina Cristiana, sostituita nel 1836 da un nuovo simulacro e ora esposta nel museo di S. Pio X.
Viene inoltre costruito un campanile di modeste dimensioni, staccato dalla chiesa e insistente sull’area di pertinenza.
XX (annessione nuovo corpo di fabbrica)
Nella prima metà del XX secolo, viene realizzato un corpo di fabbrica a due piani, che permette di congiungere l’oratorio al campanile. Nell'edificio viene collocata una sacrestia e un’abitazione.
1966 (ampliamento nuovo corpo di fabbrica)
Nel 1966, su progetto di Leone Sbriogiò, sono eseguiti interventi di realizzazione di un nuovo locale in ampliamento al lato sud della parte residenziale da destinare a servizio igienico.
1980 - 1981 (restauro intero bene)
Tra il 1880 e il 1881 sono eseguiti interventi di restauro, tra i quali la realizzazione di un vespaio al livello delle fondazioni per drenaggio e contenimento umidità di risalita, il risanamento delle murature esterne dall’umidità, la riparazione dell’orditura del tetto e il riposizionamento del manto di copertura.
2000 (riparazione facciata)
Su progetto di Michele Michieletto, sono eseguiti interventi di riparazione dei danni alla facciata causati da un autocarro in manovra lungo la Via De Gasperi.
Descrizione
L'oratorio viene costruito nel 1878 su iniziativa di Luigi Miele, come risulta da una scritta collocata all'interno sopra alla porta d'ingresso.
La pianta è pressochè rettangolare e l’ingresso è posto sul lato ovest. Addossato a sud è stato nel tempo realizzato un corpo di fabbrica adibito ad abitazione che ha inglobto anche il campanile.
La facciata, rivolta ad ovest, presenta un portale d’ingresso a sagoma ogivale con sovrastante rosone circolare. Due nicchie, una a sinistra ed una a destra, accolgono le statue di Sant’Antonio e San Pio X.
Pianta
La pianta è pressochè rettangolare, ristretta di una quarantina di centimetri in corrispondenza del presbiterio, che si trova leggermente rialzato. L’ingresso è posto sul lato ovest e una porticina conduce alla limitrofa sacrestia ricavala al piano terra della parte residenziale.
Coperture
La copertura del corpo principale è a due falde, mentre la parte del presbiterio, più bassa di circa 60 centimetri, si collega alla parte residenziale. E’ composta da travatura lignea che sorregge i correntini e le tavelle su cui poggiano i coppi tradizionali in cotto. Alle travature è appeso il soffitto in incannucciato intonacato nella parte inferiore.
Elementi decorativi
Gli interni sono dipinti nei toni dell'avorio, con costolature bianche. L'altarino è in legno intagliato con sovrapposta una statua in legno della Madonna del Carmelo.
Prospetti
La facciata, rivolta ad ovest, presenta un portale d’ingresso a sagoma ogivale con sovrastante rosone circolare. Due nicchie, una a sinistra ed una a destra, accolgono le statue di Sant’Antonio e San Pio X. La facciata è inquadrata ai due angoli da pilastri a base poligonale che terminano con due pinnacoli. Una decorazione a dentelli e una cornice completano il timpano e alla sommità una croce sottolinea la sacralità dell’edificio.
Sui lati sud e nord sono presenti due finestre di forma ogivale ed un rosone nel lato nord illumina la zona dell’altare. Il campanile, originariamente eretto più a sud, è stato unito all’oratorio con la costruzione di un corpo di fabbrica di due piani destinato ad abitazione
Fondazioni
Le murature della chiesa poggiano su fondazioni probabilmente realizzate in muratura e l’interno poggia su un basamento, un tempo rialzato, ma attualmente posto a quota inferiore del livello stradale.
Pavimenti e pavimentazioni
Nell’oratorio è ancora presente il pavimento originario in marmettoni bianchi e nero.
Struttura
La struttura è edificata in un'unica soluzione in muratura di mattoni pieni in laterizio. La copertura, composta da travi in legno, poggia sulle murature perimetrali. Il campanile a pianta quadrata è di esigue dimensioni ed è accessibile dall’interno dell’abitazione ed al suo interno scorrono esclusivamente le corde delle campane.