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beni culturali della Chiesa cattolica
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restauro
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Monastero
Cessapalombo
Camerino - San Severino Marche
chiesa
parrocchiale
SS. Salvatore
Parrocchia del Santissimo Salvatore
Interno; Impianto strutturale; Coperture
altare - aggiunta arredo (2010)
III - V(preesistenze intero bene ); 1000 - 1009(costruzione intero bene); 1050 - 1216(proprietà intero bene ); 1216 - 1299(ricostruzione intero bene); 1300 - 1557(decorazione pittorica intero bene); 1960 - 1970(consolidamento e restauro intero bene); 1997 - 2010(restauro e rifacimento del tetto intero bene)
Chiesa del Santissimo Salvatore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa del Santissimo Salvatore <Monastero, Cessapalombo>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria in Insula
SS. Salvatore
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
maestranze marchigiane (ricostruzione )
maestranze marchigiane (consolidamento e restauro)
ambito marchigiano (decorazione pittorica)
Notizie Storiche

III - V (preesistenze intero bene )

La fondazione monastica si insediò sui resti di una villa romana o posto di ristoro di epoca tardo imperiale.

1000 - 1009 (costruzione intero bene)

La costruzione del primo nucleo del monastero e della chiesa è attribuito a San Romualdo che nel primo decennio del XI secolo edificò tre abbazie: Val di Castro nel Fabrianese, Sant'Elena nella valle Esina e Santa Maria in Insula (altro nome di questa fondazione). San Pier Damiani ne riferisce la presenza nella diocesi di Camerino al principio del Mille.

1050 - 1216 (proprietà intero bene )

Intorno al 1050 i monaci, per obbedienza al Vescovo di Camerino Atto, furono costretti a trasferirsi nella Chiesa di San Pietro di San Ginesio ed a lasciare la loro abbazia. Nel 1216 per ordine di Onorio III, furono costretti a ritornare presso l’abbazia, pena la soppressione dell’Ordine.

1216 - 1299 (ricostruzione intero bene)

Al ritorno dei monaci dopo circa duecento anni, la chiesa era in rovina. I lavori di ripristino e restauro nel secolo XIII riguardarono la chiesa che perse le due navate laterali e l'abside. La navata sinistra venne adibita a dormitorio mentre la destra fu trasformata in portico.

1300 - 1557 (decorazione pittorica intero bene)

Durante i secoli la chiesa fu arricchita di dipinti e opere: la più antica pittura è la Madonna dipinta nella cripta, di ispirazione ravennate del principio del XIV secolo. Nel 1557 Andrea de Magistris dipinse le due nicchie della navata, mentre nel portico è presente un dipinto raffigurante San Giorgio di difficile datazione. Nel 1888 bruciò un trittico ligneo dipinto da Arcangelo di Cola nel 1425.

1960 - 1970 (consolidamento e restauro intero bene)

Un primo tentativo di restauro fu portato avanti da padre Natale Sartini, frate e parroco tra il 1960 e 1970. Nonostante i pochi mezzi riuscì a sistemare alcune parti della chiesa e scoprì interessanti reperti romani e bizantini.

1997 - 2010 (restauro e rifacimento del tetto intero bene)

A seguito del sisma del 1997 la chiesa fu sottoposta a lavori di restauro che compresero il rifacimento del pavimento e del tetto. Nel 2010 la chiesa fu riaperta al culto.
Descrizione

L'antica abbazia del Santissimo Salvatore è ubicata a valle della frazione Monastero ed è posta lungo la direttrice est-ovest. Lungo l'arco dei mille anni di esistenza subì alcuni radicali trasformazioni e mutò proprietà almeno per tre volte. Ultimamente è affidata ai frati francescani che hanno il convento a San Liberato di San Ginesio. La chiesa vera e propria occupa parte del lungo edificio che si adagia lungo il declivio ai piedi dell'abitato di Monastero. Lungo la facciata meridionale si apre un portico a tre archi e da qui si accede alla chiesa. Le pareti del portico recano tracce di affreschi. Sopra il tetto è visibile il campanile a vela a due fornici con tettuccio rivestito di coppi. Lungo l'edificio sono ricavati i locali per i monaci e la foresteria.
Interno
Chiesa a navata unica con pianta rettangolare composta da due spazi contigui disposti su livelli differenti: il presbiterio infatti è sollevato sul resto della navata per mezzo di due scalini. Nello spessore delle pareti sono ricavate nicchie centinate ad arco a tutto sesto. Entro le nicchie sono presenti affreschi di Giovanni Andrea De Magistris datati al 1557. La luce naturale proviene da monofore aperte lungo la navata e nelle due pareti trasversali. A destra dell'altare maggiore un arco conduce alla sacrestia. Sulla parete sinistra della navata, poco prima del presbiterio, una rampa di scale conduce alla cripta. Lo spazio a tre navate è voltato a crociera con colonne provviste di capitelli scolpiti. Sulla parete dietro l'altare maggiore sta un affresco del XIV secolo, di ambito marchigiano con forti influssi dell'arte bizantina. Una seconda rampa di scale conduce ad un livello inferiore riservato alla sepoltura dei monaci.
Impianto strutturale
Muratura perimetrale portante posta in opera con blocchi di pietra irregolari ed inserti in laterizio.
Coperture
Tetto a due falde con solaio in laterizio rivestito esternamente in coppi, sorretto da impalcato ligneo di capriate, travi ed arcarecci.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (2010)
Alla riapertura della chiesa al culto è stato posizionato l'attuale altare mobile in legno.
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