sul sito dell'attuale chiesa esisteva un'omonima cappella, demolita a causa del degrado in cui versava e ricostruita in dimensioni più generose nell'anno 1744.
1946 (restauro intero bene)
nel 1946 il locale Comando della Regia Marina e la comunità cittadina guidata dall'allora sindaco Antonio Alberto Bianco finanziarono i lavori di restauro del piccolo edificio. In quell'occasione la parete absidale fu radicalmente modificata mediante inserimento di un modesto altare a dossale in marmi policromi, cornice architettonica di una nicchia a sesto acuto in cui fu collocata la statua in cartapesta della Vergine Maria. Secondo intervento di rilievo fu il completo rifacimento del piano di calpestio mediante tecnica a mosaico: con tessere lapidee di colore bianco, beige, nero e grigio furono raffigurati semplici cornici a motivi geometrici e simboli mariani e acquatici, ricordando così la devozione e il concreto contributo dei pescatori idruntini.
Descrizione
il piccolo edificio si colloca nel rione Punta, sulla cima di un costone roccioso sopraelevato e affacciato sul mare dal quale è possibile godere di uno stupendo panorama. Il contesto architettonico mostra caratteri del tutto peculiari: orientata in direzione nord-est sud-ovest, la piccola fabbrica è infatti isolata al centro di un grande vuoto urbano, e funge da elemento separatore tra la piazzetta retrostante, proiettata verso uno scenario mozzafiato e impreziosita da aiuole e panchine, e il sagrato antistante, che curiosamente costituisce il lastrico solare di un edificio residenziale da tempo in disuso. Per accedere al sagrato dal vicino Lungomare, sede di storici stabilimenti balneari, è necessario salire una ripida scala in pietra leccese, la stessa che i fedeli percorrono processionalmente in occasione della festa della Madonna dell'Altomare. Tale ricorrenza è resa particolarmente suggestiva dalla tradizionale processione via terra e via mare con la statua della Vergine, durante la quale la deposizione di una corona di fiori sulle acque fa memoria dei caduti in mare di ogni tempo e luogo. La chiesa presenta una semplice volumetria scatolare, unicamente caratterizzata dal portale con sovrastante finestra a griglia, dal campaniletto a vela e dai due doccioni lapidei posizionati sul prospetto volto a est, e dal piccolo volume corrispondente alla sacrestia addossato al prospetto opposto. La muratura in conci di pietra leccese squadrata e levigata è ritmata da semplici lesene che fasciano gli angoli e segnano il centro dei prospetti laterali.
Pianta
alla descritta struttura scatolare corrisponde una semplice planimetria ad aula unica, con presbiterio sopraelevato di un gradino e porta laterale comunicante con la sacrestia. Da qui è possibile raggiungere il sagrato mediante una porta secondaria. Volta e pareti, interamente intonacate e tinteggiate di bianco, risentono della massiccia presenza di umidità proveniente dal sottosuolo e dell'azione aggressiva dell'aria salmastra circostante. All'esterno il paramento in pietra leccese e carparo a faccia vista è messo felicemente in risalto dalla luce solare impreziosita dai riflessi cangianti prodotti dallo specchio acqueo sottostante.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento è composto da tessere di mosaico di colore bianco, verde, nero, beige e grigio, ed è arricchito da cornici, motivi geometrici e raffigurazioni che alludono alla simbologia acquatica e alla Vergine Maria. La predella d'altare, di più recente realizzazione, è in marmo bianco-grigio, mentre la piccola superficie del presbiterio è in mosaico di colore giallo. La piccola sacrestia, dotata di servizio igienico, è pavimentata con piastrelle in graniglia di cemento 33x33 di colore bianco-beige.
Elementi decorativi
a conferma dell'impegno che molti devoti pescatori profusero durante i lavori di restauro effettuati nel 1946, numerosi elementi decorativi in ferro e legno alludono esplicitamente al mare: i due cavallucci marini porta-lampada fiancheggianti il tabernacolo, le quattro mensole in forma di pistrice che afferrano le aste porta-tenda ai lati del presbiterio, le piccole ancore elettrificate sulle pareti laterali, il timone sospeso al centro dell'aula e quello, più piccolo, incastonato entro il corpo dell'altare post-conciliare. L'altare maggiore, visibilmente rimaneggiato, è rivestito di marmi policromi di colore grigio, nero, giallo e nocciola.
Illuminazione naturale
la luce penetra all'interno dell'unica navata per il tramite di tre finestre posizionate sulla facciata e ai due lati del presbiterio. La prima, in asse con il pregevole portale, è caratterizzata dalla tipica struttura ombreggiante a griglia che connota molte chiese salentine.
Facciata
stretta tra due lesene su basamento e coronata da una semplice cornice mistilinea, la facciata presenta un unico portale architravato con elegante cornice perimetrale e modesto sovraporta. Più in alto una finestra a griglia con arco a tutto sesto ripropone il medesimo apparato plastico. Tra portale e finestra si inserisce la seguente iscrizione in latino: "DEI PARENTI REGINAE AB ALTO MARI/PATRONAE BENEFICENTISSIMAE/HANC SEDEM/TEMPORUM INIURIIS COLLABENTEM/CONFLUENTIUM POPULORUM VOTIS ANGUSTAM/NOVO MURORUM AMBITU AMPLIFICAVIT/HYDRUNTINA PIETAS/RESTAURAVIT/ANNO REPARATAE SALUTIS MDCCXLIV/ADRIACI NAUTAE ALTI MARIS PROCELLAS/TUTI PERCURRITE/DIVINA HAEC MARIS STELLA PORTUM DABIT".
campanile
un semplice campaniletto a vela a due fornici caratterizza il prospetto volto verso la baia di Otranto.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1972)
nel 1972, nel rispetto dei nuovi orientamenti liturgici proposti dal Concilio Vaticano II, il presbiterio è stato modificato mediante inserimento di un nuovo altare in marmo separato dalla parete tergale. Restano invece mobili e privi di consistenza l'ambone e la sede, rimpiazzati da un leggio e da una semplice sedia.