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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Soleto
Otranto
chiesa
sussidiaria
S. Stefano
Parrocchia di Maria Santissima Assunta
Pianta; Coperture; Elementi decorativi; Illuminazione naturale; Pavimenti e pavimentazioni
nessuno
XIV - XIV(costruzione intero bene); XVII - XVII(modifica avancorpo); 1607 - 1607(modifica nucleo centrale)
Chiesa di Santo Stefano
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santo Stefano <Soleto>
Altre denominazioni S. Stefano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche

XIV  (costruzione intero bene)

fu verosimilmente edificata nell'ultimo quarto del Trecento per volontà di Raimondello Orsini Del Balzo, conte di Soleto e Principe di Taranto, e della consorte Maria d'Enghien, contessa di Lecce. Essa è l'unica superstite delle 46 cappelle distribuite dentro e fuori le mura di Soleto documentate nella visita pastorale condotta dall'Arcivescovo Lucio de Morra nell'anno 1607.

XVII  (modifica avancorpo)

risale ai primi anni del Seicento il tamponamento della porta collocata sulla parete nord, un tempo comunicante con il palazzetto della famiglia Rizzo alla quale di lì a poco appartennero i rettori della chiesa. Chiusa anche la porta collocata sulla parete opposta, in origine comunicante con la sacrestia e col contiguo Hospitale per i poveri e i pellegrini.

1607  (modifica nucleo centrale)

nel 1607 fu demolita l'iconostasi lapidea che separava l'aula dal bema, sopraelevato di due gradini.
Descrizione

sorge nel cuore del centro storico lungo la via ospedale M.G. Carrozzini, all'interno dell'isolato compreso tra le vie Porta di Ferro e Umberto I. La facciata è stretta sulla destra da un edificio a due piani, e sulla sinistra da una parete con arcata a tutto sesto che introduce ad un piccolo scoperto. L'originale prospetto, stretto tra due pilastri in pietra leccese con capitello tuscanico, è caratterizzato da un coronamento a salienti perimetrati da cornice, al centro del quale si innesta la slanciata vela campanaria cuspidata con bifora. A fungere da raccordo diagonale tra i pilastri angolari e la vela campanaria si inserisce una teoria di arcatelle pensili simmetriche e diversificate (a tutto sesto, a sesto acuto, trilobate)su beccatelli scalati, mentre il centro del timpano è segnato da un piccolo rosone a otto raggi con elaborata ghiera e elemento scultoreo in chiave. Il piccolo basamento con cornice sommitale è interrotto dall'unico portale architravato, slanciato e coronato da un sovrapporta a tutto sesto ormai ampiamente consumato dal tempo. Il raffinato apparato strutturale e scultoreo emerge con decisione dal piano di facciata, attualmente intonacato e tinteggiato ma verosimilmente ricoperto da raffigurazioni pittoriche in epoche più antiche. Nulla resta, analogamente, del protiro romanico con colonnine e leoni stilofori che doveva coronare il portale, né delle ciotole ceramiche policrome un tempo incastonate nella cuspide sommitale oggi segnata da vuote cavità.
Pianta
lo spazio interno a navata unica è focalizzato sulla parete est, dove si inseriscono l'abside centrale e la piccola absidiola laterale sinistra (l'antica prothesis), l'una e l'altra in forma di nicchia a mezza altezza con piano lapideo alla base. Una piccola nicchia rettangolare riconducibile a usi liturgici è ricavata anche all'estremità est della parete nord. Due gradini estesi all'intera dimensione trasversale della navata individuano l'area presbiteriale, e sulle pareti laterali si dispongono varchi tamponati a testimonianza di antichi collegamenti con vani contigui: un portale al centro della parete sinistra, e una piccola porta sulla parete destra del presbiterio.
Coperture
lo spazio interno è coronato da una copertura a tetto con manto in laterizio sostenuta da tre capriate lignee semplici con monaco centrale incastonate nelle murature laterali. Al di sopra della struttura primaria una teoria di terzere individua il piano di irrigidimento su cui poggia il tavolato.
Elementi decorativi
lo spazio interno è reso unico dalla presenza di affreschi che ricoprono la totalità delle superfici parietali. Organizzati su più registri e databili ai secoli XIV e XV, essi rappresentano temi molteplici tra i quali spiccano i seguenti: la Divina Sapienza tra quattro santi vescovi e la Pentecoste sull'abside centrale; la Tentazione di Cristo nel deserto, la Resurrezione di Lazzaro e Cristo dinanzi a Pilato sulla parete nord; il Ciclo di Santo Stefano sulla parete sud; il Giudizio Universale sulla controfacciata.
Illuminazione naturale
lo spazio interno è debolmente illuminato dal piccolo rosone in facciata e da una finestra posizionata all'altezza del presbiterio sulla parete sud.
Pavimenti e pavimentazioni
il piano di calpestio interno si compone di piastrelle in cotto 30x30 cm ordite secondo una trama ortogonale alle pareti perimetrali. In massello di pietra locale, invece, i gradini disposti all'ingresso e quelli perimetranti l'area presbiteriale.
Adeguamento liturgico

nessuno
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