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Manduria
Oria
chiesa
parrocchiale
Santa Maria di Costantinopoli
Parrocchia di Santa Maria di Costantinopoli
Prospetti; Pianta; Elementi decorativi; Elementi decorativi
altare - intervento strutturale (anni '70); ambone - intervento strutturale (anni '70)
XVII - XX(preesistenze intero bene); XVII - XX(preesistenze intero bene); XIX - XX(preesistenze intero bene); 2015 - 2015(restauro facciata); 2015 - 2015(restauro facciata); 2015 - 2015(restauro cupola); 2015 - 2015(restauro cupola)
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli <Manduria>
Ambito culturale (ruolo)
classicismo romano (costruzione)
Notizie Storiche

XVII - XX (preesistenze intero bene)

La prima cappella edificata con questo nome sorgeva dove ora è la chiesa di San Lorenzo Abate, la quale si può a sua volta datare al 1621. Della Congregazione che portava il nome della SS. Maria di Costantinopoli (le lotte iconoclaste del 700 e la presa di Costantinopoli da parte di Maometto II nel 1453 determinarono, in questo lasso di tempo molto ampio, l'importazione delle immagini care al popolo cristiano d'Oriente nei territori dell'Italia Meridionale e non poche furono le immagini della Madonna di Costantinopoli, la cui devozione si sviluppò in vari centri della Puglia) non sono tuttavia note le regole ed i distintivi. Sembrerebbe per altro che fino agli inizi del ‘700 le due chiesoline abbiano convissuto, con probabilmente la cappella della Madonna sottostante all’altra.

XVII - XX (preesistenze intero bene)

Della chiesa e convento degli Agostiniani, attualmente denominata Santa Maria, non ci sono notizie certe. Sembrerebbe che la sua fondazione risalga a prima del 1644, alla ricostruzione del Tarentini, dal momento che il convento fu soppresso da Papa Innocenzo X il quale fu Pontefice dal 1644 al 1655 e che la sua costruzione avrà certamente richiesto molti anni. Tuttavia il convento e la chiesa furono successivamente restituiti al culto anche se si ignorano i motivi di tali provvedimenti, così come sono poco conosciute le modalità di introduzione in Manduria dei frati che li governano, malgrado sia nota l’esistenza di una grande devozione per San Nicola da Tolentino, religioso agostiniano. E’ noto invece che i frati godevano del diritto di proprietà pur dovendo rendere conto al Vescovo Diocesano che ne esaminava i libri contabili.

XIX - XX (preesistenze intero bene)

Nel 1809 fu decretata la soppressione del convento, la comunità fu sciolta ed i consistenti beni venduti. Il convento fu ceduto al comune e per molti anni ha ospitato la caserma dei carabinieri e le carceri.

2015  (restauro facciata)

L'intervento consisterà in una serie di operazioni atte a rimuovere dalla superficie le sostanze estranee, patogene e generatrici di degrado; per eseguirle si utilizzeranno dei metodi fisici e chimici con diversa gradualità ed intensità in funzione del tipo di sostanza che si dovrà asportare e dello stato di conservazione dell’oggetto da pulire. L’intervento di pulitura avrà esclusivamente lo scopo di eliminare le patologie che risultano essere in grado di generare ulteriori degradi, senza preoccuparsi di migliorare e/o modificare con una radicale pulizia l'aspetto estetico e cromatico dell’oggetto. Buona parte delle patologie che causano il degrado dei materiali lapidei, presenti sui fronti esterni degli edifici, dipende dalle alterazioni indotte da agenti esterni (infiltrazioni d'acqua, depositi superficiali di sostanze nocive, ecc.).

2015  (restauro facciata)

Al fine di salvaguardare i materiali lapidei dagli effetti di tali azioni patogene si interverrà con interventi indiretti e diretti; i primi sono costituiti da una serie di piccoli ma puntuali interventi capaci di evitare il ristagno, il ruscellamento o l’infiltrazione delle acque piovane. I secondi sono quelli che, tramite il ricorso a specifiche sostanze impregnanti, provvedono a proteggere l’elemento lapideo. L'impiego di tali sostanze sarà utilizzato per la protezione sia dei materiali lapidei, che di scialbi o velature in latte di calce.

2015  (restauro cupola)

Si procederà allo smontaggio delle piastrelle in cotto smaltato, alla loro campionatura per il successivo reimpiego, alla pulizia della eventuale malta di incollaggio presente ed il trattamento con idoneo prodotto detergente. Valutate le quantità di recupero si forniranno gli elementi mancanti in tutto simili a quelli esistenti in numero, forma e colore tali da ricomporre l’originale motivo decorativo. Si eseguirà quindi un’ispezione dello stato di conservazione della superficie estradossata provvedendo al diserbamento, all’eventuale rimozione di guaine o lastre sottoposte e al ripristino della planarità e continuità della superficie. Quindi si procederà alla posa in opera a spaccapietra con sovrapposizione verticale del rivestimento della cupola avendo cura di mescolare le "ambrogette" recuperate nella fase di smontaggio con quelle di nuova fornitura.

2015  (restauro cupola)

La cornice del tamburo sarà consolidata con le stesse procedure indicate precedentemente per gli elementi scorniciati e protetta superiormente da una copertina in coccio pesto. Sarà integralmente rimosso l’intonaco del tamburo e verificato lo stato di conservazione della muratura sottostante. La catena esistente sarà rimossa e sostituita con una cordonatura in FRP. Il rinforzo con FRP presenta caratteristiche quali l’estrema leggerezza, la non invasività dell’intervento, una elevata durabilità in qualsiasi tipo d’ambiente, la velocità di esecuzione e la completa reversibilità.
Descrizione

La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli è costruita in conci squadrati di tufo locale; ciò è evidente nella facciata neoclassica semplice nei suoi elementi e nel suo schema generale. Questa si sviluppa su due livelli: la parte inferiore con portone in asse si articola in cinque specchiature separate da paraste con capitelli di tipo corinzio, si chiude con un cornicione aggettante che si collega all’annesso edificio dell’ex-convento; la parte superiore si rastrema; alle lesene estreme corrispondono due pinnacoli tronco piramidali e due volute raccordano la base del cornicione alle lesene superiori sormontate da capitelli di ordine composito. Nella specchiatura centrale un finestrone centinato con decori floreali e cornice curvilinea enfatizza l’asse centrale. Il prospetto si chiude con un fastigio mistilineo raccordato da volute al cornicione inferiore. Il prospetto laterale, anch’esso articolato su due livelli, è scandito dai contrafforti della navata principale tra i quali si aprono le finestre centinate che illuminano la parte superiore della navata. Il volume del transetto è unico e leggibile all’esterno. Il prospetto posteriore offre una bella vista del campanile e della cupola decorata con mattonelle in terracotta policrome; una loggia tamponata con balcone tuttora visibile, si apre in corrispondenza del salone posto al di sopra della sagrestia. Il campanile a pianta quadrangolare si sviluppa su tre livelli con tre ordini di aperture centinate fra loro eterogenee. Tre ordini di lesene sovrapposti marcano gli angoli del campanile. L’interno ha pianta a croce latina, con ampio transetto e spazioso presbiterio quadrato; la chiesa è larga 20 metri al transetto e lunga 34. L’incrocio tra navata e transetto è delimitato da quattro robusti piloni d’appoggio per il tamburo ottagonale della cupola che, con il lanternino, raggiunge i 30 m d’altezza. La navata converge verso l’altare maggiore commesso di marmi policromi risalente al 1725, opera di scultori napoletani e l’organo ligneo a canne, anch’esso settecentesco posto su soppalco sempre in legno meccato e dipinto. Notevole è la decorazione barocca a stucco, che è senza dubbio uno dei punti che più qualificano la chiesa a livello artistico. Fatta eccezione, infatti, per l’altare maggiore marmoreo, tutti i restanti altari, che si distribuiscono lungo le pareti laterali ed il transetto della chiesa, sono stati realizzati tra il 1752 e il 1754 dallo stuccatore tarantino Francesco Saverio Amodei, su commissione dei Padri Agostiniani. Il nome del maestro Amodei appare sotto il paliotto di entrambi gli altari del transetto e realizzò inoltre la decorazione barocca a stucco delle cornici che chiudono le tele della controfacciata e del presbiterio. La vasta aula, costituente la navata, appare cadenzata dal succedersi delle paraste composite riquadranti gli archi a tutto sesto, la tensione verticale è interrotta dalla netta indicazione orizzontale della trabeazione che distacca nettamente la zona inferiore da quella superiore; al di sopra della cornice della trabeazione si alza una parete muraria, nella quale vi sono ampie aperture che illuminano l’interno e che conferiscono una grande altezza all’aula della navata. Al di sopra della parete si imposta la volta a crociera ornata con cornici a stucco. La superficie del lastricato solare è accessibile dalla torre campanaria, accesso quanto mai disagevole che rende complesse le normali operazioni di manutenzione. La prima quota di sbarco dal vano campanario è sulla copertura del salone parrocchiale al primo piano e della sagrestia al piano terra. La seconda quota è rappresentata dalla copertura di navata, presbiterio e transetto. All’incrocio degli spazi si eleva la struttura ottagonale del tamburo su cui si imposta la bella cupola con mattonelle policrome, decorata in tre colori secondo un motivo tipico di varie chiese dell’area salentina.
Prospetti
Facciata neoclassica semplice nei suoi elementi e nel suo schema generale.
Pianta
Pianta a croce latina con ampio transetto e spazioso presbiterio quadrato.
Elementi decorativi
Notevole è la decorazione barocca a stucco, che è senza dubbio uno dei punti che più qualificano la chiesa a livello artistico.
Elementi decorativi
La vasta aula, costituente la navata, appare cadenzata dal succedersi delle paraste composite riquadranti gli archi a tutto sesto, la tensione verticale è interrotta dalla netta indicazione orizzontale della trabeazione che distacca nettamente la zona inferiore da quella superiore; al di sopra della cornice della trabeazione si alza una parete muraria, nella quale vi sono ampie aperture che illuminano l’interno e che conferiscono una grande altezza all’aula della navata. Al di sopra della parete si imposta la volta a crociera ornata con cornici a stucco.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (anni '70)
Altare in legno di formica
ambone - intervento strutturale (anni '70)
Ambone mobile in metallo semplice
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