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Cascina
Pisa
chiesa
sussidiaria
S. Croce
Parrocchia di San Giovanni Evangelista e Santa Maria Assunta
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
XVI - XVI(costruzione intero bene); 1633 - 1647(costruzione intero bene); 1775 - 1799(restauro intero bene); 1785 - 1785(variazione d'uso intero bene); 1990 - 1999(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Croce
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Croce <Cascina>
Altre denominazioni S. Croce
Autore (ruolo)
Cecconi, Orazio (facciata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XVI  (costruzione intero bene)

Un oratorio dedicato alla Santa Croce esisteva già intorno al XVI secolo ed era sede dell'omonima compagnia. Sull'architrave del portale principale si legge il motto: in hoc signo vinces.

1633 - 1647 (costruzione intero bene)

L'attuale edificio fu costruito tra il 1633 e il 1647, in sostituzione del precedente oratorio. La facciata fu opera di Orazio Cecconi coadiuvato dal fratello Vincenzo.

1775 - 1799 (restauro intero bene)

La chiesa fu sottoposta ad un pesante intervento di restauro nell'ultimo quarto del Settecento.

1785  (variazione d'uso intero bene)

Dopo le soppressioni delle confraternite laicali del 1785, la chiesa fu adibita a battistero e vi fu aggiunto il titolo di San Giovanni Battista.

1990 - 1999 (restauro intero bene)

Durante gli anni Novanta del XX secolo, l'edificio ha subìto un importante intervento di restauro, rivolto alla struttura, alle coperture, agli affreschi e agli stucchi, al fonte battesimale e all'altare.
Descrizione

La chiesa di Santa Croce sorge nel centro storico di Cascina, vicino alla Propositura di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. La facciata principale prospetta direttamente su via Palestro senza mediazione di sagrato ed è da quest'ultima separata tramite una scalinata d'ingresso in pietra serena. Il prospetto principale, costruito tra il 1633 e il 1647 da Orazio Cecconi coadiuvato dal fratello Vincenzo, è interamente realizzato in mattoni a faccia-vista e coronato da un timpano triangolare. Al centro si aprono il portale d'ingresso e, al di sopra, una grande finestra tamponata con cornice modanata in pietra serena. Il fianco Nord, costruito assai vicino al campanile della pieve, affaccia su piazza della Chiesa, il lato opposto costeggia via Garibaldi, mentre la parte tergale dell'edificio è lambito da un vicoletto che ricollega questa strada alla piazza principale. L'interno si presenta a navata unica con scarsella absidale quadrangolare e presbiterio sollevato di un gradone rispetto al resto dell'aula. Ai lati dell'abside si trovano due vani, a sinistra quello utilizzato come sacrestia e a destra un piccolo disimpegno che conduce ad un ingresso secondario. Da questo lato, si erge un piccolo campanile a vela in pietra e laterizio, dotato di una luce per l'alloggiamento di una sola campana.
Struttura
La muratura perimetrale è costituita da mattoni misti a pietra, ad eccezione della facciata che risulta realizzata completamente in laterizi. Al contrario dell'esterno lasciato a faccia-vista, le pareti interne risultano intonacate, tinteggiate e decorate da stucchi e marmorini.
Pianta
Schema planimetrico ad aula unica conclusa da una scarsella absidale quadrangolare introdotta da arco trionfale. Sulle pareti laterali dell'abside si trovano due piccoli locali: a sinistra la sacrestia e a destra un piccolo disimpegno che conduce all'esterno con funzioni di base del campanile. Un grande fonte battesimale trova posto al centro dell'aula e ne condiziona l'impianto trasformando l'edificio in un vero e proprio battistero.
Coperture
L'aula è coperta da una volta a botte lunettata intonacata, affrescata e decorata da stucchi: nelle lunette si alternano finestrature vere e fittizie. Volticciola a botte semplicemente intonacata e tinteggiata per la sacrestia e copertura piana per il disimpegno.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'intero edificio è costituito da mattonelle di marmo bianco e bardiglio, disposte a losanga.
Elementi decorativi
La facciata a capanna, realizzata in laterizi, è delimitata lateralmente da due massicce paraste angolari e coronata da un timpano triangolare. Il portale d'ingresso è profilato da una cornice in pietra serena e reca al vertice un frontone a spioventi spezzato: nell'architrave è incisa l'iscrizione in lettere capitali "In hoc signo vinces". In asse con l'entrata, si apre una grande finestra rettangolare tamponata, anch'essa inquadrata in pietra. All'interno, la navata unica presenta pareti intonacate e tinteggiate, riccamente ornate da decorazioni a stucco eseguite da Carlo Antonio Ferri nel 1761. Scandite da paraste trattate a marmorino, sono poste a sostegno di una cornice modanata aggettante che perimetra l'intero edificio. Al di sopra, si sviluppa la volta a botte lunettata, suddivisa in quattro campate da costoloni dipinti a finto marmo che ospitano tre grandi affreschi settecenteschi di Domenico Tempesti (1760-1762): nella prima campata l'Allegoria degli strumenti della Passione, nella terza l'Allagoria delle tre virtù teologali e sopra il presbiterio il Ritrovamento della Vera Croce. Sulle pareti dell'aula le campate ospitano ricche cornici a stucco che accolgono una serie di dipinti, molti dei quali realizzati in occasione del restauro dell'edificio avvenuto alla fine del XVIII secolo. Sulla parete destra si susseguono i dipinti dell'Apparizione della Madonna a San Nicola da Tolentino, dell'Immacolata Concezione, una nicchia con rilievi parzialmente dorati in cui è esposto un crocifisso ligneo tardo seicentesco e la tela raffigurante San Paolo. Sulla parete opposta, sono collocati i dipinti del Transito di San Giuseppe e di San Francesco in preghiera, una nicchia con cornice a stucco parzialmente dorata al centro della quale è racchiuso il piccolo dipinto della Madonna col Bambino, detta la Madonna del Buon Consiglio, e infine la tela raffiugrante San Pietro. In controfacciata e lungo le pareti laterali, trovano posto alcuni scranni lignei del XVIII secolo, in ricordo della Compagnia laicale della Santa Croce (soppressa nel 1785 dal Granduca Pietro Leopoldo), di cui l'oratorio era sede. Al centro della navata, davanti al presbiterio, campeggia il seicentesco fonte battesimale, circondato da un recinto marmoreo di forma circolare, dotato di due cancellini lignei contrapposti. Il fonte, trasferito nella collocazione attuale nel 1786, è realizzato in marmo bianco con fusto intarsiato in breccia ed è impostato su un basamento esagonale, rialzato di un gradino rispetto all'aula. La scarsella absidale, introdotta da un arco trionfale al vertice del quale è riportata l'iscrizione "ARBOR UNA NOBILIS" (Venanzio Fortunato, sec. VI), ospita al centro l'Altar maggiore preconciliare: eseguito in marmi policromi da Carlo Francesco Jori fra il 1759 e il 1761 ed installato da Pompeo Franchi, l'altare è caratterizzato da una mensa sorretta da volute, da un paliotto in breccia violetta e da tre gradini con tabernacolo intronizzato. Alle sue spalle, sulla parete di fondo, è collocata la tela attribuita al pittore genovese Clemente Bocciardo, detto il Clementone, raffigurante San Giovanni Battista, e qui trasferita dall'Oratorio di San Giovanni Decollato nel 1789. Sulle pareti dell'abside, nelle sovrapporte che conducono ai vani laterali, sono inseriti entro cornici a stucco due dipinti settecenteschi con i ritratti di San Luigi Gonzaga e Sant'Antonio da Padova.
Adeguamento liturgico

nessuno
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