chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Bologna Bologna chiesa santuario Beata Vergine di S. Luca Parrocchia di Santa Maria Assunta di Casaglia contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici presbiterio - intervento strutturale (1970-1980) 1160 - 1194(preesistenze intero bene); 1433 - 1481(costruzione intero bene); 1603 - 1709(ampliamento intero bene); 1709 - 1713(ricostruzione cappella maggiore); 1723 - 1757(ricostruzione intero bene); 1723 - 1774(costruzione facciata con loggia e tribune); 1918 - 1922(ammodernamento intero bene); 1938 - 1940(costruzione cripta); 2012 - 2016(restauro e consolidamento strutturale intero bene); 2014 - 2015(restauro superfici interne)
Basilica della Beata Vergine di San Luca
Tipologia e qualificazione
chiesa santuario
Denominazione
Basilica della Beata Vergine di San Luca <Bologna>
Altre denominazioni
Beata Vergine di S. Luca
Autore (ruolo)
Dotti, Carlo Francesco (ricostruzione aula)
Ambito culturale (ruolo)
architettura barocca (ricostruzione)
Notizie Storiche
1160 - 1194 (preesistenze intero bene)
A dare origine alla chiesa fu una piccola comunità femminile ritiratasi sul monte a vita cenobitica. Qui, secondo la tradizione fu fondato un piccolo eremo a custodia di una tavola con l’immagine della Madonna col Bambino, attribuita all'evangelista Luca, che, trafugata dall’Asia a Bisanzio per l’invasione saracena, sarebbe stata portata nel 1160 a Bologna da un pellegrino. Non si hanno descrizione e notizie certe di questa piccola chiesa; i primi dati storicamente verificabili risalgono alla fine del XII secolo: il 25 maggio del 1194 venne posta in opera la prima pietra della chiesetta e dell’annesso monastero, per volontà di papa Celestino III.
1433 - 1481 (costruzione intero bene)
Tra il 1433 e il 1481 la chiesa venne completamente ricostruita. Alcune fonti iconografiche restituiscono l’immagine del nuovo complesso come una chiesa liturgicamente orientata a pianta rettangolare, copertura a doppia falda, portico di ingresso e secondo accesso dal fianco settentrionale e monastero addossato sul fianco meridionale. Sin dalla sua prima edificazione, nonostante le dimensioni contenute, la chiesetta e l’immagine in essa custodita furono oggetto di pellegrinaggi e della devozione popolare.
1603 - 1709 (ampliamento intero bene)
Nel 1603 cominciarono le opere di ampliamento della cappella maggiore, mentre gli interventi più significativi vennero approntati nel 1696 quando vennero allargate le dimensioni della chiesa nel verso della facciata principale e della cappella maggiore e si decise di aprire quattro cappelle laterali sul fianco sinistro. Tra il 1708 e il 1709 si proseguì con l’ampliamento della chiesa sul lato sud, verso il monastero, con la realizzazione di due nuove cappelle.
1709 - 1713 (ricostruzione cappella maggiore)
A seguito di un lascito da parte del cardinale Lazzaro Pallavicini, legato pontificio a Bologna fra il 1670 e il 1673, vennero avviati nel 1709 i lavori di ricostruzione della cappella maggiore e dell’altare della chiesa, su progetto dell’architetto fiorentino Giovanni Antonio Ferri. L’intervento venne inaugurato quattro anni più tardi.
1723 - 1757 (ricostruzione intero bene)
Al termine della ricostruzione dell’altare maggiore impreziosito, il resto della fabbrica risultò architettonicamente poco significativo e si decise di intervenire con un’opera di ricostruzione. L’incarico per la stesura del progetto definitivo venne affidato all’arch. Carlo Francesco Dotti che riprese ed elaborò la proposta di Sacchi, una chiesa di forma ellittica con presbiterio allungato e sei cappelle minori, sormontata da una cupola con lanterna, e ne seguì i lavori di costruzione. La fabbrica venne eretta tra il 1723 e il 1757 sotto gli auspici di Prospero Lambertini arcivescovo di Bologna (eletto Papa Benedetto XIV nel 1740) attorno alla costruzione precedente, rimasta attiva e aperta al culto fino allo smantellamento nel 1743. La consacrazione avvenne nel 1765.
1723 - 1774 (costruzione facciata con loggia e tribune)
Il portico di facciata con le due tribune laterali a pianta pentagonale venne realizzato più tardi, nel 1774, da Giovanni Giacomo Dotti, figlio di Francesco, secondo il progetto del padre.
1918 - 1922 (ammodernamento intero bene)
Al termine del primo conflitto mondiale vennero avviate una serie di opere volte all’ammodernamento del complesso e inaugurate con il concorso per la realizzazione delle decorazioni pittoriche dei pennacchi e della cupola risalenti al 1922.
1938 - 1940 (costruzione cripta)
Nel 1938 iniziarono i lavori per la realizzazione della cripta contemporaneamente alla sistemazione del piazzale antistante la chiesa. Nel 1943 i lavori vennero sospesi a causa degli eventi bellici. E’ probabile che l’intera cripta, che conserva il sacello di mons. Fanti insieme ad altre illustri sepolture tra le quali il monumento funerario dell’arcivescovo cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano (1921 – 1952) ad opera di Bruno Boari, fosse già terminata alla fine degli anni Quaranta.
2012 - 2016 (restauro e consolidamento strutturale intero bene)
In seguito agli eventi sismici che hanno colpito il territorio emiliano nel maggio 2012 sono stati effettuati interventi urgenti di verifica dei danni subiti dalle strutture sia all’interno che all’esterno del Santuario ai quali hanno fatto seguito interventi strutturali e opere di ripristino.
2014 - 2015 (restauro superfici interne)
Nel 2014 un incendio originatosi in un locale attiguo alla basilica dove erano disposte le candele votive ha provocato la diffusione dei fumi con conseguenti depositi carboniosi su tutte le superfici interne della chiesa, ovvero sugli apparati decorativi quali stucchi, modanature, elementi lignei, pale d’altare e tele minori. Il conseguente restauro ha riguardato diversificati interventi di pulitura delle diverse superfici danneggiate e i successivi consolidamenti.
Descrizione
Il Santuario della Beata Vergine di San Luca è uno dei principali centri della vita religiosa cittadina e il santuario principale dedicato alla protezione della città di Bologna. Sorge sulla cima del Monte della Guardia, a sud ovest della città, al termine di un portico ininterrotto che origina da porta Saragozza. La facciata, di forma convessa, è collocata sotto la porzione terminale del portico e introduce ad un’aula di forma ellittica sovrastata da una cupola centrale a pianta circolare; il presbiterio, a pianta semicircolare e coperto da una seconda cupola, è caratterizzato da una struttura rialzata che ospita l’immagine della Madonna titolare del Santuario.
contesto
Il Santuario si eleva in vetta ad un colle a sud ovest del nucleo urbano bolognese, detto Monte della Guardia a ricordo delle milizie che un tempo vi si stanziavano a difesa della città. Il Santuario è collegato al centro cittadino da un portico ininterrotto di 666 arcate che origina da Porta Saragozza, una delle porte d’accesso all’antica città murata, snodandosi per quasi 4 km fino al santuario. La salita è arricchita da 15 stazioni costituite da altrettante cappelle la cui iconografia illustra i Misteri del Rosario. L’aula è orientata.
impianto planivolumetrico
Il Santuario si compone di: un corpo principale di forma ellittica e copertura a cupola che ospita al piano terra la cripta e al primo piano l’aula congregazionale; un avancorpo concepito in continuità con il portico, costituito dal loggiato e definito alle due estremità da tribune, che rappresenta la facciata del complesso; il campanile posto di fianco all’abside; l’ala nord che si sviluppa longitudinalmente su tre livelli, in aderenza al perimetro basilicale, ed è parte del percorso devozionale dei visitatori; l’ala sud, disposta anch’essa su tre livelli, sede della canonica.
esterno
La facciata è preceduta da un ampio piazzale pavimentato nel quale sono disegnate quattro aiuole; il lato est del piazzale è abbracciato dall’ultimo tratto di portico le cui torrette terminali, a nord e a sud, concludono una forma sinuosa sotto la quale è collocato l’ingresso all’aula. La facciata dell’aula, di forma convessa, risulta in tal modo preceduta da un pronao anch'esso convesso, posto su alto basamento che presenta intonaci bugnati in corrispondenza delle lesene del piano superiore. Tale basamento, con porta centrale in quadrata da una cornice intonacata e finestra in sopraqquadro, è organizzato in specchiature intonacate in cui si aprono due ordini di finestre. La porzione centrale del pronao è sottolineata mediante intonaco listato a bugnato in corrispondenza degli angoli nel basamento e da lesene con capitelli ionici nella porzione superiore, doppie in corrispondenza del timpano centrale. Complessivamente il pronao al piano dell'accesso all'aula si proporne come un'originale interpretazione di un'apertura a serliana. Il suo interno presenta volte a botte con cupola centrale a sesto ribassato in corrispondenza dell’ingresso all’aula. Tale pronao si conclude con 4 obelischi in corrispondenza del timpano e croce a fil di ferro in cuspide su cippo lapideo scolpito a volute. In corrispondenza delle lesene laterali, la conclusione vede la presenza di cippi con palla. Oltre tale pronao, il volume dell'aula circolare dell'aula inquadra sopra l'ingresso un'apertura a serliana nel cavo di un arco ribassato al centro di una delle specchiature in cui si articola il tamburo dell'aula scandito da doppie lesene.
Ai lati del pronao, colonne libere d'ordine tuscanico, correggono un architrave con fregio muto e cornice conclusiva a dentelli: questa porzione media il gigantismo del pronao con la più modesta sezione del portico di accesso. Il lato nord dell’aula è parzialmente mascherato dal volume quadrangolare che ospita la cappella laterale e i locali annessi al santuario. Lungo il lato est il coro semicircolare emerge dal volume quadrangolare dell’edificio addossato al lato nord; oltre la sua copertura a più falde emerge il volume cilindrico del tamburo ospitante la cupola che sovrasta il presbiterio. Il volume del campanile è incastonato fra il presbiterio e lo sviluppo del volume quadrangolare sud che comprende la cappella laterale e altri locali di servizio. La forma dell’aula è evidente nel registro superiore, nel quale si disegna l’ellissi libera da altri volumi o superfetazioni; al centro si erge il volume del tamburo con cupola e lanterna.
pianta
La pianta a croce greca è inscritta all’interno di una ellisse e ampliata dalle quattro cappelle minori ricavate nello spessore dei muri laterali. Sull’asse maggiore dell’ellisse, disposto longitudinalmente, si innesta una seconda figura rappresentata dalla Cappella Maggiore dove è custodita l’icona dell’Immagine Mariana.
interni
Si accede all’aula mediante una bussola lignea sormontata da una cantoria con organo. L’aula è pavimentata a veneziana che disegna raggi di una ruota con spicchi di marmo bicromi disposti a rombo; al centro una rosa dei venti. L’aula, di forma ellittica, è ritmata da colonne binate rudentate d'orine corinzio, parzialmente immerse nella muratura, che reggono una trabeazione continua con fregio muto e giro di dentelli e mensoline. Su di essa si impostano le quattro volte a botte strombate con costoloni binati che conferiscono al santuario la conformazione a croce greca inscritta, convergendo su quattro aperture a serliana, orientate secondo i punti cardinali. All'intersezione degli assi, poggia su pennacchi il tamburo centrale, finestrato e ritmato da lesene binate sul quale insiste la cupola con lanterna centrale. Il presbiterio è stato esteso oltre la ricca cancellata che ne chiude la parte antica; è rialzato di due gradini e ospita oggi l’altare. Il presbiterio antico, oltre la cancellata, ha pianta quadrata ed è pavimentato con riquadri di marmo che disegnano forme geometriche. Le pareti, rivestite di marmo serpentino, sono ritmate da lesene in marmo bianco venato e capitelli dorati sui quali si imposta una trabeazione che regge gli archi a sostegno di una cupola cieca a sesto ribassato. Ai lati del presbiterio si aprono due porte sopra le quali, oltre la trabeazione, si aprono due finestre che illuminano l’intera area. Il coro ospita una struttura sopraelevata alla quale si accede mediante due scalinate incastonate nello spessore delle pareti, in un percorso ascetico a consentire la devozione della venerata immagine della Madonna titolare del santuario, ospitata in una nicchia, fuoco dell'intero apparato architettonico, sotto il catino absidale con statue di angeli.
impianto strutturale
La struttura è in muratura portante in mattoni. Orizzontamenti non indagabili, manto del tetto dei volumi laterali, dell’aula, del tamburo del presbiterio e del catino absidale in coppi. La cupola presenta invece un rivestimento esterno in rame.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata in panche disposte a battaglione: le due file principali corrono lungo la navata e altre due file minori sono posizionate all’altezza delle cappelle laterali. Il presbiterio comprende l’altare collocato presso l’assemblea, nella posizione raccomandata dalle norme conciliari, la sede addossata alla base delle colonne di sinistra e un ambone a destra. Oltre la cancellata in ferro battuto che chiude la parte antica del presbiterio è collocato l’altare preconciliare con dossale a più gradini e custodia eucaristica al centro. Intorno al presbiterio si sviluppa il cammino di ascensione al fondo del coro che ospita l’immagine della Madonna di San Luca. Otto confessionali sono posizionati all’ingresso delle due cappelle laterali maggiori.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1970-1980)
Il presbiterio è stato ampliato verso l'assemblea oltre la cancellata che chiudeva la zona presbiteriale antica; in questo nuovo spazio sopraelevato è stato collocato l'altare.