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Ascoli Piceno
Ascoli Piceno
chiesa
sussidiaria
S. Tommaso
Parrocchia di San Pietro Martire
Struttura
altare - aggiunta arredo (anni '60 del sec. XX)
1064 - 2000(notizie storiche intero bene); XIII - 1960(notizie storiche interno); XIII - 1964(notizie storiche esterno)
Chiesa di San Tommaso
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Tommaso <Ascoli Piceno>
Altre denominazioni Chiesa di San Tommaso Apostolo
S. Tommaso
Ambito culturale (ruolo)
maestranze ascolane (costruzione)
Notizie Storiche

1064 - 2000 (notizie storiche intero bene)

La chiesa di San Tommaso sorge nell’area dell’anfiteatro romano, e sembra che la sua fondazione risalga al 1064 circa, congiuntamente all’antico chiostro canonicale; tuttavia nel 1227 il Vescovo Nicolò I la donò alla basilica di San Giovanni in Laterano in Roma. L’aspetto attuale risale al secolo XIII. Sulla torre si trova la campana più antica della città, tutt’ora in uso, datata 1286, il che fa ipotizzare l’elevazione del campanile risalga circa a quel periodo. Interventi successivi hanno riguardato l’interno nel secolo XVI (altare della Madonna), nella prima metà del secolo XVIII (altare maggiore e altare di Santa Barbara), nel 1872 (i vari stucchi). Un intervento di vasta portata è stato eseguito nel 1964 con la demolizione parziale di un fatiscente edificio che nel tempo aveva deturpato e coperto l’intero prospetto Sud. L’ultimo intervento sulla chiesa e le sue pertinenze è consistito in un restauro conservativo eseguito nell’anno 2000.

XIII - 1960 (notizie storiche interno)

Nell’interno gli interventi più antichi sono rappresentati da diversi affreschi eseguiti nei secoli XIII e XIV. Del secolo XVI è l’altare in travertino in fondo alla navata sinistra, dedicato alla Madonna delle Grazie e l’altro in fondo alla navata destra dedicato a Sant’Orsola. Alla prima metà del secolo XVIII risalgono il fastoso altare di Santa Barbara in travertino, marmo rosso di Verona e giallo di Siena, posto in fondo al braccio sinistro del transetto, il gemello collocato simmetricamente nel braccio destro, dedicato a San Giuseppe, e lo scenografico altare maggiore con il gruppo scultoreo di Giuseppe e Lazzaro Giosafatti. Nel 1872 lo scultore Emidio Paci eseguì pregevoli stucchi lungo la navata centrale e nel presbiterio. Nel 1960 è stato collocato un nuovo Battistero a sinistra di chi entra, sormontato da una statua in bronzo del Battista, opera di Aldo Sergiacomi.

XIII - 1964 (notizie storiche esterno)

L’aspetto esteriore della chiesa è rimasto immutato dal secolo XIII ai nostri giorni essendo stata interessata solo dal restauro del rosone nel 1948 e dalla liberazione parziale del prospetto Sud nel 1964.
Descrizione

La facciata in travertino, a spioventi, presenta come elementi decorativi cinque scodelle in ceramica sul timpano, disposte a forma di croce; sotto un rosone. La facciata presenta tre portali, due ad archi falcati (a sinistra ed al centro), architravato quello di destra; all’altezza dell’imposta dell’arco dei tre portali corre una cornice. La torre, si eleva a destra della facciata. Il lato sinistro, presenta un portale ad arco; sei monofore si aprono nella navata minore e quattro nella centrale. L’interno è a tre navate, divise da pilastri cruciformi e da colonne che reggono archi a tutto sesto e il tetto a capriate lignee. Per realizzare le colonne (così come le quattro acquasantiere), sono state in parte riutilizzatie resti di colonne romane lisce e scanalate provenienti dal vicino anfiteatro, che occupava la piazza e le adiacenze. Sui pilastri del presbiterio, concluso da piccola abside semicircolare, s'innalza il tiburio ottagonale. Sulle pareti della navata centrale, sui piloni sostenenti la cupola e sul catino dell'abside, vi sono pregevoli stucchi, rappresentanti S. Filippo Neri, S. Caterina da Siena, S. Girolamo Emiliani, S. Vincenzo de’ Paoli, la B. Margherita di Savoia, S. Giuseppe Calasanzio; sono pure rappresentati i quattro Profeti maggiori, angeli ed altri ornamenti. Le pareti e i pilastri della chiesa sono decorati da affreschi dei secc. XIII–XIV; tra essi, sul primo pilastro della navata destra, uno del sec. XIII, con quattro piccole figure di Santi. Sulla seconda colonna, una Madonna del latte, lavoro collocabile tra i secc. XIII–XIV; con la Vergine raffigurata nell’atto di offrire il latte al Bambino; contiguo a questo affresco, una S. Lucia, sec. XIII XIV, recante in un piatto gli occhi e, nella sinistra, un libro. Anche il successivo pilastro presenta una Madonna in trono col Bambino, secc. XIII-XIV. Sulla parete laterale di destra, si aprivano due portali ad arco, di cui uno notevole per le decorazioni a foglie d'acanto. Addossati al transetto, a destra, sono due monumentali altari di travertino (prima metà del sec. XVIII). Sul primo, dedicato a S. Orsola, è la pala raffigurante la Madonna col Bambino e S. Giuseppe in gloria assieme a S. Antonio di Padova, S. Rocco e S. Orsola, olio su tela, di Giuseppe Angelini. Nella cimasa vi è l’immagine di S. Orsola. Sull’altro altare è il patrocinio di S. Giuseppe, olio su tela di Giulio Cantalamessa. A destra, sono incastonati nel muro degli elementi di pietra e due lastre sepolcrali, di cui una datata 1383, l'altra decorata con piccoli scudi araldici. Sull’altare maggiore è un tabernacolo (sec. XVI), in legno dorato e dipinto, a forma di tempietto ottagonale con cupola. La mensa è dominata dal gruppo scultoreo, del 1725 circa, rappresentante la Madonna col Bambino in marmo bianco di Carrara, opera dì Giuseppe Giosafatti, a destra, S. Giovanni Evangelista di Lazzaro Giosafatti e, a sinistra il titolare della chiesa, S. Tommaso Apostolo pure di Giuseppe Giosafatti, entrambe in travertino. A sinistra del transetto su altare in travertino di archi-tettura cinquecentesca, con lesene scanalate e fregio ornamentale, è la Madonna delle grazie, scolpita in legno policromo del sec. XIV. A lato del transetto, è addossato un altare in travertino (prima metà del sec. XVIII), con due colonne rastremate, sostenenti capitelli ionici; il paliotto è in marmo intarsiato. Sull'altare è la Pietà, olio su tela opera di Biagio Miniera, rappresentante l’Addolorata seduta, reggente sulle ginocchia il corpo del Figlio; ai lati sono S. Giovanni, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo, la Maddalena, S. Francesco d'Assisi e S. Barbara; nella cimasa vi è rappresentata S. Barbara, cui l'altare è dedicato. Il pilastro, che sorge davanti alla porta laterale della navata di sinistra, presenta un affresco del 1293, raffigurante la Madonna col Bambino e i committenti. All’inizio della navata, sinistra, è il fonte battesimale (1960), sormontato da una statua del Battista, opera di Aldo Sergiacomi.
Struttura
Il paramento murario è costituito da blocchi di travertino omogenei di dimensioni uguali e con ogni probabilità la fattura è del tipo “a sacco”, il sistema di copertura è costituito da architrave elastico, formato da capriata lignea a catena caricata; le navate laterali presentano copertura a falda costituita da travi in legno poggianti sulla muratura perimetrale; la zona del presbiterio presenta una copertura costituita da travi in legno disposti a raggio poggianti sul tiburio in blocchi di travertino ivi presente.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (anni '60 del sec. XX)
Circa l'attuale altare comunitario, costituito da un arredo ligneo mobile molto semplice composto da due sostegni che reggono la mensa, non se ne conosce l'epoca della posa in opera.
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