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Salzano
Treviso
chiesa
parrocchiale
S. Bartolomeo Apostolo
Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo
Pianta; Coperture; Elementi decorativi; Prospetti; Fondazioni; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura; Affreschi; Altari; Sculture; Cappella; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (1964); altare - aggiunta arredo (1990)
XIII - XIII(stato di fatto intero bene); XIV - XIV(stato di fatto intero bene); XV - XV(indipendenza intero bene); XVI - XVI(stato di fatto intero bene); XVII - XVII(riconfigurazione intero bene); 1610 - 1610(costruzione cappella della Beata Vergine del Carmine); 1643 - 1688(realizzazione altare maggiore); 1747 - 1761(riconfigurazione intero bene); 1843 - 1845(riconfigurazione intero bene); 1851 - 1851(realizzazione soppalco interno); 1863 - 1863(riconfigurazione coro e sacrestie); 1865 - 1867(rifacimento pavimentazione); 1890 - 1890(costruzione cappella sud); 1924 - 1924(riconfigurazione e ampliamento intero bene); 1944 - 1944(riconfigurazione e ampliamento intero bene); 1960 - 1964(pavimentazione intero bene); 1968 - 1969(risanamento ed adeguamento murature esterne); 2010 - 2016(installazione impianti)
Chiesa di San Bartolomeo Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Bartolomeo Apostolo <Salzano>
Altre denominazioni S. Bartolomeo Apostolo
Autore (ruolo)
Rupolo, Domenico (progetto riconfigurazione e ampliamento)
Bagaglio, Giovanni (riconfigurazione e ampliamento)
Andreose, Danilo (realizzazione pavimentazione)
Gatto, Giuseppe (progetto risanamento e adeguamento)
Santi, Sebastiano (realizzazione affreschi)
Licini, Teodoro (realizzazione affreschi)
Monzio Compagnoni, Arturo (realizzazione affreschi)
Lepscky, Gian Maria (realizzazione affreschi)
Saccardo, Pietro (progetto cappella)
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (riconfigurazione)
Notizie Storiche

XIII  (stato di fatto intero bene)

La prima notizia della chiesa di Salzano risale al 6 dicembre 1292, quando si riuniscono a Mestre i sacerdoti responsabili delle chiese della zona e fra loro c'è "Marco, rectore Ecclesiae de Salzano", cappella dipendente dalla Pieve di Santa Maria di Zianigo.

XIV  (stato di fatto intero bene)

Un'edicola raffigurante il Santo Patrono con l'offerente inginocchiato ai suoi piedi, commissionata dal massaro Pasquale di Salzano, riporta sulla parte inferiore i possedimenti della chiesa e la data del 1344. L'edicola, un tempo affissa sulla facciata principale della chiesa, è oggi conservata nell'adiacente museo di S. Pio X.

XV  (indipendenza intero bene)

Nel secolo successivo la chiesa diventa indipendente da Zianigo acquisendo tra il 1423 e il 1427 il diritto del fonte battesimale e S. Giovanni Battista come compatrono. In questo secolo sono presenti anche numerosi lasciti testamentari.

XVI  (stato di fatto intero bene)

La chiesa nel Cinquecento è a tre navate e conta, oltre all'altar maggiore "con palla grande dorada, e figure num. 11 di mezzo rilievo", altri sei altari, quattro dei quali con la loro pala d'altare e tutti con "angioli piccoli o grandi doradi".

XVII  (riconfigurazione intero bene)

Cambiato il clima culturale e col lento diffondersi delle nuove disposizioni liturgiche tridentine, la chiesa subisce un profondo rimaneggiamento che giunge a conclusione alla fine del XVII secolo.

1610  (costruzione cappella della Beata Vergine del Carmine)

Tra gli interventi seicenteschi si segnala la costruzione della cappella e dell'altare dove viene ricollocata la miracolosa immagine della Madonna di Roata che era stata trasportata in chiesa dall'omonimo capitello il 13 settembre 1578 e insediata in un altare provvisorio. La nuova cappella e relativo altare, edificati nel 1610 grazie ad un lascito di don Tomaso Zanetti, sono dedicati alla Beata Vergine del Carmine. Dell'altare marmoreo originario, venduto e ricostruito in stucco nel 1845, rimangono i due busti raffiguranti la Madonna e Gesù, ora conservati nel museo di S. Pio X.

1643 - 1688 (realizzazione altare maggiore)

Dopo la riconsacrazione del 29 settembre 1643 da parte del vescovo di Treviso Marco Morosini, il 16 giugno 1685 si tengono nella chiesa solenni ordinazioni sacerdotali dal vescovo Giovanni Battista Sanudo. Negli stessi anni viene realizzato un nuovo altare maggiore con l'immagine del patrono ad opera di Antonio Zanchi, dono del nobile Natale Donà. Nel 1688, lo scultore veneziano Santo Tognon realizza il tabernacolo di marmo intarsiato, mentre il Salzanese Girolamo Pavan fa dipingere la pala per l'altare della Natività. La chiesa è formata da tre navate e ospita sette altari.

1747 - 1761 (riconfigurazione intero bene)

Nel corso del Settecento l'edificio viene alzato e ampliato (1747), si arricchisce di rivestimenti in marmo per gli altari, suppellettili, arredi e si dota di un organo, commissionato all'organaro Nicolò Moscatelli. L'organo verrà in seguito ristrutturato dalla Ditta Bazzani. La chiesa, per l'importanza acquisita, viene dichiarata il 5 giugno 1761 Chiesa Arcipretale dal vescovo di Treviso Francesco Giustiniani.

1843 - 1845 (riconfigurazione intero bene)

Al termine delle spoliazioni napoleoniche, verso la metà dell'Ottocento sono eseguiti radicali interventi per adeguare la chiesa, considerata ormai "vecchia, bassa e ristretta per la popolazione". I lavori determinano una completa trasformazione stilistica: l'assetto a tre navate dell'interno, che si era venuto costituendo con ricchezza di forme barocche nel corso del Seicento e del Settecento, viene ridotto ad un'unica grande aula. La sola parte non oggetto di trasformazioni è quella dell'abside. Francesco Scipione Fapanni (1810-1894), storico locale testimone dei lavori, li ricorda così: "Quanto all'interno l'ordine è Toscano, pilastri, cappitelli, architrave, un fregio smisurato, ed uno smisurto cornicione...Sopra vi sono i finestroni semicircolari...alle pareti laterali s'aprono cinque cappelle".

1851  (realizzazione soppalco interno)

Francesco Scipione Fapanni descrive anche il soppalco interno, costruito nel 1851: "Quello, che in questa chiesa è terminato e che riuscì il meno male, è il soppalco interno, grande quadro limpido e fresco del prof. Sebastiano Santi, rappresentante il martirio del titolare S. Bartolomeo Apostolo. Il quadro è contornato da bel fregio a stucco a modo di cornice".

1863  (riconfigurazione coro e sacrestie)

Nel 1863, su progetto del prof. Beroaldi, sono eseguiti interventi di rifacimento del coro, delle sacrestie e della cappella del battistero.

1865 - 1867 (rifacimento pavimentazione)

Nel 1865 il parroco don Antonio Bosa dà avvio al rifacimento del pavimento, portata a termine da don Giuseppe Sarto nel 1867.

1890  (costruzione cappella sud)

Nel 1890, a sud, viene eretta la cappella in onore del Sacro cuore di Gesù.

1924  (riconfigurazione e ampliamento intero bene)

Nel 1924, su progetto dell'architetto Domenico Rupolo, vengono demoliti l’ambulacro d’accesso al presbiterio, lo stesso presbiterio e le sacrestie; sono isolate le due colonne, allungato il corpo centrale della chiesa di un’arcata, ricostruiti il presbiterio, le quattro simmetriche sacrestie e l’altare marmoreo nel presbiterio. Viene altresì rifatta la pavimentazione nella cappella del Sacro Cuore ed eretta la grotta della Madonna di Lourdes a lato della stessa cappella.

1944  (riconfigurazione e ampliamento intero bene)

Nel 1944, ad opera di Giovanni Bagaglio, vengono rinforzate le murature, rifatta la cornice più antica in sintonia con la parte nuova, legate ai muri perimetrali le due colonne a lato della porta maggiore, modellati i lucernai in similitudine a quelli ricostruiti; l'edificio viene inoltre decorato da Giovanni Cappellassi sul modello delle classiche chiese veneziane.

1960 - 1964 (pavimentazione intero bene)

Tra il 1960 e il 1964, su progetto del prof. Danilo Andreose, vengono rifatti i pavimenti degli altari laterali, secondo disposizione di stile basilicale, sostituita una parte del pavimento della chiesa e rifatto quello del presbiterio. Viene altresì realizzato l’altare del crocefisso nella cappella del Sacro Cuore e installato l’impianto di riscaldamento ad aria.

1968 - 1969 (risanamento ed adeguamento murature esterne)

Tra il 1968 e il 1969, sono eseguiti, su progetto di Giuseppe Gatto, interventi di taglio ed isolamento delle murature esterne e di rifacimento degli intonaci. Sono eseguite opere di dipintura delle pareti interne e di rifacimento dell’impianto elettrico.

2010 - 2016 (installazione impianti)

Tra il 2010 e il 2016, vengono installati un impianto video e un impianto rilevatore elettronico d’incendio. E' altresì rifatto l’impianto di illuminazione, collegato all’impianto fotovoltaico presente nel tetto del centro sociale parrocchiale, e successivamente vengono inserite luci a led.
Descrizione

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo, così come ci appare oggi, è l'esito degli interventi di riconfigurazione seicenteschi prima e ottocenteschi poi, quando l'edificio viene innalzato e ampliato. Successivamente, nel 1924, il presbiterio e le sacrestie vengono demoliti e ricostruiti e viene allungato il corpo centrale della chiesa di un'arcata. L'edificio, ad unica navata, ha orientamento ovest-est con zona absidale ad est ed ingresso principale ad ovest. La chiesa presenta quattro altari laterali ed una cappella votiva a sud, dedicata al Sacro Cuore e alla Madonna di Lourdes. Il fonte battesimale è posto nell'angolo nord ovest, donato alla Parrocchia da San Pio X nell'anno 1911. La facciata principale ad ovest, rettangolare, è caratterizzata dalla giustapposizione di un timpano retto da quattro semicolonne addossate alla muratura, ai bordi della quali, inseriti nelle lunette, si trovano le statue di San Giovanni Battista e di San Bartolomeo.
Pianta
La pianta presenta un’unica aula con presbiterio sul lato est. L'aula è scandita da quattro cappelle laterali, due per lato, con volta a botte. L’ingresso principale è posto sul lato ovest; in posizione centrale è ubicato un secondo accesso da nord, mentre in corrispondenza, sul lato sud, è presente la cappella del Sacro Cuore con la grotta della Madonna di Lourdes ed a margine il penitenziare. La zona del presbiterio è rialzata di tre gradini rispetto alla navata e termina con un'abside semicircolare; ai lati del presbiterio trovano posto a sud la sacrestia e locali di servizio, di due piani, e sul lato nord il museo di San Pio X.
Coperture
La copertura a quattro falde, con linea di colmo in direzione est-ovest e parte curva in corrispondenza del presbiterio, è composta da capriate in legno con andamento nord-sud, le quali reggono la travatura che sorregge i correntini e le tavelle su cui poggiano i coppi tradizionali in cotto. Alle catene delle capriate è appeso il soffitto in incannucciato, intonacato nella parte inferiore e con andamento curvilineo in corrispondenza delle murature. Nei tratti laterali, compresi tra le colonne ed il presbiterio, la facciata d’ingresso e la facciata ovest, sono presenti soffitti a cassettoni, più bassi rispetto al corpo principale; le colonne sono unite da volte a semibotte. Le cappelle laterali e quella del Sacro cuore hanno tetti con lo stesso andamento e di simile natura, più bassi del corpo principale.
Elementi decorativi
La chiesa si presenta in stile classico-toscano, con tratti prospettici di grande effetto, soprattutto nel presbiterio e nell'abside. Ai quattro angoli dell'edificio esistono quattro baldacchini con soffitto a cassettoni. Le pareti e i soffitti sono tutti giocati sui toni del bianco e del crema, ravvivati da tratti d’oro che servono a sottolineare i giochi volumetrici del disegno delle cornici. Le decorazioni presenti non sono però quelle originarie, ma eseguite negli anni Sessanta. Il pulpito, in abete, è dipinto a finto marmorino di colore cenere ed è opera del falegname Crescenzio Basso (1870).
Prospetti
I prospetti esterni sono lineari, intonacati in occasione dell’isolamento delle murature e ridipinti. Il corpo principale della chiesa risulta più alto rispetto alle cappelle, alle sacrestie e al museo di San Pio X, i quali si attestano in corrispondenza della parte inferiore delle finestre ad arco – sei per ogni lato - presenti sui lati nord e sud. Le sacrestie, a due piani, sono dotate di finestre rettangolari con volto ad arco, come pure le due dell’abside, dotate però di vetrate decorate. Sul lato nord sono presenti due porte d’ingresso secondarie. La facciata principale ad ovest, rettangolare, è caratterizzata dalla giustapposizione di un timpano retto da quattro semicolonne addossate alla muratura, ai bordi della quali, inseriti nelle lunette, si trovano le statue di San Giovanni Battista, a sinistra, e di San Bartolomeo, a destra, rispettivamente compatrono e patrono della comunità. Fra il portale d'accesso e l'architrave si trovano alcune parole latine che esprimono la dedicazione della chiesa a S. Bartolomeo Apostolo, la cui traduzione è: "Dedicato a Dio Ottimo massimo in onore di S. Bartolomeo Apostolo".
Fondazioni
Le murature della chiesa poggiano su fondazioni in muratura e l’interno poggia su un basamento rialzato di circa quaranta centimetri rispetto al piano di calpestio del terreno esterno.
Pavimenti e pavimentazioni
Nel corpo centrale è ancora presente il pavimento realizzato nel 1867 da Giuseppe Sarto, mentre la rimanente pavimentazione è stata realizzata con materiale simile a quello in opera e costituito da lastre in marmo bianco e rosato da 50 x 50 cm, posati a rombo. La pavimentazione del presbiterio e delle cappelle è stata realizzata negli anni Sessanta. Il presbiterio è rialzato di circa 40 cm rispetto al corpo principale, mentre le cappelle di circa 30 cm. Il pavimento del presbiterio è composto da marmi policromi.
Struttura
La struttura è edificata in un'unica soluzione in muratura di mattoni pieni in laterizio. Quattro colonne simmetriche sono poste all'interno della navata. La copertura, composta da travi in legno, poggia sulle murature perimetrali e sulle quattro colonne centrali.
Affreschi
Sul soffitto della navata è stato affrescato da Sebastiano Santi (1789-1866) fra il 1849 e il 1852 un dipinto raffigurante "la gloria di San Bartolomeo". Intorno all'affresco c'è la coeva cornice classica, dorata nel 1950 a cura di mons. Oddo Stocco (1892-1958). Posti ai quattro angoli della chiesa, sotto i baldacchini laterali, sono collocati quattro affreschi del pitttore padovano Teodoro Licini (1912-1978), dipinti fra il 1955 ed il 1956 e raffiguranti "S. Pio X e i lavoratori", "S. Pio X e la S. Eucarestia", "S. Pio X e il catechismo" e "S. Pio X e i colerosi". Salendo i tre gradini che alzano il piano del presbiterio rispetto al pavimento della chiesa, si è di fronte agli affreschi di Arturo Monzio Compagnoni di Bergamo, la "Resurrezione di Cristo", a destra, e la "Coena Domini", a sinistra. Sul soffitto del presbiterio è collocata "La SS. Trinità", eseguita, come gli altri dipinti, nel 1954. Sul catino dell'abside è affrescata "L'assunzione di Maria Vergine", realizzata dallo stesso autore e nello stesso anno. Nel punto in cui erano collocati il vecchio organo meccanico e la cantoria, è ora presente l'affresco "Il miracolo ecucaristico di Salzano" di Gian Maria Lepscky (1946).
Altari
L'altare della Natività di Gesù risale alla fine del XVII secolo ed è realizzato con marmi di diverso colore. L'altare di S. Pio X risale al XVIII secolo ed è realizzato in marmi di diverso colore. In origine era detto altare della Croce, in quanto nella grande nicchia era posto il maestoso crocifisso che oggi è collocato nella Cappella del S. Cuore. Ai lati dell'altare, le due statue di S. Giovanni della Croce (1542-1591) e di S. Teresa d'Avila (1515-1582), santi fondatori dell'ordine dei Carmelitani Scalzi. L'altare maggiore, fatto erigere da mons. Eugenio Bacchion (1869-1949), nel 1928, è un altare di marmo in stile classico rinascimentale. Di notevole bellezza sono i due angeli, uno adorante e l'altro contemplante, posti lateralmente alla Sacra Mensa, scolpiti nel 1930-31 da fra Claudio Granzotto (1900-1947) e commissionati da mons. Eugenio Bacchion. L'altare della Madonna di Roata è del XIX secolo, in stucco, ed è dedicato alla Madonna del Carmelo. L'altare di S. Antonio risale al XVIII secolo, è realizzato in marmo.
Sculture
Il busto di papa Sarto, opera di Guido Giusti (1904), è stato voluto dai Salzanesi sul portale d'accesso della cappella del S. Cuore nel primo anniversario dell'elezione al soglio pontificio del loro antico parroco. La cornice della nicchia è del prof. Antonio Bon. A cura del mons. Oddo Stocco, nel 1950, la cornice venne dorata; successivamente il semitondo fu ricoperto con un rivestimento musivo di tessere dorate e violacee. Sono inoltre presenti un busto in gesso di don Antonio Bosa (1804-1867) e di don Vittorio Allegri (1761-1835), di Gio Maria Bordin (1892).
Cappella
La cappella del Sacro Cuore è un vano laterale, costruito nella parte sud della Chiesa nel 1900 e dedicato a Cristo Redentore. Il progetto primitivo, opera di Giuseppe Scattolin, fu rivisto dall'ingegner Pietro Saccardo (1830-1903). Nel 1969 il vano della cappella è stato completamente ridipinto e nel 2005 è stato riportato al progetto originario di inizio Novecento. La cappella ospita tre altari. A sinistra è collocato l'altare del Crocefisso, eretto nel 1964 con marmi policromi e pregiati, opera di Danilo Andreose di Bassano del Grappa. Al centro si trova l'altare del Sacro Cuore, in stile lombardesco, costruito nel 1900. A destra, è presente la grotta della Vergine di Lorudes, opera della Ditta Ravasio di Bergamo e inaugurata nel 1922. Risale al 1897 l'edicola del pane di S. Antonio di Padova, che presenta il santo con i gigli e col bambin Gesù.
Campanile
Il campanile, di mole alta, snella, con una guglia sormontata da un angelo, fu iniziato nel 1712 e terminato nel 1880. Nel XIX secolo l'altezza del campanile arrivava fin quasi sotto l'attuale loggia delle campane: fu rifinito da Giuseppe Scattolin nel 1879 su disegno di Pio Chicchi dell'Università di Padova. Il materiale usato per la costruzione è la pietra della Val di Sole. L'angelo originario è stato colpito da un fulmine nel 1984 ed è stato sostituito nel 1985 da quello attuale, opera dell'architetto Lino Pietro Bottacin, che si era anche occupato, nel 1954, del rivestimento della base con marmi dei Colli Euganei.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1964)
Nel 1964 sono stati eseguiti interventi di eliminazione delle balaustre che delimitavano il presbiterio e con l’occasione è stata roifatta anche l’intera pavimentazione con marmi plolicromi.
altare - aggiunta arredo (1990)
Nel 1990 è stato installato un nuovo altare ligneo mobile, a forma parallelepipeda e su pedana in legno, realizzato dagli scout del paese.
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