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Bologna
Bologna
chiesa
parrocchiale
Beata Vergine del Soccorso
Parrocchia della Beata Vergine del Soccorso
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; elementi di pregio; impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - intervento strutturale (1964)
XIII - XIV(preesistenze carattere generale); 1517 - 1520(preesistenze carattere generale); 1527 - 1527(culto intero bene); 1580 - 1584(costruzione intero bene); 1726 - 1744(onorificenze intero bene); 1798 - 1808(soppressione intero bene); 1809 - 1809(costruzione campanile); 1944 - 1944(distruzione intero bene); 1948 - 1950(ricostruzione intero bene); 1952 - 1957(completamento intero bene); 1962 - 1966(completamento intero bene); 1967 - 1970(completamento e arredo intero bene); 2009 - 2014(restauro intero bene)
Chiesa della Beata Vergine del Soccorso
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Beata Vergine del Soccorso <Bologna>
Altre denominazioni Santuario della Madonna del Borgo
Santuario della Beata Vergine del Soccorso
Autore (ruolo)
Vignali, Luigi (progettista)
Ambito culturale (ruolo)
architettura neorinascimentale (costruzione)
Notizie Storiche

XIII - XIV (preesistenze carattere generale)

La zona dove sorge la chiesa di Santa Maria del Soccorso o del Borgo di San Pietro era occupata da un agglomerato edilizio sviluppatosi fuori della penultima cerchia murata della città e, nei primi decenni del XIII secolo, era compreso entro le nuove mura cittadine. Il terreno sul quale il borgo si era sviluppato apparteneva al Capitolo della Cattedrale di Bologna dedicata a San Pietro, da cui il toponimo.

1517 - 1520 (preesistenze carattere generale)

Verso il 1517 iniziò la devozione all'immagine di una Madonna in trono con Gesù Bambino, una antica statua lignea che era posta nella cinta muraria, in corrispondenza della porta murata. In questi anni venne anche costruito un piccolo oratorio ove si riuniva la Compagnia laicale dei devoti alla Beata Vergine del Soccorso, istituita nel 1520.

1527  (culto intero bene)

In occasione della peste del 1527 si decise di fare una processione solenne con la statua della Madonna, la seconda domenica dopo pasqua. Questo evento venne considerato miracoloso, data la concomitante cessazione della calamità, ed il Senato cittadino stabilì che negli anni a venire in quella stessa data, fosse ripetuta la messa e la processione, tradizione ancora viva.

1580 - 1584 (costruzione intero bene)

Cresciuta la devozione alla Madonna del Soccorso, intorno al 1580 si decise di costruire una nuova chiesa. Il progetto venne affidato a Domenico Tibaldi che concluse i lavori nel 1584. L'edificio presentava un prospetto semplice e ben equilibrato. Aveva un portico a tre archi sopra al quale si trovava l'oratorio della Compagnia, un ampio locale illuminato da tre grandi finestre. La facciata si concludeva con un timpano triangolare.

1726 - 1744 (onorificenze intero bene)

Il 28 luglio del 1726 la chiesa fu aggregata alla Basilica Lateranense di Roma, questo titolo onorifico fu riconfermato nel 1744 da Benedetto XIV.

1798 - 1808 (soppressione intero bene)

Nel 1798 venne soppressa la Compagnia dei devoti alla Madonna del Soccorso. L'autorità di governo non volle tuttavia chiudere la chiesa, data la grande devozione popolare ed emanò una apposita ordinanza nel 1808 per garantire l'apertura al culto dell'edificio considerato Santuario.

1809  (costruzione campanile)

Nel 1809, grazie alle offerte raccolte fra i fedeli di Borgo, venne eretto un campanile accanto alla chiesa.

1944  (distruzione intero bene)

Il bombardamento del 5 giugno 1944 ridusse il santuario e l'oratorio sovrastante, che nei secoli si erano arricchiti di importanti opere d'arte, ad un ammasso di macerie. Morì anche il parroco, don Arturo Giovannini, che aveva preventivamente messo in salvo l'antica statua lignea della Madonna.

1948 - 1950 (ricostruzione intero bene)

Nel 1948 grazie alla liquidazione dei danni di guerra vennero avviati lavori di ricostruzione affidati all’architetto Luigi Vignali. Il progetto non rispettò la tradizionale forma della chiesa ma seguì modelli del rinascimento toscano. Per l’interno vennero impiegati materiali di riuso provenienti da altre chiese di Bologna danneggiate durante la guerra, creando così un arredamento composito. Nel 1949 la chiesa era terminata al grezzo e nel 1950, ricollocata la statua della Madonna, il santuario venne consacrato dal monsignor Danio Bolognini.

1952 - 1957 (completamento intero bene)

Fra il 1952 ed i 1956 venne costruita la nuova canonica. Nel 1957 l’arcivescovo Giacomo Lercaro elesse la chiesa a parrocchia

1962 - 1966 (completamento intero bene)

Nel 1962 vennero ripresi i lavori di completamenti affidati all’impresa Cuzzani di Bologna, sotto la sorveglianza del Genio civile di Bologna. Il direttore dei lavori fu l’architetto Giorgio Trebbi. Nel 1963 il comune di Bologna concesse al santuario di poter ampliare la costruzione in tutta la zona adiacente alla chiesa dove erano le vecchie mura. Il progetto del Trebbi prevedeva la costruzione di un porticato antistante la chiesa e la nuova torre campanaria. I lavori interessarono anche l’interno della chiesa e terminarono nel 1964 anno nel quale la chiesa venne nuovamente consacrata. Nel 1966 iniziarono i lavori per realizzare una recinzione intorno ai cortili del santuario che vennero anche lastricati.

1967 - 1970 (completamento e arredo intero bene)

Fra il 1967 ed il 1968 venne eretta la porta maggiore della chiesa a ricordo del primo decennale di vita della parrocchia. Accanto alla porta vennero collocate due sculture rappresentanti San Pietro e San Paolo realizzate da Cesare Vincenzi. Nel 1968 venne restaurata la sagrestia ed arredato l’ufficio parrocchiale. Nel 1969 venne posto il nuovo organo sopra l’ingresso principale, realizzato dall’organaro Fernando Ghidoni. Nel 1970 i Rettori della parrocchia donarono due formelle, copia di quelle di Jacopo della Quercia del portale di San Petronio, che vennero utilizzate per realizzare la mensa dell’altare maggiore.

2009 - 2014 (restauro intero bene)

Nel 2009 per l’interesse del parroco Pierpaolo Sassatelli vennero avviati dei lavori per la ristrutturazione della cupola e dei coperti del Santuario. Nel 2014 si svolsero altri lavori di intervento alla chiesa come l’aggiunta delle tegole nuove, il consolidamento delle colonne, la pulizia del porticato e delle statue ai lati dell'ingresso.
Descrizione

Il Santuario della Beata Vergine del Soccorso si trova dove un tempo vi era la terza cinta di mura della città di Bologna. L'attuale edificio, opera dell'architetto Luigi Vignali, si distende lungo i viali di circonvallazione. La chiesa è parte di una aggregazione di più elementi composta da santuario, sacrestia e canonica. Il campanile è isolato a nord. La pianta è a croce greca. L'esterno è in mattoni faccia a vista, l'interno è ad aula coperta da una cupola, con cappelle laterali e presbiterio.
contesto
Il Santuario della Beata Vergine del Soccorso si trova su un tratto delle antiche mura della città di Bologna, dove sino all'inizio del XIV secolo esisteva una porta che consentiva l'accesso nel Borgo di San Pietro, e dove a protezione degli ingressi era posta una statua della Madonna. Le mura furono abbattute e l'attuale complesso, ricostruito dopo i bombardamenti aerei del 1944, si distende lungo i viali di circonvallazione cittadini, accanto al polmone verde della Montagnola. La facciata della chiesa fa da sfondo a via del Borgo di S. Pietro.
impianto planivolumetrico
L'edificio di culto è parte di una aggregazione orizzontale di più elementi composta da chiesa e a nord-est sacrestia e canonica. La canonica è adibita ad abitazione privata al primo piano, ad opere parrocchiali al piano terra.
esterno
La chiesa, costruita in mattoni faccia a vista, è posta a filo coi viali di circonvallazione e si presenta orientata a nord est. E' preceduta da un piccolo sagrato asfaltato, delimitato da fittoni collegati da una catena in ferro. Un portico a cinque arcate a tutto sesto precede la facciata e la avvolge fino allo sporgersi delle cappelle laterali. Sotto il portico si apre il portone d'accesso, riquadrato da una cornice in muratura, e due finestre rettangolari, sopra il portico si trova un oculo vetrato, inquadrato da laterizi disposti a formare un arco, il profilo sommitale della facciata è a capanna. Dietro la facciata si eleva il corpo quadrangolare dell'aula, sormontato da un tamburo con oculi e da un'ampia cupola con lanterna e croce sommitale. Su tutti i fronti è replicato l'elemento dell'oculo vetrato che dà luce all'interno. A est il presbiterio è coperto da un fabbricato basso adibito a sacrestia, che collega la chiesa alla canonica. A ovest dell'edificio di culto si eleva staccato il campanile, costruito in cemento e mattoni faccia a vista, con un'altezza di 25 metri.
pianta
Chiesa a pianta a croce greca, con cappella maggiore leggermente più profonda, orientata a nord est.
interni
Si accede all'aula mediante una bussola che, in controfacciata, è sormontata da una cantoria in muratura e da un oculo vetrato. Un arco a tutto sesto inquadra l'accesso e crea un vano arretrato rispetto all'aula, coperto da volta a botte. L'interno è arioso, giocato sul contrasto cromatico delle membrature grigie con le specchiature bianche, a richiamare l'architettura toscana rinascimentale. La chiesa presenta l'unica navata coperta da una cupola, segnata da otto costoloni e illuminata da otto oculi vetrati. La cupola è impostata su quattro archi a tutto sesto, sorretti da una successione di lesene che sorreggono una trabeazione che percorre tutto il perimetro interno dell'aula. Su ciascun braccio del transetto, oltre un arco a tutto sesto, si apre una cappella che ospita un altare minore ed è coperta da una volta a botte, sottostante direttamente la grande cupola, è alternata a due vani di minore altezza, con voltina a crociera o soffitto piano, che ospitano due altari minori, un deposito e lo studio del parroco. Due porte, poste tra la controfacciata e l'aula, immettono a destra nella cappella feriale, a sinistra in un deposito, sono speculari ad altre due porte, poste tra il presbiterio e l'aula, che conducono a due sacrestie. L'arco trionfale, a tutto sesto, separa la navata dal presbiterio, rialzato di un gradino, coperto da volta a crociera. Sul fondo del presbiterio una scala doppia conduce all'ancona con nicchia che custodisce la statua lignea della Madonna del Soccorso. Nei muri laterali, in controfacciata e nel presbiterio si aprono quattro oculi vetrati con stemmi dipinti: sono riferiti al cardinal Lercaro che inaugurò la chiesa nel 1964, al Comune di Bologna, alla Cattedra di San Pietro a Roma e alla Congregazione dei Macellai. Pavimenti in marmo.
elementi di pregio
Paliotto settecentesco murato nell'altare minore posto a destra dell'ingresso. Proviene dalla chiesa di San Bartolomeo di Bologna.
impianto strutturale
Struttura portante in mattoni. Copertura non sondabile, oltre le volte. Manto in coppi.
apparati liturgici
Nell'aula l'assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio e si organizza su quattro file di panche lignee disposte a battaglione. E' presente un confessionale. Il fonte battesimale per aspersione, in marmo e legno, si trova nel presbiterio, inserito nella balaustra di sinistra. Il presbiterio è diviso dall'aula tramite un gradino ed è definito al centro dall'altare post conciliare a gradoni, in marmo e fisso, composto da una mensa e da un dossale con tabernacolo, sul fondo del presbiterio si trova un'ancona con nicchia e statua lignea della Madonna con Bambino. L’ambone, fisso a leggio, è a destra del presbiterio, la sede dei celebranti è al centro, inglobata nel dossale dell'altare. Nella cappella feriale vi sono panche e sedie lignee disposte a battaglione e una mensa.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1964)
Costruita secondo le prescrizioni dell'adeguamento alla liturgia del Concilio Vaticano II.
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