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Bologna
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Maria della Carità
Parrocchia di Santa Maria della Carità
Contesto; Impianto planivolumetrico; Esterno; Pianta; Interni; Impianto strutturale; apparati liturgici
altare - aggiunta arredo (2001)
1236 - XIII (costruzione intero bene); 1583 - 1680(ricostruzione intero bene); 1871 - 1951(restauri intero bene); 1919 - 1919(erezione battistero); 1921 - 1921(restauro cappelle minori); 1944 - 1951(ricostruzione cappella maggiore); 1971 - 1971(variazione d'uso cappelle)
Chiesa di Santa Maria della Carità
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria della Carità <Bologna>
Altre denominazioni S. Maria della Carità
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione)
Notizie Storiche

1236 - XIII  (costruzione intero bene)

La storia della chiesa della Carità inizia nel 1236, quando una compagnia di Laudesi devoti alla Madonna creò un ospedale, che loro stessi provvedevano a gestire, dedicato all’assistenza dei pellegrini, poveri e infermi. Subito, a fianco della struttura ospedaliera fu costruita una chiesa con lo stesso nome di Santa Maria della Carità. In seguito, alla fine del XIII secolo, con l’arrivo dei canonici di Monteveglio, la chiesa legata all’ospedale divenne sede parrocchiale e l’ospedale stesso passò ad occuparsi dell’assistenza dei bambini abbandonati. Nel 1456, nella gestione dell’ospedale, subentrò la Compagnia di Santa Maria degli Angeli Innocenti, che qualche decennio dopo, nel 1508, trasferì i piccoli ospiti della struttura in via San Felice presso l’ospedale di San Procolo, che riunì quindi sotto il proprio controllo tutti gli ospedali cittadini dedicati all’assistenza dei bambini della città.

1583 - 1680 (ricostruzione intero bene)

L’antica struttura ospedaliera divenne quindi il monastero di una comunità di terziari regolari di San Francesco, provenienti dal monastero fuori Porta San Mamolo di Santa Maria di Valverde, i quali provvidero anche alla chiesa, riedificandola completamente una prima volta nel 1583 su progetto di Pietro Fiorini e poi di nuovo nel 1680 sotto la guida di Giovanni Battista Bergonzoni, che costruì le quattro cappelle minori agli angoli, coronate da cupola con lanternino. Il monastero dei terziari francescani fu soppresso con l’arrivo dei francesi e le strutture furono utilizzate, prima come ospedale militare e quindi come carcere. La chiesa ha continuato invece, fino ad oggi, ad ospitare la parrocchia retta dal clero secolare. Il portico antistante la chiesa è opera di Paolo Canali

1871 - 1951 (restauri intero bene)

Nel 1871 la volta della chiesa fu decorata dal figurista Antonio Muzzi.

1919  (erezione battistero)

Nel 1919 il fonte battesimale viene posto e consacrato nella prima cappella a sinistra.

1921  (restauro cappelle minori)

Per la decennale del 1921, vennero eseguiti restauri degli affreschi e delle decorazioni delle cappelle minori, ad opera del pittore Carlo Baldi.

1944 - 1951 (ricostruzione cappella maggiore)

La cappella maggiore fu completamente distrutta nel bombardamento che colpì la città di Bologna la notte del 1 settembre 1944. Il nuovo parroco Mons. Alfonso Bonetti, appena preso possesso della parrocchia, subito si preoccupò di ricostruire il sacro tempio. I lavori, iniziati nel marzo del 1945, furono completati in diverse tappe in occasione della Decennale del 1951. A cura del Genio Civile furono eseguite le parti murarie, il pavimento e i rivestimenti marmorei delle colonne, mentre con il contributo dei parrocchiani si restaurò la parte decorativa andata distrutta. In occasione della successiva Decennale furono eliminate le balaustre ottocentesche delle cappelle laterali e portati i relativi pavimenti al livello di quello della navata centrale

1971  (variazione d'uso cappelle)

In occasione della Decennale del 1971 le quattro cappelle minori vennero adattate a penitenzieria. Altra trasformazione interessò l'altare che venne adeguato, nella variante 'ad populum', ai dettami postconciliari.
Descrizione

La Chiesa di S. Maria della Carità, sita nel centro storico di Bologna, non distante da Porta S. Felice, sorge in un tratto dell'antico Canale del Reno, zona tra le più strategiche e fiorenti della città storica. Dapprima ricostruita da P. Fiorini nel 1583, sull'area di una chiesetta annessa ad un ospedale per viandanti prima e asilo per i bambini abbandonati dopo, fu ampliata da G. B. Bergonzoni nel 1680. Si presenta internamente con una grande aula inscrivibile in un quadrato, con quattro cappelline angolari in nicchia e due cappelle maggiori, un profondo coro oltre l'altare e un ricco apparato decorativo barocco dalle molte riprese ottocentesche.
Contesto
Nel centro storico di Bologna, all'interno della cinta del XIII secolo, la chiesa si trova su un tratto dell'antico Canale del Reno, il tracciato del quale ha lasciato un segno nella toponomastica e nel profilo delle vie della Grada e Riva di Reno, costeggianti il fianco occidentale della complesso religioso. Il corpo della chiesa sorge esattamente sul limitare di due tessuti edilizi differenti, l’uno, più interno, con i tipici tratti dell’edilizia storica su lotto gotico, l’altro caratteristico della ricostruzione post-bellica, con grandi condomini residenziali di 8-10 piani con portico ospitante attività commerciali. L'accesso è incluso nel sistema del portico di Via San Felice.
Impianto planivolumetrico
L'aula è aggregata ai volumi delle cappelle laterali, della sacrestia e del campanile, fino alla saturazione del lotto quadrato lungo Via San Felice, dilungato in altri volumi parrocchiali verso sud, lungo Via San Rocco. Tale insieme si innesta senza soluzione di continuità nell'abitato limitrofo e nel portico di Via San Felice. A sud degli edifici parrocchiali è presente un piccolo campo sportivo.
Esterno
Il pronao, organico al portico di Via San Felice è articolato come una serliana su pilastri ed è pavimentato in graniglia di marmo. Esso si presenta intonacato in giallo sabbia nelle spesse cornici con fregio dentellato, e arancio profondo nei campi. L'architettura è ravvisabile globalmente solo dall’ampio incrocio fra Via Riva di Reno e Via San Felice: da qui si scorge il timpano a capanna intonacato in arancio profondo, arretrato rispetto al portico, con al centro un finestrone rettangolare e, in asse, un orologio circolare. Su tutti lati sono addossati altri edifici parrocchiali nello stesso intonaco della facciata. Lungo il fianco occidentale su Via San Rocco scorre una linea inerbita ed alberata. La copertura è in coppi.
Pianta
Pianta ad aula quadrata con profondo coro.
Interni
Alla chiesa si accede tramite i due ingressi minori, entrambi dotati di bussola in legno, il portale centrale rimanendo chiuso. Lo spazio è articolato ad aula, con tre cappelle laterali passanti per lato: quelle centrali sono molto grandi ed inquadrate da arconi a tutt'altezza, quasi a suggerire una croce greca, negata però dal profondo coro e della disposizione assembleare. L'aula è pavimentata in graniglia di marmo. Negli alzati un alto basamento sostiene doppie paraste scanalate su cui poggia una ricca cornice; tutto è riccamente affrescato, con vistose riprese ottocentesche di stucchi e dorature, sui toni del grigio e dell'ocra e con motivi a festoni e grottesche. Tutti i volumi dell'aula sono voltati a botte, con unghie in corrispondenza del cleristorio, salvo un’ampia volta a crociera nella campata centrale all'intersezione fra la nave e il braccio ideale costituito dalle due grandi cappelle laterali. Fanno eccezioni anche le quattro cappelline angolari, sormontate da cupole con lanterne. L'interno è illuminato, oltreché dal cleristorio, dal finestrone in controfacciata, da due aperture poste simmetricamente sul coro e da lunette sopra gli altari laterali. Oltre l'arco di trionfo si sviluppa il profondo presbiterio articolato in due campate, con un'ancona monumentale a dividere l'altare dal coro.
Impianto strutturale
Struttura in muratura portante.
apparati liturgici
Presbiterio post-conciliare con assemblea ordinata frontalmente e in modo conforme rispetto al volume architettonico. Sono presenti confessionali lignei del secolo diciottesimo lungo la navata. Il fonte battesimale trovasi nella prima cappella a sinistra. Il presbiterio ospita l'altare preconciliare e quello postconciliare, con una sede lignea per il celebrante e quattro sedute minori per i chierici, appena arretrate. Sull'altare si affacciano due cantorie. Ambone lapideo a consolle sulla destra dell'altare. Oltre l'ancona si sviluppa il coro. La sagrestia è accessibile dalla destra dell'abside, con accessi anche all'altezza della cappella destra.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (2001)
L'altare post conciliare in legno del 1971 viene sostituito da uno fisso costituito da una semplice mensa marmorea appoggiata su due piedritti.
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