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adeguamento liturgico
Anzola dell'Emilia
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Maria in Strada
Parrocchia di Santa Maria in Strada
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; apparati liturgici; impianto strutturale; elementi di pregio
presbiterio - aggiunta arredo (1975); custodia eucaristica - intervento strutturale (1786); fonte battesimale - intervento strutturale (1812); penitenzieria - aggiunta arredo (1880)
994 - 1249(preesistenze intero bene); 1223 - 1252(ricostruzione intero bene); 1364 - 1378(carattere generale intero bene); 1463 - 1560(carattere generale intero bene); 1573 - 1585(completamento chiesa); 1646 - 1656(restauro intero bene); 1687 - 1696(restauro chiesa); 1786 - 1790(ricostruzione chiesa); 1934 - 1938(restauro intero bene); 1946 - 1946(restauro intero bene); 1978 - 1978(restauro chiesa); 2015 - 2015(restauro coperto)
Chiesa di Santa Maria in Strada
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria in Strada <Anzola dell'Emilia>
Altre denominazioni S. Maria in Strada
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

994 - 1249 (preesistenze intero bene)

La fondazione del monastero di Santa Maria in Strada resta ancora oggi dubbiosa. Documenti del XVII secolo la fanno risalire al 994 per mano di Bernardino figlio di Mandello Boccadiferro, fatto privo di riscontri documentati. Rimane in dubbio anche quale ordine monastico abitasse la struttura nei primi anni dalla sua fondazione. La presenza al monastero dei monaci camaldolesi dal 1011 sembra inattendibile, è certa la presenza dei Cistercensi dall’anno 1249 come riporta un antico documento del Melloni (D. Cerami, 2008, p.168,173,180) (C. Manenti, 2011, p.104)

1223 - 1252 (ricostruzione intero bene)

La dimensione dell’abbazia antica era piuttosto ridotta, come attesta una prècaria del 1223. Nelle cronache del frate Ghirardacci, all’anno 1252 si fa riferimento all’edificazione del Monastero, nel territorio di Modena, detto l’Abatia di Santa Maria in Strada. E’ probabile che si riferisca alla ricostruzione avvenuta sotto i monaci cistercensi, della quale ancora oggi vediamo alcuni segni architettonici quali archi acuti, torre, rosone centrale e decorazioni in cotto. Egnazio Danti tracciò un disegno della Badia che sorgeva in prossimità del Samoggia, un complesso romanico a croce greca, orientato ad ovest, con copertura a capanna, paraste a scandire i fianchi. Il campanile, piuttosto tozzo, presentava contrafforti angolari e finestre in corrispondenza della cella campanaria. Al complesso era addossato un cimitero, circondato da mura. All’interno era presente un altare dedicato alla Beata Vergine Maria (O. Tassinari Clò, 1994, p.41,49)

1364 - 1378 (carattere generale intero bene)

Le guerre locali del XIV secolo indussero i monaci cistercensi a cercare un luogo più sicuro dell’esposta Badia; nel 1364 si trasferirono in buona parte a Bologna presso S. Maria nel Borgo degli Arienti lasciando la Badia pressocchè vuota. Nel campione vescovile del 1378 l’abbazia non viene nemmeno menzionata. (O. Tassinari Clò, 1994, p.51)

1463 - 1560 (carattere generale intero bene)

Nel suo stato d’abbandono, con una bolla di papa Paolo III del 1463 l’abbazia viene mutata in commenda, il cui primo commendatario fu Vianesio Albergati; da quel momento non fu più abitata da frati. Nel frattempo divenne parrocchia, della cui fondazione non si hanno date certe; il più antico documento pervenutoci è un iscrizione su un piccolo armadio che riporta la data del 1560 (O. Tassinari Clò, 1994, p.55)

1573 - 1585 (completamento chiesa)

Nel 1573 mons. Annibale Malvezzi, in visita per conto di papa Gregorio XIII, descrive la chiesa munita dell’altare maggiore e di altri tre altari, due confessionali, ma priva di fonte battesimale. Una seconda visita operata da mons. Antonio Bacchini nel 1585 rivela che vennero aggiunti due altari ai tre esistenti. (O. Tassinari Clò, 1994, p.58)

1646 - 1656 (restauro intero bene)

Nel 1646 venne rifatta la campana piccola della torre. Nel 1656 l’altare maggiore venne ricostruito al centro del presbiterio e non addossato alla parete di fondo come il precedente e fu consacrato il 29 marzo dello stesso anno (O. Tassinari Clò, 1994, p.61)

1687 - 1696 (restauro chiesa)

Nel 1687 la chiesa fu oggetto di un intervento di restauro che riguardò il coperto, la facciata e le navate laterali, venne poi tinteggiata e fu arricchita di un nuovo Crocifisso commissionato da don Francesco Serra ed opera di Fabrizio Arriguzzi, che si occupò anche di ornare di sculture la cappella del Crocifisso in legno e stucco. Nel 1696 don Serra acquistò per la chiesa un organo dai Colonna. (O. Tassinari Clò, 1994, p.62,63)

1786 - 1790 (ricostruzione chiesa)

L’antica chiesa nel 1786 versava ormai in stato di grave incuria; aveva cinque altari, il maggiore con la Natività di Maria, i laterali del SS Crocifisso, S. Caterina V., i SS. Antonio Abate e Giacomo, la Beata Vergine del Rosario. L’anno successivo il Cardinal Salviati ne ordinò la ricostruzione per opera del capo mastro Pietro Gibelli. La chiesa venne demolita in gran parte e ricostruita su progetto dell’architetto Bartolomeo Barilli e fu completata nel 1789. Il cardinale fece apporre sulla porta principale della chiesa un’epigrafe a memoria dell’avvenuta ricostruzione. Alle decorazioni lavorarono diversi artisti quali Gaetano Lipparini che si occupò di ornati, intagli e del Tabernacolo Ciborio dorato, Luigi Grassi, bolognese, che realizzò le stazioni della Via Crucis ed Antonio Lepori che fu autore di sculture, lavori plastici di altari e pilastri. Nel 1790 venne riposizionato l'organo del Traeri (O. Tassinari Clò, 1994, p.69-74)

1934 - 1938 (restauro intero bene)

Nel 1934 il nuovo parroco don Adelmo Scagliarini fece rifare le campane e, in previsione della visita del cardinale Nasalli Rocca, nel 1938 avviò un importante restauro della chiesa comprendente anche il rifacimento della pavimentazione (O. Tassinari Clò, 1994, p.85)

1946  (restauro intero bene)

Durante la seconda guerra mondiale la badia fu privata delle campane ed interessata da diversi danni, ai quali si rimediò solo nel 1946 con progetto dell’ing. Rodolfo Bettazzi. I lavori riguardarono la ripassatura del coperto, la riparazione dei telai delle finestre e la stuccatura delle schegge esterne. Furono anche restituite al campanile le campane, realizzate ad opera della ditta Barigozzi di Milano (O. Tassinari Clò, 1994, p.85,86)

1978  (restauro chiesa)

Nel 1978 la chiesa fu oggetto di un intervento di restauro (O. Tassinari Clò, 1994, p.60)

2015  (restauro coperto)

Nel 2015 si è restaurato il coperto.
Descrizione

La chiesa di Santa Maria in Strada, nota anche con il nome di Badia (Abbazia) per l'antica presenza di un Abate a presiedere la primitiva comunità monastica, fu fondata nel 994 e ricostruita nelle sue forme attuali nel 1787/88. L'edificio, che oltre alla chiesa comprende anche un fabbricato contiguo anticamente destinato a residenza dei monaci, sorge in un ambito rurale di pianura in prossimità del torrente Samoggia e poco a nord della via Emilia. La facciata della chiesa, intonacata e tinteggiata, è divisa in due ordini, di cui quello inferiore più ampio, ed è ripartita da paraste di ordine toscano. La pianta dell'edificio presenta uno schema a croce latina con tre navate, transetto e ampio presbiterio. Gli interni sono scanditi da paraste con trabeazione sommitale. La navata centrale, il transetto ed il presbiterio sono soffittati con volte a botte, le navate laterali sono soffittate con volte a vela, intonacate e tinteggiate, come il resto dei paramenti interni.
contesto
L'edificio sorge in ambito rurale di pianura, su un decumanus della limitatio latina parallelo a quello maximus della via Emilia. Il fabbricato risulta arretrato di circa 60 metri rispetto alla via Stradellazzo che la affianca ad ovest; dalla pubblica via si diparte una strada secondaria che conduce direttamente alla chiesa, agli edifici limitrofi ed alle aree parrocchiali. A sinistra e sul retro dell'edificio sono presenti giardini con prati e alberature di alto fusto, mentre sulla destra sono presenti edifici ed aree parrocchiali, oltre ad alcune abitazioni isolate che creano un piccolo borgo vicino alla chiesa. A distanza di 100 metri dalla facciata scorre il torrente Samoggia, mentre tutt'intorno all'abitato sono presenti campi coltivati a seminativo. E' presente anche un cimitero che sorge più spostato a nord ovest lungo via Stradellazzo
impianto planivolumetrico
L'impianto planivolumetrico è caratterizzato da un'aggregazione di corpi di fabbrica, comprendente l'edificio di culto, il campanile inglobato in prossimità della zona absidale sul lato destro e un edificio abitativo di due piani (ex casa canonica e del sagrestano), con tetto a capanna, disposto in direzione nord-sud, ortogonalmente alla chiesa ed arretrato rispetto alla facciata, sempre sul lato destro.
esterno
La chiesa presenta un sagrato asfaltato, in parte coincidente con la piccola strada di accesso alla chiesa ed in parte adibito a parcheggio, con marciapiede e lunetta antistante l'ingresso in battuto di cemento. La facciata, interamente intonacata e tinteggiata, si compone di due registri, di cui quello inferiore più ampio poiché comprendente le navate laterali e tripartito da paraste di ordine tuscanico. Le due ali laterali si raccordano al livello superiore più stretto mediante salienti rampanti aventi alla base cippi lapidei culminanti con una croce metallica a sei punte. La parte centrale è chiusa in sommità da un timpano modanato, sormontato da una croce metallica. Il grande portale in legno centrale, nel registro inferiore, è inquadrato da una cornice modanata con mensola ed iscrizione dedicatoria sottostante. Nell'ordine superiore si apre una finestra ad arco ribassato in asse col portale sottostante. I fianchi, anch'essi intonacati e tinteggiati, sono scanditi dagli aggetti delle navate laterali interne, ribassate rispetto alla navata centrale e dal corpo di fabbrica del transetto. Sui fianchi, nella parte più alta della navata centrale e del transetto, sono presenti grandi finestre semicircolari. E' presente un'abside a pianta rettangolare ben riconoscibile e con aperture laterali semicircolari. Sul lato destro guardando l'altare, in zona prossima all'abside, spicca un robusto campanile in stile romanico con evidenti paraste negli spigoli, paramento in mattoni facciavista e monofore nella cella campanaria. Il tetto a falde ha un manto di copertura in coppi di laterizio.
pianta
La pianta dell'edificio presenta uno schema a croce latina orientata. Sono presenti, oltre alla navata centrale, due navate laterali, un ampio transetto ed un ampio presbiterio con parete absidale piana.
interni
La controfacciata è dominata dalla cornice modanata dell'ampio portale che riporta un'epigrafe commemorativa nella parte alta; è presente una bussola lignea d'ingresso. Gli alzati sono caratterizzati dalla presenza di paraste con capitello composito concluso in sommità da un'ampia ed aggettante trabeazione con sottocornice e sopracornice. Le navate e il transetto presentano un pavimento in piccole mattonelle ceramiche di forma esagonale, mentre nel presbiterio sono presenti mattonelle di graniglia a disegni geometrici policromi. Le navate laterali sono unite alla navata centrale mediante archi a tutto sesto con cornici sorretti da paraste con capitelli di ordine toscano. Nell'ampia zona presbiterale, ai lati dell'altare, sono presenti due nicchie con le cantorie, quella di destra ospitante un antico organo a canne. La parete di chiusura dell'abside è caratterizzata da lesene con capitello composito e trabeazione interrotta e sostituita da un ampio arco a sesto ribassato sormontato da sculture raffiguranti vasi e drappeggi che fungono da cornice per la pala d'altare. Anche le pareti terminali del transetto presentano grandi cornici per le pale d'altare composte da lesene con capitello composito, trabeazione e volute. La navata centrale, il transetto ed il presbiterio sono soffittati con volte a botte con unghie in corrispondenza delle lunette nel cleristorio. Le navate laterali sono soffittate con volte a vela, intonacate e tinteggiate, come il resto dei paramenti interni.
apparati liturgici
L'ordinamento liturgico è di tipo frontale adeguato con una doppia fila di banchi in legno di fattura antica disposti a battaglione nella navata centrale ed una fila singola di banchi con sedie nel transetto. Il presbiterio, di ampie dimensioni e privo di balaustra, risulta rialzato di due gradini rispetto al pavimento dell'aula ed è stato prolungato mediante una pedana di legno fino all'intersezione con il transetto. In posizione frontale rispetto all'assemblea è collocato l'altare post-conciliare, consistente in un grande tavolo di legno ricoperto da un drappeggio di stoffa celeste, mentre sulla destra è posto l'ambone, consistente in un leggio di metallo con pedana per il lettore. Sulla sinistra del presbiterio è presente la sede contraddistinta da una sedia di legno con affiancate altre sedie per concelebranti e ministri. Allineato con l'altare, in posizione arretrata, è presente l'altare antico sopraelevato rispetto al presbiterio di tre gradini e consistente in un grande parallelepipedo a gradoni con volute laterali in mattoni intonacati e dipinti ad imitazione di marmi policromi. Al centro dell'altare antico, alla base di un piccolo ciborio in legno dorato con croce, è incastonato il tabernacolo per la custodia eucaristica. Il fonte battesimale antico è collocato in una nicchia sopraelevata di due gradini rispetto al pavimento dell'aula con cancellata metallica e consiste in un catino di metallo su colonna, con coperchio, dipinto ad imitazione del marmo e posizionato al di sopra di un pilastro in muratura. Nelle navate laterali, in prossimità dell'ingresso, sono presenti due confessionali in legno di antica fattura.
impianto strutturale
L'edificio presenta struttura portante verticale in muratura di mattoni di laterizio.
elementi di pregio
E' presente in una cantoria del presbiterio l'antico organo a canne realizzato da Agostino Traeri di Modena nel 1763.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1975)
L'altare mobile, fronteggiante quello antico ed adeguato secondo le disposizioni del Concilio Vaticano, è collocato in posizione centrale, avanzata a ridosso dei gradini, rispetto al presbiterio e all’assemblea ed è costituito da un grande, ma semplice tavolo di legno ricoperto da drappi di stoffa celeste. L’ambone è posto sul lato destro del presbiterio a ridosso dei gradini della pedana di legno aggiunta ed è costituito da un leggio in metallo. La sede, posta sul lato sinistro del presbiterio, consiste in una sedia di legno con braccioli a fianco della quale sono presenti altre sedie per i concelebranti.
custodia eucaristica - intervento strutturale (1786)
La custodia eucaristica è collocata in un tabernacolo incastonato al centro dell'altare antico, alla base di un piccolo ciborio in legno dorato con croce.
fonte battesimale - intervento strutturale (1812)
Il fonte battesimale antico è collocato in una nicchia sopraelevata di due gradini rispetto al pavimento dell'aula con cancellata metallica e consiste in un catino di metallo su colonna, con coperchio, dipinto ad imitazione del marmo e posizionato al di sopra di un pilastro in muratura. Attualmente per i battesimi si utilizza un catino metallico mobile da collocare sul presbiterio all'occorrenza.
penitenzieria - aggiunta arredo (1880)
Nelle navate laterali, in prossimità dell'ingresso, sono presenti due confessionali in legno di antica fattura.
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