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Santa Maria
Antrona Schieranco
Novara
chiesa
sussidiaria
Beata Vergine della Neve
Parrocchia di San Lorenzo
Coperture; Impianto strutturale; Impianto strutturale
altare - aggiunta arredo (1970); ambone - aggiunta arredo (1970)
1642 - XXI(inizio lavori (?) intero bene); 1926 - XX(inizio lavori portico esterno e loggiato); 2011 - XXI(restauri facciata
copertura e torre campanaria)
Chiesa della Beata Vergine della Neve
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Beata Vergine della Neve <Santa Maria, Antrona Schieranco>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze ossolane (edificazione )
Notizie Storiche

1642 - XXI (inizio lavori (?) intero bene)

L’idea di trasformare la Cappella della Madonna della Neve in un Oratorio, in cui poter far celebrare delle S. Messe, fu presto coltivata e pareva matura per essere realizzata già nel 1642. L’idea era nata in alcuni membri delle famiglie più censite della comunità locale come quella dei Nielli, assai importante per la presenza da circa un secolo in essa di notai e amministratori della comunità, presso la cui casa era posta la cappella. Il progetto prevedeva la costituzione di un fondo da cui ricavare le elemosine necessarie per fondare la celebrazione di due S. Messe al mese nell’Oratorio. Aderendo a questa iniziativa il 18 Maggio 1642, un gruppo di circa settanta capifamiglia fece formale promessa di oblazione in denaro da versare appena il progetto fosse stato approvato.

1926 - XX (inizio lavori portico esterno e loggiato)

Nel 1926 l’Oratorio fu rinnovato internamente ed esternamente. Davanti all’Oratorio vi era un portichetto sostenuto da due colonne e coperto da un tetto in piode. Il parroco don Carlo Faini sentì la necessità di offrire maggior spazio alla gente con la costruzione di un loggiato, ottenuto sopraelevando il portico e portando in tal modo avanti di alcuni metri la facciata, ottenendo lo spazio per una tribuna raggiungibile mediante una scaletta interna all’Oratorio. Nel medesimo tempo fu anche sostituito il pavimento tradizionale in piode con piastrelle cementizie e l’interno fu totalmente decorato con affreschi, la cui opera fu affidata al pittore C. Baranzelli che lasciò la sua firma e la data sull’arco del loggiato “C. Baranzelli 1926”.

2011 - XXI (restauri facciata, copertura e torre campanaria)

Nel 2011 sono iniziati i lavori di restauro e consolidamento della copertura e della facciata come da progetto a firma dell'arch. Fabiano Trevisan e di cui si è avuto accesso al contributo 8x100 della Conferenza Episcopale Italiana.
Descrizione

L’Oratorio della Beata Vergine della Neve come gran parte delle costruzioni storiche della Valle Antrona presenta caratteristiche costruttive e tecnologiche in pietra tipiche delle vallate alpine dell’Ossola. L’elemento fondamentale delle costruzioni in pietra è il muro a secco, composto da massi più o meno lavorati, tagliati e usati in pezzi o “conci” di dimensioni tali da poter essere sollevati e messi in opera a mano anche da una sola persona. Il muro poteva avere una base di circa 60-70 cm. Nelle costruzioni a più piani, ed era costituito da massi semplicemente sovrapposti, con una successiva sigillatura di malta di calce, che nelle strutture abitative veniva data spesso solo sulle pareti interne dell’edificio. L’aspetto rustico dei muri a secco, dato dall’accostamento solo apparentemente casuale dei conci di pietra, nasconde invece i segreti di una tecnica evoluta e creativa: gli spazi di aria all’interno della muratura fungono da coibentazione e nello stesso tempo impediscono la risalita dell’acqua dal terreno per capillarità. Il tetto è a falde, realizzato con lastre di pietra, le “piode”, parzialmente sovrapposte e sfalsate su telai in legno. La struttura del tetto, accuratamente nascosta, è di legno e usa normalmente il sistema puntoni e tirante, senza la trave di colmo. Le gronde spesso sono poco sporgenti in quanto la parete non intonacata non richiede particolare protezione. Le superfici musive sono spesso colpite dall’acqua piovana a causa della forma geometrica dell’edificio, degli aggetti di gronda limitati e, come si è detto sopra, della particolare tecnologia del tetto di piode. L’Oratorio di Antronapiana è un edificio che rispetta le tecniche tradizionali, ma in quanto luogo di culto, ha subito una serie di modifiche che ne hanno mutato progressivamente l’aspetto architettonico, come fu pensato dai maestri Perini nel primo decennio del secolo XVIII. Documentata è l’aggiunta di un ballatoio chiuso al piano superiore del portico, in origine coperto da un tetto in “piode”, che dava accesso alla chiesa e la conseguente realizzazione di una nuova facciata più avanzata, retta sulle due colonne e sui pilastri angolari quadrati del portico stesso. L’edificio è interamente intonacato all’esterno. L’intonaco presenta due finiture; nella parte superiore delle facciate e sulla facciata ovest l’intonaco è liscio e in alcuni casi presenta tracce di colore. La seconda tipologia di intonaco presenta una finitura grezza tipica della zona.
Coperture
La copertura dell'edificio religioso è realizzata in "piode" ossia lastre di pietra locale, e riprende la tipologia comune agli edifici dell'Ossola.
Impianto strutturale
L'edificio è costruito in pietra locale, ad una unica navata. La cella campanaria è addossata alla sacrestia posta sulla parete di nord-est.
Impianto strutturale
Il portico della chiesa è stato edificato nel 1926 e presenta struttura portante verticale in cemento armato, il loggiato è interamente costituito in legno e la parte esterna è rivestito in cannicciato intonacato.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970)
Adeguamento eseguito intorno agli anni '70 del XX secolo, senza autorizzazione diocesana, solamente giustapponendo arredi mobili all'interno dell'area di celebrazione. Non sono state apportate modifiche all'altare pre-conciliare. La mensa è composta da lastre sottili di granito.
ambone - aggiunta arredo (1970)
Arredo ligneo tipo "leggio" inserito intorno al 1970.
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