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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Lancenigo
Villorba
Treviso
oratorio
periferico
San Sisto
Parrocchia di San Giovanni Battista
Facciata; Pianta; Elementi decorativi; Preesistenze; Pavimenti e pavimentazioni
altare - aggiunta arredo (anni 1990); ambone - aggiunta arredo (anni 1990)
XV - XV(ristrutturazione intero bene); 1786 - 1786(ristrutturazione e ampliamento intero bene); 1895 - 1895(manutenzione straordinaria serramenti e tetto); 1915 - 1918(periodo bellico carattere generale); 1925 - 1925(restauro intero bene); 1990 - 2000(restauro intero bene); 1990 - 2000(adeguamento liturgico presbiterio)
Oratorio di San Sisto
Tipologia e qualificazione oratorio periferico
Denominazione Oratorio di San Sisto <Lancenigo, Villorba>
Autore (ruolo)
Schiavon, Angelo (progettista degli interventi di restauro)
Schiavon, Piero (co-progettista degli interventi di restauro)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione)
neoclassico (ristrutturazione e ampliamento)
Notizie Storiche

XV  (ristrutturazione intero bene)

Come riportato in una relazione del parroco Don Augusto Gasparin e in alcuni appunti di Mons. Zangrando, l'intervento sarebbe stato attuato dal pievano Dal Bò nel XV secolo e pagato dalla parrocchia, perchè l'edificio era diventato "diruto e cadente".

1786  (ristrutturazione e ampliamento intero bene)

Viene attuata una ristrutturazione che comporta l'ampliamento, la sopraelevazione e interessa anche il campanile, che già nel XV secolo era stato integrato nella struttura della chiesa. Le opere furono pagate dai parrocchiani e promosse da Domenico Schiavon e Michele Mion. All'origine fu posta una lapide, ora perduta, per commemorare l'evento; trascrizione della lapide è conservata nell'archivio parrocchiale e nell'archivio diocesano. La riconsacrazione dell'oratorio viene effettuata dal Mons. Paolo Francesco Giustinian.

1895  (manutenzione straordinaria serramenti e tetto)

Con il parroco Don Pellizzari vengono sostituiti i serramenti di legno e viene effettuata una manutenzione straordinaria del tetto. Inoltre viene installato un soffitto ligneo decorato a cassettoni, la cui opera viene finanziata dalla ditta Antonini di Lancenigo.

1915 - 1918 (periodo bellico carattere generale)

Durante la prima guerra mondiale, l'oratorio viene utilizzato come caserma. Si assiste ad un generale degrado e vengono trafugate le campane.

1925  (restauro intero bene)

Con il parrodo Don Augusto Gasparin, a spese della parrocchia, viene eseguito il rifacimento degli intonaci interni e parte del pavimento in cotto.

1990 - 2000 (restauro intero bene)

Il restauro viene eseguito grazie ai contributi della comunità parrocchiale, della Soprintendenza e del Comune di Villorba. I lavori consistono nel consolidamento del tetto, nell'eliminazione del soffitto in legno ormai in condizioni precarie (di esso è stata conservata una porzione che è stata installata nella sacrestia in modo da testimoniarne l'opera originaria). Viene inoltre rifatto il pavimento in cotto con recupero di parte del materiale originario: emergono così le fondamenta dell'edificio preesistente, che sono rese visibili e illuminate dall'interno attraverso trincee protette da vetri. In occasione del restauro delle superfici sono emersi alcuni affreschi risalenti presumibilmente al XV secolo, che sono stati recuperati dal Prof. Antonio Bigolin ed anche le selle di appoggio delle antiche capriate e lacerti degli intonaci originari. I parroci pro tempore sono Don Angelo Zanatta e Don Bernardo Campagnolo, l'impresa è Bonazza di Treviso su progetto dello Studio Schiavon.

1990 - 2000 (adeguamento liturgico presbiterio)

L'altare originario viene sostituito con uno in plexiglass e la pala viene trasferita nella chiesa parrocchiale di Lancenigo.
Descrizione

Le origini dell'oratorio di San Sisto sono probabilmente molto antiche. Durante i recenti lavori di ristrutturazione sono emerse tracce di un antico edficio, probabilmente destinato al culto pagano risaltente alla presenza romana nel territorio (II sec. a.C.). Parte delle mura di fondazione sono state fatte risalire al VII sec. d. C., a è con gli interventi del XV secolo che l'edificio assume in larga parte la conformazione attuale. Gli interventi di restauro degli anni 1990 hanno messo in grande risalto la complessa stratigrafia storica dell'edificio. La navata è ad unica aula e presenta dietro la parete terminale uno spazio adibito a sacrestia che corrisponde all'abside originario della chiesa quattrocentesca, ancorchè disassato rispetto al centro della navata attuale. L'apparato decorativo e le preesistenze conservate testimoniano la successione degli interventi di ampliamento e trasformazione. La facciata si presenta invece con un apparato decorativo neoclassico tipico dell'entroterra veneziano a forma di tempio tetrastilo con quattro paraste sorreggenti un timpano la cui trabeazione è interrotta dalla lunetta che sovrasta il portale di ingresso. Al centro del timpano è collocata una apertura quadrilobata.
Facciata
La facciata si presenta invece con un apparato decorativo neoclassico tipico dell'entroterra veneziano a forma di tempio tetrastilo con quattro paraste sorreggenti un timpano la cui trabeazione è interrotta dalla lunetta che sovrasta il portale di ingresso. Al centro del timpano è collocata una apertura quadrilobata.
Pianta
La navata è ad unica aula e presenta dietro la parete terminale uno spazio adibito a sacrestia che corrisponde all'abside originario della chiesa quattrocentesca, ancorchè disassato rispetto al centro della navata attuale.
Elementi decorativi
Tra i lacerti di affreschi emersi durante i lavori di restauro degli anni 1990 vi è la raffigurazione di una madonna con bambino, probabilmente quattrocentesca, collocata al centro della parete terminale dell'aula e incorniciata da un grande panneggio rosso affrescato. La centralità di tale raffigurazione si può collegare all'intitolazione originaria della parrocchia a Santa Maria. Sulla stessa parete, a sinistra dell'arco trionfale, è stata recuperata anche un'immagine di San Sebastiano colpito dalle frecce. Sono presenti due lapidi commemorative: la prima riproduce la lapide del 1786 andata perduta, la seconda commemora gli interventi degli anni 1990 recando la scritta "NELL'ANNO GIUBILARE DUEMILA, IL GIORNO DUE LUGLIO, IL VESCOVO DI TREVISO MONS. PAOLO MAGNANI, NUOVAMENTE BENEDISSE, DOPO CHE L'AMORE DEI FIGLI DELLA COMUNITA' DI LANCENIGO CON IL CONTRIBUTO DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE VOLLERO RESTAURATA NELLA SUA ANTICA BELLEZZA ESSENDO PARROCI GLI ARCIPRETI DON ANGELO ZANATTA E DON BERNARDO CAMPAGNOLO"
Preesistenze
Gli interventi di restauro degli anni 1990 hanno messo in grande risalto la complessa stratigrafia storica dell'edificio. Sul pavimento della navata permangono - visibili attraverso trincee protette da vetri o testimoniate dalla tessitura della nuova pavimentazione - le tracce delle fondazioni dell'assetto originario dell'edificio, due strutture di fondazione quadrate di un probabile portico esterno e le tracce di sepolture. Così anche le fondazioni dell'abside originaria permangono visibili nei locali dietro la parete terminale della navata. Sulla parete nord della navata è visibile l'intonaco originario e sono state conservate le selle di appoggio delle capriate del tetto prima della sua sopraelevazione.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è in piastrelle di cotto quadrate, sulle quali sono presenti inserti che testimoniano le tracce delle fondazioni emerse durante gli scavi.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (anni 1990)
L'altare ligneo originario, che si trovava in pessime condizioni di conservazione, è stato sostituito con un altare in plexiglass, che permette la visione dei resti dell'antica abside e delle tracce del campanile da tutta la chiesa.
ambone - aggiunta arredo (anni 1990)
L'ambone è in plexiglass analogamente all'altare.
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