Giacobbo, Valerio (affreschi transetto e cappella natività Vergine)
Arduino, Nicola (affreschi crociera presbiterio e catino absidale)
Ambito culturale (ruolo)
gotico (prima edificazione)
rinascimentale (ristrutturazione e ampliamento)
neogotico (ristrutturazione e ampliamento)
Notizie Storiche
1152 (preesistenze intero bene)
La prima testimonianza scritta dell'esistenza della pieve di Trebaseleghe si ha con la bolla di papa Eugenio III a Bonifacio, vescovo di Treviso.
1338 (preesistenze intero bene)
Il 7 settembre 1338 viene consacrata la chiesa gotica, di cui permane l'abside presbiteriale inglobato nel transetto dell'attuale chiesa.
1467 - 1474 (preesistenze intero bene)
I lavori di ristrutturazione rinascimentali portano al prolungamento della chiesa e alla costruzione di due navate laterali.
XVII - XVIII (preesistenze intero bene)
Trasformazioni settecentesche e ottocentesche effettuate a più riprese cambiano le finestrature sia nei lati, con l'apertura di nuovi fori, sia con la sostituzione dei tre rosoni in facciata con quattro finestre verticali.
1913 (preesistenze intero bene)
Il vescovo Longhin, in una visita pastorale, si compiaceva di trovarla "dotata di bellissimi paramenti di stoffe tessute d'argento, oro seta, di tutti i colori [...] l'altare con dipinti del Vivarini (Andrea da Murano); la pala del titolare di Jacopo da Ponte (Palma il Giovane), l'altare di legno dorato della Beata Vergine; la stessa chiesa monumento nazionale [...]". Nonostante questo egli appunta che: "la chiesa è piccola a motivo di sempre crescente numero della popolazione. Il nuovo Arciprete Don Vittore Reginato, piissimo, zelante e di eletto ingegno, sta pensando per farvi lavori di ingrandimento e per ridurre la porta attraversale al suo antico stile, togliendovi le brutture accumulatevi dal tempo".
1913 (preesistenze intero bene)
Lettera di monito del soprintendente Ongaro che diffida dal realizzare i lavori senza il permesso del Ministero dietro presentazione di regolare progetto. Di tale procedimento non vi è successiva traccia negli archivi.
1913 - 1926 (ristrutturazione intero bene)
La nuova chiesa ingloba la precedente che ne diventa il transetto; la facciata, orientata verso nord, si affaccia sulla strada Castellana. Venne concesso dall’Amministrazione Comunale di deviare la strada a nord, che occupava parte del piazzale antistante, per migliorare la sicurezza e dare maggior dignità all’ingresso della nuova chiesa.
1966 (consacrazione intero bene)
La nuova chiesa viene consacrata il 14 maggio 1966.
1984 (restauro copertura)
Interventi sulla copertura per ripristinare le impermeabilizzazioni.
2007 - 2014 (restauro intero bene)
Restauro dell’esterno della chiesa e rifunzionalizzazione della sacrestia, adeguamento impianto elettrico.
Descrizione
L’ attuale Chiesa Arcipretale di Santa Maria di Trebaseleghe deriva da un lungo susseguirsi di trasformazioni e ampliamenti che hanno segnato la storia del Paese. La chiesa che vediamo ai giorni nostri è frutto principalmente delle trasformazioni novecentesche operate da Don Vittore Reginato, a partire dal 1913.
La facciata posta a nord, inusuale nella tradizione, ma frutto degli ampliamenti delle precedenti, si presenta a gradoni; è scandita da quattro paraste alle quali sono sovrapposte edicole cuspidate che ne accentuano la verticalità, una quinta è al vertice della facciata; al centro vi è un rosone che illumina l'interno della chiesa. Il basamento di cinque scalini in pietra conduce ai tre ingressi che corrispondono alla tripartizione interna. L'ingresso centrale è protetto da un protiro retto da due colonnine, mentre i due laterali presentano una struttura simile, ma a mensola e di minore profondità.
La pianta si presenta a croce latina e vede il transetto corrispondere all'area della vecchia chiesa; tre navate la percorrono longitudinalmente, una doppia fila di colonne marmoree sormontate da archi a sesto acuto separano la navata centrale dalle laterali.
La copertura lignea è retta da robuste capriate a vista, il transetto mantiene nel braccio est l'abside gotico trecentesco sulla quale è dipinta l'assunzione della Vergine di Angelo Zotto.
Il presbiterio, posto a Sud, è sopraelevato rispetto alla navata centrale e si chiude in una luminosa abside in stile gotico dotata di una volta a sette vele rette da costoloni poggianti su esili e alte semicolonne. Sotto il presbiterio trova spazio la cripta, retta da arcate policentriche e poggianti su quattordici colonnine.
Preesistenze
Della prima chiesa, di epoca longobarda, risalente al 750 circa, sono stati ritrovati dei reperti archeologici, rinvenuti negli scavi eseguiti per le fondamenta della nuova e ultima chiesa.
Preesistenze
I lavori del XIII secolo portarono a ottenere una chiesa gotica, orientata in senso est-ovest, della quale rimane l’originario presbiterio a levante, che ora contiene il fonte battesimale. L’impianto di questa chiesa era navata unica.
Preesistenze
La chiesa rinascimentale, di cui ci perviene la documentazione fotografica precedente ai lavori novecenteschi, presenta una mescolanza di stile gotico, riconoscibile nell'arco acuto del presbiterio, e romano-lombardo nelle campate della navata maggiore. Queste ultime vengono rette da due file di cinque colonne cilindriche con capitello composito reggenti sei archi a tutto sesto. Una loggia fa ipotizzare un protiro. Cinque sono gli altari compreso il maggiore, e un altare dedicato a San Sebastiano indica la devozione a lui riservata.
Campanile
Nel 1588 si concretizzò l’esigenza della presenza di un campanile adeguatamente proporzionato alla nuova chiesa: fino ad allora con ogni probabilità le campane erano posizionate a ridosso del coro o in prossimità dell’ingresso principale.
Pianta
La pianta a croce latina presenta tre navate: quella principale e due laterali, con transetto e presbiterio. Il transetto, corrisponde alla vecchia chiesa che era orientata est – ovest. Sul fondo del presbiterio, dietro la pala di San Sebastiano è collocato l’organo Tamburini – Bonato con la relativa zona coro. La navata principale è divisa dalle navate laterali da colonne in marmo. Sul transetto ad est si colloca il battistero che corrisponde al vecchio presbiterio del 1300 e, ad ovest, l’altare della Natività. La zona del presbiterio è rialzata di alcuni gradini rispetto alla navata e termina con un abside semicircolare.
Coperture
La copertura, a vista, è realizzata da travature disposte nel senso della lunghezza, rette da capriate equidistanti tra di loro.
L’abside con la zona coro è coperta da volte a crociera con costoloni. Il tetto a doppia falda è ricoperto da un manto di coppi tradizionali in cotto.
Elementi decorativi
Le pareti sono sono state decorate con inizio nell’anno 1947; il Prof. Valerio Giacobbo da san Zenone, stese due affreschi sotto i due rosoni del transetto: raffigurano l’Arcangelo san Michele e la fuga in Egitto della Sacra Famiglia. Decorò anche la cappella di San Giuseppe, ora della Natività di Maria, e sontuosamente decorò altresì la Cappella del Santissimo. Il Prof. Nicola Arduino dipinse le figure angeliche fra le nervature dell’abside e la gloria angelica nei quattro spazi divisi dalle nervature del soffitto del presbiterio.
Nello stesso periodo 1947 – 1948 vennero decorate anche gli archi e le pareti delle navate centrali. Iniziarono anche le decorazioni del soffitto a cassettoni e delle capriate.
Prospetti
I prospetti esterni riportano, scandite da paraste, il ritmo delle campate interne. Tutti i prospetti si presentano con la muratura a vista. Tutto intorno alla Chiesa, le grondaie sono in pietra bianca di Vicenza.
Sui prospetti nord, est ed ovest sono presenti dei pinnacoli anch’essi in pietra bianca di Vicenza. (cinque pinnacoli per facciata)
Fondazioni
Tutta la chiesa poggia su un basamento in muratura rialzato di circa un metro rispetto al piano di calpestio del terreno esterno.
Lo zoccolo di fondazione fuori terra è in graniglia di cemento come pure la gradinata di ingresso
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento è in marmo a cinque diverse tinte
Le pareti laterali sono rivestite fino all’altezza di cm. 130 in lastre di marmo.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1965-1966)
Al fine di ampliare lo spazio del presbiterio, venne modificata la scalinata di accesso portandola in avanti verso il transetto e demolendo i due amboni, in cornu epistolae ed in cornu evangelii, poggianti su leoni di marmo, le cui balaustre scolpite vennero riutilizzate presso la cappella del transetto ovest.
L’altare maggiore venne portato in avanti, a contatto immediato del popolo. A causa di questo spostamento, vennero modificati gli accessi laterali esistenti su entrambi i lati delle absidi est ed ovest. I due posti sul lato meridionale del transetto vennero tolti, mentre gli altri vennero ruotati verso nord, nella posizione attuale. Nel presbiterio è presente l'altare verso il popolo. Si tratta di un altare mobile a forma di tavolo.