chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
San Martino di Lupari
Treviso
chiesa
periferica
Cuore Immacolato di Maria
Parrocchia di San Martino Vescovo
Pianta; Facciata; Elementi decorativi; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (anni 1980)
XVIII - XVIII(costruzione preesistenze); XVIII - XIX(stato di fatto preesistenze); 1878 - 1878(stato di fatto preesistenze); 1894 - 1894(costruzione preesistenze); 1913 - 1918(proprietà intero bene); 1949 - 1949(autorizzazione alla costruzione intero bene); 1949 - 1949(costruzione intero bene); 1949 - 1949(benedizione intero bene); 1972 - 1972(ampliamento intero bene); 1979 - 1979(rifacimento copertura); 1990 - 2000(manutenzione copertura)
Oratorio del Cuore Immacolato di Maria
Tipologia e qualificazione chiesa periferica
Denominazione Oratorio del Cuore Immacolato di Maria <San Martino di Lupari>
Altre denominazioni Oratorio del Sacro Cuore di Maria
Autore (ruolo)
Morellato, Sisto (costruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione)
Notizie Storiche

XVIII  (costruzione preesistenze)

L'oratorio della famiglia Antonelli viene costruito nella seconda metà del Settecento, probabilmente da Giacomo e Francesco Antonelli detti Crida. Prima del 1777, infatti, l'oratorio non è ancora stato edificato, mentre nella successiva visita pastorale del 3 giugno 1790 è documentato e appartenente alla famiglia Antonelli. All'inizio dell'Ottocento, i figli di Giacomo e Francesco, Antonio e Felice, risultano esserne già in possesso. Non é noto se con questo atto di erezione gli Antonelli di Campretto intendano ricostruire e in qualche modo recuperare l'antico sito dove era stato eretto e poi abbandonato il ben più antico oratorio di San Nicolò, ma certamente l'obiettivo è di offrire al villaggio un luogo di culto pubblico, come si evince chiaramente fin dalla prima registrazione documentaria della chiesetta che viene definita per l'appunto di uso pubblico.

XVIII - XIX (stato di fatto preesistenze)

In questo modo gli Antonelli creano un nuovo punto di aggregazione e di identità per gli abitanti di Campretto che fin dal Trecento e più ancora nel Quattrocento avevano perso la propria antica supremazia ed autonomia a favore dell'emergente frazione di Monastiero. A partire dalla fine del Settecento, il nuovo oratorio pubblico degli Antonelli diviene pertanto il punto di partenza per tentare di recuperare il proprio passato e possibilmente per uscire, anche dal punto di vista toponomastico, dall'ombra dell'oblio che aleggia da qualche secolo sul piccolo centro rurale di Campretto. Passati i primi entusiasmi della generazione settecentesca dei costruttori, i discendenti sembrano perdere ogni interesse per la chiesetta che pertanto viene lasciata al suo destino di progressiva e inesorabile decadenza.

1878  (stato di fatto preesistenze)

Il 15 settembre del 1878 i nuovi proprietari, i figli di Antonio - Francesco, Giacomo, Irene e Teresa Antonelli - assieme alla vedova Luigia Gennari, donano l'oratorio "pressoché in rovina" a don Pio Antonelli (1848-1918), un familiare. L'oratorio per sopravvivere cambia dunque proprietario, ma rimane sempre in possesso della famiglia. Pio Antonelli, tuttavia, non è in grado di intervenire per il riatto dell'oratorio in tempi brevi. Nelle visite pastorali del 1881 e 1889, l'oratorio non viene menzionato, probabilmente a causa del cattivo stato di conservazione.

1894  (costruzione preesistenze)

Nel 1894, in occasione della costruzione della chiesa di Lovari, viene richiesta e accordata la possibilità di utilizzare almeno in parte il materiale edilizio ricavato dalla demolizione del settecentesco oratorio. don Pio Antonelli non rinuncia però definitivamente all'idea del ripristino del vecchio oratorio. A seguito quindi della demolizione dell'antico oratorio, viene eretto un nuovo edificio dalla singolare pianta esagonale che nel 1905 viene definito "in ottimo stato".

1913 - 1918 (proprietà intero bene)

L'oratorio rimane in proprietà del canonico anche quando questi nel 1913 viene elevato alla carica di Canonico della cattedrale di Treviso fino al 21 dicembre del 1918, anno della morte. Prima di morire però il canonico dispone per testamento che l'edificio sacro passi in proprietà della parrocchia di San Martino di Lupari. Si comincia quindi a pensare di utilizzare l'edificio esagonale per le messe domenicali della frazione, ma a causa delle dimensioni ridotte del manufatto non è possibile soddisfare pienamente le esigenze della popolazione del luogo. Si decide dunque di attendere tempi migliori per trovare una soluzione idonea per aumentarne la capienza.

1949  (autorizzazione alla costruzione intero bene)

Al termine del secondo conflitto mondiale, viene chiesto all'arciprete don Giovanni Favaro il nulla osta per la ristrutturazione dell'edificio, il quale acconsente a patto che i costi per la realizzazione dell'opera non gravino sulle casse parrocchiali. Per venire incontro agli abitanti l'arciprete procura loro parte della materia prima. Il Favaro infatti già da qualche tempo stava meditando di abbattere le cappelle e la sacrestia poste a nord della chiesa storica parrocchiale. Nel gennaio del 1949 pertanto autorizza i camprettani a servirsi del materiale ricavato dalla demolizione per impiegarlo nelle ricostruzione del loro oratorio.

1949  (costruzione intero bene)

La manodopera viene fornita gratuitamente dagli abitanti e le spese incontrate vengono sopperite con questue straordinarie. Il progetto, ideato e redatto dal cappellano don Sisto Morellato, prevede la conservazione dei tre lati dell'esagono che costituiscono la facciata odierna dell'edificio e di cinque metri di murature laterali posti a nord e a sud dello stesso. I lati rimanenti situati sul versante ovest vengono demoliti, non senza aver prima provveduto al consolidamento delle fondamenta della facciata per ovviare al pericolo di un possibile crollo dell'intero edificio. Il campanile viene terminato il 14 maggio 1949 e nello stesso giorno viene ultimata anche l'intonacatura interna ed esterna di tutto l'edificio.

1949  (benedizione intero bene)

La sera del 15 maggio, vigilia della festa del vecchio patrono San Giovanni Nepomuceno, la chiesa e il campanile vengono solennemente benedetti dall'arciprete luparense don Giovanni Favaro su mandato speciale del vescovo trevigiano monsignor Antonio Mantiero. Nel settembre del 1949 si provvede alla decorazione interna della chiesa e il 2 ottobre, approfittando della presenza a San Martino di Lupari del vescovo Mantiero per l'impartizione del sacro crisma, il presule viene invitato a visitare il nuovo oratorio con grande partecipazione di gente.

1972  (ampliamento intero bene)

La chiesa subisce un ampliamento nel settore sud-ovest, ricavando un nuovo vano adibito a centrale termica a pianta quadrata che confina con la sacrestia.

1979  (rifacimento copertura)

La copertura della chiesa, posta in opera nel 1949, è oggetto di rifacimento nel 1979, mantenendo il rivestimento del classico coppo veneto per eliminare le infiltrazioni d’acqua.

1990 - 2000 (manutenzione copertura)

A metà degli anni Novanta sono eseguiti interventi di manutenzione della copertura.
Descrizione

L'oratorio del Cuore Immacolato di Maria di Campretto ha origine da un oratorio privato della famiglia Antonelli del ramo Crida nella seconda metà del Settecento. Inizialmente il sacello campestre è dedicato a San Giovanni Nepomuceno, presenta un'aula quadrata e un presbiterio ad est, a ridosso della strada. Al termine del secondo conflitto mondiale, nel 1949, l'oratorio viene ricostruito. La chiesa, orientata est-ovest, con ingresso ad est, presenta una navata principale con pianta esagonale. Colonne sorreggenti una trabezione modanata separano la navata principale dalle due laterali, che ospitano due ingressi secondari. La facciata della navata principale presenta tre dei sei lati che caratterizzano la pianta. Ai lati sono presenti i fronti delle due navate minori. I prospetti sono intonacati e dipinti nei toni del rosa e del bianco.
Pianta
La chiesa, orientata est-ovest, con ingresso ad est, presenta una navata principale con pianta esagonale. Colonne sorreggenti una trabezione modanata separano la navata principale dalle due laterali, che ospitano due ingressi secondari. La navata termina con una grande abside, all'interno della quale è collocato l'altare. A sud sono collocati la sacrestia ed un vano realizzato nel 1972. Sul lato nord-ovest della chiesa si trova il campanile.
Facciata
La facciata della navata principale presenta tre dei sei lati che caratterizzano la pianta. Ai lati sono presenti i fronti delle due navate minori. I prospetti sono intonacati e dipinti nei toni del rosa e del bianco. Al centro del fronte è collocato il portale ligneo di accesso, sormontato da un'edicola con timpano.
Elementi decorativi
I paramenti interni sono dipinti nei toni dell'avorio, con la sola eccezione del catino absidale, dipinto in azzurro. Fra il 1949 e il 1953 la chiesa è stata adornata in modo semplice conservando la Via Crucis benedetta nel 1923 e inserendo, l’8 settembre 1950, nella nicchia dell’altare del presbiterio la statua del Cuore Immacolato di Maria. E' inoltre presente un’acquasantiera in marmo di Verona di fattura sei-settecentesca analoga a quelle conservate nella vicina chiesa di Abbazia Pisani e nella chiesa parrocchiale di Tombolo. L'elemento più antico, risalente alla metà del Settecento, è la statua in pietra tenera che raffigura San Giovanni Nepomuceno, proveniente dall’oratorio privato della famiglia Antonelli.
Coperture
La copertura è realizzata con capriate in legno sorreggenti travetti sui quali sono appoggiati tavelloni in laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è realizzata con lastre in marmo nei toni del beige e del nero. La pavimentazione del presbiterio è caratterizzata dalla presenza di lastre in rosso ammonitico di Verona.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni 1980)
L'altare presenta un sostegno in legno rastremato verso il basso. L'ambone è realizzato in legno, con il medesimo linguaggio.
Contatta la diocesi