chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Rovaré San Biagio di Callalta Treviso chiesa parrocchiale S. Mauro Abate Parrocchia di San Mauro Abate Pianta; Coperture; serramenti; Facciata; Prospetti; Pavimenti e pavimentazioni; Struttura; Altare maggiore; Campanile balaustra - intervento strutturale (1976-1979); altare - aggiunta arredo (1980); ambone - aggiunta arredo (1980) 1499 - 1499(consacrazione intero bene); 1595 - 1595(restauro fonte battesimale); 1750 - 1800(rifacimento cantoria); 1795 - 1795(ricostruzione e riconsacrazione intero bene); 1795 - 1795(realizzazione facciata); 1915 - 1918(danni bellici intero bene); 2011 - 2011(rifacimento sagrato); 2019 - 2019(manutenzione sacrestia)
Chiesa di San Mauro Abate
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Mauro Abate <Rovaré, San Biagio di Callalta>
Altre denominazioni
S. Mauro Abate
Autore (ruolo)
Zambon, Francesco (progettista facciata e cantoria 1795)
Biral, Remigio (manutenzione facciata e rifacimento sagrato 2011)
Bernardi, Giuseppe (realizzazione altare maggiore)
Ambito culturale (ruolo)
neoclassico (costruzione chiesa)
Notizie Storiche
1499 (consacrazione intero bene)
La Chiesa di S. Mauro Abate in Rovarè risulta essere stata consacrata per la prima volta il 2 agosto 1499.
1595 (restauro fonte battesimale)
Il massiccio blocco in pietra d’Istria e l’appena accennato motivo scultoreo ne fanno indicare la data tra la fine del X e l’inizio del XI secolo. La scritta “Fonte restaurata – Iseppo dei Steffani – Massaro della Luminaria – 1595” si riferisce probabilmente al completamento col supporto ligneo della Fonte.
1750 - 1800 (rifacimento cantoria)
Progettata per contenere l’organo, viene successivamente realizzata su fastoso, splendido disegno dell’arch. Francesco Zambon che segue personalmente le varie fasi della costruzione. Il “tempietto” con timpano a linea curva dentellata poggia su un prospetto di due semi-colonne con capitello corinzio. Si avvale di armoniche, mosse rientranze, con sottolineatura del motivo corinzio dei capitelli, da farne un “unicum” veramente suggestivo. La cantoria è sostenuta da armonici supporti ed ornata da festoni dorati culminanti a conchiglia sopra le canne a vista. Non si conosce l’originaria tinteggiatura dell’opera, certamente lumeggiata in oro; l’attuale, discutibile, color pastello risale ai primi anni settanta del 1900.
1795 (ricostruzione e riconsacrazione intero bene)
La Chiesa quattrocentesca viene abbattuta per far posto alla chiesa attuale, che viene riconsacrata nel 1795 dopo l'unione giuridica con la chiesa di S. Lorenzo, sancita nel 1793, di cui la pala con l'immagine dei due titolari e la scritta dedicatoria nella facciata. L'edificio si sviluppa con pianta rettangolare ad unica navata con abside finale orientata verso est, con cappelle laterali ed abside poligonale.
1795 (realizzazione facciata)
L'attuale facciata viene disegnata secondo linee neoclassiche tardo settecentesche dall'arch. Francesco Zambon, autore anche della cantoria lignea sopra l'ingresso interno della chiesa, nell’ambito della ricostruzione del 1795. La composizione della facciata è basata su una modularità di base che determina i rapporti dimensionali tra gli elementi architettonici e stilistici principali.
1915 - 1918 (danni bellici intero bene)
L’edificio viene in parte rovinato durante la guerra del 1915-18 da due granate una delle quali rovina parte del tetto e degli affreschi tardo settecenteschi del soffitto.
2011 (rifacimento sagrato)
Il sagrato oggi presente è stato oggetto di recentemente restauro recuperando la vecchia pavimentazione della chiesa, su progetto dell’arch. Remigio Biral.
2019 (manutenzione sacrestia)
Nel 2019 lo stesso progettista realizza il progetto di manutenzione della sacrestia.
Descrizione
La Chiesa di San Mauro Abate in Rovarè trova origine da diversi interventi di ricostruzione ed ampliamento seguitesi nel tempo e risulta essere stata consacrata per la prima volta il 2 agosto 1499. Verso la metà del XVIII secolo la chiesa quattrocentesca viene abbattuta per far posto alla chiesa attuale che viene riconsacrata nel 1795. La chiesa è composta da unica navata a pianta rettangolare con soffitto a volta e nicchie laterali che ospitano quattro cappelle. L'attuale facciata viene disegnata secondo linee neoclassiche tardo settecentesche dall'arch. Francesco Zambon autore, anche, della cantoria lignea sopra l'ingresso interno della chiesa. La composizione della facciata è basata su una modularità di base che determina i rapporti dimensionali tra gli elementi architettonici e stilistici principali. La larghezza e l’altezza della facciata da terra fino al cornicione del timpano hanno le medesime misure e formano un quadrato perfetto.
Pianta
La chiesa è composta da unica navata a pianta rettangolare con soffitto a volta e nicchie laterali che ospitano quattro cappelle, con presbiterio ed abside più ristretti e pavimento a livello più alto di tre gradini. La chiesa dispone di tre ingressi, uno principale nella facciata ad ovest e due laterali.
Coperture
La copertura della navata e del presbiterio è realizzata con struttura lignea, mediante capriate e travature in legno reggenti la copertura e sostenenti i soffitti con profilo a volta.
serramenti
Sulle pareti laterali della navata, sovrastanti l’architrave sorretta dai capitelli delle lesene, si aprono otto finestre a semicerchio (quattro per lato). All’altezza del presbiterio, a pari altezza, vi sono due finestre di eguale fattezza. Gli infissi delle suddette aperture sono realizzati in ferro e vetro.
Facciata
L'attuale facciata viene disegnata secondo linee neoclassiche tardo settecentesche dall'arch. Francesco Zambon. La composizione della facciata è basata su una modularità di base che determina i rapporti dimensionali tra gli elementi architettonici e stilistici principali. La larghezza e l’altezza della facciata da terra fino al cornicione del timpano hanno le medesime misure di 11,20 ml e formano un quadrato perfetto. La lunghezza del lato del quadrato corrisponde a 12 moduli di 93,3 ml, la larghezza delle nicchie corrisponde a 93 cm, mentre la larghezza della porta principale è il doppio del modulo base con altezza corrispondente a 4 moduli. Al centro del basamento si apre il portale di ingresso incorniciato da stipiti e architrave in marmo, rifatti negli anni ’70 come copia del precedente portale. Anche il portone in legno viene rifatto su disegno e dimensione del precedente. Sopra il portale, entro una cornice finemente modellata è riportata in una lapide in pietra rossa la seguente iscrizione per la consacrazione della chiesa dell’anno 1795: “D.O.M. AC DIVO MAURO ABATI SACRUM PAVETE AD SANTUARIUM MEUM LEV. CAP. 26 ANNO MDCCXCV”. Sulla cuspide del timpano è collocata una croce in ferro fissata su un piccolo basamento.
Prospetti
Nei restanti prospetti si distinguono i volumi sporgenti delle nicchie laterali, della sacrestia e dell’abside. Essi sono interamente intonacati e tinteggiati in tinta beige tenue nei prospetti sud e ovest, mentre la facciata nord affacciata al fiume, così come l’abside, sono diversamente finite in tinta “coccio-pesto”.
Pavimenti e pavimentazioni
I pavimenti del presbiterio, così come quelli della navata, vengono rifatti integralmente nei primi anni ’70 con quadroni posti a scacchiera in marmo bianco e rosso. Le lastre del pavimento rimosse in occasione del rifacimento sopra descritto sono state successivamente utilizzate per la pavimentazione del sagrato.
Struttura
La struttura è realizzata in unica soluzione in muratura di mattoni pieni. La copertura è composta da travi in legno sorrette da capriate poggianti sui paramenti laterali.
Altare maggiore
L’altare maggiore è attribuito a Giuseppe Bernardi, nipote del Torretto, ma ha subito dei restauri alternativi nella seconda parte degli anni settanta con rifacimento degli scalini ed aggiunta dei due modiglioni ai lati, in sostituzione dei pilastri precedenti. La pala rappresenta i Santi Mauro e Lorenzo, dietro e di profilo S. Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia, ed in alto la Vergine in gloria con angeli. È firmata in basso a destra: “Rocus De Magistris adriensis fecit, MDCCVC”.
Campanile
Il campanile ha base quadrata rastremata verso il fusto ed è realizzato in mattoni a vista, con presenza di cella campanaria dotata di bifora su ogni lato soprastante tamburo ottagonale con foro a foggia alterna per lato e guglia sempre a base ottagonale. Con esclusione della base già descritta, il restante fusto è rifinito con malta di intonaco civile. Le quattro pareti risultano altresì decorate sino al raggiungimento della cella campanaria con il tema della bifora stilizzata ad eccezione dei due lati contigui, ovest e sud, dove la decorazione è interrotta da due orologi posti appena al di sotto della cella e costituiti da quadrante circolare, numerazione araba e dotati delle canoniche lancette delle ore e dei minuti.
Adeguamento liturgico
balaustra - intervento strutturale (1976-1979)
Tra il 1976 e il 1979 vengono rimosse le balaustre e viene posizionato l’altare principale attualmente presente.
altare - aggiunta arredo (1980)
Degno di nota l’altare principale, le cui origini e datazioni non sono note, ma che tuttavia rappresenta un elemento di indubbio valore artistico e storico. Fonti orali riportano che già da antica tradizione durante le celebrazioni del Giovedì Santo, era uso riporre la Pisside contenente le Ostie consacrate, normalmente conservata nel Tabernacolo del vecchio altare, nella nicchia presente nella facciata la rivolta al popolo dell’elemento che oggi costituisce la parte centrale del nuovo altare.
Detto Altare, è quindi costituito da un basamento mobile in legno, sopra il quale è riposta la parte centrale, anch’essa in legno, nella cui facciata rivolta al popolo, riccamente ornata da rilievi ed incisioni smaltate e dorate, spicca centralmente la portina del tabernacolo sulla quale sono rappresentati Cristo sorretto dall’Angelo.
ambone - aggiunta arredo (1980)
Non rappresenta alcun valore storico ed architettonico invece l’Ambone mobile presente, di recente fattura, costituito in legno decorato con temi a finto marmo.