chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Croce Cava de' Tirreni Amalfi - Cava De' Tirreni chiesa parrocchiale Santa Croce Parrocchia Santa Croce Pianta; Facciata; Campanile; Coperture; Elementi decorativi; Impianto strutturale; Sagrato presbiterio - aggiunta arredo (1999) IX - X(fondazione intero bene); XVII - XVII(giurisdizione intero bene); XVII - 1703(restauro intero bene); 1699 - 1768(custodia intero bene); 1706 - 1706(visita pastorale intero bene); 1750 - XVIII(restauri intero bene); XIX - XX(notizie generali intero bene); 1919 - 1919(giurisdizione intero bene); 1984 - XXI(notizie varie intero bene)
Chiesa di Santa Croce
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Santa Croce <Croce, Cava de' Tirreni>
Altre denominazioni
Chiesa di Croce Chiesa di S. Croce
Autore (ruolo)
Di Falco, Pasquale (programma decorativo barocco)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
barocco napoletano (programma decorativo)
Notizie Storiche
IX - X (fondazione intero bene)
Non si conosce la data di fondazione della chiesa, ma gli studiosi sostengono che facesse parte, in origine, di un eremo basiliano di rito armeno, probabilmente fondato nel IX-X secolo, collegato alla forte presenza di monaci armeni in Italia Meridionale e al flusso migratorio del loro popolo invaso da orde asiatiche. L'eremo è citato coi nomi di "Conca d'Oro", "Calcarola" e "Colcarda".
XVII (giurisdizione intero bene)
Verso la fine del secolo XVII ci fu una disputa tra la diocesi di Salerno e quella di Cava circa la giurisdizione sulla chiesa; la disputa si concluse con l'annessione a Cava e il complesso eremitico fu incluso nelle pertinenze della parrocchia San Pietro a Siepi.
XVII - 1703 (restauro intero bene)
L'eremo venne a trovarsi lungo la strada percorsa abitualmente dalla colonia di mercanti armeni stanziati in Napoli per recarsi a Salerno e fu costantemente in contatto con essa. Tuttavia la chiesa conobbe periodi di abbandono e decadenza, ma nella seconda metà del secolo XVII fu restaurata per iniziativa del monaco Giovanni di Giovanni, diacono ed eremita oriundo della Persia, dimorante presso la chiesa e morto nel 1699. I mercanti armeni di Napoli, e in particolare un tal David, provvidero al sostegno e fecero donazioni. I lavori continuarono dopo la sua morte e furono conclusi nel 1703, come recita una lapide in loco.
1699 - 1768 (custodia intero bene)
Dopo la morte del monaco Giovanni l'eremo e la chiesa furono custoditi da tal frate Paolo fino alla sua scomparsa nel 1731. A questi successe un altro eremita ed asceta armeno, Giovanni Manuch, distaccatosi dall'ortodossia orientale e qui ritiratosi per vivere in comunione col cattolicesimo; morì nel 1768 con fama di santità e fu tumulato nella chiesa di San Pietro a Siepi.
1706 (visita pastorale intero bene)
Il 2 novembre 1706 la chiesa e il romitorio furono destinatari di una visita pastorale effettuata dal canonico A. Galise, per conto del vescovo mons. M. Carmignano. Di tale visita resta la descrizione degli edifici e l'annotazione di recenti integrali restauri, della costruzione del tetto e della cupola della chiesa e di lavori di intonacatura di tutto l'edificio sacro. In chiesa esisteva un solo altare, mentre l'edificio destinato ad eremitaggio era dotato di tre botteghe-officine a piano terra e quattro celle a piano superiore. Il sito era meta continua di visitatori orientali (soprattutto provenienti da Cipro).
1750 - XVIII (restauri intero bene)
Con molta probabilità a fine Settecento la chiesa fu sottoposta a restauri e rimaneggiamenti barocchi, condotti sul modello della vicina chiesa di Santa Maria del Quadruviale e attribuibili allo stesso artista (Pasquale Di Falco). Questi interventi hanno dato al sacro edificio la veste oggi conservata.
XIX - XX (notizie generali intero bene)
L'ultimo eremita morì nel 1819. Intanto, ad inizio Ottocento, i beni dell'eremo di Santa Croce passarono al regio demanio, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi operata dai Francesi (1806-1815). La chiesa venne comunque dotata di una rendita e lasciata aperta al culto nella cura di un sacerdote. I locali annessi nel 1904 furono destinati a scuola pubblica e poi a residenza. Nel 1882 fu fatto il pavimento in cotto della chiesa ed altre opere, su iniziativa di Francesco Avagliano.
1919 (giurisdizione intero bene)
Nel 1919 il vescovo mons. Lavitrano eresse la chiesa a parrocchia, smembrandone il territorio da quella di San Pietro a Siepi.
1984 - XXI (notizie varie intero bene)
Nel 1984 furono eseguiti lavori di manutenzione straordinaria, tra cui l'apposizione di un nuovo pavimento marmoreo e la tinteggiatura dell'intera chiesa. Dal 1984 la chiesa e la parrocchia sono affidati ai Frati Cappuccini di Cava.
Descrizione
Il complesso parrocchiale di Santa Croce sorge su un piccolo poggio lungo la strada, che da Cava de' Tirreni, superando un colle, conduce a Salerno. Il contesto territoriale, a carattere rurale e collinare, presenta grande valore ambientale, con molte aree silvestri, una interessante sentieristica e rada edificazione. Esso costituisce il centro della frazione Croce, una delle più periferiche della città di Cava de' Tirreni. La chiesa prospetta con la sua facciata, vagamente classicheggiante, su di un singolare sagrato panoramico, sopraelevato rispetto alla strada. Tipologicamente l'edificio si presenta a schema longitudinale, ad una sola navata con altari laterali, con transetto contenuto nel rettangolo planimetrico e piccola abside a fondale retto. L'interno dell'edificio mostra una elegante decorazione di gusto barocco caratterizzata da un bicromatismo di bianco avorio e paglierino. Lungo le pareti laterali, che non presentano partiture architettoniche, corre una delicata trabeazione, su cui è impostata la volta a botte lunettata di copertura, arricchita da dovizie di decorazioni, che si ripetono anche all'intradosso della cupola. Il complesso architettonico comprende anche la sacrestia, la canonica e vari altri locali parrocchiali ed è collegato ad altri edifici, che sorgono in aderenza.
Pianta
La pianta della chiesa è a tipologia longitudinale, ad una sola navata, con transetto e piccola abside rettangolare per terminazione. L'ingresso è unico e centrale ed immette nell'aula sacra mediante un vestibolo coperto da arcata policentrica, su cui sorge la cantoria. Lungo le pareti dell'aula vi sono due altari laterali, uno per lato, emergenti nella navata ma sormontati da edicole ad arco pieno, incassate nello spessore murario e riccamente decorate. Il presbiterio è ricavato nella campata centrale del transetto ed è separato dalla navata da due brani murari che costituiscono i piedritti dell'arco trionfale. Le testate del transetto, allineate alle pareti della navata, ospitano altari laterali. L'abside è costituita da un'arcata analoga a quella dell'arco trionfale ed ospita l'altare marmoreo preconciliare. La sacrestia, a pianta rettangolare, è posta alla destra del presbiterio e in comunicazione diretta con esso. Attraverso la sacrestia si passa ai locali pastorali e ai servizi posti a tergo dell'abside.
Facciata
La facciata della chiesa, sulla sua destra, interseca ad angolo retto il complesso edilizio residenziale attiguo. Mostra uno schema classicheggiante ma qualche ornamento barocchi. Essa si compone di un solo livello, serrato ai lati da lesene e contornato da una fascia decorativa in stucco. Sull'asse centrale, racchiusi da cornici fuse insieme, si susseguono il portale a piattabanda, una edicola con inserto figurativo in ceramica, un'apertura quadrangolare ad arco ribassato. La sommità è costituita da un semplice frontone triangolare sormontato da una imponente vela campanaria. La superficie è ad intonaco civile di color bianco avorio e ocra intenso.
Campanile
Il campanile a vela è edificato sul vertice del timpano di coronamento della facciata ed emerge per le sue ampie dimensioni. Si compone di due registri separati da un cornicione a semplici modanature. Il registro più basso presenta, tra due volute poste ai bordi esterni, una partitura di tre lesene doriche, che intervallano i due fornici ad arco pieno, sedi delle campane. Il secondo registro, di dimensioni ridotte, presenta due modeste volute laterali e un solo fornice centrale libero. La conclusione superiore è a brevi spioventi.
Coperture
La navata della chiesa è coperta da una volta a botte lunettata. Le lunette inglobano, lungo il lato sinistro, le finestre laterali ad arco mistilineo, che illuminano l'interno. Il presbiterio è coperto da una cupola emisferica, impostata su pennacchi e tamburo circolare, piuttosto basso. Le coperture esterne della chiesa sono a falde inclinate protette da manto in coppi d'argilla. La cupola, che emerge col suo tamburo al di sopra delle due falde di copertura, ha estradosso ad otto falde radiali anch'esse con manto in coppi d'argilla.
Elementi decorativi
L'interno della chiesa presenta interessanti elementi decorativi di gusto barocco, ricoprenti soprattutto la volta della navata, la cupola, le edicole degli altari laterali e l'abside. Essa è data essenzialmente da cornici mistilinee che seguono gli spigoli murari e ne riempiono i campi con riquadri e specchiere, decori a tema floreale, inserti scultorei e pittorici. Si segnalano le decorazioni tardo barocche all'intradosso della cupola e i due affreschi racchiusi entro cornici ellittiche al centro della volta.
Impianto strutturale
L'impianto strutturale è di tipo tradizionale, con strutture d'elevazione costituite da muratura continua portante (fatta di conci irregolari in pietra calcarea) e orizzontamenti ad arco, volta e cupola. La struttura del tetto è in legno.
Sagrato
Il sagrato della chiesa è un piazzale a pianta rettangolare, delimitato per due lati (sud ed est) dalla facciata della chiesa e da quella di un edificio residenziale, ad angolo retto, e per gli altri due (nord e ovest) libero e panoramico, prospettante verso la vallata metelliana circostante. Posto ad una quota maggiore rispetto alla strada carrabile, che lo lambisce, e raggiungibile mediante una scalinata, ha l'aspetto di un poggio a terrazza panoramica.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1999)
L'adeguamento liturgico è stato realizzato alla fine degli anni '90, senza alterazioni strutturali, utilizzando l'ampio spazio della campata centrale del transetto, dinanzi all'altare preconciliare in abside. Qui è stato realizzato il nuovo presbiterio con l'apposizione di un altare interamente in cristallo al centro e un ambone sulla sinistra. La sede è provvisoria. L'altare preconciliare, lasciato inalterato in sito originario, è utilizzato come custodia eucaristica.