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Castellina in Chianti
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Miniato a Sicelle
Parrocchia di San Donato in Poggio
Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1970 (?))
XI - XII(origini carattere generale); 1276 - 1276(cenni storici carattere generale); 1485 - 1485(cenni storici carattere generale); 1605 - 1605(cenni storici carattere generale); 1781 - 1781(cenni storici carattere generale); 1833 - 1847(cenni storici carattere generale); 1867 - 1898(cenni storici carattere generale); 1919 - 1926(cenni storici ricostruzione della chiesa); 1970 - 1970(cenni storici carattere generale); 1986 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Miniato a Sicelle
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Miniato a Sicelle <Castellina in Chianti>
Altre denominazioni S. Miniato a Sicelle
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
neogotico (rifacimento)
Notizie Storiche

XI - XII (origini carattere generale)

La chiesa di S. Miniato a Sicelle (o Sicille, toponimo già ritenuto nell’Ottocento corruzione di “sei celle”, ma invece derivante dal nome etrusco Secnes, Secines, da cui quello romano Secennius; diminutivi latinizzati Secinulae e poi i medievali Secinlae, Sicille) è documentata nel marzo del 1078 (stile moderno), in un contratto di vendita di alcuni terreni posti nel suo ‘popolo’, e poi ancora nel gennaio del 1195 (stile moderno).

1276  (cenni storici carattere generale)

Nelle decime pontificie del 1276 la chiesa di S. Miniato versa 2 libbre e 6 soldi. La chiesa è di patronato del ‘popolo’.

1485  (cenni storici carattere generale)

Per la mancanza di rendite, la chiesa di S. Miniato nel 1485 non ha un proprio rettore autonomo, ma è retta dal parroco di S. Silvestro a Rufignano, prete Guido di Giovanni Francassini.

1605  (cenni storici carattere generale)

Nel 1605, sempre per la mancanza di rendite, la chiesa di S. Miniato non ha un proprio rettore autonomo ed è retta dal priore di Montecorboli, ser Simone di Giovanni Talluri.

1781  (cenni storici carattere generale)

Nel 1781 # il territorio parrocchiale del ‘popolo’ di S. Michele a Montecorboli è unito a quello di Sicelle.

1833 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Miniato conta 156 anime, fa parte del piviere di S. Donato in Poggio e rientra nella Comunità di Barberino Val d’Elsa; nel 1845 60 anime rientrano nella Comunità di Castellina e 105 in quella di Barberino, per un totale di 165 anime, salite a 180 nel 1847. Dal 1833 è parroco di S. Miniato don Gabriello Babbini, già cappellano dell’oratorio di S. Maria delle Grazie a Pietracupa; il patronato spetta al Granduca “per le ragioni del popolo”. “la chiesa di piccola dimensione venne dal Priore Babbini […] aumentata in lunghezza per circa braccia 6 e, portando più avanti l’unico altare di prospetto, lasciava a tergo lo spazio pel Coro; di più a questo altare dedicato da lungo tempo al titolare S. Miniato, ne aggiungeva lo stesso Priore Babbini il secondo altare con la Tavola esprimente la Madonna del Rosario” (Luigi Biadi).

1867 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1867 la parrocchia di S. Miniato conta 185 anime. Nel 1886 è parroco di Sicelle don Agostino Berettari; allora la parrocchia conta 220 anime. Nel 1898 risulta oramai parroco don Andrea Burroni.

1919 - 1926 (cenni storici ricostruzione della chiesa)

Nel 1919 diviene parroco di S. Miniato don Ugo Corsini. Don Corsini promuove il rifacimento della chiesa, oramai cadente, che viene quasi integralmente ricostruita in forme neogotiche dall’architetto di Castiglion Fiorentino Severino Crott (1886-1972), accademico delle Arti del Disegno dal 1917, autore, fra gli Anni Venti e Trenta, di numerosissime ristrutturazioni e di svariati progetti di chiese toscane, alcune in forme neomedievali, attivo durante il periodo fascista anche in Sicilia (Siracusa) e a Patrasso. La nuova chiesa è consacrata il 18 settembre 1926 dall’arcivescovo fiorentino Alfonso Maria Mistrangelo (1852-1930).

1970  (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 è vicario economo di S. Miniato don Agostino Giotti (n. 1915), dopo che in precedenza era stato parroco padre Winkler. La parrocchia conta 90 anime.

1986  (cenni storici carattere generale)

Nel 1986 il territorio parrocchiale di S. Miniato è unito a quello di S. Donato in Poggio e la chiesa diviene sussidiaria di quella di S. Donato.
Descrizione

La chiesa di S. Miniato si trova a Sicelle, frazione del Comune di Castellina in Chianti. Sorge su un poggio entro un contesto agreste, “in costa fra la base orientale dei monti di S. Donato in Poggio e la ripa sinistra della fiumana Pesa” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi sorge in adiacenza destra e presenta la facciata priva d’intonaco (ed oggi è concessa in locazione ad uso abitativo). Tra la chiesa e la canonica si erge la torre campanaria. I prospetti esterni recano a vista i conci lapidei, misti di arenaria ed alberese, con inserti in cotto. Verso tergo emergono i volumi dell’abside a pianta semiottagonale e del transetto, sul quale s’imposta un tiburio a pianta quadrata con archetti pensili in cotto, sul vertice della cui copertura è una croce metallica. La facciata è a capanna, la pianta a croce latina.
Pianta
La chiesa ha pianta a croce latina. Nel braccio destro del transetto vi è un accesso alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 20,70; lunghezza fino all'arco absidale: m 17,40; lunghezza fino ai tre archi che delimitano il presbiterio: m 12,80; larghezza della navata: m 8,00; ampiezza del transetto: m 11,00.
Facciata e portico
La facciata è realizzata in conci d’alberese (solo il settore inferiore è autentico) ed è a capanna, le cornici d’imposta sono in cotto, con un’edicola neogotica centrale in alberese, priva di statua e con la mostra dell’arco sestiacuto in cotto. Reca sul colmo una croce metallica. Il registro centrale della facciata è qualificato da una cornice con archetti pensili sesti acuti in cotto, tra i quali sono motivi rombici, sotto alla quale è una oculo circolare in alabastro con la mostra in cotto recante un duplice perimetro di mattoni. Il portico poggia su quattro pilastri neomedievali in arenaria, a pianta ottagonale, eccezion fatta per i due angolari, che sono a pianta quadrata con angoli smussati e di più ampia sezione. La cimasa del muretto è in pietra artificiale, la pavimentazione in cotto. Il piccolo sagrato in ascesa reca al centro una scalinata semicircolare. Il portale, architravato su mensolette laterali, è in pietra artificiale, il portone neomedievale ligneo è chiodato e con specchiature quadrate a punta di diamante nelle ante. A sinistra del portale è una croce lignea con una sottostante lapide marmorea in memoria delle “missioni” del 1936 (altra lapide simile, in ricordo di quelle del 1945, è collocata a destra del portale)
Campanile
Il campanile è in conci d’alberese a vista, a pianta quadrata, con monofore nella canna e con la cella campanaria provvista di fornici sesti acuti recanti due campane azionate a corda; presenta una copertura a padiglione su archetti pensili neogotici ed una croce metallica sul vertice del tetto.
Interno
L’interno è a croce latina, con l’aula che culmina nel presbiterio, preceduto da una balaustra in pietra artificiale traforata a quadrilobi fiorentini, sopra il quale s’imposta il tiburio a pianta quadrata. I bracci del transetto sono a pianta semiottagonale, così come l’abside a tergo. L’altar maggiore è in pietra artificiale, con la mensa poggiante su cinque gruppi di quadruplici colonnini dai capitelli a foglie d’acanto. Al di sopra della balaustra si erigono due pilastri a pianta quadrata e con capitelli a foglie d’acanto in pietra artificiale, che determinano la tripartizione delle tre a cuspide, delle quali la centrale è du maggior luce. Al centro delle pareti laterali sono due nicchie a centina ribassata a foggia di arcosolii, ove anno sede due altari in pietra artificiale con la mensa sorretta da pilastrini con capitelli a turgide foglie d’acanto; al centro dell’altare nella parete destra è posto il tabernacolo neogotico, su quello di sinistra una statua policroma del “Compianto della Vergine su Cristo morto”. Nei bracci del transetto si trovano due nicchie neogotiche con statue policrome (“San Giuseppe con il Bambino Gesù” ed il “Sacro Cuore di Gesù”). Una lapide del 1922 ricorda i caduti di Sicelle durante la Prima Guerra Mondiale. Le due acquasantiere a pila in controfacciata sono in pietra artificiale, così come il fonte battesimale a pila con vasca poligonale posto nei pressi, lungo la parete sinistra. Le pareti sono interamente decorate con pitture murali neomedievali a fasce alterne bianche e grigie, a similitudine di ricorsi marmorei di sapore romanico-gotico senese e pisano. Nel sottotetto sono raffigurati archetti sestiacuti, al di sotto del tiburio rosoni a sei lobi, nella fascia del presbiterio e del transetto rombi e trilobi con figure e nei pilastri rappresentazioni di Santi. La chiesa prende luce dalla finestra circolare in controfacciata, da sei monofore cuspidate, con vetrate a rulli, aperte, tre per parte, nelle pareti laterali, da due monofore analoghe poste nei bracci del transetto e da una monofora aperta al centro della parete absidale. Nelle pareti del tiburio sono quattro finestre circolari. L'altezza massima della navata è m 10,50, la minima m 9,00.
Elementi decorativi
Pitture murali neogotiche; elementi in pietra artificiale neogotici (fonte battesimale; acquasantiere; altari, balaustra).
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni disposti a spina.
Coperture
La copertura della navata poggia su due capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. I bracci del transetto e l’abside hanno una copertura a semipadiglione ottagonale con trabeazione lignea e scempiato in cotto, il tiburio ha una copertura a padiglione. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nella disposizione attuale nel corso degli anni '70. Al centro del presbiterio la mensa eucaristica in pietra artificiale consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 193 x 110 x 100. Tabernacolo in arenaria posto al centro dell’altare in parete destra. Sede lignea posta a tergo dell’altare maggiore. Fonte battesimale in pietra artificiale, con vasca poligonale e e copertura lignea, posto in una nicchia in parete sinistra.
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