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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Barberino Val d'Elsa
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Pietro a Olena
Parrocchia di San Donato in Poggio
Pianta; Facciata; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
nessuno
998 - 1284(origini carattere generale); 1320 - 1330(cenni storici carattere generale); 1371 - 1371(cenni storici carattere generale); 1436 - XVI(cenni storici carattere generale); 1650 ca - XVIII(cenni storici dipinti su tela); 1770 - 1796(cenni storici carattere generale); XIX - XIX(rifacimenti intero bene); 1818 - 1847(cenni storici carattere generale); 1850 ca - 1875(cenni storici carattere generale); 1884 - 1898(cenni storici carattere generale); 1942 - 1970(cenni storici carattere generale); 1986 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Pietro a Olena
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Pietro a Olena <Barberino Val d'Elsa>
Altre denominazioni S. Pietro a Olena
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
maestranze toscane (rifacimenti)
Notizie Storiche

998 - 1284 (origini carattere generale)

Presso Olena o Aulena (dal nome etrusco Aulnal, da cui quello latino Olenus), località rammentata fin dal 998 in una donazione alla badia di S. Michele a Marturi (Poggibonsi), sorge una chiesa suffraganea della pieve di S. Donato in Poggio, dedicata a S. Pietro, documentata nel 1284.

1320 - 1330 (cenni storici carattere generale)

Nel terzo decennio del Trecento forse Ugolino di Nerio da Siena (circa 1280-1330/1335), allievo di Duccio di Boninsenga (circa 1255-1318/1319), e la sua bottega eseguono il trittico della tavola con la “Madonna con il Bambino tra i Santi Pietro e Giovanni Evangelista” (ora nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle).

1371  (cenni storici carattere generale)

Nel 1371 il rettore di S. Pietro, prete Domenico di Francesco, viene eletto pievano di S. Donato in Poggio.

1436 - XVI (cenni storici carattere generale)

Nel 1436 è rettore di S. Pietro prete Fruosino. Il patronato spetta ai parrocchiani. La chiesa è nuovamente citata nel 1469. Nel Cinquecento il patronato dell’altare della Natività spetta ai Mascagni, mentre quello di S. Jacopo ai Mecacci (famiglia ancora documentata nel 1789, quando Pietro sarà lavoratore dei Riccardi).

1650 ca - XVIII (cenni storici dipinti su tela)

Verso la metà del Seicento sono dipinte da Giovanni Montini (1613-1673), un allievo di Vignali, due tele con “San Francesco di Paola” ed il “Sacrificio d’Isacco”. Alla fine del secolo sono realizzati un “San Luca” ed un “San Marco” (i quattro dipinti sono ora nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle). Introno al 1698 Alessandro Gherardini (1655-1727) dipinge una “Presentazione al Tempio”; tra Seicento e Settecento viene dipinta la tela con la “Vergine Assunta con il Bambino tra le Sante Teresa d’Avila e Verdiana” (ora ambedue sono anch’esse nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle).

1770 - 1796 (cenni storici carattere generale)

Nel 1770 Stefano Amigoni (noto 1757-1812) dipinge un “San Pietro” (ora sempre nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle). Nell’ultimo quarto del Settecento il noto orefice Zanobi Biagioni (1758-1803) esegue un calice ed un ostensorio in argento sbalzato (ora anch’essi nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle). Nella “Descrizione di tutte le famiglie per la formazione dei dazzaioli della Tassa di Macine” per l’anno 1789, il borgo di Olena e i poderi vicini sono abitati da 10 famiglie per un totale di meno di 70 anime. La famiglia di Vincenzio Bagni lavora il podere di “Olena della Chiesa”, essendo parroco di S. Pietro don Bartolomeo (Balassini?). Nel 1796 sono annessi alla rettoria i ‘popoli’ di S. Giorgio a Strada o alle Rose e di S. Michele a Montecorboli.

XIX  (rifacimenti intero bene)

Nell’Ottocento sono realizzati alcuni gradini d’altare con ciborio (ora nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle). Nel medesimo secolo la chiesa viene in buona parte ricostruita, dotata si una nuova facciata e di nuove finestre.

1818 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Nel 1818 diviene parroco don Luigi Arioni, che vi rimane fin’oltre il 1847. Forse allora sono realizzate le pitture murali lungo le pareti della chiesa. Il patronato spetta al granduca “per le ragioni del Popolo”. Nelle mappe del Catasto Generale Toscano, ora conservate nell’Archivio di Stato di Firenze, possiamo osservare che il borgo di Olena è allora collegato mediante due strade: una in direzione nord lo unisce con la Strada Maestra Chiantigiana e poi con S. Donato (“Strada che da Olena va a San Donato”); l’altra verso sud con la strada per la Paneretta e Castellina (“Strada che da Olena va alla Cappella di San Rocco”). Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Pietro conta 116 anime e nel 1847 sono 130.

1850 ca - 1875 (cenni storici carattere generale)

Il parroco, don Dario di Agostino Niccheri, commissiona un sontuoso armadio-altare per le reliquie, realizzato in legno, metallo e stagnola (ora nel Museo di Arte Sacra di Tavarnelle). Sono realizzati anche vari altri reliquiari. Nel 1874 Egisto Niccheri (noto dal 1842, attivo a metà-seconda metà del XIX secolo, probabilmente parente del parroco) dipinge su tavola un “Sacro Cuore di Maria”. Forse allora è dipinta la crociera che copre la scarsella. Nel 1875 muore la sorella del parroco, Eufemia Niccheri, ed il fratello appone in chiesa una lapide memoriale marmorea.

1884 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1884 il beneficio parrocchiale di S. Pietro, di patronato regio, è vacante per la morte di don Niccheri. Nel 1886 risulta essere nuovo parroco di S. Pietro don Ferdinando Bacci, che lo è ancora nel 1898. Allora la parrocchia conta 160 anime.

1942 - 1970 (cenni storici carattere generale)

Dal 1942 e fin’oltre il 1970 è parroco di S. Pietro don Mario Vannini (n. 1899), da Macerata. Nel 1950 Edoardo Gabardi e Biagio Porrino, comproprietari delle fattorie Isole e Olena, donano alla chiesa il fonte battesimale marmoreo. Nel 1970 la parrocchia conta 100 anime.

1986  (cenni storici carattere generale)

Nel 1986 la parrocchia di Olena viene unita a quella di S. Donato in Poggio.
Descrizione

La chiesa di S. Pietro si trova a Olena, frazione del Comune di Barberino Tavarnelle. Sorge “presso la sommità de’ poggi che separano la Valle dell’Elsa da quella della pesa, fra le prime sorgenti del torrente Drove tributario dell’Elsa” (Emanuele Repetti), entro un contesto agreste, al centro del borgo e non lontano da S. Donato. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi sorge in adiacenza destra, su due piani fuori terra e la facciata intonacata. A tergo sono locali ad uso abitativo, alla sinistra della facciata è la torre campanaria. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Lungo la parete destra vi è l’accesso alla canonica, in quella opposta si ha la porta che immette alla sagrestia, oltre la quale si perviene ad un vano, oggi adibito a deposito, sul quale si apre il secondo accesso aperto lungo la parete laterale della chiesa. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 17,70; lunghezza fino all'arco presbiteriale: m 11,40; larghezza della navata: m 5,80.
Facciata
La facciata è a capanna. Le cornici del frontone sono in cotto, come lo è il bassorilievo circolare bel timpano, raffigurante la “Madonna con il Bambino”. Al di sopra, oltre il colmo, vi sono una croce metallica ed il simbolo bernardiniano. Il frontone si eleva oltre il colmo del retrostante tetto a capanna. Due monofore centinate speculari hanno mostre in laterizio e vetrate trasparenti. Il portale in arenaria è trabeato e sormontato da una lunetta dipinta con lacerti figurativi (un “San Pietro”?); il portone è in legno, con un’ampia specchiatura un ognuna delle due ante.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, con una singola aula che culmina nel presbiterio, rialzato di due gradini, ove al centro è la mensa eucaristica in muratura, con tozzi colonnini dorici angolari e recante al centro la scultura policroma di “Cristo morto”. Al di sopra s’innalza un Crocifisso ligneo. Di lato al semipilastro tuscanico sinistro dell’arcone presbiteriale ha sede il tabernacolo frontonato con risalti dorati, originariamente per gli oli santi. La boiserie del coro è dipinta, come quella alle pareti dell’aula. La volta a crociera della scarsella è decorata con pitture murali tardo-ottocentesche (“Cherubini musicanti” e valve dorate di conchiglia), così come le pareti laterali che recano, entro due tondi, raffiguranti le Virtù teologali della “Fede” e della “Speranza”. Le pareti longitudinali della navata sono scandite da lesene tuscaniche in corrispondenza delle catene delle capriate. I rivestimenti interni della chiesa sono ad intonaco tinteggiato in bianco avorio; diffuse sono le decorazioni pittoriche primo-ottocentesche: nelle quattro nicchie en-trompe-l’oeil poste lungo le pareti longitudinali dell’aula, contenenti raffigurazioni dei “Quattro Evangelisti” e al di sopra dell’arcone presbiteriale (“Gesù Cristo” al centro, figure allegoriche angeliche e “corbeilles” di fiori lateralmente). Tutte le scansioni architettoniche sono dipinte. In controfacciata la cantoria è in muratura, con un solaio ligneo, e poggia su due colonne e semipilastri tuscanici che paiono essere in travertino. La bussola è lignea, le due acquasantiere a parete sono in marmo. Il fonte battesimale novecentesco, posto presso la parete sinistra, è in marmo, con una vasca circolare su un fusto a colonna e con la copertura in ottone. La chiesa prende luce dalle due monofore in controfacciata e dalla finestra semicircolare di tipo termale romano aperta nella parete tergale del presbiterio. L'altezza massima della navata è m 7,10, la minima m 6,30.
Elementi decorativi
Pitture murali ottocentesche nelle pareti e bella crociera della scarsella.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è in cementine, con alternanza di forme esagonali, in bianco/grigio, e romboidali, in nero. Nel presbiterio le cementine sono romboidali, in rosso, bianco e nero. La pavimentazione del coro è in cotto.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su tre capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto è in coppi e tegole piane. La scarsella presenta una volta a crociera si peducci angolari.
Adeguamento liturgico

nessuno
Altare in pietra artificiale. Tabernacolo frontonato, con risalti dorati e sportello ligneo, posto a parete presso l’arco del presbiterio, sul lato sinistro. Fonte battesimale in marmo, con vasca circolare su fusto a colonna e copertura in ottone, posto in parete sinistra presso la controfacciata. Due confessionali lignei sono inseriti nelle pareti laterali dell’aula.
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