chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Empoli Firenze chiesa parrocchiale S. Donato in Val di Botte Parrocchia di San Donato in Val di Botte Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - aggiunta arredo (1995 (?)) X - 1192(origini carattere generale); 1258 - 1279(cenni storici carattere generale); 1292 ante - 1383(cenni storici carattere generale); XV - 1498(cenni storici carattere generale); 1514 - XVI fine(cenni storici carattere generale); 1712 - 1712(cenni storici ricostruzione della chiesa); 1815 - 1847(cenni storici carattere generale); 1877 - 1929(cenni storici carattere generale); 1935 - 1936(cenni storici carattere generale); 1966 - 1993(cenni storici carattere generale)
Prioria di San Donato in Val di Botte
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Prioria di San Donato in Val di Botte <Empoli>
Altre denominazioni
Chiesa di San Donato S. Donato in Val di Botte
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
barocco (ricostruzione)
maestranze toscane (rifacimento del XX secolo)
Notizie Storiche
X - 1192 (origini carattere generale)
La chiesa prioria di S. Donato in Poggio o a Ligliano (memoria toponomastica del “praedium” romano di un Laelius) in Val di Botte (toponimo e idronimo che, con il vicino Botinaccio, derivano in senso idraulico da bottino, ‘bottinaccio’, bottino di captazione e conserva dell'acqua) forse risalente al X secolo, è citata per la prima volta quale canonica nel 1059 e poi 1192; è suffraganea della pieve di Empoli.
1258 - 1279 (cenni storici carattere generale)
In una bolla di Alessandro III del 1258 la chiesa è confermata essere allora sempre una canonica. Nel 1260 la chiesa ed il suo ‘popolo’ contribuiscono al mantenimento dell’esercito fiorentino prima della battaglia di Montaperti. Il patronato dell’edificio sacro spetta ai Conti di Capraia. Nel 1286 è suo priore prete Aldino, che nel 1293 stipulerà un accordo con Lapo di Lamberto de’ Frescobaldi a proposito di alcuni terreni ubicati nel ‘popolo’ di S. Maria a Sammontana. Nel 1279 (stile moderno) la contessa Beatrice, figlia del conte Rodolfo di Capraia lascia una disposizione testamentaria in favore della chiesa di tre libbre.
1292 ante - 1383 (cenni storici carattere generale)
Prima del 1292 (e non nel 1326) il patronato della chiesa passa dal Conte Tommaso di Ridolfo di Anselmo di Capraia a Stregghia di Abbate de’ Mannelli; nel 1292 tale passaggio è approvato dal vescovo fiorentino Andrea de’ Mozzi. Per la chiesa è dipinto un Crocifisso ligneo di Scuola Senese. La chiesa è ancora citata nel 1383.
XV - 1498 (cenni storici carattere generale)
Nel Quattrocento è realizzata per la chiesa una croce processionale in rame dorato. Nel 1498 è confermata essere sempre una prioria.
1514 - XVI fine (cenni storici carattere generale)
Nel Cinquecento la chiesa è di patronato dei Capitani di Parte. Nel 1514, nella visita pastorale dell’arcivescovo fiorentino Giulio de’ Medici, risulta già unita a S. Donato a Val di Botte la chiesa di San Michele a Legnana, edificio sacro non più esistente, posto tra il Ponterotto e Fibbiana. Nel 1530 vengono uniti al suo ‘popolo’ quelli di S. Frediano, sempre in Val di Botte, di S. Michele a Signano e dei Santi Jacopo e Filippo a Piazzano. La chiesa compare nelle note piante tardocinquecentesche di “popoli e strade” dei Capitani di Parte.
1712 (cenni storici ricostruzione della chiesa)
Nel 1712 la chiesa viene ricostruita.
1815 - 1847 (cenni storici carattere generale)
Da circa il 1815 al 1843 è priore di S. Donato don Domenico Cavina (1779-1843) da Faenza, che sarà inumato in chiesa; dal 1843 al 1859 diviene priore don Lorenzo Venturini (1801-1859), che parimenti verrà sepolto in chiesa. Il patronato spetta all’Ordine di S. Stefano. Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Donato conta 542 anime e nel 1847 sono 625.
1877 - 1929 (cenni storici carattere generale)
Dal 1877 alla morte diviene parroco don Agostino Bandinelli (1847-1929) da Empoli.
1935 - 1936 (cenni storici carattere generale)
Nel 1935-1936 la chiesa viene interamente ristrutturata per volontà del priore don Tommaso Terreni, su progetto dell’architetto fra’ Raffaello Franci (1887-1963), francescano, ed il 26 maggio del 1936 è consacrata dall’arcivescovo fiorentino Elia Dalla Costa (1872-1961). In tale occasione è apposta una lapide memoriale marmorea con un’iscrizione in latino composta da monsignor Emilio Sanesi.
1966 - 1993 (cenni storici carattere generale)
Dal 1966 diviene parroco don Sebastiano Bellucci (n. 1908) da Montelupo. Nel 1970 la parrocchia conta 1.000 anime. Nel 1993 ne è amministratore parrocchiale don Guido Engles
Descrizione
La chiesa di S. Donato in Val di Botte si trova nel territorio del Comune di Empoli. Sorge isolata in contesto agreste, nel territorio comunale di Empoli, “in un seno fra piaggie fiancheggiate da due borri, uno dei quali [è detto] Piavola [idronimo connesso al toponimo omonimo, nell’accezione di altura pianeggiante], l’altro Botte, […] che scaturisce da’ contorni di Botinaccio” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi sorge in adiacenza destra. Il sagrato è delimitato da alcuni cipressi. A tergo sono alcuni locali parrocchiali, sul lato sinistro si erge la torre campanaria. I rivestimenti esterni del complesso sono ad intonaco tinteggiato in bianco, solo il prospetto frontale è tinteggiato in ocra. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. La porta ubicata nella parete sinistra del presbiterio conduce alla sagrestia, quella nella parete opposta alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 19,90; lunghezza fino all'arco presbiteriale: m 13,70; larghezza della navata: m 6,50.
Facciata
La facciata della chiesa è a capanna; sul colmo è una croce metallica su un calvario in arenaria. L’occhio centrale ha una vetrata trasparente ed una mostra in arenaria, come lo stemma sottostante ed il portale architravato settecentesco, sormontato da un cornicione su mensolette laterali a triglifi, ciascuna terminante inferiormente con due gocce; nel fregio è un’iscrizione entro un cartiglio modanato. Le scansioni architettoniche novecentesche (lesene angolari a finti conci isodomi) sono in pietra artificiale; il portone è ligneo, con quattro specchiature rettangolari contenenti rombi nelle ante. A sinistra la fronte dell’ex sede della Compagnia presenta un portale munito di frontoncino centinato e sormontato da una finestra rettangolare, la cui mostra è qualificati da risalti negli angoli superiori e da schiacciate mensolette in quelli inferiori.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, in muratura intonacata; ha la cella campanaria a quattro fornici fiancheggiati dalle lesene tuscaniche angolari, provvista di tre campane (attualmente non in funzione), ed una copertura cuspidata, ove si trova una croce metallica su una sfera.
Interno
L’interno è costituito da una singola aula, che, in ascesa, culmina nel presbiterio, recante al centro l’altar maggiore alla romana settecentesco, in marmi policromi e con due gradi recanti al centro il tabernacolo a cimasa orizzontale, davanti al quale è collocata la mensa eucaristica in legno. Nella parete tergale è l’antico e pregevole Crocifisso ligneo dipinto; la pittura nell’occhio soprastante è murale e raffigura “Dio padre e la Colomba dello Spirito Santo”, così da formare la Trinità con il Crocifisso sottoratante. La balza del coro è dipinta in grigio, la panca perimetrale e la sede al centro sono lignei. Il portale trabeato posto nella parete sinistra reca a lato il tabernacolo marmoreo per gli oli santi. L’arcone presbiteriale è bipartito e reca nella dilatazione del suo intradosso pitture murali a finti lacunari; nello spessore di destra è raffigurata “L’incredulità di San Tommaso”, in quello di sinistra i “Santi Pietro e Paolo”. Al di sopra si trova un simbolo raggiato. Nella volta a crociera presbiteriale sono rappresentati i “Quattro Evangelisti”. Addossati alle pareti dell’aula, in posizione speculare, sono due altari in arenaria. Nella specchiatura posta sotto la mensa dell’altare di destra, dedicato alla Vergine, tra i colonnini tuscanici che la sorreggono, è l’iscrizione “MATER MISERICORDIAE ORA PRO NOBIS”; in quella dell’altare di sinistra, intitolato a S. Luigi, è l’altra iscrizione “MINUISTI ALOISIUM PAULO MINUS AB ANGELIS”. A tergo i dipinti settecenteschi sono su tela (“San Luigi in adorazione della Vergine” e la precedente “Madonna con il Bambino” entro una tela con “Due Santi e cherubini”) e le nicchie ad arcata cieca hanno mostre tinteggiate in grigio. Sono anche tinteggiati in grigio la balza perimetrale alla base delle pareti, i pilastri, le mostre dell’arcone presbiteriale e l’arcata che, nella parete sinistra, conduce alla cappella del fonte battesimale, già sede dell’ex Compagnia. Dietro il fonte a pila si trova il dipinto su tela con il “Battesimo di Gesù”, il tutto dono effettuato nel 1962 da Pier Luigi e Augusta Micheli; qui sono collocate tre lastre sepolcrali già terragne di altrettanti parroci dell’Ottocento e del Primo Novecento. In controfacciata la pregevole bussola è lignea, le due acquasantiere a valva di conchiglia poste a parete sono in marmo, il dipinto raffigurante “San Donato” è su tela. I tondi neorobbiani delle stazioni della Via Crucis sono in ceramica. La chiesa prende luce dal solo occhio in facciata, le monofore centinate nelle pareti laterali sono cieche, così come murati sono i tre occhi nelle pareti del presbiterio. L'altezza massima della navata è m 9,10, la minima m 8,10.
Elementi decorativi
Altar maggiore settecentesco in marmi policromi; pitture murali novecentesche; altari laterali novecenteschi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con quadroni disposti in diagonale; le lastre quadrangolari nella sezione centrale sono in marmo.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su due capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. L’area antistante il presbiterio, costituente la dilatazione dell’intradosso dell’arcone, reca una volta a botte a finti lacunari dipinti, il presbiterio una volta a crociera parimenti dipinta. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1995 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel corso degli anni ’90 senza il ricorso ad opere carattere strutturale. La mensa liturgica lignea è posta al centro del presbiterio e consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni cm 200 x 80 x 95 (h). Altare maggiore in marmi policromi, provvisto di due gradi. Tabernacolo in marmi policromi, con sportello in marmo ed ottone, posto al centro dell’altare maggiore. Sede lignea, mobile, posta presso l’altare maggiore, sul lato destro. Leggio ligneo, mobile, posto sul lato destro del presbiterio; Leggio ligneo, mobile, posto sul lato destro del presbiterio; è inoltre in uso un leggio ligneo, mobile, attualmente collocato davanti alla sede. Fonte battesimale in marmo, a pila con copertura in rame, posto in cappella laterale sinistra; è inoltre in uso un bacile mobile in ceramica. Un confessionale ligneo è collocato nella cappella laterale sinistra.