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Firenzuola
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista a Firenzuola
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (2006)
1332 - XIV(origini carattere generale); 1484 - 1506(cenni storici intero bene); 1575 - 1575(cenni storici carattere generale); 1784 - 1784(cenni storici chiesa); 1829 - 1829(cenni storici chiesa); 1847 - 1847(cenni storici carattere generale); 1880 - 1880(consacrazione chiesa); 1898 - 1898( cenni storici carattere generale); 1944 - 1944(distruzione per bombardamento intero bene); 1955 - 1956(primo progetto (C. Scarpa e E. Detti) chiesa e campanile); 1957 - 1957(secondo progetto (C. Scarpa e E. Detti) chiesa e campanile); 1958 - 1959(progetto definitivo (C. Scarpa e E. Detti) chiesa e campanile); 1962 - 1965(completamento progetto chiesa); 1968 - 1968(inaugurazione chiesa); 1970 - 1995(cenni storici parrocchia); 1995 - 1997(adeguamento battistero); 2002 - 2002(giornata di studi chiesa); 2006 - 2006(adeguamento liturgico presbiterio e altar maggiore); 2019 - 2019(cenni storici intero bene)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Firenzuola>
Altre denominazioni Propositura di San Giovanni Battista
S. Giovanni Battista
Autore (ruolo)
Scarpa, Carlo (Progetto)
Detti, Edoardo (Progetto)
Ambito culturale (ruolo)
architettura contemporanea (costruzione)
Notizie Storiche

1332 - XIV (origini carattere generale)

La piccola rettoria dei Santi Giovanni Battista e Fiorenzo in origine dipende dalla pieve di San Giovanni a Cornacchiaia e costituisce la chiesa del nuovo "castrum de Firenzuola", fondato nel 1332 dai Fiorentini in funzione di contrasto agli Ubaldini. In quell'anno viene stabilito che "la maggior chiesa della nuova Terra" fosse dedicata a "San Firenze". L'edificio sacro definitivo viene costruito solo nei decenni seguenti, dopo il 1350, presso la piazza centrale, con orientazione est/nordest-ovest/sudovest, a navata unica, con portici esterni (tipici di tutta la piazza e delle vie circostanti).

1484 - 1506 (cenni storici intero bene)

Innocenzo VIII, papa dal 1484 al 1492, concede in patronato la pieve di Cornacchiaia e la chiesa di San Giovanni Battista, oramai prioria, al Capitolo della cattedrale fiorentina. La chiesa ha già il privilegio del fonte battesimale. È dotata di un porticato continuo sui due fronti occidentale e meridionale. La chiesa viene nuovamente menzionata nel 1506.

1575  (cenni storici carattere generale)

Nel 1575 la chiesa è oggetto della visita pastorale di monsignor Alfonso Maria Binnarino o Binarini (1510-1580), vescovo di Camerino, essendo arcivescovo titolare Alessandro de' Medici (1535-1605).

1784  (cenni storici chiesa)

Nel 1784, al tempo dell'arcivescovo fiorentino Antonio Martini (1720-1809), la chiesa viene elevata a propositura.

1829  (cenni storici chiesa)

Il 29 settembre 1829 l'arcivescovo fiorentino Ferdinando Minucci (1782-1856) eleva la chiesa a plebana, staccandola da quella di Cornacchiaia, e le assegna quattro chiese suffraganee; Santa Maria a Rifredo, San Pietro a Santerno, Santa Maria a Frena e San Pietro a Moscheta.

1847  (cenni storici carattere generale)

Nel 1847 è pievano don Cesare Piattoli, "Lettore di Dogmatica e Morale nel Seminario" Arcivescovile di Firenzuola (fondato nel 1800) e che nel 1864 farà parte del comitato promotore dell'ospedale di Luco di Mugello. Il patronato della pieve spetta sempre al Capitolo fiorentino. Annessa alla chiesa esiste la Compagnia del SS. Sacramento.

1880  (consacrazione chiesa)

Nel 1880 la chiesa viene consacrata dall'arcivescovo fiorentino Eugenio Cecconi (1834-1888)

1898  ( cenni storici carattere generale)

Nel 1898 è preposto di San Giovanni mons. Luigi Medolaghi (1847-1924), che nel 1891 aveva fondato la Pia Casa di Ricovero della SS. Annunziata a Firenzuola e del quale è nota una lettera inviata al pittore Telemaco Signorini il 21 agosto 1890.

1944  (distruzione per bombardamento intero bene)

Nel settembre del 1944 un bombardamento aereo alleato distrugge completamente la pieve.

1955 - 1956 (primo progetto (C. Scarpa e E. Detti) chiesa e campanile)

Dopo la distruzione, si rende necessaria l'edificazione di un nuovo edificio. Il progetto è frutto della collaborazione di Carlo Scarpa (1906-1978) con Edoardo Detti (1913-1984) - la prima di una serie che si protrarrà fino al 1978 - e la realizzazione è attuata dal Genio Civile (ingegner Sabatini). La scelta viene avversata da una parte della comunità in quanto l'edificio moderno andrebbe a stridere nei confronti del contesto urbano storicizzato. Detti, ufficialmente incaricato della ricostruzione nel 1955, coinvolge sin dalle prime fasi l'amico Scarpa. I due elaborano numerose soluzioni, assai diverse, che si definiscono dal 1956, data del primo progetto, qualificato dal campanile posto in facciata.

1957  (secondo progetto (C. Scarpa e E. Detti) chiesa e campanile)

Nel marzo del 1957 il secondo progetto coordinato da Detti e Scarpa ottiene l'approvazione del Provveditorato alle Opere Pubbliche e del sovrintendente Alfredo Barbacci (1896-1989), ma non quella della Pontificia Commissione per l'Arte Sacra, che lo reputa non rispondente alle esigenze liturgiche. Tale progetto prevede la parete laterale destra scandita da giganteschi pilastri a clessidra, che non danno più adito ad un portico laterale (come invece era nella chiesa precedente) ed il tetto a carena fortemente in aggetto in corrispondenza della facciata, di notevole suggestione e che costituisce un elemento peculiare.

1958 - 1959 (progetto definitivo (C. Scarpa e E. Detti) chiesa e campanile)

Nel 1958, viene elaborata un'altra versione, la definitiva, ridimensionata e riveduta rispetto alle precedenti. Il campanile non è più previsto a 'lamine' verticali in cemento armato, ma a torre massiva 'piena', secondo la tradizione; scompaiono l'aggetto in facciata della carena lignea coprente la nave e i pilastri a clessidra lungo la parete longitudinale destra. Il 12 giugno del 1958 la Commissione di Arte Sacra approva il progetto, nel settembre è redatto quello esecutivo e nel maggio del 1959 vengono ufficialmente avviati i lavori, eseguiti dalla ditta "G. Masini & Figli". Il calcolo delle strutture si deve all'ingegner Gustavo Marlazzi, laureatosi a Pisa nel 1948/1949. L'interno si presenta ad unica, grande aula, segnata dal fattore luminoso, recante forme moderne accostate a materiali tradizionali, come la pietra e la muratura a filaretto, che si gemella con il cemento armato. Non sono ancora definiti, tuttavia, la pensilina posta in facciata, il battistero e l'altar maggiore.

1962 - 1965 (completamento progetto chiesa)

Nell'agosto del 1962 è redatta la versione definitiva di tutto il progetto esecutivo; nel novembre del 1963 è terminato quello per il battistero, nel giugno del 1964 quello per la pensilina e nel 1965 quello per l'altar maggiore, dove il marmo bardiglio della pavimentazione dell'area presbiteriale si unisce alla pietra, al legno e al ferro in dialettico connubio-contrasto. In origine l'altare presenta, dal lato rivolto verso l'aula, un rivestimento in lastre di pietra con una piccola fuga in marmo bianco ed una cintura in ferro; al centro, entro una nicchia, è posto il ciborio.

1968  (inaugurazione chiesa)

Nel 1968 l'opera è oggetto di analisi da parte di Giovanni Klaus Koenig (1924-1989), che sottolineata la cifra scarpiana dell'intervento: esemplificative le finestre angolari nell'area presbiteriale, derivate dalla gipsoteca canoviana di Possagno, e il soffitto a carena di nave, di ascendenza più veneta che toscana.

1970 - 1995 (cenni storici parrocchia)

Nel 1970 risulta proposto della pieve don Otello Puccetti (n. 1921), che lo sarà fino al 1995. A lui oggi è dedicato un cinema-teatro di Firenzuola.

1995 - 1997 (adeguamento battistero)

Nella seconda metà degli Anni Novanta, con il nuovo parroco dal 1994, don Carlo Giorgi (1948-2020), tra il 1995 ed il 1997 il battistero rettangolare, ideato da Detti e Scarpa con fisionomia propria ed autonoma, semioscuro, parzialmente separato dall'aula, non più rispondente alle esigenze liturgiche, viene demolito e ridefinito dallo scultore Salvatore Cipolla (1933-2006), che sulla nuova base in grès inserisce la tazza quattrocentesca del fonte battesimale ritrovata tra le macerie della vecchia chiesa. Allo stesso artista si devono pure le formelle policrome ed il grande Cristo nella parete di fondo del presbiterio, tutti in grès.

2002  (giornata di studi chiesa)

Nell'ottobre del 2002 il Comune di Firenzuola e l'Università degli Studi di Firenze promuovono la giornata di studi avente per tema "L'architettura religiosa contemporanea. La propositura di San Giovanni Battista, un'opera di Carlo Scarpa e Edoardo Detti" e la mostra "Un'opera di Carlo Scarpa e Edoardo Detti a Firenzuola. La chiesa di San Giovani Battista". Fra i contributi, quelli di Elisabetta Pieri ("La chiesa di San Giovanni Battista in Firenzuola nel progetto di Edoardo Detti e Carlo Scarpa") e di Gabriele Morolli ("Firenzuola e la sua Propositura. Aspetti storici").

2006  (adeguamento liturgico presbiterio e altar maggiore)

Nel 2006 è attuato l'adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato e viene collocata una mensa eucaristica al centro del presbiterio.

2019  (cenni storici intero bene)

Significativo esempio di architettura religiosa del Dopoguerra, la chiesa di San Giovanni Battista viene riconosciuta bene culturale dal Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo), su proposta della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze, guidata da Andrea Pessina, grazie all’istruttoria condotta dall'architetto Paola Ricco e dalla storica dell'arte Jennifer Celani.
Descrizione

La chiesa di San Giovanni si trova a Firenzuola. La chiesa sorge al centro della cittadina, in piazza Agnolo da Firenzuola. È situata in un lotto d'angolo; il prospetto laterale destro e quello tergale sono liberi; sul lato sinistro è la canonica con i locali parrocchiali. Costituisce un notevole punto di riferimento visivo, stante la sua posizione centrale, dominante l'ampia piazza (porticata su due lati e connotata sul fronte occidentale dalla mole compatta della fortezza), e la presenza svettante del campanile. La pianta è rettangolare articolata. La facciata, preceduta dalla torre campanaria, è a capanna e porticata, dialogando con gli attigui portici dell'asse della strada principale, ricostruiti nel dopoguerra. Il prospetto meridionale, compatto come una grande 'muraglia' (ispirato latamente a quello romanico della chiesa di San Giovanni Evangelista Fuorcivitas a Pistoia), si differenzia nettamente da quello della chiesa precedente, che era porticato, e presenta un 'muro' rivestito in pietra serena, scandito verticalmente da tredici lineari paraste e dal setto murario che fuoriesce dalla facciata (con riquadri in piastrelle color cotto sul marciapiede in corrispondenza degli interassi tra le paraste) e suddiviso orizzontalmente in due settori tramite una fascia continua, posta a circa 1/3 dell'altezza, costituente una sorta di cordolo marcapiano, nel quale sono ricavate luci quadrate binate poste tra una parasta e l'altra; unico accesso presente è una porta mediana con infissi in rame che s'innalza fino al marcapiano orizzontale predetto. In alto, un cornicione ricollega tutte le paraste con effetti chiaroscurali. La zona absidale, interamente rivestita in pietra serena locale, propone, in corrispondenza delle angolate, la sovrapposizione di un primo livello pieno e di un secondo, dove l'arretramento dell'angolo viene sottolineato da due alti tagli verticali con vetrate. La canonica costituisce un volume separato, unito al fronte nordorientale della chiesa e sviluppato su tre piani fuori terra, caratterizzato da prospetti geometrici, nei quali il telaio in cemento armato risalta sulle campiture in intonaco bianco; in queste sono inserite le finestre, con ritmo alternato, e piccole luci quadrate disegnati una scacchiera in corrispondenza del pianterreno; coppie di forature quadrate analoghe si trovano anche ai piani superiori.
Pianta
La chiesa ha pianta rettangolare articolata, il presbiterio quadrata. La sagrestia è a pianta quadrata e si articola nei tre luoghi della sagrestia vera e propria, di una cappella (a pianta rettangolare) e dell'atrio della canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 30,15, lunghezza fino al presbiterio: m 20,30; larghezza totale (compreso il deambulatorio a sinistra): m 13,80; larghezza della nave: m 9,20.
Facciata
La facciata, rivolta ad ovest/sudovest, è connotata tramite i due motivi-segni contrapposti della snella massa 'piena' e verticale del campanile, posto a sinistra, e del portico tripartito orizzontale, con robusti pilastri in cemento e sovrastante griglia a maglie quadrate in legno, omaggio di Detti al sentire veneziano di Scarpa, che si riconnette con solai in muratura intonacata di fronte alla facciata ed è direttamente ancorata all'aggetto del campanile nel settore di sinistra. Ll fronte vero e proprio, lievemente arretrato, ha un profilo a capanna e si configura come una semplice partitura suddivisa in due diversi settori: un muro intonacato di bianco e senza aggetti, compresso all'estremità destra da un contrafforte rivestito lateralmente in pietra su cui si erge una croce, e una superficie vetrata verticale a sinistra, a ridosso del campanile e sul retro di quest'ultimo, con la relativa copertura in aggetto che si riconnette al campanile medesimo.
Campanile
Il campanile, posto in facciata, è in cemento a vista, a pianta quadrangolare, rastremato in elevazione, qualificato dai netti tagli verticali dell'alta cella campanaria e dalla copertura piegata ad ala di gabbiano. È collegato alla facciata della chiesa mediante la copertura della pensilina-loggiato antistante l'edificio sacro e tramite l'aggetto della copertura della chiesa stessa. Il sistema campanario, provvisto di cinque campane, è elettrificato.
Interno
L'interno è caratterizzato da un'unica grande aula scenograficamente illuminata. Lo spazio è dominato e qualificato da tre grandi pilastri in cemento posti a sinistra (ma solamente il mediano è libero su ogni lato): setti murari ciascuno con tre aperture ottagonali, collocati a definizione di un percorso 'a deambulatorio' che si sviluppa tra essi e la parete longitudinale sinistra, aventi rispettivamente la funzione di nicchia per un confessionale ligneo, di cappellina (nell'ottagono posto in basso del pilastro mediano, recante un antico Crocifisso) e di ambone (con relativa scala e parapetto in cemento). In alto, i tre pilastri (in realtà ogni pilastro è una coppia, con gli ottagoni intermediani predetti) sono collegati da due coppie di architravi in cemento armato. La retrostante muratura della parete longitudinale sinistra è in pietra disposta a filaretto, tagliata orizzontalmente dal ricorso di una travatura in cemento armato. Lungo tale parete si trovano un secondo confessionale ligneo e i bassorilievi in grès dei "Quattro Evangelisti". Una teoria di dodici coppie di finestrelle quadrate scandisce invece l'ampia superficie muraria intonacata e tinteggiata di chiaro della parete longitudinale destra, sotto le quali si trovano le stazioni della Via Crucis in grès. A sinistra, nel primo settore di tale parete, realizzata in pietra disposta a filaretto, è ricavata la nicchia dell'altare della Vergine del Rosario (il cui affresco è opera di Innocenti e risale agli Anni Sessanta). Il presbiterio è definito da bianche pareti, gli angoli delle quali sono ritagliati da un volume parallelepipedo vetrato posto in rientranza e a mensola; al centro è situato il podio circolare già dell'altare maggiore, che con la sua dimensione invade lo spazio presbiterale fino quasi a saturarlo, cui si accede mediante tre scalini mediani, perimetrato da una balaustra in ferro color grigio antracite; al di sopra si trova attualmente la cattedra in ferro e legno, rialzata mediante una pedana contraddistinta da una cornice perimetrale in pietra serena, da una pavimentazione in blocchetti di legno e da una barra orizzontale tergale in ferro recante i ceri, di pertinenza dell'altare originario; l'altare, ora posto nel settore antistante il podio circolare, presenta una struttura in ferro che sostiene la mensa in arenaria. Perimetralmente sono posti, nel presbiterio, sedili in ferro e legno, progettati contestualmente all'altare e all'ambone. Il tabernacolo in metallo è ora collocato nella cappellina dedicata posta presso il pilastro nella parete laterale sinistra. In controfacciata, di fianco dell'ingresso, preceduto da due gradini in arenaria e con porta in legno, a sinistra, sono situati, in successione: il fonte battesimale con gli articolati bassorilievi in grès a parete di Cipolla (che ha disegnato pure le raffigurazioni nella pavimentazione a grandi piastrelle quadrate e il portacero), a pianta rettangolare, ora aperto verso la nave, ma in origine più appartato e con accesso anche dall'esterno; l'ingresso al campanile e l'affaccio su una piccola corte. Nel settore superiore, di lato alla grande vetrata verticale, si trova la cantoria in cemento armato con l'organo, di fianco al quale si aprono cinque finestrelle disposte una sopra l'altra a formare una sorta di monofora. La chiesa prende luce dalle dodici coppie di finestrelle lungo la parte destra, dalle due vetrate angolari del presbiterio, dalla grande vetrata in facciata, oltre che dalla 'monofora' posta sempre in facciata e dalla finestra illuminate il battistero. L'altezza della navata è m 12,20.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è in cotto, arrotato in opera, con inserti in pietra serena. Il presbiterio è pavimentato in marmo bardiglio, con battiscopa in ferro piatto.
Coperture
La navata e la sua prosecuzione costituente il presbiterio hanno una coperta a carena di nave in legno, da cui emerge parte della struttura centinata portante (corrispondente alle ordinate o costoloni trasversali delle carene delle navi) in cemento; l'andamento longitudinale è enfatizzato dalle fasce lignee centrali a chiglia. Il manto di copertura del tetto a capanna è in tegole.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2006)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato nel 2006. Al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica in arenaria, su base in metallo, che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 100 x 230 x 99 (h). L’ambone in acciaio e legno è posto sul lato sinistro del presbiterio ove al centro è la sede, in acciaio e legno. In uso un leggio mobile in metallo. Il tabernacolo in metallo è posto in cappella dedicata nella seconda campata della parete laterale sinistra. Fonte battesimale in marmo e ceramica invetriata, posto presso la controfacciata in cappella dedicata. Due confessionali lignei sono collocati nella prima campata della parete laterale sinistra.
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