chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Bagno a Ripoli Firenze chiesa parrocchiale S. Pietro a Ema Parrocchia di San Pietro a Ema Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - intervento strutturale (1973 (?)) VIII - X(origini carattere generale); 1038 - 1046(cenni storici carattere generale); 1099 - 1118(cenni storici carattere generale); 1124 - XII(cenni storici carattere generale); 1181 - 1186(cenni storici carattere generale); 1201 - XIII(cenni storici carattere generale); 1313 - 1334(cenni storici carattere generale); 1373 - XIV(cenni storici carattere generale); 1480 ca - 1490 ca(cenni storici acquasantiera e tabernacolo); 1500 ca - 1515 ca(cenni storici pittura su tavola affresco scultura lignea ); 1560 ca - 1620 ca(cenni storici affresco); 1785 - 1798(cenni storici carattere generale); 1817 - 1817(cenni storici carattere generale); 1827 - 1847(cenni storici carattere generale); 1870 - 1880(cenni storici carattere generale); 1898 - 1898(cenni storici carattere generale); 1944 - 1944(cenni storici altare maggiore ); 1952 - 1973(cenni storici carattere generale); 1993 - 1999(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Pietro a Ema
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Pietro a Ema <Bagno a Ripoli>
Altre denominazioni
Prioria di San Pietro S. Pietro a Ema
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
maestranze toscane (rifacimenti)
Notizie Storiche
VIII - X (origini carattere generale)
Nell'VIII secolo esiste ancora una via romea che ricalca il vecchio diverticolo risalente all'età clodia, passante attraverso il Chianti (l'antica Tegularia romana) e poi secante i monti che lo dividono dal Valdarno attraverso la vallecola di Cintoia, per ricongiungersi alla Cassia Nova verso Figline. Nel X secolo viene fondata, lungo tale arteria, la chiesa di S. Pietro, vicino al guado che attraversa il torrente Ema. La chiesa è detta in Campigliano o Campignana ("Campiliano", toponimo derivante da "campus", ma più verosimilmente memoria del "praedium" romano di un Campilius). Sono signori della zona i Da Cintoia, consorti dei Guidi e verosimilmente anche dei conti Cadolingi e gli Alberti, molto vicini all'episcopio, non sappiamo se realmente "comites" oppure solo appartenenti alla media aristocrazia del contado fiorentino. Da essi derivano gli Adimaringi ed i conti di Capraia. Su un terreno da loro donato pare sia sorta la chiesa, a navata unica e verosimilmente di loro patronato.
1038 - 1046 (cenni storici carattere generale)
Nel 1038 la chiesa viene donata ad Uberto, abate del monastero cistercense di S. Miniato al Monte, che vi erige un piccolo monastero ed uno 'spedale' o "hospitium" per coloro che transitano attraverso l'importante strada a valenza territoriale e romea. Nel 1039 (stile fiorentino) l'imperatore Corrado I stabilisce severe pene contro chi avesse recato molestie ai beni di proprietà della chiesa. Presso il ponte a Ema ha ancora proprietà Bernardo del conte Adimaro dei Da Cintoia-Adimaringi, il quale nel 1046 rinuncia ad ogni pretesa sulla chiesa e sulle sue terre poste nell'Isola d'Ema (quasi di fronte all'edificio sacro), a Fontanelle e a Fornace.
1099 - 1118 (cenni storici carattere generale)
Alessandro II, papa dal 1061 al 1073, conferma la chiesa di S. Pietro alle dipendenze del monastero di S. Miniato al Monte.
1124 - XII (cenni storici carattere generale)
Dei Da Cintoia non abbiamo più notizie posteriori al 1124, allorché Ubaldino di Adimaro (nipote di Ubaldo di Bernardo e Gasdia di Cicio) ottiene dal preposto della Canonica fiorentina i beni già appartenuti all’arcidiacono della Canonica stessa, Bernardo di Bernardo, loro antenato. I monaci di S. Miniato affidano la chiesa ad un sacerdote secolare, che cura le anime del 'popolo' costituente il vicino piccolo borgo, nato attorno al guado e poi al ponte che attraversa l'Ema.
1181 - 1186 (cenni storici carattere generale)
Anche Lucio III (papa dal 1181 al 1185) conferma la chiesa di S. Pietro alle dipendenze del monastero di S. Miniato al Monte. Nel 1186 il conte Guido di Rodolfo, detto Borgognone, da Capraia (m. 1220/1235), signore di Cortenuova nell'Empolese e discendente di Bernardo del conte Adimaro, insieme alla moglie Tuttabuona, dona al monastero di S. Miniato un terreno posto nel 'popolo' di S. Pietro, dandolo nelle mani di prete Guido o Guidone, rettore della chiesa, che agisce per conto del monastero di San Miniato stesso.
1201 - XIII (cenni storici carattere generale)
Nel 1201 il rettore, sempre prete Guidone, acquista alcuni terreni per la chiesa a nome del monastero di S. Miniato. Rimane dell'epoca una porzione del filaretto della parete longitudinale destra (visibile sopra le attuali arcate della navata di destra).
1313 - 1334 (cenni storici carattere generale)
Nel 1313 il rettore della chiesa, prete Mino, promette di dare annualmente al monastero di S. Miniato una libbra di cera per la festa di S. Miniato, cento uova nel giorno di Pasqua e di offrire un pranzo ai monaci. Nel 1334 il rettore viene definito "proposto" ed è affiancato da un rettore civile, eletto annualmente dai capofamiglia del 'popolo' di S. Pietro.
1373 - XIV (cenni storici carattere generale)
Nel 1373 Gregorio XI concede il monastero di S. Miniato agli Olivetani, i quali incamerano i beni della chiesa di S. Pietro posti nella valle dell'Ema, ma rinunciano al patronato della chiesa, che viene data al vescovo fiorentino Angelo Ricasoli (m. 1403), divenendo così collativa dell'Ordinario. Al Trecento risale una croce astile in rame, con formelle quadrilobate incise a bulino.
1480 ca - 1490 ca (cenni storici acquasantiera e tabernacolo)
Nel Tardo Quattrocento viene realizzata una pila marmorea dell'acqua benedetta su commissione dei Mellini. All'incirca nello stesso periodo è scolpito un tabernacolo marmoreo, recante lo stemma della famiglia committente e riferibile alla bottega dei Da Maiano.
1500 ca - 1515 ca (cenni storici pittura su tavola, affresco, scultura lignea )
La bottega di Fra' Bartolomeo (1473-1517) esegue una tavola raffigurante "Gesù Crocifisso con la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Pietro e San Paolo" (ancora in loco nel 1907). Nel 1511 viene affrescata nella sede della contigua Compagnia, allora esistente a sinistra della chiesa, una "Madonna in trono con il Bambino", ancora di ascendenza ghirlandaiesca. Viene scolpito all'incirca negli stessi anni un Crocifisso, attribuito dal Carocci a Marco di Domenico Del Tasso (n. 1465), appartenente ad una famiglia fiorentina di legnaioli, scultori ed architetti.
1560 ca - 1620 ca (cenni storici affresco)
Nella seconda metà del Cinquecento o ai primi del Seicento viene affrescata una "SS. Annunziata" all'altare laterale della sede della Compagnia; l'opera è attribuita alla bottega del Bronzino (1503-1572) o a Cristofano Allori (1577-1621).
1785 - 1798 (cenni storici carattere generale)
Nel 1785 il parroco Giuseppe Canocchi, essendo oramai la chiesa insufficiente per l'accresciuto borgo del Ponte a Ema, propone di dilatarla annettendovi la sede della Compagnia esistente sulla sinistra dell'edificio sacro, ma il progetto per il momento non viene realizzato. Nel 1798 viene elevata a prioria.
1817 (cenni storici carattere generale)
Nel 1817 il priore Luigi Villa ristruttura ed amplia la chiesa, conducendola a tre navate.
1827 - 1847 (cenni storici carattere generale)
Dal 1835 è parroco della chiesa don Francesco Cecchino. In quell'anno il 'popolo' di S. Pietro conta 717 anime, 800 nel 1847. La chiesa è di libera collazione. All'altare della Compagnia del SS. Sacramento, posto dentro la nuova chiesa, "si venera un'Immagine del SS. Crocifisso [...] da un'epoca remota: il popolo ne ha somma venerazione per le grazie ricevute; l'ultima Festa fu fatta nel 1827".
1870 - 1880 (cenni storici carattere generale)
Tra il 1870 ed il 1880 la chiesa viene nuovamente ristrutturata.
1898 (cenni storici carattere generale)
Nel 1898 è parroco don Narciso Paoletti.
1944 (cenni storici altare maggiore )
Nel 1944 viene realizzato il nuovo altar maggiore impiegando materiale proveniente dalla 'ripristinata' chiesa fiorentina dei SS. Apostoli ed è consacrato da monsignor Giovan Battista Tirinnanzi (1869-1949).
1952 - 1973 (cenni storici carattere generale)
Dal 1952 è parroco don Mario Mattolini (n. 1913) da Sesto Fiorentino. Nel 1970 la parrocchia conta 2.850 anime. Nel 1973 viene realizzato l'adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare.
1993 - 1999 (cenni storici carattere generale)
Nel 1993 la parrocchia conta 5.100 anime, ne è parroco don Giulio Cirri da Castelfiorentino. Nel corso degli Anni Novanta vene effettuato un intervento sull'organo.
Descrizione
La chiesa di S. Pietro a Ema si trova nella frazione omonima del Comune di Bagno a Ripoli. "È situata a breve distanza dal borgo del Ponte a Ema, lungo il nuovo tratto della Via Chiantigiana, dalla quale, passata di poco la chiesa,si diparte la via dell'Antella" (Guido Carocci). Sorge entro un contesto urbano, ai margini dell'omonimo borgo. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che con i locali parrocchiali si sviluppa sul retro e sul lato sinistro. Sul lato opposto, separato, è l’edificio ove ha sede il Circolo Parrocchiale. La torre campanaria è sul retro, in posizione centrale. I rivestimenti esterni dell’intero complesso sono ad intonaco tinteggiato in bianco-avorio. La facciata è a salienti curvilinei, la pianta a tre navate.
Pianta
La chiesa ha pianta a tre navate. Dalla navata sinistra, a destra dell'organo, è l’accesso alla sagrestia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 19,80; lunghezza fino all’arco absidale (pari a quella delle navate laterali): m 17,40; lunghezza fino all'arco trionfale: m 14,20; larghezza totale: m 14,00; larghezza della navata centrale: m 5,20.
Facciata
La facciata è a salienti curvilinei, congiungenti il frontone nel settore centrale, in corrispondenza della navata principale, con i lati esterni delle navate laterali. Il predetto frontone è in muratura dipinta a pietra, sopra al quale è una croce metallica. Al centro è una finestra circolare con la mostra in muratura anch'essa dipinta in grigio, così come la cornice marcapiano e la base delle due nicchie ai lati del portale, prive di statue. Sopra il portale architravato è una tettoia a semipadiglione con manto in coppi e tegole piane. Il portale è in arenaria, come il rivestimento alla base della facciata. Il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, intonacato, con la cella campanaria a quattro fornici e tre campane azionate elettricamente; sul vertice della copertura a cipolla è una croce metallica.
Interno
L’interno è a tre navate, con la centrale che si apre sulle laterali mediante cinque arcate a tutto sesto su ciascun lato. L’arco trionfale è una serliana tuscanica in muratura tinteggiata in grigio, così come il successivo arco absidale, tutte le scansioni architettoniche all’interno della chiesa (cornici) e i dossali degli altari alle testate delle navate laterali. Le pareti sono intonacate e tinteggiate di chiaro. Il presbiterio è sopraelevato di un gradino, due arcate laterali si aprono verso le navate; al centro è l’altare con la mensa marmorea su quattro colonnini in marmo di Prato; nel mezzo della parete tergale è il tabernacolo in marmo con la raffigurazione di "Cristo in Pietà" nella lunetta e con uno sportello in ottone e ceramica dipinta, dov'è rappresentato "Cristo Risorto". Un leggio in marmo è posto sul lato sinistro del presbiterio. Al centro della navata laterale sinistra, già sede della Compagnia, dove un tempo era un altare, si trova l'affresco tardocinquecentesco della "SS. Annunziata". Nel dossale dell'altare posto in testata si trova invece l'altro affresco ghirlandaiesco della "Madonna in trono con il Bambino". L'altare presenta un frontone triangolare spezzato con al centro l'emblema del SS. Sacramento, al quale in epoca tarda la Compagnia era dedicata; la mensa è sorretta da due mensoloni a volute. Più oltre è il moderno organo. Nella navata destra il moderno dipinto nel dossale d’altare posto in testata è su tela e raffigura "San Pietro"; il dossale medesimo è concluso da un frontone triangolare e la mensa su mensoloni è analoga a quella della navata sinistra, recando memoria del restauro patrocinato dal cavalier Francesco Bonaccorsi. La statua nella nicchia al centro della parete longitudinale destra, raffigurante "San Giuseppe con il Bambino Gesù", è in terracotta policroma. Al centro della parete in controfacciata è una terracotta invetriata neorobbiana con "San Giovanni Battista", a testimoniare che qui aveva sede il fonte battesimale. La bussola in controfacciata è lignea, le due acquasantiere (una a parete, sul primo pilastro a sinistra, ed una tardo-quattrocentesca con bacile su fusto a colonna) sono in marmo. La chiesa prende luce da nove finestre circolari con vetrate policrome, ovvero dall’occhio in facciata (con vetrata raffigurante "San Pietro") e da quattro finestre aperte in ognuna delle pareti della navata centrale. L'altezza della navata centrale è m 8,80, quella delle navate laterali m 5,00.
Elementi decorativi
Affreschi cinquecenteschi, acquasantiera e tabernacolo tardo-quattrocenteschi, vetrate policrome.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto arrotato in opera, con mattonelle quadrate disposte in diagonale. Due fasce parallele in marmo bianco sono disposte a correre in posizione centrale.
Coperture
Le coperture delle navate sono costituite da tre soffitti piani, il presbiterio è voltato a vela, la scarsella lo è a botte. Il manto di copertura del tetto a capanna e di quelli laterali a leggio è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1973 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare messo in opera nel 1973. Al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica in marmo, con riuso di elementi dell’originario altare maggiore, che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 90 x 199 x 102. Altare in marmo, con mensa poggiante su quattro colonnini in marmo di Prato. Tabernacolo in marmo, con sportello in ottone e ceramica dipinta, posto al centro della parete tergale del presbiterio. Sede lignea, mobile, rivestita in raso. Leggio in marmo posto sul lato sinistro del presbiterio. E’ inoltre in uso un leggio mobile in metallo.