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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Pontassieve
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Maria a Fornello
Parrocchia di Sant'Andrea a Doccia
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (2006)
XI - 1154(origini carattere generale); 1227 - 1227(cenni storici carattere generale); 1276 - 1276(cenni storici carattere generale); 1288 - 1288(cenni storici carattere generale); 1310 - 1398(cenni storici carattere generale); 1400 - 1450(cenni storici stemma); 1480 ca - 1520 ca(cenni storici tabernacolo); 1616 - 1617(cenni storici carattere generale); 1650 - 1699 ca(cenni storici carattere generale); 1702 - 1703 ca(cenni storici carattere generale); 1773 - 1773(cenni storici carattere generale); 1835 - 1847(cenni storici carattere generale); 1880 ca - 1920 ca(cenni storici carattere generale); 1898 - 1898(cenni storici carattere generale); 1945 - 2008(cenni storici carattere generale); 2006 - 2019(vicende conservative intero bene)
Chiesa di Santa Maria a Fornello
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Maria a Fornello <Pontassieve>
Altre denominazioni S. Maria a Fornello
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
maestranze toscane (rifacimento)
Notizie Storiche

XI - 1154 (origini carattere generale)

La chiesa di S. Maria Assunta, nel piviere di Doccia, posta sul versante meridionale di Monte di Croce, è di fondazione che probabilmente risale all'XI secolo e di originario patronato dei conti Guidi, che detengono il castello situato sul colle sovrastante di Monte di Croce, anch'esso da loro forse edificato nell'XI secolo e dominante la valle del torrente Sieci. Nel 1153 il castello è conquistato dal Comune di Firenze, dopo un precedente e fallimentare tentativo nel 1147, e nel 1154 ne sono demolite le mura.

1227  (cenni storici carattere generale)

Il castello di Monte di Croce, pur ridotto a "villa" aperta, viene abitato dai Guidi e dai loro "fideles" fino al 1227, quando il "castellare", il distretto e la giurisdizione sugli abitanti sono ceduti da Guido, Tegrimo, Marcovaldo e Aghinolfo, figli di Guido Guerra III de' Guidi (1135/1140-1213/1214), che era sempre stato fedele all'imperatore ed ostile ai Fiorentini, ad Aldobrando o Alibrando di Gherardo degli Adimari (il padre di Tegghiaio, citato da Dante),di stretta fede guelfa, che a sua volta, dopo cinque giorni, li rivende al vescovo di Firenze Giovanni da Velletri (m. 1230), insieme ai vicini castelli di Monte Rotondo e Galiga. In seguito a ciò l'edificio sacro diviene di patronato del vescovo fiorentino.

1276  (cenni storici carattere generale)

La chiesa di S. Maria è citata per la prima volta solo nella decima pontificia del 1276 come "Sancta Maria ad Furniculum" (toponimo derivante dal diminutivo di "furnus", piccola fornace).

1288  (cenni storici carattere generale)

È nativo di Monte di Croce il notaio ser Bernardo. Nel giugno 1288, quando il vescovo Andrea de' Mozzi (m. 1296) concede a Folco Portinari l'approvazione per lo 'spedale' di S. Maria Nuova, vengono citati, tra i beni che ne comprovarono la dote, otto pezzi di terra con case ubicati nel popolo di S. Maria a Fornello. È allora rettore prete Ranieri.

1310 - 1398 (cenni storici carattere generale)

Nel 1310 il vescovo fiorentino Antonio d'Orso (m. 1321) concede la chiesa al suo cappellano, prete Giunta. La chiesa viene consacrata il 15 agosto 1398 da Francesco, vescovo "melitano" (maltese) di Sicilia, su incarico del vescovo fiorentino Onofrio Visdomini (m. post 1400). Promotore è Simone di Ser Matteo Biffoli da Ginestreto (una frazione del 'popolo' di Fornello). I Biffoli, vicini, con Corbizio, al conte Guido di Modigliana nel Duecento, nel primo Trecento (1302-1305) avevano avuto un notaio in Bonaccorso di Geri, che nel 1332 risulta possedere vari beni nel 'popolo' di S. Maria a Fornello. Nel 1334 Matteo di Cherico era stato castellano di Forlì. Nel medesimo secolo vari membri della famiglia sono eletti priori di Firenze. Probabilmente fin dal 1398 i Biffoli sono patroni di S. Maria.

1400 - 1450 (cenni storici stemma)

Nel 1411 i Biffoli sono certamente patroni della chiesa di S. Maria, quando Matteo di quella famiglia viene riconosciuto tale dal rettore, prete Bartolomeo di Andrea. Risale alla prima metà del Quattrocento la sepoltura in chiesa di Cherico de' Biffoli da Ginestreto (una frazione del 'popolo' di Fornello), che reca lo stemma marmoreo della famiglia ("di verde, alla banda caricata di un ondato in sbarra d'oro e di rosso, accompagnata nel cantone sinistro del capo da tre rami di ginestra di verde, impugnati e fioriti d'oro). I Biffoli in quel secolo (1431) ebbero in Giovanni di Francesco l'ultimo loro priore di libertà.

1480 ca - 1520 ca (cenni storici tabernacolo)

Fra tardo Quattrocento ed inizi del Cinquecento è realizzato un tabernacolo in arenaria per gli oli santi, qualificato da lesene laterali latamente corinzie e da un frontone centinato delimitato da acroteri.

1616 - 1617 (cenni storici carattere generale)

Nel 1616 Niccolò di Tommaso di Niccolò Biffoli ottiene dall'arcivescovo fiorentino Alessandro Marzi Medici (1557-1630) facoltà di apporre in chiesa "le solite e consuete Croci per la notizia della consacrazione" del 1398, che vengono poste nel 1617, essendo rettore della chiesa don Jacopo Corti.

1650 - 1699 ca (cenni storici carattere generale)

Benedetto di Tommaso Biffoli da Ginestreto (1565-1631), uno dei Buonuomini nel 1593, è il fondatore del convento di S. Salvatore a Pinti de' Gesuiti, donando ai padri l'oratorio nel 1629 e, nel 1630, al noviziato il proprio palazzo in borgo Pinti e la fattoria di S. Maria a Fornello, composta di sei poderi, oltre al patronato della chiesa medesima. Nel 1631 lascerà i Gesuiti suoi eredi universali.

1702 - 1703 ca (cenni storici carattere generale)

La chiesa, divenuta oramai di patronato dei Gesuiti dal 1630, è ricostruita, insieme alla canonica, nel 1702, su iniziativa del rettore, prete Francesco Castagni. Viene realizzata per l'altar maggiore (in legno dipinto a pietra) una "Maria Assunta sorretta da tre Angeli e, in basso, gli Apostoli"; per l'altare di destra è dipinto il quadro raffigurante "La Vergine del Rosario con i Santi Domenico, Lucia e Michele Arcangelo".

1773  (cenni storici carattere generale)

Nel 1773 il patronato, con la soppressione dei Gesuiti anche in Toscana, passa al Granduca.

1835 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Nel 1835 il 'popolo' di Fornello conta 235 anime, sono 300 nel 1847. Dal 1846 diviene parroco di S. Maria don Guido Ciabatti. Il patronato spetta al Granduca "per la soppressa Compagnia di Gesù". Nella chiesa esiste la Compagnia del SS. Sacramento e della Vergine Maria.

1880 ca - 1920 ca (cenni storici carattere generale)

Fra Ottocento e Primo Novecento vengono ricostruiti in forme neomedievali la facciata ed il campanile.

1898  (cenni storici carattere generale)

Nel 1898 è parroco di Fornello don Francesco Giotti.

1945 - 2008 (cenni storici carattere generale)

Dal 1945 diviene parroco di S. Maria don Lamberto Cambi (1915-2008). Ordinato sacerdote nel 1939, nel 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, era stato arruolato come cappellano militare ed inviato prima in Albania e poi in Montenegro. Nel 1942, rimpatriato, passò al 20° Raggruppamento Alpini Sciatori, in servizio in Savoia, dove l’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi e portato in un lager a Leopoli, in Polonia e, di qui, nel Baden, in Germania, nei campi di lavoro. Liberato nel 1945 e tornato a Firenze, era stato immediatamente nominato parroco di Fornello, dove svolgerà la sua attività pastorale fino al suo ricovero al Convitto Ecclesiastico. Dopo la sua morte uscirà nel 2008 il volume "Diario di un cappellano alpino". Nel 1970 la parrocchia di S. Maria conta 130 anime.

2006 - 2019 (vicende conservative intero bene)

A partire dal 2006 e nel corso del successivo decennio la chiesa è oggetto di interventi di restauro che includono il rifacimento delle coperture, della pavimentazione e dei rivestimenti esterni, oltre alla realizzazione delle opere finalizzate all’adeguamento liturgico. Viene inoltre restaurata la vetrata del rosone in facciata.
Descrizione

La chiesa di S. Maria si trova a Fornello, frazione del Comune di Pontassieve,.tra Santa Brigida e Doccia. Sorge "sul fianco meridionale del Monte di Croce" (Emanuele Repetti), isolata entro un contesto agreste. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi è costruita in adiacenza ortogonale destra. In angolo tra la chiesa e la canonica sorge la torre campanaria. Gli esterni della chiesa sono rivestiti ad intonaco tinteggiato in bianco avorio. La cornice d'imposta delle coperture, sia in facciata che nelle pareti laterali, è in arenaria. La parete laterale sinistra è costruita sopra una basamento in conci d'arenaria, realizzato sul fronte strada. Sul fronte, il sagrato a prato è delimitato da un muretto perimetrale in conci d'alberese e con la cimasa in arenaria e vi si accede da una branca di scale con 15 gradini in pietra. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Due porte nel presbiterio danno accesso alla sagrestia. Accanto all’altare posto nella parete laterale destra è una porta a filo muro che conduce alla base della torre campanaria. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 17,50; larghezza della navata presso la controfacciata: m 6,40; larghezza della navata presso il presbiterio: m 5,80.
Facciata
La facciata è a capanna, intonacata e tinteggiata di bianco; sul colmo è una croce metallica. Gli archetti pensili neomedievali sono in cotto su mensolette in arenaria. La mostra della vetrata circolare, il portale con il frontone triangolare e lo stemma assai consunto sul suo lato destro sono in arenaria. Il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile a pianta quadrata è costruito in conci d'alberese a facciavista su tre livelli, con la cella campanaria provvista di quattro campane azionate a corda, che sono accessibili alla base della torre campanaria. La copertura con tetto a padiglione è impostata su cinque archetti pensili in cotto per lato, le mensole dei quali sono in arenaria; anche ghi archi dei fornici della cella sono in mattoni, come quelli delle monofore poste al secondo livello.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula culminante nel presbiterio, rialzato di due gradini in arenaria e recante al centro l’altare, con mensa in arenaria, come i quattro balaustri su cui poggia. Nella parete tergale il dossale centinato dell’originario altar maggiore è in muratura tinteggiata in grigio ed ospita un'"Assunzione" su tela. I due portali architravati in arenaria aperti ai suoi lati danno accesso alla sagrestia, posta sul retro. Nella parete sinistra del presbiterio è il tabernacolo degli oli santi, con la mostra centinata in arenaria e lo sportello ligneo. Nella parete laterale destra della nave è collocato un confessionale tripartito, con mostre in arenaria ed elementi lignei, sopra il quale il pulpito settecentesco è in legno e poggia su mensole anch'esse lignee dipinte in grigio; l’accesso è sul retro, aperto nella parete. Al centro delle pareti sono due altari laterali speculari, con la mensa ed i balaustri in arenaria; i dossali sono in muratura tinteggiata in grigio ed ospitano un dipinto su tela rappresentante la "Madonna con il Bambino e Santi" (altare a destra) ed uno su tavola raffigurante la "Crocifissione" (altare a sinistra), recante l'iscrizione "fece fare Giuliano da Antonio da Montemurlo". Nella parete destra sono una lapide in marmo del 1833 (posta vicino all'altare) ed uno stemma in arenaria tre-quattrocentesco di Ser Ludovico di Ser Bindo di Ludovico De' Cassi, come la moderna targa posta sul lato destro della controfacciata, in memoria del restauro dell'oculo avvenuto nel 2006; nella parete a sinistra si trova uno stemma in marmo primo-quattrocentesco spettante alla tomba di Ser Chierico Biffoli da Ginestreto e dei suoi discendenti ("S[EPULCRUM] S[ER] CHERICHO DE BIF[F]OLI DA GINESTRETO ET SUORUM DESCENDENTIUM") e sempre marmorea è la lapide secentesca in controfacciata, sul lato sinistro (che ricorda la consacrazione trecentesca). In controfacciata la cantoria è lignea, come la bussola; l’acquasantiera sul lato destro è in marmo. Il fonte battesimale, con vasca circolare in ceramica, è collocato presso la controfacciata, sul lato sinistro. Nella parete laterale destra le due finestre sono cieche ed hanno le mostre in arenaria, come quelle vere delle finestre nella parete sinistra e come la cornice disposta per tutta la lunghezza delle pareti. In sagrestia è posto il vecchio altar maggiore alla romana settecentesco in legno tinteggiato di grigio, con tabernacolo centrale, qualificato da colonnine laterali tuscaniche e dallo sportello recante a bassorilievo dorato il Calice e l'Ostia raggiata. In canonica si trova l'organo, in attesa di essere restaurato. La chiesa prende luce dalla finestra circolare con vetrata policroma in controfacciata e dalle due finestre rettangolari con vetrate in quadricromia aperte nella parete sinistra. L'altezza massima della navata è m 7,90, la minima m 6,70.
Elementi decorativi
Dossali di altari, lapidi e stemmi in arenaria ed in marmo.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto di recente fattura, con mattoni rettangolari disposti a spina.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su cinque capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto del tetto a capanna è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2006)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato nel 2006. L’originario altare ligneo è stato rimosso ed al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica in arenaria che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 91 x 189 x 104. Tabernacolo in ottone su balaustro in arenaria, posto sul lato destro del presbiterio. Sede lignea, mobile, posta al centro della parete tergale del presbiterio. Leggio in legno collocato sul lato sinistro del presbiterio, su balaustro in arenaria. Fonte battesimale, con vasca circolare in ceramica, posto presso la controfacciata, sul lato sinistro. Un confessionale, con mostre in arenaria ed elementi lignei, è inserito nella parete laterale destra dell'aula.
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