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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Fiesole
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Donato a Torri
Parrocchia di San Donato a Torri
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1970)
1187 - 1193(origini carattere generale); 1295 - 1295(cenni storici carattere generale); 1395 - 1400 ca(cenni storici carattere generale); XV - XV(cenni storici arredi); 1524 - 1524(cenni storici carattere generale); 1589 - 1591(cenni storici carattere generale); 1600 - 1615(cenni storici carattere generale); 1627 - XVIII(cenni storici carattere generale); 1837 - 1847(cenni storici carattere generale); 1898 - 1906(cenni storici carattere generale); 1941 - 1941(cenni storici carattere generale); 1950 - 1950(vicende conservative intero bene); 1970 - 1993(cenni storici carattere generale); 1975 - 1975(vicende conservative intero bene); 1983 - 1983(cenni storici carattere generale); 1986 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Donato a Torri
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Donato a Torri <Fiesole>
Altre denominazioni S. Donato a Torri
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
barocco (rifacimento)
Notizie Storiche

1187  - 1193 (origini carattere generale)

La chiesa di S. Donato a Torri in antico è detta anche di S. Donato alle Falle (dall'omonimo borro o torrentello, che il Repetti suppone possa derivare da 'falde': alle falde del Monte Loro; in realtà idronimo di origine longobarda: da "fallen", cascare, e da "falla", cascata, ma anche trappola per pesci, riferendosi al suo corso ripido e con piccole cascate e rapide). Viene ricordata in una pergamena del 1187 e in un'altra del 1193, come cappella suffraganea della pieve di Remole.

1295  (cenni storici carattere generale)

Nel 1295 la chiesetta riceve una cospicua donazione da parte di Masino Macci del 'popolo' fiorentino di Orsanmichele. Talora, erroneamente, questa chiesa è stata confusa con quella di S. Donato in Polverosa, detta anch'essa di S. Donato "ad Turrem", riferendo a quella di Compiobbi la notizia della presenza dal 1239 al 1251 dei monaci Umiliati, che invece riguarda il monastero fiorentino. Nell'ultimo quarto del Duecento forse il Maestro della Maddalena (secondo altre attribuzioni il Maestro di S. Maria Primerana o il Maestro del Bigallo) esegue una "Madonna in trono con il Bambino e due Angeli".

1395 - 1400 ca (cenni storici carattere generale)

I Compiobbesi, casata originaria di Compiobbi, già patroni della chiesetta di S. Michele dal 1366 e dal 1381 anche della chiesa di S. Maria a Pontanico, nel 1395 risultano patroni pure della chiesa di S. Donato a Torri, insieme ai Donati. Incerta è la presenza in origine di un monastero. Alla fine del Trecento risale una tavola con la "Madonna con il Bambino e San Benedetto". In data indefinita vi sorge un "hospitium" per "bianti et pellegrini" dedicato alla Madonna (S. Maria alle Falle), di patronato dei Donati e destinato ai romei che transitano lungo l'antica Cassia Vetus romana.

XV  (cenni storici arredi)

Nel Quattrocento vengono realizzati per la chiesa una croce astile in rame dorato ed un busto di "San Giovannino", opera della bottega dei Rossellino.

1524  (cenni storici carattere generale)

Nel 1524 i Donati eleggono come rettore dell'ospizio presso S. Donato Bartolomeo di Michele Cristofori da Petriolo al posto del precedente, Giovanni de' Donati. Risulta allora rettore della chiesa Pietro di Antonio Rapetti.

1589 - 1591 (cenni storici carattere generale)

Alla fine del Cinquecento i parrocchiani di S. Donato sono pochi ed il rettore, Marcantonio Giuliani, non risulta essere residente nella canonica.

1600 - 1615 (cenni storici carattere generale)

Agli inizi del Seicento i Leopardi innalzano un oratorio nel 'popolo' della chiesa e non molto distante da essa, dove si fermano i barrocciai e i "vetturali" in transito.

1627 - XVIII (cenni storici carattere generale)

Secondo il Calzolai la chiesa e la canonica vengono ristrutturate nel Settecento. In realtà le trasformazioni iniziano nel secolo precedente, con l'erezione dei due altari laterali, rispettivamente nel 1627 (altare della Compagnia di S. Maria, a destra) e nel 1640 (altare di sinistra eretto dai popolani in onore di S. Dorotea Vergine e Martire). La navata riceve un soffitto a botte; viene ricostruita l'area presbiteriale con colonne ioniche ed è eretto il nuovo altar maggiore, con ricchi stucchi, perimetrato e sovrastato nella copertura da pitture murali di validi figuristi e quadraturisti fiorentini dell'epoca.

1837 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Dal 1837 è parroco di S. Donato don Luigi Gervasi. Il patronato spetta al Granduca "per le ragioni del popolo". All'interno della chiesa esiste la Compagnia di S. Andrea Avellino. Nel 1847 il suo 'popolo' conta 400 anime.

1898 - 1906 (cenni storici carattere generale)

Nel 1898 è parroco di S. Donato don Giovanni Nannucci. Nel 1906 la chiesa risulta sempre di patronato regio.

1941  (cenni storici carattere generale)

Dal 1940 e fino al 1971 è parroco don Angiolo Polli (1910-1971) da Giogoli, già presso S. Maria a Marcoiano in Mugello. Nel 1941 la chiesa riceve il fonte battesimale.

1950  (vicende conservative intero bene)

Nel 1950 la chiesa viene restaurata.

1970 - 1993 (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 la parrocchia di S. Donato conta 1.270 anime, nel 1993 1.290. Dal 1972 diviene parroco don Mario Lissoni (n. 1930) da Triuggio (Milano), che vi rimarrà fino al 2007.

1975  (vicende conservative intero bene)

Nel 1975 la chiesa viene nuovamente restaurata, in precedenza erano state realizzate opere per l'adeguamento liturgico.

1983  (cenni storici carattere generale)

Nel 1983 vengono trafugati numerosi arredi, tra i quali la duecentesca "Madonna in trono con il Bambino". Il Busto del "San Giovannino" e la croce astile quattrocenteschi sono invece ritirati dalla chiesa dopo il furto.

1986  (cenni storici carattere generale)

Nel 1986 viene unito alla parrocchia di S. Donato il territorio parrocchiale della chiesa di S. Maria a Pontanico.
Descrizione

La chiesa di S. Donato si trova a Torri, vicino a Compiobbi, frazione del Comune di Fiesole. È "situata in collina, fra la valle dell'Arno e quella del torrente Zambra" (Guido Carocci). Sorge isolata entro un contesto agreste, sulla costa di un poggio coltivato ad olivi. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi è costruita in adiacenza destra. Sul retro è il campanile a vela ortogonale. I rivestimenti esterni del complesso sono ad intonaco tinteggiato in giallo crema. Sul retro si trova un giardino con uliveto, nel quale una tensostruttura offre ospitalità per ritrovi estivi. Il sagrato che precede la chiesa reca al centro una fascia lastricata in arenaria ed è delimitato anteriormente e sulla destra da una cancellata. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Nella parete sinistra del presbiterio è l’accesso alla sagrestia, nella parete opposta quello alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 20,50; lunghezza fino all'arco absidale: m 17,20; lunghezza fino all'arco trionfale: m 13,50; larghezza della navata: m 6,40.
Facciata
La facciata, è a capanna. Le scansioni architettoniche della facciata sono in muratura tinteggiata in grigio, comprese le specchiature laterali, la cornice marcapiano e la mostra della finestra rettangolare, con centina ribassata, ove la cornice modanata a volute è invece in arenaria, così come il portale architravato, sormontato da un frontone centinato; il portone è ligneo. Sul colmo è una croce metallica ed ai lati del frontone sono due vasi in cotto. In basso, a destra, è inserita una lapide marmorea, che ricorda le "missioni" predicate nel 2000, sormontata da una testa alata di cherubino.
Campanile
Il campanile è a vela ortogonale, impostata tra la canonica e la chiesa; è intonacato, tinteggiato di giallo e concluso da una cimasa a volute laterali, con una croce metallica sul colmo. È provvisto di due campane, azionate elettricamente, su una delle quali è raffigurata a bassorilievo la "Sacra Famiglia".
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula culminante nel presbiterio rialzato di due gradini in arenaria; quest'ultimo reca al centro le mensa eucaristica in pietra serena, sorretta da quattro colonnine corinzie, ed è introdotto da un arcone impostato su due colonne ioniche, provviste di capitelli, che reca in chiave un cartiglio, verosimilmente in stucco, dorato e dipinto in verde, recante il cristogramma "JHS". Un secondo arcone, absidale, con un più ampio cartiglio in chiave, simile al precedente e dove è la dedica a S. Donato, con racemi dorati laterali, introduce all’abside, ove al centro la raffigurazione di "San Donato" è su tela, con una maestosa cornice modanata settecentesca, in gesso decorato a finto marmo e dorato, ai lati della quale sono due angeli in altorilievo in stucco bianco; al di sopra si apre una finestra a campana marmorizzata, con due cherubini in stucco bianco ai lati. Il catino absidale è decorato con pitture murali raffiguranti la "Gloria di San Donato tra Angeli musicanti e Cherubini"; le pareti absidali recano figure allegoriche di Virtù realizzate a chiaroscuro entro nicchie virtuali, mentre le sovrapporte laterali presentano frontoni dipinti centinati, spezzati e ribaltati, con vasi e racemi policromi. Al centro dell’abside è posto, su una mensola a parete, il pregevole tabernacolo trabeato ligneo, scolpito, dipinto e dorato, con lo sportello, inquadrato da semicolonne tuscaniche, che reca la raffigurazione del "Risorto", mentre nei lati sono rappresentati due "Angeli oranti"; i due tabernacoli ai lati hanno mostre in marmo e sportello ligneo. Al centro delle pareti laterali sono due dossali in arenaria secenteschi, privi di mensa, con semicolonne ioniche scanalate e rudentate e con il frontone triangolare spezzato e risaltato, recante al centro il simbolo bernardiniano. Sull'altare di sinistra è la tela secentesca di "Santa Dorotea Vergine e Martire tra Cherubini"; su quello di destra la riproduzione della "Madonna in trono con il Bambino e due Angeli" trafugata nel 1983. In posizione speculare lungo tali pareti sono anche due confessionali lignei incassati, con cimase in stucco a volute sopra le nicchie murarie. Tutte le scansioni architettoniche all’interno della chiesa sono in muratura tinteggiata in grigio: cornicione d'imposta della volta, lesene ioniche che scandiscono le pareti longitudinali; modanature delle mostre delle finestre. Le finestre poste lungo la parete laterale destra sono dipinte en-trompe-l'oeil. La cantoria in controfacciata è in muratura, così come le due colonne ioniche tinteggiate in grigio sulle quali è impostata. La bussola è lignea; sul lato destro si apre l’accesso alla cappella del fonte battesimale del 1941 (in marmo, a pianta ottagonale), con un bassorilievo nella parete tergale raffigurante la "Crocifissione con i due astanti"; sul lato opposto è un'edicola in arenaria riccamente scolpita, con lesene composite laterali, il fregio della trabeazione recante a bassorilievo festoni e teste di cherubini e con il frontone centinato, spezzato e risaltato, avente al centro l'emblema bernardiniano; reca nella nicchia catinata una statua della Vergine. La chiesa prende luce dalla finestra con vetrata trasparente posta in controfacciata, da tre finestre aperte lungo la parete sinistra e dalla finestra a campana nella parete absidale. L'altezza massima della navata è m 9,60, la minima, al cornicione d'imposta della volta a botte, m 5,70
Elementi decorativi
Dossali di altari, stucchi, pitture murali.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spina e arrotati in opera.
Coperture
La copertura dell’aula è a botte, così come quella del presbiterio. Il manto di copertura del tetto a capanna è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare messo in opera nel 1970. Rimosso l’originario altare maggiore, al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica in arenaria, poggiante su quattro colonnini, che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 80 x 185 x 92 (h). Tabernacolo ligneo, scolpito, dipinto e dorato, posto al centro della parete absidale. Leggio mobile in ferro battuto, attualmente collocato sul lato sinistro del presbiterio; sul lato opposto è inoltre in uso un secondo leggio ligneo, con fusto a colonna, dorato. Sede lignea posta sul lato sinistro del presbiterio. Fonte battesimale in marmo, a pianta ottagonale con coperchio ligneo, posto in cappella dedicata presso la controfacciata, sul lato destro. Due confessionali lignei sono inseriti nelle pareti laterali, in posizione speculare.
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