chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Vinci Firenze chiesa parrocchiale S. Maria a Spicchio Parrocchia di Santa Maria a Spicchio Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - intervento strutturale (1967) 964 - XIII fine(origini carattere generale); 1369 - 1399(cenni storici carattere generale); 1476 - 1478(cenni storici carattere generale); 1507 - 1525(cenni storici carattere generale); 1575 - XVII(cenni storici carattere generale); 1603 - 1643(cenni storici rifacimento barocco); 1741 - 1784(cenni storici carattere generale); 1820 - 1898(cenni storici carattere generale); 1920 - 1920(cenni storici carattere generale); 1967 - 1967(cenni storici trasformazione del presbiterio ); 1969 - 2015(cenni storici carattere generale); 2007 - 2007(vicende conservative coperture)
Chiesa di Santa Maria a Spicchio
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Santa Maria a Spicchio <Vinci>
Altre denominazioni
S. Maria a Spicchio
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
barocco (rifacimento)
maestranze toscane (rifacimenti)
Notizie Storiche
964 - XIII fine (origini carattere generale)
S. Maria a Spicchio (da “spiculum”, angolo, cantone) o Pagnanamina (diminutivo dal nome romano di Pagnius), località ricordata nel 964 e nel 1124, dove si trova un “passo di nave” sull’Arno, è menzionata nel 1119 nell'elenco delle chiese suffraganee della pieve di S. Andrea ad Empoli. Ricade tra i possessi dei conti Guidi e tra il 1258 ed il 1265 la località è ceduta alla Repubblica fiorentina. Sul volgere del Duecento, però, la chiesa non è citata nelle decime vaticane tra le suffraganee di S. Andrea ad Empoli. La chiesa è di patronato del ‘popolo’.
1369 - 1399 (cenni storici carattere generale)
Nel 1369 il pievano d’Empoli approva l’elezione a rettore di S. Maria Jacopo Riccacci, voluta dal ‘popolo’. Al Trecento risale una piccola tavola raffigurante la “Madonna con il Bambino” d’Jacopo di Cione (1325-1399), recante nella predella il “Vir dolorum tra i due dolenti” e l'arme dei committenti, i Federighi.
1476 - 1478 (cenni storici carattere generale)
Nel 1476-1478 è rettore della chiesa prete Guglielmo e cappellano Agnolo Ferrini, che, a causa delle scarse risorse economiche, fa anche il maestro ed il rilegatore di manoscritti.
1507 - 1525 (cenni storici carattere generale)
Nella prima metà del Cinquecento (1507-1525) è rettore di S. Maria Giovanni di Cristofano Ronconcelli (m. 1564), dottore in legge, che era stato arciprete della Collegiata d’Empoli, nel 1522 canonico in Francia e al seguito del cardinal Francesco Soderini (1453-1524); nel 1530 commissionerà a Giovan Battista Volponi detto lo Scalabrino (1489-1561) una “Vergine in gloria trai Santi Stefano, Maddalena, Onofrio e Barbara” per la cappella dei SS. Stefano e Noferi nella Collegiata d’Empoli, di patronato della famiglia, dove si fa effigiare come donatore. Nel 1532 otterrà i due beneficii parrocchiali di S. Donato e di S. Frediano in Val di Botte e nel 1546 quello di S. Giusto a Cigoli. Sarà proposto di Empoli dal 1545 al 1556, essendo anche vicario di Prato.
1575 - XVII (cenni storici carattere generale)
Per l’oratorio della Compagnia di San Rocco, edificato nel 1575, un pittore gravitante attorno all’Empoli (1551-1640) o a Matteo Rosselli (1578-1650) dipinge una tela rappresentante la “Vergine con il Bambino tra i Santi Rocco e Macario e Cherubini”, attualmente in chiesa. È invece dipinto per la chiesa un “Compianto sul Cristo morto con Angeli”, riferibile alla scuola del Cigoli (1559-1613).
1603 - 1643 (cenni storici rifacimento barocco)
Dal 1603 al 1640 diviene rettore di S. Maria Giovanni Maria Michi. La primitiva chiesa romanica è rifatta nel 1633-1643, in parte da don Michi, addizionandovi il nuovo presbiterio con l’altar maggiore, eretto sul disegno di un architetto gravitante nell’orbita di Bernardino Radi, e realizzando i due altari laterali con i loro quadri (quello di destra del 1635, fatto erigere da Giuseppe Bussoni, protonotario apostolico, quello di sinistra del 1633-1643, innalzato da Pier Antonio di Matteo de’ Tozzi e adornato dal figlio Alessandro con l’aggiunta del quadro). Egli fa costruire anche la nuova sagrestia e restaurare la canonica. Per l'altar maggiore nel 1635 Francesco Curradi (1570-1661) dipinge un’“Assunta”. Francesco Macario, un allievo del Passignano (1559-1638), dipinge per l’altare di destra dei Bussoni la “Madonna di Loreto adorata da Angeli e Santi”, dopo un pellegrinaggio della comunità di Spicchio al santuario di Loreto.
1741 - 1784 (cenni storici carattere generale)
Dal 1741 al 1751 è parroco don Giuseppe Castellani. Il 22 febbraio 1784 la chiesa, nuovamente rimaneggiata, viene benedetta dal canonico d’Empoli Benedetto Falconcini. Soppressa nel 1785, la Compagnia viene ripristinata e l’oratorio è rialzato dai fratelli ascritti nel 1799, venendo data in cottimo ad un “Costantino Re[…]”.
1820 - 1898 (cenni storici carattere generale)
Nel 1820 è parroco di Spicchio monsignor Ranieri Bardini e dal 1829 don Gregorio Grimaldi. Il patronato spetta al granduca “per le ragioni del Popolo”. Allora Luigi Santoni non vi rammenta nessuna Compagnia laicale. Nel 1833 il ‘popolo’ di Spicchio conta 846 anime e nel 1847 925. Nel 1886 risulta essere parroco don Pietro Fracassini, che lo è ancora nel 1898. Allora la parrocchia conta 912 anime.
1920 (cenni storici carattere generale)
Nel 1920 è parroco di Spicchio don Ferdinando Pulignani.
1967 (cenni storici trasformazione del presbiterio )
Negli anni Sessanta sono effettuati vari restauri. Nel 1967, essendo parroco don Aldo Viliani da Borgo San Lorenzo, avviene l’adeguamento del presbiterio alle esigenze liturgiche della riforma conciliare, su progetto dell’architetto conte Neri Ginanneschi Comneno Stephanopoli (1928-2013) di Cinigiano (Grosseto) – docente di Caratteri Distributivi degli Edifici alla Facoltà d’Architettura di Firenze da 1965 al 1972 – e con la collaborazione dello scultore A. Trifoglio; nel dossale secentesco è inserita una lapide memoriale marmorea. Il tabernacolo è opera dell’orafo L. Pagliai di Firenze, che poi nel 1969 collaborerà anche con l'architetto Guido Morozzi in occasione della realizzazione del tabernacolo con smalti per la chiesa della Sacra Famiglia a Sagginale. La sua firma è documentata sino al 1975, anno in cui realizzerà una croce per la chiesa dei SS. Stefano e Caterina a Pozzolatico.
1969 - 2015 (cenni storici carattere generale)
Dal 1969 diviene parroco don Giacomo Stinghi (n. 1934) da Bagno a Ripoli. Nel 1970 la parrocchia di Spicchio conta 1.900 anime e nel 1993 sono 3.800. Nel 1983 viene restaurata la “Madonna con il Bambino” d’Jacopo di Cione. Dal 1988 diviene parroco don Piero Sabatini (n. 1943) da Asti, deduce dal Brasile e che poi sarà trasferito in diocesi di Arezzo dal 2018. Quindi, dal 1997 al 2015, sarà parroco don Enrico Giachetti (n. 1960), ora parroco della chiesa del SS. Nome di Gesù ai Bassi.
2007 (vicende conservative coperture)
Nel 2007 è completato un intervento di restauro delle coperture.
Descrizione
La chiesa di S. Maria Assunta si trova a Spicchio, frazione del Comune di Vinci. Sorge entro un contesto urbano, “fra la ripa destra dell’Arno e la sinistra del rio de’ Morticini, alle falde della collina di Collegonzi, appena mezzo miglio a grecale di Sovigliana” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che con i locali parrocchiali vi sorge in adiacenza destra. Il sagrato, lastricato in pietra di recente fattura, è preceduto da alcuni scalini e da una rampa rivestiti in cotto. Il campanile a vela è impostato sopra la parete destra della chiesa, presso la controfacciata. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato in bianco panna. La facciata è a capanna, la pianta ad aula. Addossata al fianco sinistro della chiesa è la sede dell’ex Compagnia di S. Rocco, nella cui facciata sono in arenaria la cornice del frontone, la mostra della finestra rettangolare, il portale architravato e gli scalini che lo precedono.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Nella parete sinistra dell’aula è l’accesso alla sagrestia, dalla quale si perviene alla sede dell’ex Compagnia adiacente. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 20,00; lunghezza fino all'arco trionfale: m 15,00; larghezza della navata: m 8,30.
Facciata
La facciata della chiesa è a capanna, intonacata; sul colmo è una croce metallica. Le cornici d’imposta della copertura sono rivestite ad intonaco, la mostra della finestra circolare (che ha una vetrata policroma) è in arenaria (poi rivestita ad intonaco), come il portale architravato, preceduto da tre gradini in arenaria. Il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile è a vela, intonacato e con cornici tuscaniche, provvisto di due campane.
Interno
L’interno è costituito da una singola aula che culmina nel presbiterio, preceduto da un arcone su semipilastri tuscanici, tinteggiato in grigio e rialzato di un gradino in arenaria, ove al centro si trova la mensa eucaristica in arenaria, come il sontuoso dossale nella parete tergale, qualificato da colonne laterali composite, da una testa alata di cherubino tra festoni nella trabeazione e da un frontone centinato, spezzato e risaltato con al centro una lapide memoriale marmorea (moderna) sovrastata da un frontoncino centinato, che rammenta la maniera di Bernardino Radi; reca il dipinto su tela dell’a “Vergine Assunta” di Francesco Curradi. Nella parete sinistra si trovano il “Compianto sul Cristo morto con Angeli” della scuola del Cigoli ed un moderno organo positivo. In una nicchia aperta alla destra del dossale è posto, su un antico peduccio composito in arenaria, il moderno tabernacolo, in ottone e smalti. A sinistra dell’arcone è collocata la “Madonna con il Bambino” d’Jacopo di Cione. Due dossali in arenaria sono addossati, privi di mensa, alle pareti laterali della navata, in posizione speculare: presentano colonne laterali composite, con stemmi nobiliari nei plinti sottostanti, ed un frontone triangolare spezzato e risaltato con al centro l’emblema bernardiniano (in quello di destra) o un cartiglio (in quello di sinistra). L’altare di destra reca la tela della “Madonna di Loreto con quattro Santi e Cherubini” di Francesco Macario (proveniente dalla sede dell’ex Compagnia), quello di sinistra la tela secentesca della “Vergine con il Bambino tra i Santi Rocco e Macario e Cherubini”. Nella parete sinistra è il portale architravato in arenaria che immette nella sagrestia. La controfacciata reca decorazioni murali novecentesche nel registro inferiore; la bussola è lignea, con vetrate opache, le due acquasantiere a parete sono in rame. La chiesa prende luce dalla finestra circolare in controfacciata (con una vetrata policroma raffigurante l’“Assunta con due Angeli”) e da due finestre rettangolari, anch’esse con vetrate policrome, aperte nelle pareti laterali del presbiterio. L'altezza della navata è m 9,20. La sede dell’ex Compagnia presenta un dossale d’altare con due semicolonne ioniche laterali ed un frontone triangolare spezzato, recante al centro l’emblema bernardiniano; di lato sono due porticine architravate e sormontate da un’edicola frontonata con sportello ligneo; l’ambiente è illuminata dalla finestra rettangolare in controfacciata e da due oculi circolari nella parete sinistra.
Elementi decorativi
Dossali di tre altari secenteschi in arenaria; peducci secenteschi in arenaria; pitture murali novecentesche; vetrate policrome novecentesche; altare barocco nell’ex sede della Compagnia.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto arrotato in opera, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce.
Coperture
La copertura della navata è costituita da una finta volta a botte ribassata, in incannicciato, scandita dagli scatolari tinti in grigio su peducci laterali tuscanici, al cui interno sono celate le catene delle capriate. Il presbiterio ha un soffitto piano. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1967)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel 1967. La mensa liturgica posta al centro del presbiterio consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni cm 241 x 91 x 103 (h). Altare in arenaria, con la mensa che poggia su basamento a pianta rettangolare. Tabernacolo in ottone e smalti posto in una nicchia nella parete tergale del presbiterio, sul lato destro. Leggio mobile in ottone collocato nel presbiterio, davanti alla sede. Sede lignea, mobile, addossata alla parete tergale del presbiterio, in posizione centrale. Fonte battesimale: è in uso un bacile mobile in rame. Due confessionali lignei sono addossati alle pareti laterali, in posizione speculare.