chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Poggibonsi Firenze chiesa parrocchiale S. Giorgio a Cinciano Parrocchia di San Giorgio a Cinciano Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - intervento strutturale (1995 (?)) 998 - 1126(origini carattere generale); 1292 - 1360(cenni storici carattere generale); 1376 - 1376(cenni storici carattere generale); 1655 - XVIII(cenni storici carattere generale); 1833 - 1847(cenni storici carattere generale); 1865 - 1874(cenni storici carattere generale); 1886 - 1886(cenni storici carattere generale); 1957 - 1999(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Giorgio a Cinciano
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Giorgio a Cinciano <Poggibonsi>
Altre denominazioni
S. Giorgio a Cinciano
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
maestranze toscane (rifacimento del XIX secolo)
Notizie Storiche
998 - 1126 (origini carattere generale)
Nel 998 il marchese Ugo di Toscana dona alla badia di S. Michele Arcangelo a Marturi (Poggibonsi) alcuni beni posti a Cinciano (memoria toponomastica del “praedium” di un Cincius), che secondo il Repetti in antico era detto Vitiano (memoria toponomastica di un Veturius) o Vizzano (memoria di un Vettius), ma dovrebbero essersi trattate di due vicine ma distinte località, nella seconda delle quali esisterà in antico una chiesa dedicata a S. Giusto. Presso le non lontane sorgenti termali nel 1845 sono state ritrovate numerose monete romane degli imperatori Domiziano, Nerva e Faustina (I-II secolo d. C.). Nel 1126 Zabollina di Giovanni di Bottaccio, vedova di Ridolfino di Bernardo da Catignano (un esponente della famiglia dei Ghisolfi, legata fin da tempi remoti ai conti Cadolingi), dona al vescovo fiorentino Gottifredo dei conti Alberti (circa 1083-1142) vari beni, tra i quali alcuni posti a Cinciano. Fin dall’XI secolo (se non da prima) forse esiste la chiesa di S. Giorgio.
1292 - 1360 (cenni storici carattere generale)
Nel 1292 il vescovo fiorentino Andrea de’ Mozzi (m. 1296) concede in affitto i terreni posti a Cinciano a Giovanni da Poggibonsi per 14 staia di grano all’anno. Nel 1300 le acque termali del vicino Bagno di Cinciano risultano di proprietà del comune di Poggibonsi e sono date in locazione nel 1344 per 32 soldi annui. La chiesa di S. Giorgio, nel piviere di S. Appiano, è citata nel 1360.
1376 (cenni storici carattere generale)
Nel 1376 la chiesa è ricordata già come prioria, quando il pievano di S. Appiano conferma Gallo da Linari quale suo priore.
1655 - XVIII (cenni storici carattere generale)
Nel 1655 è unita a Cinciano la rettoria di S. Maria a Fugnano (memoria toponomastica del “praedium” di un Folnius o Fannius). Nel Seicento è dipinta una “Madonna del Rosario con due Angeli” e nel Settecento sono raffigurati, sempre su tela, i “Santi Caterina, Domenico, Paolo e Giuseppe con attorno i misteri del Rosario” ed una “Annunciazione”.
1833 - 1847 (cenni storici carattere generale)
Dal 1833 è parroco di Cinciano don Vincenzio Mori. Nel 1833 il ‘popolo’ di Cignano conta 253 anime e nel 1847 sono 350. Nel 1839 la chiesa di S. Giorgio risulta di patronato dei Gherardini, ma nel 1847 è di libera collazione. Nel 1843 sono ‘riscoperte’ dal farmacista Giovanni Civili da Greve le acque termali ‘acidule’ di Cignano, poste in località Piano dei Bagnoli, allora di proprietà dei Padri Serviti di Siena e precedentemente, fino alle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi, alle monache delle Murate di Firenze.
1865 - 1874 (cenni storici carattere generale)
Da un inventario edito nel 1897 apprendiamo che nel 1865 sull’altare di destra della chiesa si trova allora la tela con la “Madonna del Rosario”. Da una relazione del 1868 sappiamo che allora “l'acqua di Cinciano è fredda, limpidissima, incolora, affatto inodora, ha sapore agretto piccante deciso e piuttosto gustoso”. L’acqua acidula di Cinciano, detta anche di S. Giorgio, “è posta alla sinistra ripa del Drove, confluente della Staggia, in prossimità di San Giorgio” […]. L’acqua acidulo-ferruginosa di Cinciano sgorga alle pendici orientali della collina di San Giorgio anzidetta […], brevidistante dalla scaturigine precedente”
1886 (cenni storici carattere generale)
Nel 1886 è parroco di Cinciano don Benedetto Carli; la parrocchia conta allora 386 anime. La chiesa risulta allora oramai ricostruita integralmente.
1957 - 1999 (cenni storici carattere generale)
Nel 1957 e fin’oltre il 1970 diviene parroco di Cinciano don Pietro Paciscopi (1928-2016) da Montespertoli, in seguito parroco a San Bartolomeo in Tuto (Scandicci) e a Cercina. Dal 1991 diviene amministratore parrocchiale don Agostino Giotti (n. 1915) da Barberino Val s’Elsa, parroco di San Lorenzo a Cortine. Nel 1993 la parrocchia di Cinciano conta 90 anime. Negli Anni Novanta avviene l’adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare.
Descrizione
La chiesa di S. Giorgio si trova a Cignano, frazione del Comune di Poggibonsi, a settentrione di quest’ultimo. “Risiede in costa fra due rami del torrente Drove, alla destra della strada Regia romana che sale da Poggibonsi a Barberino Val d’Elsa” (Emanuele Repetti). Sorge entro un contesto agreste. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica che vi sorge in adiacenza sinistra. Sul lato destro, a tergo, sorge la torre campanaria. Lungo le pareti laterali della chiesa sono addossate due coppie di contrafforti a scarpa, in laterizio. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Lungo la parete sinistra si apre l’accesso alla sacrestia, nella parete opposta, in posizione speculare, è l’accesso alla torre campanaria. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 14,60; lunghezza fino all'arco trionfale: m 9,50; larghezza della navata: m 7,00.
Facciata
La facciata è a capanna, attualmente priva d’intonaco, mostrando una muratura in pietrame irregolare; sul colmo è una croce in metallo. Il frontone presenta le cornici in muratura; la finestra circolare, con strombatura intonacata, ha una vetrata opacizzata con una cornice policroma a motivi geometrici. Il portale trabeato è in travertino, con l’architrave in arenaria, il portone è ligneo, con specchiature quadrate belle ante.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, con la canna in conci lapidei ed un successivo parziale sviluppo in laterizio in corrispondenza della cella, qualificata da fornici centinati con gli archi in mattoni. La cella campanaria è provvista di tre campane azionate a corda ed ha una copertura a cuspide cupoliforme intonacata. Sul colmo è una croce metallica.
Interno
L’interno è costituito da una singola aula, a pianta rettangolare, che culmina nel presbiterio, rialzato di due scalini ed introdotto da un arcone a tutto sesto; al centro la mensa eucaristica, poggiante su due pilastri realizzati in conci lapidei, è in arenaria, così come l’antico tabernacolo centinato (avente uno sportello in ottone lavorato a martellina) e la struttura realizzata per sostenerlo. Il Crocifisso posto al centro della parete tergale è ligneo. I due altari laterali hanno la mensa in arenaria. Sopra l’altare sinistro la copia del “San Giorgio” di Donatello pare sia in metallo dipinto; entro l’arcone cieco di quello di destra si trova una statua policroma della “Madonna con il Bambino” entro una struttura mobile lignea e dorata a raggiera e con la corona sovrastante Maria, sette-ottocentesca. In controfacciata, sul lato sinistro, si trova il fonte battesimale in rame, posto a parete entro una nicchia centinata con ghiera in mattoni e sovrastato da una statuetta su mensola di “San Giovanni Battista”; sul lato destro è stato realizzato un confessionale in muratura, con una iscrizione sulla fronte. La bussola è lignea. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in bianco. La chiesa prende luce dalla finestra circolare in controfacciata, dalla vetrata colorata in verde della bussola e dalla monofora centinata aperta nella parete destra del presbiterio, ma non dalla finestra quadrangolare munita d’inferriata, presente nel presbiterio ed attualmente tamponata con mattoni. L'altezza massima della navata è m 9,40, la minima m 8,30.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in marmo rosso, con quadroni disposti per file parallele.
Coperture
La copertura della navata poggia su una singola capriata, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il presbiterio ha una copertura piana, con uno stoiato. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1995 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato negli anni ‘90. La mensa liturgica è posta al centro del presbiterio e consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 228 x 63 x 97 (h). Altare in arenaria, con la mensa che poggia su due pilastri realizzati in conci lapidei. Tabernacolo in arenaria, con sportello in ottone lavorato a martellina, posto al centro del presbiterio. Sede lignea addossata alla parete laterale destra del presbiterio, sul lato opposto è in uso un leggio in metallo, mobile. Fonte battesimale in rame, posto a parete in controfacciata, sul lato sinistro. Un confessionale in muratura è addossato alla controfacciata, sul lato destro.