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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Castelfiorentino
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Pietro a Pisangoli
Parrocchia di Santa Verdiana a Castelfiorentino
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1990)
VIII - 1286(origini carattere generale); 1304 - 1357(cenni storici carattere generale); 1489 - 1515(cenni storici carattere generale); 1635 - 1645(cenni storici carattere generale); 1653 - 1672(cenni storici dipinto su tavola); 1717 ante - 1717(cenni storici ricostruzione della chiesa); XVIII fine - 1814(cenni storici carattere generale); 1833 - 1849(cenni storici carattere generale); 1886 - 1898(cenni storici carattere generale); 1903 - 1911(cenni storici carattere generale); 1970 - 1999(cenni storici carattere generale); 2007 - 2007(cenni storici carattere generale); 2009 - 2009(cenni storici intero bene)
Chiesa di San Pietro a Pisangoli
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Pietro a Pisangoli <Castelfiorentino>
Altre denominazioni S. Pietro a Pisangoli
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto originario)
maestranze toscane (ricostruzione del XVIII secolo)
Notizie Storiche

VIII - 1286 (origini carattere generale)

Secondo Giovanni Lami, nel 774 Carlo Magno avrebbe donato alla badia di Nonantola un possedimento a Pisangoli (già Pisango, dal diminutivo del nome Pisangus, Pisanus), ma la notizia non trova riscontri ulteriori. Il luogo è citato nel 967, quando vi possiede beni la Mensa vescovile fiorentina. Nel 970 il vescovo Sichelmo (m. post 978) concede in enfiteusi un predio dominicale dell’Episcopio posto a Cella di Damiano, in località Pisango; il canone annuo è di 24 denari d’argento. La primitiva chiesa di S. Pietro, a navata unica absidata, sorge lungo la via Volterrana, in una località che in seguito prenderà il nome di San Pier Vecchio, ed è suffraganea della pieve di S. Ippolito. Non possiede canonica per i suoi rettori. È censuaria dell’Episcopio fiorentino, cui deve annualmente uno staio d’orzo. Nel 1276 paga 3 libbre e 4 soldi di decima pontificia. Viene ancora citata nel 1286.

1304 - 1357 (cenni storici carattere generale)

Sappiamo che nel 1304 un ‘popolano’ di S. Pietro a Pisango è affittuario della Mensa vescovile fiorentina e paga annualmente un quarto del grano prodotto dal podere e la quarta parte di un’albergheria (tributo che consisteva nel fornire gratis vitto e alloggio al vescovo). La chiesa è nuovamente citata nel 1357.

1489 - 1515 (cenni storici carattere generale)

Nel 1489 Gabriello Attavanti vende a Michele ed Antonio di Pietro di Lapo dei Gazzetti di Firenze sette terreni posti nel ‘popolo’ di S. Pietro, posti a Sorbigliana e Villa Camiano per 24 fiorini d’oro (ASF, Diplomatico, Riformagioni, 1489 aprile 21). Nel 1515 la prebenda della chiesa è concessa allo Spedale di Castelfiorentino.

1635 - 1645 (cenni storici carattere generale)

Nel 1635 la chiesa viene unita al convento di S. Girolamo a Pietrafitta (Pieve Vecchia di Castelfiorentino) dei Gesuati (noti come artefici di vetrate policrome), di patronato degli Arrighi, che possiedono almeno dal Cinquecento vari beni nel ‘popolo’ di Pisangoli. Allora l’edificio sacro e la canonica sono oramai in rovina. Con la morte del canonico Agostino Galli nel 1645 cessa la prebenda canonicale accesa 130 anni prima.

1653 - 1672 (cenni storici dipinto su tavola)

Da Pietrafitta proviene la tavola con la “Madonna con il Bambino tra i Santi Girolamo e Verdiana”, dipinto da ignoto del primo quarto del Cinquecento (ma talora ascritto anche all’urbinate Giovanni Santi, 1440/1445-1498, padre di Raffaello), “probabilmente eseguito nel 1508 [sic!], anno in cui, per opera di Bartolomeo di Piero Arrighi, i Gesuati della congregazione di Fiesole, si stabilirono presso la Pieve vecchia di Castelfiorentino” (Olinto Pogni; in realtà fondato nel 1430, in seguito ad una donazione di ser Niccolò Arrighi e della moglie Nera), opera oggi nel Museo di S. Verdiana a Castelfiorentino. Infatti, con la soppressione del convento dei Gesuati nel 1652, nel 1653 i beni del convento stesso, compresa la tavola, sono assegnati dal vicario arcivescovile Vincenzo de’ Bardi alla chiesa di Pisangoli, essendone rettore don Antonio Barducci. L’opera, però, è ancora documentata sull’altar maggiore della chiesa dei Gesuati nel 1655, mentre nel 1672 è già stata traslata a Pisangoli.

1717 ante - 1717 (cenni storici ricostruzione della chiesa)

Agli inizi del Settecento (prima del 1723), essendo la chiesa sempre più cadente, viene ricostruita all’interno del borgo, che allora stava ampliandosi sempre più. L’edificio è terminato nell’aprile del 1717.

XVIII fine - 1814 (cenni storici carattere generale)

Alla fine del Settecento l’edificio sacro viene restaurato. Nel 1814 è sepolta in chiesa Maria Ermellina (n. 1781), figlia di Francesco Medici e moglie di Francesco Civili di Greve, giudice a Castelfiorentino, deceduta durante il parto.

1833 - 1849 (cenni storici carattere generale)

Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Pietro conta 463 anime e nel 1847 500. Nel 1849 diviene parroco don Ferdinando Tafi. La chiesa è di libera collazione. “Vi si venera un’Immagine di Maria SS. del Carmine, che è in devozione presso il popolo” (Luigi Santoni). Contigua alla chiesa vi è la sede della Compagnia di Maria Vergine del Carmine.

1886 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1886 risulta essere parroco di S. Pietro don Pasquale Gherardini, che lo è ancora nel 1898; allora la parrocchia conta 624 anime.

1903 - 1911 (cenni storici carattere generale)

Nel 1903 la chiesa viene restaurata dal nuovo parroco don Olinto di Attilio Pogni (1873- 1950), studioso di storia e d’arte di Castelfiorentino e della Val d’Elsa (con molti suoi contributi pubblicati nella “Miscellanea Storica della Valdelsa” fin dal 1911) e canonico della Metropolitana Fiorentina, investito della parrocchia dal 1900. È demolito il precedente campanile a vela posto in facciata, è realizzata una cantoria in controfacciata ed il nuovo campanile a vela viene eretto a sinistra del presbiterio. È rifatta anche la sagrestia. La tavola cinquecentesca “vedesi oggi all’unico altare laterale, situato in cornu epistulae della chiesa” (Olinto Pogni).

1970 - 1999 (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 è parroco don Brunetto Fioravanti (n. 1932). Nel 1986 il territorio parrocchiale viene unito a quello di S. Verdiana a Castelfiorentino. Nel corso degli Anni Novanta avviene l’adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare; l’altar maggiore è realizzato con elementi provenienti da una chiesa nel territorio di Ortimino (Montespertoli).

2007  (cenni storici carattere generale)

Risale al 2007 l’ultimo contributo sulla storia della chiesa, pubblicato da Sergio Marconcini (1939-2022), professore e giornalista di Castelfiorentino

2009  (cenni storici intero bene)

Nel 2009 il complesso è oggetto di un intervento di generale restauro.
Descrizione

La chiesa di S. Pietro a Pisangoli sorge isolata su un poggio nell’immediato settentrione di Castelfiorentino, non lontano dalla Pieve di S. Ippolito, “sulla strada regia Volterrana che passa da Montespertoli a piè delle colline poste a settentrione della terra di Castelfiorentino” (Emanuele Repetti) ed oggi nei pressi dell’attuale circonvallazione dell’abitato, realizzata ad integrazione viaria al posto della via Volterrana. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che, intonacata, vi sorge in adiacenza destra ed oggi è divisa in due unità abitative concesse in locazione. A tergo, sulla falda sinistra di copertura, è impostato il campanile a vela. Addossata sul fianco sinistro è quella che un tempo era la sede dalla Compagnia della Madonna del Carmine. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato beige. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Sul lato sinistro del presbiterio è l’accesso alla sagrestia. Nei pressi della controfacciata, nella parete sinistra, è l’accesso alla sede dell’ex Compagnia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 14,60; lunghezza fino all'arco absidale: m 11,50; larghezza della navata: m 5,80.
Facciata
La facciata, intonacata, è a capanna, sul colmo è una croce metallica; di lato sono sue grandi pigne strigilate su esili piedi. La finestrella circolare ha una vetrata policroma (moderna) e la mostra tinteggiata in grigio; il portale architravato è in arenaria, il portone è ligneo, con specchiature rettangolari nelle ante. La facciata della sede dell’ex Compagnia, a sinistra di quella della chiesa, ha la porta sormontata da una finestra lucifera di tipo romano termale, a sua volta sovrastata da uno stemma in cotto coronato.
Campanile
Il campanile è a vela, in mattoni intonacati e dotato di due campane azionate elettricamente e, sopra la trabeazione, tra volute laterali neobarocche, di una terza di minori dimensioni, posta in posizione centrale (1; 2). I pilastri laterali sono gravati da piccoli vasi posti al di sopra della trabeazione.
Interno
L’interno e costituito da una singola aula, a pianta rettangolare, che culmina nel presbiterio, rialzato di un gradino in arenaria e recante al centro l’altare in arenaria poggiante su due mensoloni a volute. Nella scarsella a tergo è collocata la sede; il Crocifisso appeso a parete è ligneo. L’arcone presbiteriale è dipinto in bianco simulando pilastri tuscanici scanalati; di lato due moderne riproduzioni di tavole cuspidate raffiguranti “San Pietro” e “Santa Verdiana”. Lungo la parete destra dell’aula è la lapide funeraria ottocentesca in marmo; marmoree sono pure le due piccole acquasantiere scanalate poste a parete in controfacciata; la bussola è lignea. I rivestimenti interni della chiesa sono ad intonaco tinteggiato in verde lorenese e, presso le imposte di copertura, vi è una decorazione a nastro in bicromia di rosso mattone e cotto chiaro. Le stazioni della Via Crucis sono in ceramica invetriata. La chiesa prende luce dall’oculo in controfacciata e dalla finestra semicircolare aperta nella parete tergale della scarsella; le vetrate sono policrome (moderne). L'altezza massima della navata è m 6,50, la minima m 5,80. La sede dell’ex Compagnia ha l’altare in muratura, con la mensa in arenaria sorretta da due mensoloni e con un grado marmorizzato, sovrastato da un’edicola centinata, già contenente una tela. Lungo la parete sinistra si trova un Crocifisso ligneo su una Croce raggiata. È illuminata da due finestrelle quadrangolari poste lungo la medesima parete.
Elementi decorativi
Stemma in cotto sulla facciata; lapide funeraria primo-ottocentesca.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su tre capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La copertura della sede dell’ex Compagnia presenta un tetto a leggio con semicapriata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1990)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato, nella disposizione attuale, nel corso degli anni ’90. La mensa liturgica posta al centro del presbiterio consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni cm 175 x 78 x 109 (h). Altare in arenaria, con la mensa che poggia su due mensole a voluta e setto tergale. Sede lignea, posta presso la parete tergale del presbiterio. Leggio in arenaria posto nel presbiterio, sul lato sinistro. Un leggio ligneo, mobile, è in uso davanti alla sede.
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