chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Firenzuola Firenze chiesa parrocchiale S. Michele a Casanuova Parrocchia di San Michele a Casanuova Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - intervento strutturale (1990 (?)) 1045 - 1211(origini carattere generale); 1212 - 1302(cenni storici intero bene); 1303 - 1349(cenni storici intero bene); 1350 - 1386(cenni storici carattere generale); 1427 - 1430(cenni storici carattere generale); XVI - XVI(cenni storici carattere generale); 1623 - 1623(descrizione stato conservativo intero bene); 1784 - 1790(crollo e ricostruzione chiesa); 1821 - 1821(cenni storici parrocchia); 1823 - 1833(opere decorative e ampliamento chiesa); 1840 - 1848(ampliamento chiesa); 1845 - 1861(acquisizione statue lignee); 1848 - 1861(ultimazione lavori chiesa); 1876 - 1876(inventario beni mobili chiesa); 1880 - 1880(cenni storici chiesa); 1898 - 1898(cenni storici parrocchia); 1914 - 1914(schedatura statue lignee); 1933 - 1937(restauro statue lignee); 1955 - 1983(trasferimento statue lignee); 1970 - 1970(cenni storici parrocchia); 1990 - 1990(cenni storici parrocchia); 1991 - 1997(vicende conservative coperture e campanile); 2000 - 2010(vicende conservative intero bene)
Chiesa di San Michele a Casanuova
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Michele a Casanuova <Firenzuola>
Altre denominazioni
S. Michele a Casanuova
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche
1045 - 1211 (origini carattere generale)
Sorta in epoca certamente anteriore al XIII secolo come cappella dedicata a S. Michele, in località Chiesa Vecchia (a circa due chilometri e mezzo a sudest dell'attuale chiesa), nel piviere di Cornacchiaia, è collegata alla vicina strada forse d'origini romane che conduce da Bologna a Firenze passando da Casanuova (località già citata nel 1045), da Rifredo e dal Passo del Giogo (via citata nel 1145 e nel 1186), controllata in origine dagli Ubaldini (nel 1090 risiede a Casanuova, dove esiste un loro castello, il conte Gotizio o Gottifredo con la moglie Cunizza; nel 1145 Albizzo e Greccio Ubaldini si spartiscono le gabelle provenienti dalla strada e hanno sempre proprietà a Casanuova). Già nel 1145 gli abitanti di Casanuova sono vassalli delle monache di San Pietro a Luco e così risultano nel 1184, quando sono esonerati da alcuni pesanti tributi, e nel 1186. La cappella è menzionata nel 1211 quando è ceduta a prete Ranieri, rettore di S. Maria a Rifredo, sempre nel piviere di Cornacchiai
1212 - 1302 (cenni storici intero bene)
Nel 1212 (secondo altre fonti nel1214) la cappella viene donata alle monache camaldolesi di San Pietro a Luco, il cui monastero era stato fondato proprio dagli Ubaldini nel 1085. Nel 1302 la strada per il Passo del Giogo è detta "via de Casanova".
1303 - 1349 (cenni storici intero bene)
La cappella, oramai divenuta rettoria, è attestata nelle "Rationes Decimarum" del 1302-1303. È stata ipotizzata la presenza di un fonditore di campane bolognese a San Michele: l'iscrizione posta sulla campana attualmente più grande recita: "PER GRA[TIA] DEI MATEUS ME FECIT A. D. MCCCIL"; tale campana è confrontabile con un'altra di poco posteriore presente nella chiesa di San Francesco a Castelfiorentino, dove è scritto esplicitamente "MATHEUS BONONIENSIS".
1350 - 1386 (cenni storici carattere generale)
Nel 1350 e poi ancora nel 1373, con sue provvisioni, la Repubblica, in seguito all'istanza avanzata dal "populus Sancti Michaelis et populus Sanctae Mariae de Casanuova Communis de Casa Nova" perché fossero difesi dalle ingerenze degli Ubaldini, che lo avevano tartassato dal 1342 (occupando anche il castello di Rifredo), essendosi assoggettato a Firenze e poi nuovamente nel 1373, delibera un indulto e la cancellazione dei debiti pregressi di gabelle, dazi e prestanze, nonché la cancellazione per i prossimi cinque anni di tutte le tasse, entrando il predetto 'popolo' a far parte della comunità di Firenzuola. La citata chiesa di Santa Maria è quella di Rifredo. Nel 1396 la rettoria di San Michele è censuaria della Mensa Vescovile fiorentina per 12 denari annui.
1427 - 1430 (cenni storici carattere generale)
Dal catasto del 1427-1430 apprendiamo che Casanuova ha 302 anime riunite in 61 nuclei familiari, un numero superiore a quelle allora presenti in Firenzuola. Ciò dimostra l'importanza del nucleo abitato lungo l'arteria transappenninica e la rilevanza della chiesa di San Michele con un suo probabile 'hospitium'.
XVI (cenni storici carattere generale)
Nel Cinquecento sicuramente esiste presso la rettoria di San Michele uno 'spedale' per "bianti et pellegrini"
1623 (descrizione stato conservativo intero bene)
Già nel 1623 le condizioni del complesso di San Michele sono assai precarie: "la chiesa [è] tutta scoperta, che ci piove dentro, [...] la casa [canonica è] peggio della chiesa". Non distante dalla chiesa, presso il torrente Violla, nel 1631 è costruito l'oratorio dei Santi Francesco e Sebastiano a spese della famiglia Mascherini, che nel 1649 lo dota di un quadro con la raffigurazione dei due santi.
1784 - 1790 (crollo e ricostruzione chiesa)
Nel 1784 la chiesa crolla e nel 1787 (1788 secondo altre fonti) è terminata la ricostruzione nel luogo dove attualmente sorge, fatta erigere dal granduca Pietro Leopoldo verosimilmente impiegando gli architetti ed ingegneri delle Regie Fabbriche; è consacrata in quest'ultimo anno. Nel 1861 è citata l'esistenza in chiesa di una lapide che riporta la data 1785. La chiesa nuova ha le seguenti misure: lunga poco più di 23 braccia (m 13,41 circa) e larga 12 (m 7,00 circa, in realtà m 7,10). Dal vecchio campanile viene traslata la campana duecentesca. Da una relazione dei suoi beni immobili risalente al 1790, al tempo dell'investitura a parroco di don Antonio Ronchi (m. 1821), apprendiamo che "la Chiesa Vecchia [...] è scoperta ed il pavimento della medesima serve da Camposanto; la Canonica [vecchia], che minaccia imminente rovina serve da casa rurale".
1821 (cenni storici parrocchia)
Nel 1821 muore il parroco di San Michele, Antonio Ronchi.
1823 - 1833 (opere decorative e ampliamento chiesa)
La chiesa viene ridecorata, riarredata ed ampliata nel corso del XIX secolo, per volontà del nuovo parroco Benedetto Giannoni (1897-1876), che rimane a San Michele in tale veste dal 1823 (secondo Luigi Santoni dal 1828) al 1876. Una prima fase di tali opere risale al 1823-1830 (in una descrizione del 1861 è citata una lapide in chiesa, che riporta le date 1823 e 830). Nel 1830 il parroco fa portare da Roma in corpo di San Teofilo martire e viene posto, "vestito da angiolo in una cassa di legno con cristalli in Cornu Epistulae ad un altare provvisorio a guisa di credenzina". Nel 1833 il 'popolo' di San Michele conta 288 anime.
1840 - 1848 (ampliamento chiesa)
Negli anni 1840-1848 è condotta una seconda fase di lavori in chiesa, sempre promossi da don Giannoni (nella predetta descrizione del 1861 è citata un'altra lapide in chiesa, che riporta le date 1848 e 1861). Risale al 1840 una lettera del Giannoni all'arcivescovo di Firenze Ferdinando Minucci, nella quale egli chiede l'autorizzazione ad iniziare i lavori in chiesa, precisando di aver arredato e decorato la chiesa a sue spese fin dai primi anni dopo esser divenuto parroco. In una descrizione del 1861 la chiesa risulta essere sempre larga 12 braccia, ma lunga 39 braccia (circa m 22,75, in realtà m 22,60) e, quindi, di essere stata prolungata di circa m 9,30. Nel 1847 il 'popolo' di San Michele conta 442 anime. Il patronato è di libera collazione.
1845 - 1861 (acquisizione statue lignee)
Prima del 1861 (forse a metà degli anni Quaranta) don Giannoni acquista a sue spese quattro figure policrome lignee trecentesche in pioppo (rappresentanti Giuseppe d'Arimatea, Giovanni Evangelista, la Maddalena ed una pia donna), alte tra m 1,10 e m 1,15, attribuiti dal Procacci a scuola fiorentina, da altri alla bottega forse lucchese del Maestro del Crocifisso di Camaiore (primo quarto del secolo XIV) o a manifattura emiliana (del secondo quarto del secolo, riferibile al "Compianto" bolognese già sul Pontelungo presso il Reno), ora nell'ex Museo Diocesano di S. Stefano al Ponte, facenti parte di un "Compianto su Cristo morto". Elisa Camporeale ha ipotizzato che possano provenire dalla zona, entro un sacello in prossimità di uno 'spedale' o di un ponte, e che il "Mortorio" fosse legato al passaggio di pellegrini attraverso la via del Passo del Giogo. Sono integrate alcune parti deterioratesi ma forse fin da prima era già stata posta un'incamiciatura di gesso ad imitazione del marmo.
1848 - 1861 (ultimazione lavori chiesa)
Un'ultima fase di lavori si conclude entro il 1861. Verosimilmente per lo più entro quell'anno (e comunque entro il 1876) il parroco dota a sue spese la chiesa di statue processionali, inginocchiatoi, di un ciborio in marmo, di un nuovo pulpito con la propria scala, di un organo, di un "tamburo" ligneo con tre porte all'ingresso dell'edificio sacro e di nuovi mobili per la sagrestia. Nel 1861 le quattro rammentate statue sono citate per la prima volta in chiesa, collocate entro nicchie fatte fare dal parroco e poste nelle pareti laterali (due in fondo alla navata e due vicino al presbiterio), su basi marmorizzate e con "relativi viticci di ferro color cenerino e due lumi" antistanti.
1876 (inventario beni mobili chiesa)
Dopo la morte del Giannoni nel 1876, l'erede, Antonio Bianconcini, lascia alla chiesa i beni mobili acquistati a sue spese dal parroco. Nell'inventario del 1876 sono ancora citatele le quattro rammentate statue lignee (quando sono erroneamente ritenute essere di gesso marmorizzato).
1880 (cenni storici chiesa)
Una ricostruzione dell'edificio sacro avvenuta nel 1880, come riporta Carlo Celso Calzolai, è un errore, confondendosi con la data "1780" o, meglio, con il decennio del Settecento nel quale effettivamente era avvenuta la ricostruzione.
1898 (cenni storici parrocchia)
Nel 1898 è parroco di San Michele don Leopoldo Nicolai.
1914 (schedatura statue lignee)
Nel 1914 sono ancora citate le quattro rammentate statue lignee, che vengono schedate da Odoardo Hyllier Giglioli (1873-1957, figlio del più noto zoologo ed antropologo Enrico Giglioli, fotografo, etnologo, grande viaggiatore e a importante storico dell'arte della prima metà del Novecento, che ricoprì importanti incarichi nella Regia Soprintendenza fiorentina, dal 1918 direttore del Gabinetto di Disegni e Stampe degli Uffizi), riconosciute come lignee e datate al Trecento; si trovano sempre entro le nicchie laterali.
1933 - 1937 (restauro statue lignee)
Nel 1933 Ugo Procacci ritrova le rammentate statue lignee in un deposito della canonica, destinate ad essere bruciate perché deteriorate. Nel 1934-1937 sono restaurate da Averardo Lumini, rimuovendo lo strato di gesso appostovi sopra nel corso dei secoli e rimettendo in luce la policromia originaria; sono effettuate anche delle integrazioni.
1955 - 1983 (trasferimento statue lignee)
Nel 1955 le predette statue lignee sono date in deposito al Seminario Maggiore di Firenze, da dove nel 1983 saranno trasferite all'ex Museo Diocesano.
1970 (cenni storici parrocchia)
Nel 1970 è parroco di San Michele don Renato Manetti da Firenzuola (n. 1917); il 'popolo' della parrocchia conta 291 anime.
1990 (cenni storici parrocchia)
Nel 1990 è nominato amministratore parrocchiale il parroco di San Giovanni Battista a Firenzuola, don Otello Puccetti (n. 1921).
1991 - 1997 (vicende conservative coperture e campanile)
Nel corso degli Anni Novanta sono revisionate le coperture della chiesa ed è restaurata la canonica. Inoltre viene eseguito il restauro complessivo delle strutture verticali e delle coperture della torre campanaria; nel 1997 è elettrificato il sistema campanario.
2000 - 2010 (vicende conservative intero bene)
Nel 2000 è realizzata la tinteggiatura completa degli interni e nel 2005 i rivestimenti esterni sono stati oggetto di rifacimento complessivo. Contemporaneamente vengono restaurati il rivestimento in lapideo della facciata ed il sagrato. Nel 2010 è restaurata la bussola all'ingresso.
Descrizione
La chiesa di San Michele si trova a Casanuova, frazione del Comune di Firenzuola, non lontano dal torrente Violla, affluente del Santerno, "nella pendice settentrionale dell'Appennino di Castel Guerrino" (Luigi Santoni).
La chiesa sorge isolata nel borgo di Casanuova (ca 667,00 m s.l.m), entro un contesto montano sul versante rivolto ad oriente della valle di Firenzuola. Sul retro, a destra, è la torre campanaria, sul lato opposto è la canonica con i locali parrocchiali. La facciata è a capanna, la pianta a navata unica.
Pianta
La chiesa ha pianta a navata unica. Al centro della parete tergale della scarsella si apre l’accesso alla sacrestia, a destra una porta a filo conduce alla torre campanaria. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 22,60, lunghezza fino all'arco trionfale: m18,60; larghezza della navata: m 7,10. Il presbiterio misura m 7,10 x 3,45.
Facciata
La facciata, rivolta a sud-est, è a capanna, realizzata in conci di arenaria non isodomi; il portale in arenaria, preceduto da cinque gradini in pietra, è trabeato, con iscrizione a caratteri capitali nel fregio; al centro, nel settore superiore, si apre una finestra circolare. Sul colmo del frontone è una croce in ferro. La facciata è preceduta da un sagrato lastricato a pietra, perimetrato da una ringhiera in ferro e al quale dà accesso una branca di otto scalini in pietra. I prospetti laterali sono rivestiti ad intonaco e tinteggiati di chiaro.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, in pietrame a vista. La cella è qualificata da angolate intonacate e tinteggiate color pietra, da ampi fornici centinati in mattoni a vista (uno su ciascuna faccia) e da una tozza cuspide intonacata terminate con una croce-banderuola posta sul colmo. Il sistema campanario, provvisto di tre campane, è elettrificato ed in funzione.
Interno
L’interno è ad aula unica, a pianta rettangolare culminante nel presbiterio, che è sormontato da un arcone poggiante su semipilastri tuscanici e tinteggiato in verde, come gli imbotti delle finestre. Al centro del presbiterio, rialzato di un gradino in marmo, è l’altar maggiore; la mensa eucaristica, che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli, è in marmo e poggia su otto colonnine parimenti marmoree, su un basamento in marmo rialzato con due gradini. Sul retro è il vecchio dossale in muratura, dove, al centro, è posto il tabernacolo frontonato anch'esso in marmo. Al di sopra è appeso un grande Crocifisso. Lungo le pareti del presbiterio è disposto un piccolo coro ligneo. Addossati al centro delle pareti laterali dell’aula, in posizione speculare, vi sono due altari su basamenti in pietra, con mensa in pietra serena e colonnini in maiolica; sopra l’altare sinistro i due gradi, con al centro un tabernacolo frontonato, sono lignei e marmorizzati; al di sopra, entro una nicchia centinata tinteggiata di verde, si trova un tabernacolo policromo, con colonnine laterali ioniche e con un frontone triangolare spezzato, recante all'interno un'immagine della "Madonna con il Bambino". Le pareti sono rivestite ad intonaco e tinteggiate in bianco avorio e lungo di esse, in posizione speculare, sono pure due confessionali lignei; lungo quella di sinistra si trova anche una mensola sorreggente una piccola statua policroma di "San Michele Arcangelo". La bussola ottocentesca in controfacciata, qualificata da lesene laterali ioniche, è lignea; sul lato sinistro vi è il fonte battesimale con tazza su colonna strigilata, preceduto da una cancellata in ferro battuto e sormontato da una mensola recante la piccola statua di "San Giovanni Battista" in cotto. La chiesa prende luce dall’occhio in facciata, da cinque monofore centinate lungo la parete laterale destra e da quattro analoghe aperte nella parete opposta. L'altezza massima della navata è m 8,50, la minima m 6,60.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è in cotto, con mattonelle quadre di recente fattura, disposte in diagonale.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su quattro capriate; l'orditura primaria e secondaria sono lignee, con sovrastanti pianelle. Il presbiterio è coperto con una volta a crociera. Il manto di copertura è in tegole marsigliesi.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1990 (?))
Adeguamento liturgico realizzato nel corso degli anni '90 con demolizione parziale dell’originario altare maggiore. La mensa eucaristica consente la celebrazione rivolta verso i fedeli, è realizzata in marmo e poggia su otto colonnine marmoree poste su basamento rialzato con due gradini. La mensa eucaristica ha le seguenti dimensioni: altezza cm 99, larghezza cm 100, lunghezza cm 230.
A tergo, è un dossale in muratura ove al centro è posto il tabernacolo in marmo.
E' in uso un leggio mobile in ferro battuto, attualmente collocato sul lato sinistro del presbiterio.
Sede lignea, mobile, posta sul lato destro del presbiterio.
Fonte battesimale in marmo, su fusto a colonna in arenaria e coperchio in legno, posto presso la controfacciata, sul lato sinistro.
Due confessionali lignei sono addossati alle pareti laterali, in posizione speculare.