chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Sesto Fiorentino Firenze chiesa parrocchiale S. Maria a Quinto Parrocchia di Santa Maria a Quinto Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - aggiunta arredo (1969 (?)) IX - XII(origini carattere generale); 1254 - 1260(cenni storici carattere generale); 1364 - 1393(cenni storici patronato dipinti su tavola ); 1470 ca - 1499(cenni storici tabernacolo); 1575 - XVI(cenni storici carattere generale); 1630 - XVII(cenni storici Compagnie); 1770 - XVIII(cenni storici rifacimento tardobarocco ); 1791 - 1791(cenni storici Compagnia); 1833 - 1847(cenni storici carattere generale); 1886 - 1906(cenni storici carattere generale); 1906 - 1906(cenni storici carattere generale); 1922 - 1927(vicende conservative intero bene); 1933 - 1970(cenni storici carattere generale); 1970 - 1970(cenni storici carattere generale); 1987 - 1989(cenni storici carattere generale); 2001 - 2015(vicende conservative dipinti su tavola )
Chiesa di Santa Maria a Quinto
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di Santa Maria a Quinto <Sesto Fiorentino>
Altre denominazioni
S. Maria a Quinto
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
tardo barocco (rifacimento)
Notizie Storiche
IX - XII (origini carattere generale)
La località di Quinto (toponimo derivante dalla presenza del “quintus lapis” della strada romana Cassia Vetus, dove era probabilmente sorto un "vicus") è citata per la prima volta nell’889 (secondo altre fonti nel 989), quando vi possiede alcuni beni la Curia fiorentina. Tale località è poi citata in documenti a partire dall'XI secolo (1025; 1037; 1050; 1076), quando vi esiste una “curtis” del Capitolo della cattedrale di Firenze. In tale secolo la chiesa di S. Maria dovrebbe essere di patronato della basilica di S. Miniato al Monte, cui il vescovo fiorentino Ildebrando (m. post 1020) aveva donato un terreno posto a Quinto nel 1013 e alla quale basilica la chiesa verrà confermata da Lucio III nel 1184; allora S. Maria dipende dalla pieve di S. Martino.
1254 - 1260 (cenni storici carattere generale)
Nel 1254 il rettore di S. Maria, prete Reddita, prende in affitto alcune terre a Quinto, di proprietà della canonica di S. Maria Maggiore a Firenze. Nel 1260 la chiesa è citata nel Libro di Montaperti.
1364 - 1393 (cenni storici patronato, dipinti su tavola )
Nel 1364 risultano patroni i Della Tosa, proprietari di vasti possedimenti nella zona, e i Capitani di Orsanmichele, quali eredi della metà del patronato spettante a Rosso di Giovanni Della Tosa, donano tale metà al ‘popolo’ di S. Maria. Alla fine del Trecento il Maestro della Madonna Strauss (floruit 1352-1429) dipinge una tavola raffigurante l’"Annunciazione" (già data alla maniera di Taddeo Gaddi), su commissione di Giovanna di Dino de’ Grilli. Nel 1393 Spinello Aretino (circa 1350-1410) esegue un trittico con la "Madonna in trono con il Bambino e i Santi Pietro, Filippo, Lorenzo e Jacopo" per l’altare della locale Compagnia, commissionata da Filippo di Bonizzo.
1470 ca - 1499 (cenni storici tabernacolo)
Nella seconda metà del Quattrocento è realizzato un tabernacolo marmoreo su commissione degli Aldobrandini di Mantova, che vi fanno apporre il loro stemma (“d'azzurro, alla banda doppiomerlata d'oro, accostata da sei stelle a otto o sei punte dello stesso, ordinate tre per lato”).
1575 - XVI (cenni storici carattere generale)
Nel 1575 l’intero patronato della chiesa è del ‘popolo’. La sede della Compagnia di S. Maria è costituita dall’antico oratorio di S. Poteto (S. Potito, del II secolo). Nel 1582, dopo la peste, viene ricostruito l’altar maggiore.
1630 - XVII (cenni storici Compagnie)
Negli anni 1630 e 1633, dopo la peste, viene restaurato l’altar maggiore. Nel Seicento vi esistono le Compagnie di S. Potito Martire, del SS. Sacramento, del Rosario e del Nome di Gesù; è molto sentita la devozione verso S. Rocco.
1770 - XVIII (cenni storici rifacimento tardobarocco )
La chiesa è radicalmente ristrutturata negli anni 1761-1770, al tempo del rettore Domenico Cioni. L’altar maggiore in mattoni intonacati e legno viene rifatto in pietra e marmi. Risalgono a tale secolo due immagini processionali di Cristo della manifattura Ginori.
1791 (cenni storici Compagnia)
Nel 1791 sono redatti i capitoli della Misericordia, erede della vecchia Compagnia di S. Maria e di S. Potito
1833 - 1847 (cenni storici carattere generale)
Nel 1833 il ‘popolo’ di Quinto conta 552 anime, nel 1847 800. Dal 1847 è parroco di S. Maria don Agostino Panerai. Il patronato spetta al granduca “per le ragioni del popolo”. Vi esiste sempre la sede della Compagnia di S. Polito Martire.
1886 - 1906 (cenni storici carattere generale)
Nel 1886 risulta parroco di S. Maria don Luigi Mincinesi, che lo è ancora nel 1898; allora la parrocchia conta circa 1.000 anime.
1906 (cenni storici carattere generale)
Nel 1906 la chiesa risulta di patronato regio; sull’altare della sede della Compagnia vi è sempre la tavola di Spinello Aretino.
1922 - 1927 (vicende conservative intero bene)
La chiesa è restaurata negli Anni Venti del Novecento, tra il 1922 e il 1927, al tempo del priore Leone Acomanni. Contribuiscono a finanziare i lavori, fra gli altri, anche la ditta Fattori Pecchioli di Sesto Fiorentino e la Compagnia del SS. Sacramento. Nel 1922 viene realizzato anche il fonte battesimale, opera della Manifattura Ginori di Doccia,
1933 - 1970 (cenni storici carattere generale)
Dal 1933 diviene parroco di S. Maria don Luigi Franchi (1902-1986), che lo rimarrà fino al 1970, anno della sua morte.
1970 (cenni storici carattere generale)
Nel 1970 la parrocchia di S. Maria conta 1.100 anime.
1987 - 1989 (cenni storici carattere generale)
Nel 1987 la comunità parrocchiale e la Misericordia fanno restaurare la vetrata policroma dell’oculo in facciata, in memoria di don Franchi e di Eugenio Righi. Dal 1989 diviene parroco di S. Maria don Carlo Nardi (n. 1951).
2001 - 2015 (vicende conservative dipinti su tavola )
Le due tavole trecentesche sono restaurate e ricollocate in chiesa, sopra le poste laterali.
Descrizione
La chiesa di S. Maria si trova a Quinto, frazione del Comune di Sesto Fiorentino. Sorge “sulle falde estreme dei colli che formano la base meridionale del monte Morello, alla sinistra del fosso Zambra e sopra la strada rotabile che staccasi dalla provinciale di Prato, al borgo sotto Quarto” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi sorge in adiacenza destra e verso il tetro. A tergo è la torre campanaria. Il fianco sinistro della chiesa è libero e nel registro inferiore, sotto quello rivestito ad intonaco, reca a vista i conci originari in alberese. Sul fronte, alla destra della chiesa, è un locale ove sede un circolo MCL. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula, con una cappella che si apre a sinistra. Nella parete destra della cappella è l’accesso alla sagrestia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 22,00; lunghezza fino all'arco della scarsella: m 16,80; larghezza della navata: m 9,00.
Facciata e portico
La facciata della chiesa è a capanna, rivestita ad intonaco; sul colmo è una croce metallica, le cornici d’imposta sono dipinte in grigio, così come la mostra della finestra circolare. Il portico antistante presenta quattro pilastri a pianta ottagonale in arenaria di sapore trecentesco, ma rivestiti in pietra artificiale. i cantonali in facciata hanno i conci a vista in alberese, come quelli della lunetta sopra il portale. Quest’ultimo è architravato ed in arenaria, il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, reca a vista i conci in alberese; ha la cella campanaria rivestita ad intonaco, provvista di quattro campane azionate elettricamente entro altrettanti fornici centinati, ed una copertura a cuspide in pietra artificiale con una croce metallica posta sul colmo.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula, la cui pavimentazione è in lieve ascesa verso il presbiterio, delimitato da una balaustra in marmo curvilinea e recante al centro l’originario altar maggiore in marmi policromi con la mensa in arenaria, due gradi (uno dei quali terminante con teste alate di cherubini) ed il tabernacolo avente uno sportello in ottone lavorato a sbalzo. La mensa eucaristica posta davanti al presbiterio, in forme neobarocche, è lignea. A tergo è la scarsella, con un coro ligneo e cupola decorata ad affresco con la “Gloria della Vergine e Angeli” (che presenta ampie cadute di colore); il quadro a parete raffigura la “Madonna con il Bambino e Angeli”. L’arco absidale è tinteggiato in grigio, come il cornicione d’imposta della volta a botte ribassata dell’aula. Quattro sono gli altari laterali, addossati alle pareti due per parte ed in posizione speculare; hanno la mensa in arenaria, così come i dossali. I due dossali più prossimi al presbiterio hanno un frontone centinato e spezzato, con i due altari che recano inoltre inserti in marmo; la mensa poggia su mensoloni a volute. Gli altri due dossali presentano frontoni triangolari spezzati con al centro l’emblema bernardiniano. Entro i quattro dossali sono nicchie con statue policrome della Madonna con il Bambino, di Cristo, di S. Giuseppe con il Bambino Gesù e di S. Rocco. Al di sopra delle due porte laterali sono collocate le due tavole trecentesche: quella di Spinello Aretino a destra e quella con l’“Annunciazione” del Maestro della Madonna Strauss a sinistra. Nella parete sinistra si apre l’accesso ad una cappella dove hanno sede il fonte battesimale del 1922 in ceramica invetriata e policroma e con una copertura in legno, e, al centro della parete tergale, un fine tabernacolo frontonato in marmo quattrocentesco, con lo sportello ligneo. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in bianco, fatta eccezione per una sezione presso la controfacciata e parte delle pareti laterali, ove sono stati riportati a vista i conci originari in alberese. La bussola in controfacciata è lignea, le due acquasantiere a valva di conchiglia sono in marmo, così come le lapidi poste a parete. La chiesa prende luce dalla vetrata circolare e policroma in controfacciata (recante la raffigurazione della “Madonna con il Bambino”), da quattro finestre rettangolari unghiate nella volta sopra il cornicione e da due finestre aperte nelle pareti laterali della scarsella. L'altezza massima della navata è m 10,70, la minima, al cornicione d’imposta della volta a notte, m 7,30.
Elementi decorativi
Dossali d’altari settecenteschi un arenaria; affreschi settecenteschi nella cupola della scarsella; ciborio quattrocentesco un marmo; acquasantiere settecentesche in marmo.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cementine quadrate, aventi una bicromia di bianco e nero, disposte in diagonale. La pavimentazione del presbiterio è in marmo, con lastre quadrate in tricromia di bianco, nero e grigio, disposte in diagonale. La pavimentazione del portico è in cotto.
Coperture
La nave è coperta con una volta a botte ribassata. La scarsella reca una copertura a cupola. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. Il portico ha una copertura a semipadiglione poggiante su una struttura lignea.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1969 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato sul finire degli anni 60 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Davanti all’originario altare maggiore è stata collocata una mensa eucaristica lignea che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 160 x 80 x 102 (h). Tabernacolo in marmo, con sportello ligneo, posto a parete nella cappella a sinistra del presbiterio. Sede lignea, mobile, posta al centro del presbiterio, davanti all’originario altare maggiore che è in marmi policromi ed è provvisto di mensa in arenaria e marmo, con due gradi ove al centro è il tabernacolo con sportello in ottone lavorato a sbalzo. Leggio ligneo, mobile, posto sul lato sinistro del presbiterio, presso la balaustra. Fonte battesimale, in ceramica invetriata e policroma con copertura in legno, posto nella cappella a sinistra del presbiterio. Due confessionali lignei sono inseriti nelle pareti laterali, in posizione speculare.