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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sesto Fiorentino
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Jacopo a Querceto
Parrocchia di San Jacopo a Querceto
Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1970)
1209 - 1263(origini carattere generale); 1360 - 1378(cenni storici carattere generale); 1435 - 1435(cenni storici nuova dedicazione della chiesa); 1500 ca - 1560 ca(cenni storici affreschi e pittura su tavola); 1770 ca - 1788(cenni storici rifacimento della chiesa); 1833 - 1849(cenni storici carattere generale); 1886 - 1898(cenni storici carattere generale); 1930 - 1930(cenni storici Crocifisso del Chiarito ); 1934 - 1934(cenni storici rinvenimento affresco); 1938 - 1944(cenni storici carattere generale); 1950 - 1015(cenni storici carattere generale); 2005 - 2006(vicende conservative affresco); 2008 - 2010(cenni storici sculture); 2013 - 2013(cenni storici Crocifisso del Chiarito )
Chiesa di San Jacopo a Querceto
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Jacopo a Querceto <Sesto Fiorentino>
Altre denominazioni S. Jacopo a Querceto
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
tardo barocco (rifacimento)
Notizie Storiche

1209 - 1263 (origini carattere generale)

La solitaria località di Querceto deve il nome agli scomparsi e fitti boschi che ricoprivano la collina, con il suo rado insediamento sparso. Qui nel Duecento si trovavano il monastero camaldolese di S. Maria (documentatovi nel 1263), la 'casa da signore' fortificata Il Toso dei Della Tosa (poi dei Petrucci, degli Acciaiuoli, dei Gianfigliazzi, dei Del Rosso e dei Capponi), un insieme di romitori in località Le Cappelle e l'umile borghetto di Tantola. La memoria più antica della chiesa di S. Jacopo a Querceto risale al 1209, quando vari membri del suo 'popolo' si rifiutano di giurate fedeltà al procuratore del vescovo Giovanni da Velletri (m. 1230). Nel 1238, però, i quattro capofamiglia del 'popolo' di Querceto giurano fedeltà al vescovo Ardengo Trotti o dei Foraboschi (m. 1247). Tra i beni della mensa vescovile nel 'popolo' di S. Jacopo vi è anche un mulino "in aquae quae dicitur Fiume Magio". La chiesa è nuovamente citata nel marzo del 1263.

1360 - 1378 (cenni storici carattere generale)

Nel 1360 è rettore di S. Jacopo prete Bonello. Nel 1362 lo Spedale di S. Maria Nuova viene in possesso di alcune terre poste nel suo 'popolo'. Nel 1378 è catturato nei pressi di Querceto Pietro di Filippo degli Albizi, accusato di complotto contro il regime popolare, che, condotto a Firenze, sarà decapitato al Bargello.

1435  (cenni storici nuova dedicazione della chiesa)

Il vicino monastero camaldolese di S. Maria è soppresso nel 1435 perché le monache "non tenevano vita morigerata" e papa Eugenio IV, con bolla del 18 maggio di quell'anno, concede una parte dei suoi beni allo Spedale di Bonifazio e una parte alla chiesa S. Jacopo, che per questo assume anche la dedicazione a S. Maria.

1500 ca - 1560 ca (cenni storici affreschi e pittura su tavola)

Al Primo Cinquecento risale un tabernacolo marmoreo. Verso la metà del secolo Michele Tosini, detto Michele di Ridolfo del Ghirlandaio (1503-1577) affresca un'"Annunciazione" presso uno degli altari laterali. Sono documentati anche una tavola di "Sant'Jacopo" in chiesa e un altro affresco raffigurante sempre il Santo titolare in canonica.

1770 ca - 1788 (cenni storici rifacimento della chiesa)

La chiesa è interamente ristrutturata nella seconda metà del Settecento. Il nuovo altar maggiore in maiolica è realizzato della fabbrica Ginori. Anche il Crocifisso un maiolica sull'altar maggiore risale a quel secolo ed è opera della manifattura Ginori (ora conservato in una delle stanze della canonica). Dinanzi all'altare la balaustra reca due stemmi con la quercia, emblema di Querceto. In controfacciata è inserita la cantoria con l'organo e sono aperte le due finestre ad esso laterali. Sempre in tale epoca il parroco di Querceto don Giuseppe Maria Marchionni (1742-1787), forse il promotore della ristrutturazione della chiesa, è accusato di giansenismo. Egli è amico di Reginaldo Tanzini (1746-1825), vicino al riformismo religioso giansenista del circolo di Scipione de’ Ricci. Alla sua morte nel 1787 verrà sepolto in chiesa. Nel 1788 diviene parroco don Andrea Fanciullacci (1760-1833).

1833 - 1849 (cenni storici carattere generale)

Nel 1833 il 'popolo' di S. Jacopo e S. Maria conta 729 anime, sono 812 nel 1845 ed 832 nel 1849. Nel 1833 muore don Fanciullacci, che verrà sepolto nella chiesa e la cui lapide marmorea viene fatta apporre dai suoi fratelli Pietro e Paolo. Dal 1849 diviene parroco don Carlo Bacci. Il patronato, già in passato dell'Arte dei Mercatanti, spetta al Granduca "per le ragioni del popolo". Annessa alla chiesa esiste la sede della Compagnia di S. Maria della Neve.

1886 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1886 è parroco don Ottavio Mazzoni e la parrocchia conta 905 anime. Bel 1898 è parroco don Luigi Daddi

1930  (cenni storici Crocifisso del Chiarito )

Nel 1930 la villa Della Tosa-Capponi, poi dei Borgheri, va alle suore di S. Domenico, che vi aprono un loro convento, portandovi il miracoloso Crocifisso ligneo della seconda metà del Trecento detto del Chiarito (dal nome del Beato Chiarito da Vaglia, m. 1354, fondatore nel 1343 del monastero e "conservatorio di zitelle" Regina Coeli un via S. Gallo a Firenze), opera stilisticamente vicina a quelle del Maestro di Camaiore e donata alle monache forse in occasione delle famose processioni dei Bianchi Pententi nel 1399.

1934  (cenni storici rinvenimento affresco)

Nel 1934 è riscoperto, in corrispondenza dell'altare di sinistra, l'affresco frammentario di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio.

1938 - 1944 (cenni storici carattere generale)

Dal 1938 è parroco di Querceto don Eligio Bortolotti (1912-1944), originario di Por delle Giudicarie nel Comune di Pieve di Bono in Val di Fiemme (Trento). Il 4 settembre 1944 è condotto a Villa Daddi in località Baroncoli, dove la mattina del 5 settembre è fucilato dai nazisti (a lui sarà eretto un cippo nel 1988).

1950 - 1015 (cenni storici carattere generale)

Dal 1950 al 2000 diviene parroco don Alberto Cortesi (1914-2001) da Pievepelago (Modena). Nel 1970 la parrocchia conta 800 anime, nel 1993 sono 2.500. Dal 2000 al 2015 diviene parroco padre Ferruccio Zammataro (n. 1937) da Pola, poi trasferito ad Imperia.

2005 - 2006 (vicende conservative affresco)

Nel 2005-2006 è restaurato l'affresco frammentario di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Inoltre, nel dossale dell'altare di destra è rinvenuta una nicchia vuota, già fatta per contenere una statua della "Madonna con il Bambino", che vi è reinserita.

2008 - 2010 (cenni storici sculture)

Nel 2008 viene donato alla chiesa il bassorilievo un cotto di Luigi Olmi raffigurante "Don Eligio Bortolotti". Nel 2010 viene donato l'altro bassorilievo sempre dell'Olmi raffigurante la "Deposizione dalla Croce", Ambedue sono posti sotto il loggiato e la loro donazione è fatta dalla moglie dell'artista, Angelica Patron. Sempre nel 2010 Paolo Graziani esegue la Via Crucis in terracotta invetriata, latamente neorobbiana.

2013  (cenni storici Crocifisso del Chiarito )

Il 14 settembre 2013 alla chiesa di S. Jacopo avviene l’inaugurazione della nuova sede del Crocifisso del Chiarito, trasferitovi dall'ex monastero di S. Domenico e posto vicino altar maggiore; più recentemente è traslato presso l'altare di sinistra. Tale ricorrenza verrà poi ricordata ogni anno. Il Cristo in maiolica è collocato in canonica.
Descrizione

La chiesa di S. Jacopo si trova a Querceto, frazione del Comune di Sesto Fiorentino."Siede alla base occidentale del Monte Morello, a confine con il popolo di Colonnata e con la Fabbrica delle Porcellane di Doccia" (Emanuele Repetti), su una "vaga collina che sparsa di ville e ricca di ubertosi campi [...] si spinge verso i piani di Sesto" (Guido Carocci). La chiesa sorge isolata in un contesto agreste. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica che, con i locali parrocchiali, vi sorge in adiacenza sinistra. Sul lato opposto è quella che un tempo era la sede della Compagnia della Madonna della Neve, ove ad oggi è esposto un presepe e numerosi oggetti in deposito. La torre campanaria si erge presso la fronte sul lato sinistro. Il sagrato a pianta semicircolare è coperto a ghiaia e delimitato da alcuni cipressi disposti ad esedra. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato in bianco-crema. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Si accede alla sacrestia da una porta posta nella parete sinistra del presbiterio. Un'altra porta lungo la parete destra della nave dà accesso alla sede dell'ex Compagnia Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 18,20; lunghezza fino all'arco absidale: m 15,30; larghezza della navata: m 6,40.
Facciata e portico
La facciata, intonacata, è a capanna e reca sul colmo una croce metallica su un calvario in arenaria; è preceduta da un portico a cinque arcate a centina fortemente ribassata, con pilastri a pianta quadrata e con i capitelli tuscanici ed i basamenti tinteggiati in grigio. Le epigrafi affisse alle pareti sono in marmo, tra le quali quelle che ricordano don Eligio Bortolotti e don Alberto Cortesi; le rimanenti sono a carattere funerario settecentesche ed ottocentesche e tra esse sono anche quelle dei parroci Giuseppe Marchionni e Andrea Fanciullacci, l'altra del sacerdote Angelo di Lorenzo Grassi (1802-1856) e quelle di Pietro Sguanci (1783-1859) e di Colomba Villoresi Sguanci (1793-1853). Sul lato destro è il bassorilievo in gesso dell'Olmi raffigurante la "Deposizione dalla Croce", a sinistra del portale principale l'altro con il busto di "Don Eligio Bortolotti". I tre portali sono in arenaria: quello sul lato destro, trabeato, dà accesso a quella che un tempo era la sede della Compagnia, quello mediano, architravato, immette nella chiesa e l'altro sul lato sinistro immette in una piccola corte e alla canonica. Il portone di accesso alla chiesa è in legno. Superiormente al loggiato si aprono due finestroni centinati. La facciata della sede dell'ex Compagnia è a cimasa orizzontale e reca superiormente al loggiato un finestrone centinato
Campanile
Il campanile, intonacato, è a pianta quadrata con la cella campanaria provvista di tre campane azionate elettricamente e qualificata da lesene angolari tuscaniche. Reca sul lato frontale uno stemma lapideo settecentesco. La copertura è con tetto a padiglione serrato nel colmo da una croce metallica sul monte.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula che culmina nel presbiterio, preceduto da una balaustra curvilinea settecentesca in arenaria con un cancelletto ligneo traforato e due stemmi laterali di Querceto; è rialzato di due gradini in arenaria. Dietro la mensa lignea, mobile, è il maestoso e raffinatissimo altar maggiore settecentesco in maiolica traslucida, ad imitazione del marmo, con la mensa in arenaria e tre gradi, al centro dei quali è il tabernacolo cupolato, parimenti in maiolica traslucida, con lo sportello in metallo dipinto a smalto blu e con un bassorilievo in ceramica bianca raffigurante "Cristo Risorto". Sovrasta l'altare un Crocifisso settecentesco. I dipinti sono su tela: la pala centinata centrale, entro una mostra con volute laterali e frontone centinato e spezzato recante al centro un cartiglio; i due ovali laterali raffiguranti altrettanti Santi. A tergo è l’abside, con panca del coro lignea. Le cornici, l’arco absidale su semipilastri tuscanici (recante un cartiglio con stemma in chiave) e tutte le scansioni architettoniche sono in muratura dipinta a finta pietra. Il tabernacolo rinascimentale per gli oli santi è in marmo, dotato di lesene laterali corinzie e sovrastante lunetta a valva di conchiglia,con lo sportello in legno, come quello a parete sul lato sinistro. Il portale nella parete sinistra del presbiterio che dà accesso alla sagrestia è in muratura dipinta. Al centro delle pareti della navata ed in posizione speculare i due altari laterali hanno la mensa in arenaria che poggia su due balaustri troncopiramidali rovesci in arenaria dipinta, così come i dossali, qualificati da semicolonne composite e da un frontone centinato e spezzato. Al centro del dossale dell’altare destro è una nicchia con la statua della "Madonna con il Bambino", recante una mostra in pietra artificiale ed un cartiglio primonovecentesco tra due angeli dipinti recante l'iscrizione "VENITE AD ME OMNES". Nei pressi, il portale è dipinto. Nel dossale dell'altare sinistro è la pittura murale attribuita a Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, di fronte alla quale è stato posto il Crocifisso del Chiarito. Più oltre, è aperta nella parete una piccola cappella ove ha sede il fonte battesimale in ceramica invetriata policroma, opera del XX secolo a valva di conchiglia sorretta da un cherubino e su un fusto recante un pesce, che sostituisce l’originario fonte in arenaria ancora custodito in canonica. La cantoria in controfacciata è lignea, con un cartiglio dipinto nella balaustra, ed ospita un pregevole organo tardosettecentesco. La bussola lignea ha vetrate in parte policrome, le due acquasantiere sono in marmo. La chiesa prende luce dalle due finestre rettangolari, con vetrate policrome, aperte in controfacciata e da due finestre di forma simile poste lateralmente nella parete absidale. L'altezza massima della navata è m 7,10, la minima, al cornice d’imposta della falsa volta a botte, m 6,20.
Elementi decorativi
Altar maggiore in maiolica settecentesco; balaustra settecentesca; due dossali di altari laterali.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in gres, con mattonelle quadrate disposte in diagonale. La pavimentazione del loggiato è in cotto
Coperture
La navata è coperta da falsa volta a botte fortemente ribassata in incannucciato intonacato e che reca al centro una pittura murale raffigurante la "Gloria di Sant'Jacopo con la Colomba dello Spirito Santo e due Cherubini". Le scansioni del catino absidale sono dipinte a finti spicchi modanati. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La copertura del portico è a leggio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel 1970 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Davanti all’originario altare maggiore è stata collocata una mensa eucaristica in legno che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 63 x 203 x 114 (h). Tabernacolo in maiolica traslucida, con sportello in metallo dipinto a smalto blu e bassorilievo in ceramica, posto al centro dell'altare maggiore. Sede lignea, mobile, posta sul lato destro del presbiterio. Leggio in marmo e ceramica, attualmente collocato sul lato sinistro del presbiterio. Fonte battesimale in ceramica invetriata posto in nicchia dedicata in parete laterale sinistra. Un confessionale ligneo è inserito in parete sinistra.
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