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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Bagno a Ripoli
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Tommaso a Baroncelli
Parrocchia di Santa Maria a Quarto
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1968 ?)
XI - XIII(origini carattere generale); 1260 - 1303(cenni storici carattere generale); 1313 - 1393(cenni storici e descrizione chiesa); 1400 circa - 1473(realizzazione affresco dell'''Annunciazione''); 1539 - 1539(lavori intero bene); 1649 - 1692(crollo e ricostruzione campanile); 1710 - 1799(costruzione oratorio Compagnia); 1805 - 1816(descrizione chiesa e crollo campanile chiesa e campanile); 1895 - 1898(danni da terremoto chiesa e campanile); 1907 - 1907(cenni storici - descrizione chiesa); 1945 - 1948(restauro complessivo intero bene); 1970 - 1978(realizzazione adeguamenti e arredi chiesa); 1986 - 1986(cenni storici parrocchia); 1991 - 2007(vicende conservative intero bene)
Chiesa di San Tommaso a Baroncelli
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Tommaso a Baroncelli <Bagno a Ripoli>
Altre denominazioni S. Tommaso a Baroncelli
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
maestranze toscane (rifacimento)
Notizie Storiche

XI - XIII (origini carattere generale)

A Baroncello o Baroncelli (toponimo derivante dal nome germanico di Barone), lungo il tracciato dell'antica Cassia Nova romana, esiste un castello spettante all'omonima famiglia dei Baroncelli, forse un ramo dei conti Alberti. S'inurbano a Firenze nel secolo XII e a loro spetta il patronato della chiesa "Sancti Thomae ad Baroncellos", che il conte Beregundio (Burgundio) di Ildebrandino e la moglie Teodora cedono all'abbazia femminile di S. Tommaso e S. Giorgio a Capraia, sotto il patronato dei conti Alberti di Capraia (Guido di Rodolfo Borgognone nel 1183, stando nella sua corte di Baroncelli, aveva stipulato un contratto di locazione di terreni nel poggio di San Miniato al Monte e, dopo la morte del conte Alberto, nel 1203 si era impadronito del castello di Capraia). Di essi in seguito è noto il banco con filiali nelle principali piazze finanziarie dell'epoca; alcuni Baroncelli saranno agenti della compagnia dei Peruzzi. Il loro stemma è "bandato di sei pezzi d'argento e di rosso".

1260 - 1303 (cenni storici carattere generale)

La prima citazione dell'edificio sacro è nel Libro di Montaperti del 1260, quando il suo rettore si impegna a versare 6 staia di grano per il mantenimento dell'esercito fiorentino. La situazione economica verso la fine del XIII secolo è modesta, dato che tra il 1276 ed il 1303 il 'popolo' di Baroncelli è sottoposto al versamento di una decima pontificia di sole 2 lire e 12 soldi.

1313 - 1393 (cenni storici e descrizione chiesa)

Nel 1313 sosta presso Baroncelli Arrigo VII. Nel 1317 la chiesa diviene di patronato della famiglia Peruzzi, signori dell'Antella, che ne rileva i diritti dalle monache di Capraia. La chiesa deve dare annualmente ai Peruzzi, come riconoscimento del patronato, un censo di due libbre di cera ed una d'incenso. Dal 20 giugno 1319 è rettore prete Bettino di Puccio, che nel 1348 viene sostituito da prete Angiolo. Nel 1393, essendo rettore prete Giovanni di Paolo, la chiesa è visitata dal vicario del vescovo di Firenze Onofrio Visdomini (vescovo dal 1389 al 1400) e dalla sua relazione sappiamo che è dotata di due altari, è ben fornita di arredi sacri e presso di essa si riunisce la Compagnia del Rosario.

1400 circa - 1473 (realizzazione affresco dell'"Annunciazione")

Agli inizi del Quattrocento è realizzato un affresco raffigurante l'"Annunciazione", talora dato, ma senza fondamento, alla bottega del Beato Angelico e altre volte, a maggior ragione senza fondamento, a quella del Botticelli. In realtà è un'opera dipinta tra fine Trecento ed inizi del XV secolo da un ignoto pittore, più vicino forse alla bottega di Niccolò di Pietro Gerini (1345 circa-1415). In quel secolo, grazie alle buone rendite derivanti dalla vendita dell'olio (la chiesa fornisce l'olio anche alla Mensa Vescovile e, segnatamente, tra il 1446 ed il 1459, lo acquista dal rettore Simone di Giovanni il canovaio del vescovo S. Antonino, Francesco) viene costruito un campanile a vela. Da un inventario del 1473, redatto dal rettore della chiesa, Chiriello d'Antonio, apprendiamo che la chiesa possiede numerosi parati preziosi, tra i quali una pianeta ed un piviale con l'arme dei Peruzzi.

1539  (lavori intero bene)

Nuovi lavori vengono eseguiti nel Cinquecento ed il 22 novembre 1539 la chiesa è elevata a prioria.

1649 - 1692 (crollo e ricostruzione campanile)

Il 20 novembre 1649 crolla il campanile a vela, che viene ricostruito solo alcuni anni dopo ed inaugurato il 22 maggio 1657. Nel 1692 la Compagnia del Rosario finanzia la costruzione di un nuovo altare in chiesa. In quel secolo gli arredi della chiesa sono arricchiti di un piviale di manifattura spagnola.

1710 - 1799 (costruzione oratorio Compagnia)

Nel 1710 presso la chiesa viene istituita un'altra compagnia laicale, quella del Santissimo Sacramento, per la quale, alla fine del Settecento, è costruito un oratorio.

1805 - 1816 (descrizione chiesa e crollo campanile chiesa e campanile)

Dalla relazione stilata nel 1805 dal pievano di Ripoli risulta che la chiesa è allora dotata di tre altari. Il 13 agosto 1816 un fulmine cade sul campanile e lo fa crollare.

1895 - 1898 (danni da terremoto chiesa e campanile)

Il 18 maggio 1895 un terremoto provoca la caduta della controsoffittatura in incannucciato della navata, lesiona le mura perimetrali e il campanile è nuovamente danneggiato. "La chiesa di San Tomaso di Baroncelli è stata molto danneggiata. Non rimasero in piedi che le mura esterne, il campanile è curvato e minaccia di crollare ed urge provvedere. La casa attigua alla Chiesa dove abita il priore don Emilio Mugnaini, minaccia rovina. Nella notte del terremoto il curato si adoperò al salvataggio della famiglia del professor Lustig, andando con pericolo di vita a levare fra i rottami di una camera precipitata, un bambino, che dormiva" ("La Nazione", 22 maggio 1895, 1a edizione del mattino). A seguito di tali danni la chiesa è chiusa al culto. Nel 1896 viene eretta una torre campanaria nella parte posteriore della chiesa. Nel 1898 risulta essere parroco sempre don Emilio Mugnaini.

1907  (cenni storici - descrizione chiesa)

Nel 1907 il patronato della chiesa spetta sempre ai Peruzzi. Allora l'edificio sacro si presenta "umile e modesto, [...] che dell'origine sua remotissima e della costruzione primitiva non serba tracce di sorta [...], priva affatto di opere d'arte meritevoli di considerazione" (Guido Carocci).

1945 - 1948 (restauro complessivo intero bene)

Nel 1945, sotto l'egida di Armando Venè (1887-1952), già Soprintendente a Verona e poi a Napoli e a Bologna, dal 1943 di quella ai Monumenti di Firenze, l'architetto Nello Bemporad (1915-1985) dirige il restauro di 'ripristino' della chiesa, essendo parroco da quell'anno don Renzo Squarcini (n. 1913) da Borgo S. Lorenzo. Nel 1947 viene restaurato il campanile e nello stesso anno la chiesa viene consacrata dall'arcivescovo fiorentino Elia Dalla Costa. Nel 1948 viene eretto il fonte battesimale, opera dell’Opificio delle Pietre Dure commissionata in memoria di Beatrice Donzelli Rossi dal marito.

1970 - 1978 (realizzazione adeguamenti e arredi chiesa)

Nel 1970 la parrocchia conta 476 anime. In quegli anni avviene l'adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare, realizzando una mensa in arenaria poggiante su cinque colonnini, Giovan Battista Naldini (1897-1981) da S. Giovanni Valdarno esegue il tabernacolo in arenaria posto su una mensola contro la parete absidale. Nel 1973 don Squarcini realizza un nuovo impianto di illuminazione ed elettrifica le campane, con la benedizione data dall'arcivescovo fiorentino Ermenegildo Florit. Don Squarcini rimarrà parroco di S. Tommaso fin'oltre il 1975, anno nel quale i parrocchiani pongono in chiesa una lapide in occasione del trentennale della sua investitura a parroco. Nel 1976 Eda Mantelli Donnini ed i figli donano alla chiesa una statua in terracotta della "Vergine", attribuita a Giovanni Gonnelli detto il Cieco di Gambassi (1603-1664). Nel 1978 il parroco Squarcini pubblica una storia della chiesa.

1986  (cenni storici parrocchia)

Nel 1986 la parrocchia di Baroncelli è soppressa e la chiesa è resa sussidiaria di Santa Maria a Quarto.

1991 - 2007 (vicende conservative intero bene)

Negli Anni Novanta vengono realizzati l'impianto elettrico e quello per il riscaldamento della chiesa e sono rifatte le coperture della sede dell'ex Compagnia. Nel 2007 è restaurato il portone ligneo.
Descrizione

La chiesa di S. Tommaso si trova a Baroncelli, frazione del Comune di Bagno a Ripoli. "Siede sopra una collina alla cui base orientale passa l'antica strada postale di Arezzo, a cavaliere del borghetto del Bagno a Ripoli" (Emanuele Repetti), "nel punto più elevato di una vaga collinetta" (Guido Carocci). Sorge isolata entro un contesto agreste (ca 150,00 m s.l.m). Il complesso è costituito dalla chiesa, dalla canonica, posta a destra (intonacata e tinteggiata di chiaro), dalla sede dell'ex Compagnia sul lato posto e dalla torre campanaria che sorge sul retro. L’abside è con muratura a vista, realizzato in conci d'arenaria misti a bozze d'alberese di varie tonalità e disposti a filaretto. Sul prospetto laterale sinistro, settentrionale, nel registro superiore, libero dal volume della contigua Compagnia, intonacato e tinteggiato di bianco, si aprono quattro monofore strombate con mostre in conci d'alberese e chiusura con lastre di alabastro. La cornice d'imposta delle coperture della chiesa è in cotto, con ricorsi di mattoni successivamente disposti in piano, di testa e di punta. Il sagrato è pavimentato in cotto, con mattoni disposti a spinapesce, fiancheggiato da settori in pietra murati ad opus incertum. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula absidata orientata a sud-est. Nella parete destra del presbiterio una porta dà accesso alla sacrestia, dalla quale si può accedere alla torre campanaria ed alla canonica; sul lato opposto è l'ingresso all'ex sede della Compagnia Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 15,00; lunghezza fino all'arco absidale: m 12,70; larghezza della navata: m 5,50.
Facciata
La facciata a capanna della chiesa è in conci d'alberese con sporadici inserti in arenaria e reca sul colmo una croce metallica. Nella parte inferiore, forse più antica, si apre il portale architravato in alberese dalla tonalità chiarissima, preceduto da quattro gradini in pietra; sull'architrave monolitico s'imposta un arco a tutto sesto, al centro del quale la lunetta è affrescata. Il portone è ligneo. Nella parte superiore, il coronamento è costituito da una cornice in mattoni disposti a dente di sega su tre ordini ed è riferibile ad un fase più tarda. Tra il coronamento e il portale si apre un occhio con mostra in cotto, frutto probabilmente di restauro. La facciata della contigua sede dell'ex Compagnia è intonacata e tinteggiata di bianco, con il portale architravato sormontato da uno stemma in arenaria tradosettecentesco, recante l'Ostia raggiata simbolo della Compagnia del SS. Sacramento.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, con rivestimenti ad intonaco, cella campanaria a quattro fornici, provvista di altrettante campane, e con la copertura a cuspide in laterizio a vista.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula in lieve ascesa, culminante nel presbiterio rialzato mediante due gradini in arenaria. Al centro del presbiterio è una mensa in arenaria, poggiante su cinque colonnini ottagoni parimenti in arenaria, con il basamento pavimentato in cotto ed il gradino perimetrale in arenaria. Sul retro è l'abside con il coro, ove al centro sono la sede lignea, il tabernacolo su mensola in arenaria e con lo sportello in ottone del Naldini ed una croce lignea dipinta, pendente al centro del catino absidale; sopra l’arcone absidale è affisso uno stemma nobiliare marmoreo, che reca un leone rampante coronato. Un portale architravato in arenaria si trova sul lato destro del presbiterio ed un'altro analogo nel lato opposto. Al centro delle pareti laterali sono due altari in arenaria, con la mensa poggiante su balaustri troncopiramidali rovesci e con il dossale qualificato da un frontone triangolare spezzato sorretto da due semicolonne tuscaniche. Nell’altare di destra è l'affresco quattrocentesco con l’"Annunciazione", nell’altare a sinistra si trova il venerato Crocifisso “Miracoloso”, opera lignea policroma del XV secolo ed appartenuto, secondo la tradizione, a Cosimo il Vecchio. Sotto alla mensa sussiste un affresco a parete esprimente la "Deposizione di Cristo dalla croce con la Madonna". Presso la controfacciata, nella parete laterale sinistra è una nicchia rivestita in marmo e con la mostra in arenaria ove ha sede il fonte battesimale in marmo, composto da una semisfera poggiante su tre tartarughe in bronzo e dal sottostante basamento circolare in marmo. Nell'analoga nicchia a destra, rivestita ad intonaco, è conservata la grande statua in terracotta della "Vergine", opera attribuita al Cieco di Gambassi. Nella parete destra è un pulpito in pietra, sotto al quale è un tabernacolo secentesco in arenaria per gli oli santi, qualificato da un frontoncino centinato e spezzato recante al centro una testa alata di cherubino. La bussola in controfacciata è lignea, le acquasantiere ai lati sono in marmo. La chiesa prende luce dall’occhio in facciata e dalle quattro monofore strombate e con lastre d'alabastro, aperte nella parete laterale sinistra. L'altezza massima della navata è m 8,50, la minima m 7,60. A sinistra alla chiesa è la sede dell'ex Compagnia, dove si trovano vari arredi mobili ed uno stemma in arenaria dei Peruzzi i controfacciata. L'altare è in arenaria, con mensole a voluta; tre finestre rettangolari poste lungo la parete sinistra illuminano l'interno.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spina diagonale e con una fascia centrale in mattoni disposti in orizzontale.
Coperture
La copertura a capanna poggia su tre capriate, con orditura primaria e secondaria lignee; le pianelle sono in cotto, il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La sede dell'ex Compagnia presenta una copertura a finta volta a botte ribassata in incannucciato, sovrastata da un tetto a leggio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1968 ?)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato sul finire degli anni ’60. La mensa in arenaria poggia su cinque colonnini ottagoni e basamento pavimentato in cotto con gradino perimetrale in arenaria. Dimensioni mensa eucaristica: altezza cm 104, larghezza cm 80, lunghezza cm 160. Il tabernacolo in arenaria, con sportello in metallo, è posto al centro della parete absidale presso la quale è anche la sede, lignea. E' in uso un leggio ligneo, mobile, attualmente collocato sul lato destro del presbiterio. Fonte battesimale in marmo, composto da una semisfera poggiante su tre tartarughe in bronzo e dal sottostante basamento circolare in marmo, collocato in parete laterale sinistra presso la controfacciata.
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