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Quarto
Bagno a Ripoli
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Maria a Quarto di Ripoli
Parrocchia di Santa Maria a Quarto
Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1980 ? )
XII - 1303(origini carattere generale); XIV - XIV(trasformazione e opere pittoriche chiesa); XV - 1432(restauro chiesa); 1556 - 1579(cenni storici - affreschi chiesa-scarsella); 1721 - 1721(cenni storici carattere generale); 1819 - 1828(realizzazione campanile e controsoffittatura); 1822 - 1847(innalzamento del tetto chiesa); 1866 - 1866(realizzazione campane maggiori); 1895 - 1895(danni da terremoto chiesa e campanile); 1896 - 1900(vicende conservative facciata); 1921 - 1929(sostituzione terza campana); 1930 - 1931(''ripristino'' stilistico chiesa); 1932 - 1932(collocazione in chiesa dipinti su tavola); 1933 - 1933(cenni storici dipinti su tavola); 1938 - 1938(cenni storici carattere generale); 1944 - 1944(danni di guerra campanile); 1951 - 1959(restauri e modifiche campanile); 1965 - 1970(cenni storici parrocchia); 1968 - 1968(elettrificazione campane); 1986 - 1986(cenni storici parrocchia); 1991 - 1999(realizzazione soppalco in controfacciata)
Chiesa di Santa Maria a Quarto di Ripoli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria a Quarto di Ripoli <Quarto, Bagno a Ripoli>
Altre denominazioni S. Maria a Quarto di Ripoli
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
neomedievale (rifacimento stilistico)
Notizie Storiche

XII - 1303 (origini carattere generale)

La chiesa di Santa Maria a Quarto, nel piviere di S. Pietro a Ripoli, prende il nome dal quarto miglio romano della Cassia Nova adrianea del II secolo d. C. Il periodo di costruzione dell'edificio non è databile con sicurezza (il Torrigiani la vorrebbe citata in una pergamena del 774), ma sembra sia presente già nel XII secolo. Il più antico documento noto dove è citata ("Sancta Maria a Quarto de Ripule") appartiene alle carte della Compagnia d'Orsanmichele e risale al 1224. Nel 1260 il suo rettore, Benedetto Compagni, si impegna a versare 2 staia di grano per il mantenimento dell'esercito fiorentino, mentre tra il 1276 ed il 1303 deve pagare di decima pontificia 3 lire annue.

XIV  (trasformazione e opere pittoriche chiesa)

Nel Trecento, sono realizzati alcuni lavori di trasformazione e ricostruzione. Nel 1341 Bernardo Daddi dipinge una tavola per l'altar maggiore, oggi dispersa. La chiesa, realizzata in blocchi di alberese, presenta un portale architravato. All'esterno, nella parte sinistra, viene realizzato un affresco raffigurante "Cristo in pietà", del quale oggi rimangono solo piccoli lacerti. Alla fine del secolo la situazione economica della chiesa non è buona e nel 1383, in occasione della visita pastorale del vescovo Onofrio Visdomini, viene trovata provvista di soli di due altari, dei quali uno consacrato e l'altro senza una dote; vi esiste una "Societas pauperrima" che "vendit candelas".

XV - 1432 (restauro chiesa)

Agli inizi del Quattrocento la chiesa è in decadenza, ma dalla relazione di una nuova vista pastorale nel 1432 apprendiamo che è in restauro. Lo spedale di S. Maria Nuova, avuti nel 1429 in eredità da Nello di Lapo alcuni beni immobili posti nel suo popolo, deve alla chiesa annualmente quattro libbre di cera in torcetti e candele.

1556 - 1579 (cenni storici - affreschi chiesa-scarsella)

Dal 1556 e fino al 1789 il patronato spetta al 'popolo'. Viene affrescata la scarsella.

1721  (cenni storici carattere generale)

Nel 1721 l'arcivescovo fiorentino Giuseppe Maria Martelli eleva la chiesa a prioria.

1819 - 1828 (realizzazione campanile e controsoffittatura)

Nel 1828 venne costruito il nuovo campanile. Il progetto viene approvato il 28 marzo di quell'anno e i lavori iniziano il mese successivo. La Comunità del Bagno a Ripoli dà la propria approvazione solo alla fine dei lavori stessi, 28 dicembre 1828. La costruzione viene eseguita dal mastro muratore Luigi Gherardi. Nella cella campanaria, presso i fornici, sono presenti quattro balaustre sporgenti; la torre termina con una cuspide all'interno della quale sono quattro oculi. La costruzione, alta 53 metri, ospita quattro campane della fonderia Moreni, tre delle quali risalenti già al 1819 e una al 1824. Forse allora viene creata una controsoffittatura a finta volta in stuoia di canne coprente la navata e sono decorate le pareti a quadrature architettoniche neoclassiche con rosoni angolari.

1822 - 1847 (innalzamento del tetto chiesa)

Nel 1833 il 'popolo' di S. Maria conta 266 anime, nel 1845 279 e nel 1847 303. Nel 1845 a opera di Don Buti (parroco dal 1822) vengono eseguiti ingenti lavori, compresa la realizzazione di una finta volta a botte in incannucciato sulla navata. Il tetto viene innalzato. Il patronato spetta al Granduca "per le ragioni del Popolo". In chiesa esiste la Compagnia di S. Maria Addolorata.

1866  (realizzazione campane maggiori)

Le due campane maggiori, dopo la loro rottura, sono rifuse nel 1866 dalla fonderia Rafanelli, consacrate a S. Giuseppe e a Maria Santissima Assunta.

1895  (danni da terremoto chiesa e campanile)

Il 18 maggio 1895 la chiesa è danneggiata dal terremoto: "notevolissimi guasti, che erano anche maggiori nell'annessa canonica, assolutamente pericolante. Nella facciata della chiesa erano cretti e disgregamenti attorno alla porta del XIV secolo; nell'interno aveva gravi lesioni la tribuna, con volta a crociera, sulla quale erano cadute delle grosse pietre dal campanile. Distaccato, sfondato e cadente era tutto lo stojato che copriva i cavalletti, e alcune parti del campanile minacciavano di cadere. Fu immediatamente ordinata la demolizione dello stojato e delle parti pericolanti del campanile, e la chiesa fu chiusa al culto".

1896 - 1900 (vicende conservative facciata)

Nei restauri seguenti il sisma si decide di lasciare la facciata intonacata.

1921 - 1929 (sostituzione terza campana)

Agli anni Venti risale la sostituzione della terza campana, dedicata ai caduti della Prima Guerra Mondiale.

1930 - 1931 ("ripristino" stilistico chiesa)

Nei primi Anni Trenta, al tempo del parroco don Dario Castelli, la chiesa è restaurata secondo i criteri di "ripristino" dall'architetto Giuseppe Castellucci e gli interni assumono l'attuale aspetto latamente neogotico. I lavori sono finanziati da Piero di Gino Ginori Conti, principe di Trevignano (1865-1939), ricco e famoso imprenditore della Società Boracifera Larderello, fondata dal bisnonno della moglie Adriana de Larderel (1872-1925), il conte Florestano. Il Castellucci progetta l'altar maggiore e due altari laterali in pietra serena. È demolita la controsoffittatura ottocentesca nella nave e vengono riaperte quattro finestre monofore, delle quali due cieche. Nella scarsella viene aperta una bifora (ora non più esistente), distruggendo inconsapevolmente un grande affresco dell'"Assunzione di Maria", del quale sono stati rilevati alcuni lacerti nei restauri della seconda metà del Novecento.

1932  (collocazione in chiesa dipinti su tavola)

Sull'altar maggiore è posto il trittico ricomposto tre-quattrocentesco della "Madonna in trono con due Angeli ai piedi" di Bicci di Lorenzo (1373-1452), risalente al 1430/1435, con i Santi Bartolomeo e Lorenzo nei settori ai lati, opere precedenti, ora datate al 1340 circa, già date a Giovanni di Bartolomeo Cristiani (1340-1398 circa), ma attualmente attribuite alla bottega di Bernardo Daddi (circa 1290-1348), talora ritenute anche di Taddeo, provenienti dalla chiesa del Carmine a Firenze e concesse dalle R. Gallerie in deposito alla chiesa di Quarto nel 1932 (trittico che si trovava qui fino al 1998). Il 2 febbraio 1932 le R. Gallerie cedono in deposito anche una tavola cuspidata con la "Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni Battista e Nicola di Bari", datata 1391 e firmata da un Maestro Francesco (anch'essa qui fino al 1998, ma oggi alla Galleria dell'Accademia). Viene concesso anche uno stucco quattrocentesco policromo raffigurante la "Madonna del latte".

1933  (cenni storici dipinti su tavola)

Federico Zeri nel 1965 rammenta anche i "Sani Pietro, Paolo, Giovanni Battista e Girolamo", datati alla fine del Trecento e da lui attribuiti a Lorenzo Monaco, concessi a Quarto dalle R. Gallerie nel 1933, qui documentati fino al 1969 ed attualmente nella Galleria dell'Accademia, facenti parte di un polittico la cui "Madonna in trono con il Bambino" nel pannello centrale è ora in un museo dell'Ohio.

1938  (cenni storici carattere generale)

Con Regio Decreto dell'8 novembre 1938, il beneficio parrocchiale di S. Maria a Quarto di Bagno a Ripoli è "autorizzato ad accettare [...] la donazione disposta dall'on. senatore Pietro Ginori Conti e consistente in una cappella gentilizia con i mobili e suppellettili sacri ivi esistenti, situata nel predetto Comune di Bagno a Ripoli e del complessivo valore periziato di lire 63.400" ("Bollettino Ufficiale Legislazione e Disposizioni Ufficiali", anno XLVIII, 21 gennaio-1 febbraio 1939, n. 3-4, Roma , Libreria dello Stato, p. 68).

1944  (danni di guerra campanile)

Durante la Seconda Guerra Mondiale il campanile è colpito nella sua sommità il 5 agosto 1944 dai Tedeschi in ritirata. Fortunatamente i danni si limitano alla distruzione della sola palla che sorregge la croce al di sopra della sommità del campanile stesso.

1951 - 1959 (restauri e modifiche campanile)

Negli Anni Cinquanta il campanile subisce alcuni restauri che lo modificano.

1965 - 1970 (cenni storici parrocchia)

Dal 1965 fin'oltre il 1970 è parroco don Italo Nuti da Firenzuola (n. 1909). Il 'popolo' della chiesa conta 894 anime.

1968  (elettrificazione campane)

Nel 1968 il sistema campanario viene elettrificato.

1986  (cenni storici parrocchia)

Nel 1986 è unita alla parrocchia di S. Maria quella di S. Tommaso a Baroncelli.

1991 - 1999 (realizzazione soppalco in controfacciata)

Negli Anni Novanta, per far fronte all'aumento della popolazione e alla conseguente carenza di spazio durante la celebrazione, viene costruito un soppalco per i fedeli, poi, con la costruzione della nuova chiesa della Pentecoste, notevolmente ridotto e limitato ad ospitare il solo organo.
Descrizione

La chiesa di S. Maria si trova a Quarto, nel Comune di Bagno a Ripoli. Sorge "sulla sinistra della strada Regia Aretina passato il borgo del Bagno a Ripoli" (Emanuele Repetti), sulla collina antistante la piana, a m 100 s.l.m. È isolata entro un contesto agreste, su un terreno in pendio longitudinale con terrapieno in corrispondenza del sagrato. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica (intonacata e tinteggiata di bianco ad eccezione di un corpo di fabbrica, che presenta muratura mista a vista), che le è addossata sul lato destro e sul retro, ove, a sinistra, è anche la torre campanaria. Su un lato della canonica si trovano alcune finestre inginocchiate di ascendenza cinque-secentesca ed un pozzo con vera rotonda. Il prospetto laterale destro della chiesa è a vista, come la facciata, in conci di alberese disposti a filaretto. In tale prospetto possiamo ancora notare due monofore di 'ripristino' risalenti al 1930, oltre che a due porte attualmente murate, delle quali la maggiore, architravata e sovrastata da una lunetta sestiacuta, parrebbe anche la più antica; tali accessi laterali alla chiesa sono ad una quota superiore rispetto al piano di calpestio esterno attuale di alcuni filari di conci costituenti il basamento. La cornice di imposta delle coperture è in cotto, con quadruplice ricorso di mattoni disposti di punta. La facciata è a capanna, la pianta ad aula con scarsella.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Dalla porta nella parete sinistra si accede alla torre campanaria, sul lato opposto è l'ingresso alla sagrestia, dalla quale si perviene alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 23,70, lunghezza fino all'arco trionfale: m 18,50; larghezza della navata: m 6,40.
Facciata e portico
La facciata è a capanna, con filari di conci d'alberese non isodomi a vista, maggiormente regolari nel settore inferiore trecentesco, più irregolari nella parte superiore dovuta a rifacimenti successivi. Sul colmo si trova una croce metallica; in sottogronda si trova una cornice in quadruplice filare di mattoni disposti di punta; al centro è un oculo con mostra in malta cementizia, risalente al Novecento. Il portico antistante, intonacato, poggia su due pilastri tuscanici laterali a pianta quadrata e su due colonne tuscaniche centrali, tutti in arenaria, come lo sono pure i due peducci a parete, la cimasa del muretto d'imposta delle colonne e gli scalini. Il portale architravato su mensolette laterali (con una croce mediana incisa nell'architrave) in arenaria, alto m 3,15 e largo m 1,80, è sormontato da un arco di scarico ogivale, in mattoni, il portone a due ante specchiate è ligneo. Sulla sinistra si trova una branca di scale con gradini rivestiti in cotto che dall'antica strada lastricata conduce al sagrato.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, ottocentesco, rivestito ad intonaco tinteggiato di chiaro, con la cella campanaria provvista di quattro fornici centinati con altrettante campane azionate elettricamente. La copertura è a padiglione quadrato con rivestimento in coppi e tegole piane.
Interno
L’interno è ad aula culminante nella scarsella, preceduta da quattro gradini in arenaria e dall'arcone a pieno centro; Il coro è ligneo, il tabernacolo posto nella parete tergale ha lo sportello in ottone ed è in arenaria, trabeato, come i portali alle pareti laterali; Al centro del presbiterio è una mensa eucaristica in arenaria, con otto colonnini corinzi sorreggenti archetti a pieno centro, su un basamento in pietra serena; sotto la mensa si trova un'icona di "Cristo Risorto con la Vergine e gli Apostoli". Nella parete tergale è un dipinto su tavola, l’"Annunciazione" di Neri di Bicci (1418/1420-1492). Nelle pareti laterali si trovano, specularmente, due portali architravati e le 14 stazioni della Via Crucis a bassorilievo. Di lato all'arcone, nella parete sinistra, è murato un tabernacolo frontonato in arenaria cinquecentesco recante la Colomba scolpita a bassorilievo nel timpano. L'interno della chiesa attualmente è intonacato e tinteggiato di chiaro. Al centro delle pareti dell’aula sono inseriti, in posizione speculare, due confessionali lignei, sopra ai quali sono due lunette centinate (in quella a destra è conservata una "Madonna con il Bambino" policroma quattrocentesca, della "Madonna del latte", nell'altra di sinistra un piccolo Crocifisso). Lungo la parete destra è un pulpito in muratura dipinta in grigio e decorata, con la centro l'emblema raggiato e policromo bernardiniano; la porticina di accesso presenta una mostra centinata in pietra. Alle pareti sono lacerti di pitture murali ottocentesche (quadrature architettoniche). Nella parete sinistra è presente, entro una cornice neogotica cuspidata, la "Madonna in trono col Bambino e Angeli", copia dell'originale pannello centrale del polittico Quaratesi di Gentile da Fabriano (1370-1427) posto già nella cappella-sagrestia di S. Niccolò Oltrarno; nella parete destra è un'altra tavola a fondo oro rappresentante la "Madonna in trono con il Bambino e due Angeli inginocchiati laterali". Presso la controfacciata, nella parete laterale sinistra, è una nicchia decorata a mosaico con il "Battesimo di Cristo", ove ha sede il fonte battesimale neomedievale in arenaria, a pianta ottagonale con coperchio ligneo e stemma familiare quadripartito scolpito a bassorilievo nel lato frontale; nella parete opposta è una nicchia in arenaria con mostra a decorazioni vegetali, contenente un quadro della "Madonna con il Bambino e San Giovannino". In controfacciata la cantoria, che ospita l’organo ottocentesco, è moderna, in metallo come la scala di accesso a chiocciola e la bussola; le due acquasantiere sono in arenaria. La chiesa prende luce dall’occhio in controfacciata, dotato di una vetrata policroma raffigurante la "madonna tra Angeli e teste di Cherubini", e da due monofore lungo la parete laterale sinistra, con vetrate a rulli soffiati e piombati, come la vetrata circolare nella parete sinistra del presbiterio. Tutte le finestre presenti nella parete destra sono cieche. L'altezza massima della navata è m 9,00, la minima m 8,20.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della chiesa è in cotto, con mattoni quadri disposti in diagonale. Quella del loggiato antistante è in mattoni rettangolari disposti in diagonale; il sagrato è parimenti ammattonato in cotto con quadroni disposti in diagonale.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su quattro capriate, con orditura primaria e secondaria lignee. Gli elementi della struttura lignea sono decorati a motivi geometrici neomedievali, le pianelle sono in cotto. Il manto del tetto a capanna è in coppi e tegole piane. La scarsella ha una volta a crociera con costoloni dipinti a motivi geometrici neomedievali e peducci in arenaria. La copertura del loggiato è a semipadiglione.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1980 ? )
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato nel corso degli anni ‘80. La mensa eucaristica in arenaria è sostenuta da otto colonnini su basamento in pietra serena; dimensioni indicative cm 205 x 97 x 107 (h). Tabernacolo, in arenaria e sportello in ottone, posto al centro della parete tergale del presbiterio. La sede in metallo è al centro del presbiterio, sul lato sinistro è in uso un leggio in legno. Fonte battesimale in arenaria, a pianta ottagonale con coperchio ligneo e scolpito a bassorilievo, posto in parete laterale sinistra, in nicchia dedicata. Due confessionali lignei sono inseriti al centro delle pareti laterali, in posizione speculare
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