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Firenze
Firenze
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parrocchiale
SS. Nome di Gesù ai Bassi
Parrocchia del Santissimo Nome di Gesù ai Bassi
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1982)
XX - XX(origini carattere generale); 1967 - 1968(cenni storici carattere generale); 1977 - 1982(cenni storici carattere generale); 1992 - 1998(cenni storici carattere generale); 2001 - 2014(cenni storici carattere generale)
Chiesa del Santissimo Nome di Gesù ai Bassi
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa del Santissimo Nome di Gesù ai Bassi <Firenze>
Altre denominazioni SS. Nome di Gesù ai Bassi
Ambito culturale (ruolo)
architettura contemporanea (costruzione)
Notizie Storiche

XX  (origini carattere generale)

La chiesa del Santissimo Nome di Gesù ai Bassi (SS. Nominis Jesu de Bassis) è stata costruita nella seconda metà del XX secolo in seguito al forte sviluppo urbanistico e all’incremento della popolazione nella zona compresa fra l’Isolotto e le Torri - Cintoia. Il toponimo della chiesa deriva dall’antico Podere dei Bassi, così nominato nella Notificazione Granducale del 21 luglio 1849.

1967 - 1968 (cenni storici carattere generale)

Con decreto del 1° luglio 1967, il cardinale arcivescovo Ermenegildo Florit istituì la nuova parrocchia ai “Bassi” attribuendole parte del territorio delle vicine Santa Maria a Cintoia, Beata Vergine Maria delle Grazie all’Isolotto e San Quirico a Legnaia. La parrocchia venne affidata a due padri della Provincia romana della Compagnia di Gesù. Nell’attesa della costruzione di un edificio di culto, Padre Domenico Moriconi S.J. si trovò inizialmente ad officiare le celebrazioni all’interno di abitazioni private. Solo dal maggio successivo la parrocchia poté disporre di un primo fabbricato provvisorio donato dal Comune di Firenze e denominato “La Baracca”. Questa era stata in precedenza utilizzata per ospitare gli sfollati dell’alluvione, venne in seguito riadattata a luogo di culto ed ospitava anche l’aula per il catechismo, la sala riunioni e il cineforum, sulla sinistra era l’infermeria e nel locale a destra la sagrestia.

1977 - 1982 (cenni storici carattere generale)

Dieci anni più tardi, nel 1977 l’architetto Giancarlo Spadoni e il geometra Angelo Bellini elaborarono il progetto definitivo per la nuova chiesa che presentava una pianta centrale con articolazione volumetrica “a conchiglia” e struttura in cemento armato. La nuova chiesa venne inaugurata il 6 giugno 1982 e da allora “La Baracca”, venuta meno la sua funzione originaria, fu utilizzata come sede per le attività parrocchiali. Dello stesso anno è la grande pala d’altare che è opera di Nino Tirinnanzi e raffigura “Cristo con Giovanni Battista ed alcuni Discepoli”.

1992 - 1998 (cenni storici carattere generale)

La tela raffigurante la “Madonna col Bambino” realizzata da Silvestro Pistolesi risale al 1992 ed è oggi collocata alla destra del presbiterio. Dal 1993, cessata la permanenza dei Padri Gesuiti, la parrocchia venne affidata ad un sacerdote del clero diocesano, Don Alessandro Berlincioni che la resse fino al 2015. Nel corso degli anni Don Berlincioni apportò diverse modifiche ai locali e agli spazi esterni. All’interno, lungo le pareti e in una porzione della copertura vennero inseriti rivestimenti in legno con pannelli di noce realizzati dalla falegnameria Roncato di Noale che realizzò anche i tre portoni. Una bussola in alluminio, vetro ed inserti di castagno fu posta all’ ingresso. In esterno venne rifatto il sagrato con l’inserimento di motivi in cotto e fu realizzato uno spazio per la preghiera denominato “Giardinetto della Madonna” con una statua raffigurante la Vergine Maria. Al 1998 risalgono le vetrate policrome disegnate da Vincenzo Poneti e realizzate da Mellini.

2001 - 2014 (cenni storici carattere generale)

Nel giugno 2001 il Cardinale Ennio Antonelli celebrò la dedicazione dell’altare maggiore, realizzato in lastre di pietra serena su disegno dell’architetto Alessio Giunti. Nel basamento è stato deposto un cofanetto contenente le reliquie di Sant’Andrea Bobola, della Compagnia di Gesù, donate dalla Postulazione Generale della Compagnia. All’interno della Cappella del Santissimo la vetrata a tutta altezza fu realizzata nel 2002 da Vitruarte. Nel 2014 sono stati effettuati interventi a “La Baracca”, realizzandovi anche una nuova cucina e la Croce in copertura.
Descrizione

La chiesa del Santissimo Nome di Gesù ai Bassi sorge isolata in contesto urbano nel quartiere dell’Isolotto di Firenze. Nei pressi del fiume Arno, il complesso architettonico occupa la porzione in angolo dell’isolato posto tra via dell’Argingrosso e l’omonima via dei Bassi dalle quali tre percorsi inseriti nel verde conducono al sagrato che precede la chiesa. Addossato a tergo, sul lato sud est è l’edificio che ospita i locali parrocchiali; il fabbricato denominato “la Baracca” sorge isolato nel retro, con doppio accesso da via dell’Argingrosso. La chiesa presenta caratteri dell’architettura della fine del secolo scorso, con struttura portante in cemento armato a vista e tamponamenti in muratura rivestiti ad intonaco tinteggiato in color del cotto. L’edificio ha pianta centrale ad aula unica culminante in presbiterio rialzato ed è caratterizzato in altezza dall’inclinazione della copertura, che si eleva verso est ove è il campanile a vela.
Pianta
L’ingresso alla chiesa è preceduto da un ampio sagrato a cui si giunge attraverso tre diversi percorsi dalla pubblica via. L’organizzazione planimetrica è simmetrica, la volumetria a “conchiglia” è assecondata dalla copertura a semi raggiera. La chiesa ha pianta centrale con geometria quadrilatera romboidale. L’aula culmina nel presbiterio che è sopraelevato, reca al centro l’altare maggiore ed ha la parete tergale orientata ad est che si protende verso l’aula. Una quinta lignea nasconde il passaggio verso la sagrestia che è posta a tergo, più oltre sulla destra è la cappella del Santissimo. L’aula ha lunghezza totale di m. 23,70 e una larghezza totale di m. 26,10. Il complesso si sviluppa in direzione sud est con i locali parrocchiali, addossati alla chiesa. “La Baracca”, isolata a tergo in posizione ortogonale a via dell’Argingrosso, ha planimetria rettangolare.
Facciata
La facciata orientata a nord ovest con articolazione simmetrica è il riflesso della geometria irregolare della pianta dell’edificio i cui volumi si protendono verso il sagrato esterno. La struttura portante è in cemento armato a vista, con tamponamenti in muratura rivestiti ad intonaco tinteggiato in color del cotto. In posizione centrale, due pilastri con travi a sbalzo inquadrano la tettoia trapezoidale in cemento armato che sovrasta la bussola in alluminio, vetro ed inserti di castagno. Qui vi sono i tre accessi alla chiesa, uno centrale con portone a doppia anta e a tutta altezza e i due minori sulle pareti laterali. Superata la bussola è il portone d’ingresso alla chiesa, in castagno. Lateralmente, due vetrate policrome dall’andamento verticale sono in corrispondenza delle nicchie interne e risultano nascoste alla vista frontale. Più oltre, una seconda coppia di pilastri emerge dal filo della muratura e sostiene le travi a semi raggiera delle coperture. Con progressivo sviluppo in altezza la tettoria e le falde laterali convergono verso tergo ove è impostato il campanile a vela. Quattro finestre a nastro con vetrata policroma sono aperte nei fronti laterali lungo l’imposta delle coperture.
Campanile
Il campanile si erge in posizione tergale e le sue dimensioni lo rendono ben visibile dalle vie circostanti. Il campanile è costituito da due setti in cemento armato, a vista, spiccatamente slanciati in senso verticale e disposti a vela con altezze diverse. Tra questi un’intelaiatura metallica sostiene le tre campane. In cima è una croce.
Interno
L’interno è a pianta centrale, di forma quadrilatera romboidale ad aula unica. L’articolazione speculare delle pareti laterali e l’inclinazione della copertura accentuano la proiezione visiva verso il presbiterio che è rialzato di un gradino. Le pareti hanno rivestimento ad intonaco tinteggiato in bianco, nella porzione inferiore è un rivestimento in pannelli in noce con sviluppo vario in altezza. Varcato l’ingresso, le pareti laterali recano una nicchia per parte, sulla destra è il fonte battesimale costituito da una vasca in rame coperta e sorretto da un basamento in arenaria a raggiera. Più oltre, nelle pareti che terminano nel presbiterio si aprono tre nicchie per parte. Nella prima, posta in angolo e con dimensioni maggiori, è un accesso dall’esterno con sovra luce. Le altre quattro nicchie, due per parte, hanno conformazione regolare, in due di queste sono inseriti i confessionali lignei. I setti che definiscono le nicchie ospitano otto finestre tripartite verticalmente con infisso metallico e vetrata policroma con motivi geometrici. All’imposta delle falde di copertura si aprono sei finestre a nastro, una su ciascuna parete laterale, che come le precedenti hanno infisso metallico e vetrata policroma con morivi geometrici. Altre due finestre sono aperte nel setto sopra la trabeazione di raccordo dello spicchio centrale. Una grande apertura in copertura enfatizza infine il presbiterio, ove l’altezza interna giunge al culmine. Il presbiterio è definito a tergo da un setto murario, proteso verso l’aula, in cui è esposto il Crocifisso ligneo donato dalla comunità di San Gersolè. Al centro è l’altare maggiore in pietra serena, di forma parallelepipeda e disegnato dall’architetto Giunti. A sinistra è l’ambone in arenaria a pianta quadrata e sulla destra la sede lignea è addossata ad una quinta in legno che nasconde il passaggio verso la sagrestia. In posizione elevata e speculare sono due dipinti, a destra la tela raffigurante una “Madonna col Bambino” realizzata da Silvestro Pistolesi, a sinistra la pala raffigurante “Cristo con Giovanni Battista ed alcuni Discepoli” opera di Nino Tirinnanzi. A destra del presbiterio ed oltre le nicchie laterali è la cappella del Santissimo alla quale si accede con un passaggio ove la luce è filtrata da una vetrata e da un pannello in ferro forgiato con simboli eucaristici, opera di Giancarlo Giacchetti. La Cappella, con planimetria regolare, conserva il tabernacolo ed è illuminata da una grande vetrata policroma istoriata a tutta altezza. Sotto la trabeazione in controfacciata è una bussola in castagno con al centro il portone principale a due ante ed ai lati due porte con sovra luce. Nelle pareti a lato sono inserite, una per parte, due acquasantiere in marmo, altre due sono in prossimità degli accessi laterali. L’aula ha un’altezza minima di m. 4,80 e massima di m. 9,20.
Elementi decorativi
La chiesa ha numerose vetrate policrome disegnate da V. Poneti e realizzate da Mellini. La geometria è varia, ve ne sono sei a nastro all’imposta delle falde di copertura, due sulla trabeazione centrale ed otto nelle nicchie laterali che sono tripartite con andamento verticale. L’infisso è in metallo e l’apertura a vasistas. Le vetrate raffigurano i quattro elementi ed i simboli dei quattro evangelisti, oltre a riferimenti all’Apocalisse ed al Giudizio Universale. Un grande Crocifisso ligneo, opera di Luca Lucherelli, è posto nella parete tergale del presbiterio. Lungo le pareti laterali sono le stazioni della via crucis realizzate dal carrarese Alessandro Maggiani. Nello spicchio centrale dell’aula, all’intradosso della trabeazione è un inserto raffigurante una colomba, simbolo dello Spirto Santo. Di Vitruarte è la vetrata istoriata e policroma all’interno della Cappella del Santissimo. Di notevoli dimensioni, la vetrata ha infisso metallico parzialmente apribile e raffigura una colomba bianca in volo tra partiture radiali ed una croce stilizzata. Il pannello in ferro di circa quattro metri che separa la cappella dall’aula, realizzato da Giancarlo Giacchetti con la collaborazione di Alberto Coppini, rappresenta simboli eucaristici, animali e foglie in rame. L’immagine del pellicano sulla destra simboleggia il Cristo, in origine vi erano le raffigurazioni di tre gabbiani in volo che ad oggi sono poste nel setto murario alla destra della cappella.
Pavimenti e pavimentazioni
L’’ampio sagrato ha pavimentazione in conglomerato cementizio misto a ghiaia con spartizioni in cotto. L’interno della chiesa, compresi il presbiterio e la Cappella del Santissimo, ha pavimento in cotto arrotato in opera e disposto a spina. Il gradino poligonale del presbiterio è in arenaria.
Coperture
La copertura è articolata su più falde con inclinazioni diverse. La struttura portante è in cemento armato, a vista, composta da travi a sbalzo disposte a semi raggiera con raccordo nello spicchio centrale e solai latero cementizi che convergono sviluppandosi in altezza verso il campanile. La falda principale con forma trapezoidale reca in prossimità del campanile una terrazza a tasca. Più oltre, in asse con la facciata, una seconda coppia di travi definisce la tettoia a sbalzo. Le falde laterali hanno doppia inclinazione. All’interno la struttura è rivestita ad intonaco tinteggiato in bianco all’intradosso della terrazza ed in legno nello spicchio corrispondente alla tettoia e nei due spicchi laterali. La trabeazione è rivestita all’esterno in rame ed il manto di copertura è in coppi e tegole.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1982)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato contestualmente alla costruzione della chiesa. L’altare in arenaria è posto al centro del presbiterio e consente la celebrazione rivolta verso i fedeli. La mensa eucaristica ha le seguenti dimensioni: altezza cm 94, larghezza cm 89, lunghezza cm 269. Tabernacolo in metallo posto in cappella dedicata alla destra del presbiterio. Ambone in arenaria, a pianta quadrata, posto sul lato sinistro del presbiterio; sul lato opposto sono la sede lignea ed un leggio in metallo, mobile. Fonte battesimale in rame su basamento in arenaria, collocato a destra dell'ingresso. Due confessionali lignei inseriti al centro delle pareti laterali.
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