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Empoli
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Michele a Pontorme
Parrocchia di San Michele a Pontorme
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1969)
VII (?) - XI(origini carattere generale); 1114 - 1120(cenni storici Ricostruzione romanica ); 1219 - 1395(cenni storici carattere generale); 1256 - XIII(cenni storici carattere generale); 1300 - 1300(cenni storici carattere generale); 1303 - 1316(cenni storici carattere generale); 1315 - 1326(cenni storici carattere generale); 1333 - 1346(cenni storici carattere generale); 1346 - 1350(cenni storici carattere generale); 1358 - 1365(cenni storici carattere generale); 1385 - 1399(cenni storici carattere generale); 1435 - 1452(cenni storici carattere generale); 1575 ca - 1576(cenni storici tabernacolo ligneo
dipinti su tavola ); 1582 - 1590(cenni storici ampliamento della chiesa
dipinto su tela ); 1616 - 1616(cenni storici sede della Compagnia di S. Michele ); 1618 - 1618(cenni storici carattere generale); 1640 - 1679(cenni storici rifacimenti barocchi ); 1737 - 1755(cenni storici carattere generale); 1786 - 1786(cenni storici campana); 1803 - 1829(cenni storici pulpito
campanile
pitture murali); 1833 - 1847(cenni storici carattere generale); 1880 - 1898(cenni storici carattere generale); 1900 ca - 1920 ca(cenni storici carattere generale); 1944 - 1959 ante(cenni storici carattere generale); 1961 - 1993(cenni storici carattere generale); XV
inizi - XV(cenni storici cappelle laterali); XV
fine - 1571(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Michele a Pontorme
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Michele a Pontorme <Empoli>
Altre denominazioni S. Michele a Pontorme
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
rinascimentale (ampliamento)
barocco (rifacimenti)
Notizie Storiche

VII (?) - XI (origini carattere generale)

La chiesa di S. Michele è situata all’interno del primo circuito di mura del castello di Pontorme (Ponteormo, Pont’a Orme, ponte sul torrente Orme, idronimo forse dal greco órmos, ormeggio, attracco, rada lungo l’Arno), “curtis” citata già nel 780 lungo l’antica via romana Quintia. Probabilmente è fondata come oratorio assai prima del Mille, verosimilmente già in epoca longobarda, come farebbe presupporre la dedicazione a S. Michele Arcangelo. In origine, almeno dal X secolo e poi nell’XI, il luogo spetta ai conti Cadolingi.

1114 - 1120 (cenni storici Ricostruzione romanica )

Prima del 1182 Pontorme si pone sotto l’accomandigia della Repubblica fiorentina, pur spettando sempre ai conti Alberti di Capraia. Le prime testimonianze documentarie della chiesa risalgono alla bolla del 1192 di Celestino III e risulta suffraganea della pieve d’Empoli. Dell’impianto romanico, rifatto in quegli anni e consistente in origine in una semplice aula absidata, è distinguibile la facciata in mattoni, la cui uniformità e lucentezza sono ottenute con la zigrinatura e coloritura delle superfici; dà luce all’interno una ricca bifora, ornata da un bacino ceramico e da ghiere in cotto scolpito, di cui si notano le tracce sopra il portale, caratteri diffusisi in Valdelsa e nel Valdarno Inferiore intorno al 1200

1219 - 1395 (cenni storici carattere generale)

S. Michele è soggetta feudalmente al vescovo fiorentino fin dal 1219 (censo ricordato da due carte del 1219 e del 1294, quando “la chiesa […] de’ dare l’anno in perpetuo di censo soldi 6”) e continua a esserlo fino a tutto il Trecento (pagamenti sono poi ricordati nel 1388 e nel 1395), mentre il patronato è della famiglia degli Alberti e lo rimarrà fino allo scioglimento del legame con il castello a causa dell’abolizione dei titoli nobiliari e la morte del conte Anselmo di Anselmo.

1256 - XIII (cenni storici carattere generale)

Nel 1256 abbiamo notizia del conte Guelfo di Bertoldo da Pontorme (degli Alberti di Capraia), curatore di monna Fiandina di Uguccione Della Gherardesca (m. 1277?). Nel 1258 Alessandro IV conferma la chiesa alla pieve di Empoli. Nel 1260 il ‘popolo’ di S. Martino contribuisce con 54 staia di grano al mantenimento dell’esercito fiorentino: il rettore, infatti, ne promette 4 moggia e in quarto. Nel 1279 la patrona, contessa Beatrice degli Alberti di Capraia, lascia per testamento alla chiesa due libbre. Nel 1286 gli Alberti di Capraia, allibrati alla decima con una quota di 1.000 lire nel ‘popolo’ di S. Michele a Pontorme, ne chiedono e ottengono l’immunità; nel 1293, a seguito degli Ordinamenti di giustizia, i conti sono nuovamente sottoposti all’estimo e i debiti da loro successivamente contratti per 705 lire ne proverebbero l’effettivo pagamento. Sempre nel 1286 è rettore di S. Michele prete Bergo. nel Duecento si radunano in chiesa gli organismi comunali.

1300  (cenni storici carattere generale)

Intorno al 1300 la chiesa versa in condizioni economiche difficili.

1303 - 1316 (cenni storici carattere generale)

Nel 1303 il ‘popolo’ paga una decima vaticana di 3 libbre. Nel 1312 Vanni del fu Tiglio dona alla chiesa, fra l’altro, un salterio (“quod predicti libri tam diu serviant [= servant] ipsi altari in dicta ecclesia pro divinis ministeriis quoniam diu susistent [subsitent]”: “che i precitati libri si conservano così di giorno all’altare della predetta chiesa per gli uffizi divini perché siano utili quotidianamente”). Nello stesso anno è nota l’esistenza della Compagnia della Madonna e nel 1313 la confraternita appare organizzata in una società dotata di un massaio e un operaio. Entro il 1313 il “borgo di sopra” (fuori dal castello, lungo la strada verso Firenze), a causa del suo continuo sviluppo, travalica i confini del ‘popolo’ di S. Michele, proiettandosi in quello di S. Martino, lungo la direttrice appunto della via Pisana. Nel 1312-1316 vive nel castello di Pontorme Guido di Rodolfo dei conti Alberti di Capraia (il suo palazzo è dotato di una torre e di un cortile).

1315 - 1326 (cenni storici carattere generale)

Con il loro testamento, Isabella degli Alberti nel 1315 e Giovanna nel 1326 stabiliscono di essere sepolte “apud ecclesiam Sancti Micchaelis de castro Ponturmi” ed allora non poche armi sepolcrali ornano la facciata e il sagrato (quasi tutte risultano ora illeggibili). A tale epoca sono databili alcune testine marmoree erratiche Una delle quali di uomo con baffi e barba), ora murate all’interno della chiesa, delle quali è difficile indicare la provenienza e la funzione. Alla chiesa di S. Michele appartengono allora con sicurezza almeno sette immobili. Nel 1321 il rettore di S. Michele, prete Strenna, compare più volte come rettore della chiesa e gestore degli affari del conte Anselmo di Anselmo degli Alberti di Capraia.

1333 - 1346 (cenni storici carattere generale)

La chiesa è verosimilmente danneggiata durante l’alluvione del 1333. Nel 1334 il predetto rettore di S. Michele riconosce di dover pagare 39 anni di arretrato di censi non corrisposti al vescovo di Firenze. Nel 1336 è ampliato il circuito delle mura del castello. Per volontà testamentaria di Anselmo di Anselmo degli Alberti di Capraia (secondo il Calzolai invece per volontà dei figli di Anselmo, Francesco e Gerardo, nel 1346) il patronato della chiesa passa alla Compagnia di Orsanmichele. Nel 1342 gli Adimari possiedono un palazzo e case nel castello di Pontorme e alcune terre nel ‘popolo’ di S. Michele. Nel 1343 cessa il dominio degli Alberti di Capraia su Pontorme, sebbene vi continuino ad abitare ed ancora nel 1390 verrà citato, oramai deceduto, il conte Anselmo da Pontorme.

1346 - 1350 (cenni storici carattere generale)

Negli statuti del Comune di Pontorme del 1346 S. Michele in Castello fa parte dei ‘popoli’ che lo compongono; il ‘popolo’ si estende intorno alle due rive dell’Orme. La chiesa possiede alcuni beni (verosimilmente case) entro le mura, lungo l’asse stradale principale e presso la piazza antistante; l’edificio sacro occupa il lato orientale della piazza. Al tempo di questi statuti essa non è ancora la chiesa più importante del comune, superata dalla canonica di S. Donato, il cui priore rappresenta tutto il clero di Pontorme, compreso quello del castello. Tra gli ufficiali delle strade e delle acque che vi sono citati compaiono, nel ‘popolo’ di S. Michele, Tantino di Giacomuccio e Bertino di Chele. ancora vivi nel 1350.

1358 - 1365 (cenni storici carattere generale)

Nel 1358 Giovanni di Vanni Vannozzi-Martinuzzi da Empoli realizza una sepoltura per sé ed i suoi congiunti. Dal 1360 è nota la Compagnia del SS. Crocifisso e dal 1365 quella dell’Arcangelo Michele, che si riunisce nell’attuale sagrestia, consistente in un edificio cubico in mattoni senza particolari caratteristiche. Nel 1363 il patronato di S. Michele viene esercitato dal ‘popolo’, che elegge quale rettore Andrea di Vitale.

1385 - 1399 (cenni storici carattere generale)

Nel 1385 viene eretta la ‘cappella’ di S. Salvatore. Nel 1399 è presente anche a Pontorme la Compagnia dei Bianchi penitenti

1435 - 1452 (cenni storici carattere generale)

Nel 1452 è concesso alla chiesa il fonte battesimale, sebbene essa continui ad essere suffraganea della pieve d’Empoli. Una prima concessione si era già avuta con bolla di Eugenio IV del 3 marzo 1436 (stile moderno), poi ritrattata il successivo 10 ottobre, dopo una lite con il Comune di Empoli. Il fonte è nuovamente concesso nel 1438 e confermato, appunto, solo nel 1452 dal vicario generale del vescovo di Firenze Antonino Pierozzi (1389-1459). Fin dal 1435 era stato scolpito il fonte a pila marmoreo, con lo stemma di Pontorme (uno scudo raffigurante il ponte sull’Orme).

1575 ca - 1576 (cenni storici tabernacolo ligneo, dipinti su tavola )

Nell’ultimo quarto del Cinquecento è realizzato un grande tabernacolo ligneo con un dossale intagliato e dorato per la cappella maggiore (la scarsella), recante al centro un monumentale ciborio e ai lati sono inserite due tavole raffiguranti “San Michele Arcangelo” e “San Giovanni Battista”, fatte eseguire dai confratelli della Compagnia di S. Michele a Girolamo Macchietti (1535-1592), un allievo di Michele Tosini e aiuto del Vasari, intorno al 1576. Nella predella sono “ Storie dei due Santi” e un’“Ultima Cena”.

1582 - 1590 (cenni storici ampliamento della chiesa, dipinto su tela )

Tra il 1582 e il 1590 la navata unica della chiesa è dilatata mediante due navate laterali, create collegando tra loro le cappelle; l’abside viene sostituita con una nuova scarsella voltata, venendo realizzato pure il transetto (se non già esistente dal Quattrocento) con le cappelle di lato alla scarsella (ma quella del battistero già preesisteva). Nel 1589 il Cigoli (1559-1613) dipinge un’“Allegoria dell’Immacolata Concezione” per la nuova cappella a sinistra dell’altar maggiore, ora del SS. Sacramento, di patronato della Compagnia di S. Michele Arcangelo e allora dedicata, appunto all’Immacolata Concezione della Vergine.

1616  (cenni storici sede della Compagnia di S. Michele )

nel 1616 è realizzata o rifatta la sede della Compagnia di S. Michele Arcangelo, su progetto dell’architetto granducale Gherardo Mechini (circa 1550-1621), un allievo del Buontalenti che aveva lavorato alla villa medicea dell’Ambrogiana a Montelupo Fiorentino.

1618  (cenni storici carattere generale)

Da una visita pastorale del 1618 apprendiamo che, sull’altare dell’ex cappella del SS. Crocifisso, in “medio [alle tavole del Pontormo] est imago Christi crucifixi lignea sculta que tenetur ob devotionem cohoperta” (“al centro, [fra le tavole del Pontormo,] si trova un’immagine di Cristo crocifisso, scultura lignea, che per devozione si tiene coperta”).

1640 - 1679 (cenni storici rifacimenti barocchi )

Nel 1640 Cesare Dandini (1596-1657), in occasione del rifacimento che Orazio di Domenico Mainardi fa all'altare, dipinge per l’altare dell’ex quarta cappella della navata destra, dedicata a S. Agata, una “Madonna con il Bambino, i Santi Agata, Francesco e Domenico e Cherubini” (opera poi traslata nell’ex seconda cappella di sinistra e quindi sopra la porta che conduce in sagrestia). Viene realizzata la cantoria sagomata in controfacciata. La navata centrale ed il transetto sono coperti con un soffitto a finti cassettoni nel quale è inserita, a ridosso del presbiterio, una tela raffigurante “San Michele Arcangelo” con i “Quattro Evangelisti”. Nel 1679 Il fiorentino Andrea Cianchi (1620-post 1679) dipinge, con l’ausilio del figlio, un “Cristo Risorto” per la cappella del battistero. La tavola in origine doveva avere una cornice centinata ed era di dimensioni minori: la parte superiore è stata infatti aggiunta in un secondo tempo per modificare le dimensioni del dipinto.

1737 - 1755 (cenni storici carattere generale)

Nel 1737, alla testata del transetto sinistro, è realizzato un altare in pietra serena che ospita una nicchia con la statua di “Santa Caterina d’Alessandria”, protettrice dei ceramisti e dei vasai, presenti nella zona fin dal Quattrocento. Allora è anche rifatto l’altare del SS. Crocifisso nel transetto destro, riadattando il dossale con le tavole del Pontormo. Nel 1755 i pistoiesi Giuseppe Gaetano e Francesco Marchetti, rispettivamente filosofo e giurista, fanno realizzate la lapide sepolcrale del pontormese Alessandro d’Angelo Marchetti (1632-1714, astronomo, traduttore di Lucrezio e poeta, docente di filosofia e matematica a Pisa, che aveva continuato le ricerche di Galileo nel campo della meccanica), di Luigia Bonaventuri, fiorentina e sua madre, e di Lucrezia de' Cancellieri (1656-1747), sua moglie. Vengono sepolti nel luogo natale di Alessandro, dove da molti anni egli si recava per il soggiorno estivo.

1786  (cenni storici campana)

Nel 1786 l’antica campana del Comune di Pontorme, fusa nel 1278 e dedicata a S. Caterina d’Alessandria, dopo la demolizione della sede comunale in seguito all’unione della Comunità a quella d’Empoli nel 1774, è traslata a S. Michele.

1803 - 1829 (cenni storici pulpito, campanile, pitture murali)

Nel 1803 il priore Dario Santarnecchi fa eseguire alcuni interventi strutturali per salvaguardare la chiesa dall’umidità. È realizzato anche il pulpito ligneo. Nel 1820, grazie al contributo del Cavalieri di S. Stefano, dei Figlinesi e dei parrocchiani, è innalzato il nuovo campanile (in luogo di quello precedente a vela, posto in facciata), su progetto dell’ingegner Prospero (?) Badalassi da S. Miniato al Tedesco; nel 1822 le campane (comprese le due allora fuse) sono benedette dall’arcivescovo fiorentino Pier Francesco Morali (1758-1826), originario di S. Miniato al Tedesco. Nel 1829 il parroco Santarnecchi fa dipingere nella navata di destra a Vincenzo Giuria da Pisa (noto 1791-1829, e non Guria) la pittura murale con la “Vergine con il Bambino e i Santi Lorenzo e Ansano”.

1833 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Michele conta 750 anime e nel 1847. Dal 1842 diviene parroco della chiesa don Niccolò Notari. Il patronato allora risulta ricaduto nell’“Insigne e Militar Ordine di S. Stefano Papa e Martire”. Nell'ultima campata di destra troviamo l'affresco rappresentante la “Vergine con Bambino, i Santi Lorenzo e Ansano e Cherubini”. Contigua alla chiesa esiste sempre la sede della Compagnia di S. Michele.

1880 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1880 viene rialzato il pavimento di chiesa. Nel 1886 risulta essere parroco don Luigi Mori, che lo è ancora nel 1898. Allora la parrocchia conta 968 anime.

1900 ca - 1920 ca (cenni storici carattere generale)

Agli inizi del Novecento è alienata la tela con “San Michele Arcangelo” posta nel soffitto di chiesa.

1944 - 1959 ante (cenni storici carattere generale)

Durante il 1944 la chiesa subisce alcuni danni bellici. Nel 1948, con approvazione della Soprintendenza ai Monumenti, è aperta una nicchia nella prima campata della navata sinistra, che accoglie la statua della “Vergine Addolorata”. Più oltre una seconda nicchia ospita una statua di “Sant’Antonio da Padova”. Nel 1949 la vecchia cantoria secentesca, deterioratasi, è sostituita con una nuova. Negli Anni Cinquanta è realizzata, nella cappella già della Compagnia di S. Michele Arcangelo ed ora del SS. Sacramento, una pala recante una nicchia per il SS. Sacramento al suo interno.

1961 - 1993 (cenni storici carattere generale)

Dal 1961 diviene parroco di S. Michele don Domenico Mennuti (1921-2014) da Empoli (ma di origine pugliese), che vi rimarrà fino al 2005. Nel 1963 è costruito il nuovo organo posto in controfacciata, composto da 1.115 canne, 2 tastiere e 10 registri. Nel 1969 avviene l’adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare. Nel 1970 la parrocchia conta 1.550 anime e nel 1993 sono 3.000. Nel 1986 vengono ricollocate in chiesa, restaurate, le tavole del Pontormo.

XV, inizi  - XV (cenni storici cappelle laterali)

Data già al primo decennio del XV secolo l’edificazione delle cappelle di S. Francesco e di S. Giacomo Apostolo; sono realizzate sfondando le mura longitudinali dell’originaria chiesa romanica. Poi, nel corso del Quattrocento, si aggiungono le cappelle dei SS. Lorenzo e Ansano Martiri (costruita all’esterno e traslata dentro la chiesa solo nel 1522), di S. Agata (fondata da Filippo del Pozzo e da monna Agnese, siciliani), di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, della S.S. Annunziata, di S. Sebastiano Martire, della Nunziatina e dell’Angelo. Tutte le cappelle vengono voltate a botte

XV, fine  - 1571 (cenni storici carattere generale)

Il fonte battesimale è collocato nella cappella absidata a destra della scarsella, che verrebbe affrescata tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento con un “Battesimo di Cristo”. Notizie di una sede autonoma della Compagnia della Madonna risalgono solo al XVI secolo. Verso il 1518/1519 intorno al venerato Crocifisso trecentesco il Pontormo (1494-1566) realizza le tavole con i “Santi Michele Arcangelo” e “Giovanni Evangelista”. Per un periodo di tempo la chiesa e la canonica sono concesse agli Umiliati, ma dopo la loro soppressione nel 1571 Poi V le concede, con tutti i beni, ai cavalieri di S. Stefano e di conseguenza sono date in commenda ai Cova di Brescia.
Descrizione

La chiesa di S. Martino si trova a Pontorme, frazione del Comune di Empoli. Sorge al centro dell’omonima ed antica località, “in pianura presso la testata destra del ponte che sulla strada Regia [Livornese] cavalca il torrente Orme […], poco innanzi d’influire nell’Arno” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica che, con i locali parrocchiali, vi sorge in adiacenza destra. A tergo della canonica si erge la torre campanaria. Il prospetto laterale sinistro del complesso e parte di quello tergale recano a vista la muratura in laterizio. Affiancata in adiacenza sinistra alla chiesa è la sede dell’ex Compagnia, con facciata qualificata da un finestrone frontonato e da un portale trabeato e recante all’interno un arcone presbiteriale su semipilastri tuscanici e con stucchi bianchi e marmorizzati, un altare in marmi policromi, un dossale d’altare frontonato e policromo con una tela centrale e stalli lignei, separati da protome, riccamente scolpiti e disposti lungo l’intero perimetro dell’aula. Oltre è l’oratorio di S. Michele (chiuso dal 2019 per il crollo delle coperture in seguito ad evento atmosferico). La facciata della chiesa è a capanna, la pianta a tre navate.
Pianta
La chiesa ha una pianta basilicale a tre navate. in adiacenza destra del transetto è l’accesso alla sagrestia. Al centro della parete laterale della navata sinistra un’anonima porticina dà accesso alla sede dell’ex Compagnia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 26,60; lunghezza fino all'arco presbiteriale: m 21,70; larghezza del transetto: m 17,70; larghezza totale delle tre navate: m 12,60; larghezza della navata centrale: m 5,90.
Facciata
La facciata della chiesa è a capanna; reca a vista la muratura in laterizio. Le cornici del frontone sono in muratura tinteggiata, sul colmo è una croce metallica su un plinto. Le due monofore strombate sono dotate di vetrate policrome; tra di esse è visibile un’arcata tamponata, di pertinenza di un finestrone, sotto la quale una bifora tamponata, entro un arco a pieno centro con una mostra parimenti in cotto qualificata da decorazioni a dentellatura, reca evidenti e le tracce di alterazioni occorse nel passato. Sono presenti alcuni stemmi nobiliari funebri in arenaria, ora illeggibili tranne uno, del 1358. Il portale trabeato è in arenaria, il portone è ligneo, con specchiature quadrangolari nelle ante.
Campanile
Il campanile ottocentesco s’innalza su quattro livelli, in laterizio lasciato a vista, recante finestrelle di tipo termale romano, nicchie centinate e finestrelle rettangolari nel settore inferiore della canna. Al terzo livello sono presenti fornici centinati con balaustrato. La cella è munita di quattro fornici centinati (anch’essi chiusi inferiormente da balaustre) e di altrettante campane; è sormontata da una cupoletta rivestita in tegole a squama di pesce, sopra la quale è una sfera metallica con asta cruciforme recante una banderuola a foggia angelica.
Interno
L’interno è costituito da un’ampia navata centrale che si apre verso le laterali mediante tre arcate a tutto sesto, poggianti su pilastri a pianta rettangolare e precedute, per quanto concerne la prima campata, da un’apertura architravata. Le murature sono intonacate e tinteggiate di bianco. Il presbiterio è delimitato da una balaustra in marmo e reca al centro la mensa eucaristica marmorea. Alla parete tergale della scarsella, introdotta da un arcone a pieno centro, è addossato un maestoso dossale ligneo tripartito e risaltato, riccamente intagliato, qualificato da colonne e lesene corinzie, con ciborio centrale parimenti in legno, serrato superiormente da un frontone triangolare mediano; nei due settori laterali sono le tavole del Macchietti. Vi si accede da due rampe laterali con scalini in marmo, realizzate contestualmente alle opere novecentesche per l’adeguamento liturgico, in luogo della posizione originaria dell’altare. Alla sinistra del presbiterio la cappella dell’“Immacolata Concezione” (ora del SS. Sacramento), con il quadro del Cigoli, presenta un altare con la mensa su mensoloni a volute e con il dossale recante lesene composite ed un frontone centinato; nella testata del transetto si trova l’altare in arenaria settecentesco dedicato a S. Caterina d’Alessandria e contenente la sua statua policroma entro la nicchia centrale nel dossale; sul lato opposto è l’abside catinata della cappella del fonte battesimale, decorata da affreschi cinquecenteschi (“Battesimo di Gesù”), contenente il fonte marmoreo quattrocentesco e preceduta dal braccio laterale del transetto, nella cui testata è l’altare in arenaria del SS. Crocifisso (contraddistinto da un dossale con semicolonne corinzie ed un frontone triangolare spezzato e risaltato, analogo a quello di S. Caterina), ove sono collocati il Crocifisso trecentesco e le tavole del Pontormo. Al centro della parete laterale della navata sinistra la porticina consente l’accesso alla sede secentesca dell’ex Compagnia di S. Michele. Tornati entro la chiesa, la moderna cantoria in controfacciata è in muratura ed ospita un organo novecentesco di notevoli dimensioni. Le due acquasantiere sono di pregio ed in marmo, l’una con vasca circolare su un fusto a colonna e con stemma gentilizio, l’altra a guisa di barca, con volute laterali e stemma nobiliare, affissa al primo pilastro sinistro. Sotto la seconda arcata destra è collocato un pregevole pulpito ligneo ottocentesco. Lungo la parete longitudinale destra si trova l’ l'affresco ottocentesco raffigurante la “Vergine con Bambino, i Santi Lorenzo e Ansano e Cherubini”. La chiesa prende luce da due monofore in controfacciata, da sei finestre rettangolari aperte, tre per parte, nelle pareti laterali della navata centrale, da due finestre circolari poste nelle pareti di testata del transetto e da due monofore centinate nelle pareti laterali del presbiterio. L'altezza massima della navata centrale è m 10,00, la minima m 8,90, quella minima massima delle navate laterali m 5,20.
Elementi decorativi
Dossale d’altare ligneo cinquecentesco con ciborio; dossali d’altari in arenaria seicenteschi e settecenteschi; affreschi cinquecenteschi e ottocenteschi; acquasantiera a pila marmorea; acquasantiera a muro in marmo; fonte battesimale quattrocentesco marmoreo; due lapidi sepolcrali marmoree settecentesche (una a parete, l’altra terragna). Nella sede dell’ex Compagnia: altare marmoreo, dossale policromo; stalli lignei.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, arrotato in opera, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce e, nel settore mediano perimetrato da fasce marmoree, a filari orizzontali sfalsati a 1/2. Di fronte al presbiterio è una lapide sepolcrale marmorea settecentesca.
Coperture
La copertura della navata centrale poggia su quattro capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Le navate laterali hanno volte a botte, i bracci del transetto presentano una copertura a falda unica, in continuità con la struttura di copertura della navata centrale, la scarsella e la cappella alla sua sinistra volte a vela e quella a destra un catino. Il presbiterio è voltato a vela. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La sede dell’ex Compagnia è voltata a crociera.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1969)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel 1969. La mensa liturgica posta al centro del presbiterio consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni cm 250 x 91 x 96 (h). Altare in marmi policromi, con la mensa in marmo su basamento a pianta rettangolare. Tabernacolo ligneo posto al centro del dossale in parete tergale del presbiterio. Sede lignea, mobile, posta al centro del presbiterio, davanti al dossale ligneo. Ambone ligneo, posto nel presbiterio, sul lato sinistro. Leggio in legno e metallo, mobile, attualmente collocato nel presbiterio, sul lato destro. Fonte battesimale in marmo, con vasca circolare e copertura lignea, posto nella cappella di testata della navata laterale destra. Un confessionale ligneo è addossato alla parete laterale destra.
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