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restauro
adeguamento liturgico
Rabatta
Borgo San Lorenzo
Firenze
cappella
sussidiaria
Beata Maria Vergine del Carmelo
Parrocchia di San Lorenzo a Borgo San Lorenzo
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (2006)
XVIII - 1743(origini carattere generale); 1748 - 1748(cenni storici carattere generale); XIX - 1823(cenni storici carattere generale); 1919 - 1920(cenni storici carattere generale); 1927 - 1928(cenni storici carattere generale); 1928 - 1928(cenni storici carattere generale); 1928 - 1929(cenni storici carattere generale); 1929 - 1929(cenni storici carattere generale); 1929 - 1929(cenni storici carattere generale); 1960 - 1960(cenni storici carattere generale); 2006 - 2006(cenni storici carattere generale)
Cappella della Beata Maria Vergine del Carmelo
Tipologia e qualificazione cappella sussidiaria
Denominazione Cappella della Beata Maria Vergine del Carmelo <Rabatta, Borgo San Lorenzo>
Ambito culturale (ruolo)
neoromanico (costruzione)
Notizie Storiche

XVIII - 1743 (origini carattere generale)

La Cappella della Beata Vergine del Carmelo a Rabatta è stata realizzata nel 1928, dopo il crollo della primitiva piccola cappella, documentata dal XVIII secolo. Gli studi del Giovannini riportano che nel 1743 il funzionario granducale Valentino Felice Mannucci si fermò durante una visita nel Mugello a Rabatta e scrisse: “Dopo la villa dei Signori Pecori Giraldi, ecco la villa dei Signori da Rabatta posta ad oriente, dove ancora vi è uno stanzone che serve ad uso di rimessa e stallaggio nella quale stanno fino a ottanta cavalli. Nel principio della strada maestra, che conduce a Vicchio, vi è una piccola cappellina, dove dipinta in affresco, vi è una immagine di Nostra Donna, d’antico pennello, e per di fuori sopra l’architrave vi sono l’arme antiche in pietra dei da Rabatta. In oggi questa cappella è malamente di tal forma che non vi si celebra più e sta esposta al pubblico servizio di chi passa”.

1748  (cenni storici carattere generale)

Il Brocchi nella sua Descrizione della Provincia del Mugello riporta: “Alla villa de’ Signori Rabatti, detta de’ quattro Venti, vi è un Oratorio fabbricato in onore della Santissima -vergine Assunta in Cielo. Di questa antichissima nobil Famiglia ne sono andati alcuni rami in altri paesi, ed in specie uno si ritirò in Friuli a’ tempi de’ Guelfi, e Ghibellini, il quale ivi possiede molti feudi, come riferisce il citato Signor Manni nella sua Illustrazione del Boccaccio, quando tratta della Novella di Messer Forese da Rabatta, della qual Famiglia ne è pure rimasto, benché assai decaduto di sostanze, un ramo in Mugello, avendo già questo posseduto ivi moltissimi effetti, siccome un bel palazzo in Firenze incorporato in oggi nell’accrescimento di quello assai magnifico fatto modernamente da’ Signori Marchesi Pucci.”

XIX - 1823 (cenni storici carattere generale)

Per più di un secolo le vicende della cappella restano sconosciute, fino alla prima metà dell’Ottocento quando venne in parte restaurata per volere della famiglia Rosselli del Turco che aveva acquistato beni e possedimenti a Rabatta. Nelle carte topografiche leopoldine del 1823 la prima ed antica cappella dedicata a “Nostra Donna”- alla Madonna - viene individuata dal Giovannini nei pressi della villa. La cappella doveva essere di piccole dimensioni, troppo esigue per accogliere il gran numero di fedeli soprattutto in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, quando i contadini attendevano la benedizione delle semenze e del bestiame.

1919 - 1920 (cenni storici carattere generale)

A seguito delle scosse telluriche che investirono il Mugello, il 29 giugno 1919 la cappella crollò irreparabilmente. Dopo il drammatico evento, fu presto condivisa la necessità di ricostruirne una nuova con maggiori dimensioni rispetto all’originaria. Di tale opera si occupò la nobile famiglia Del Campana, originaria di San Godenzo e proprietaria di beni e terreni a Rabatta tra i quali la villa che fu abitata dai Da Rabatta e dai Rosselli del Turco.

1927 - 1928 (cenni storici carattere generale)

Nel 1927 la famiglia Del Campana mise a disposizione il terreno in cui erigere la nuova cappella con l’approvazione del pievano Don Canuto Cipriani e dell’Ufficio Tecnico del Comune. Il progetto fu commissionato a Dino Chini, della famosa famiglia di decoratori, che disegnò la nuova cappella in stile neogotico, particolarmente in voga in quel momento. Il Messaggero del Mugello del 28 luglio 1928 riporta: “Il nuovo Oratorio sorgerà a cura della nobil famiglia Del Campana, che apparteneva già ai nobili Signori Rosselli del Turco. Sebbene semplice sarà più elegante e più grande dell’antico, sono invitati a presiedere gli abitanti di Rabatta, Stecconaia, Matagnano, La Gracchia e Sagginale.” Ancora: “l’Oratorio sorgerà in sostituzione della vecchia Cappella, rovinata dal terremoto, di faccia all’antica chiesuola, nei pressi della villa Del Campana.”

1928  (cenni storici carattere generale)

Il 05 agosto 1928 si tenne la solenne celebrazione della posa della prima pietra, l’Oratorio fu dedicato alla Beata Vergine del Carmelo, a San Francesco d’Assisi e a Sant’Antonio Abate. L’intitolazione alla Madonna derivò dalla primitiva cappella, quella a San Francesco d’Assisi poiché il prof. Domenico Del Campana faceva parte del terzo ordine francescano del convento di San Carlo ed infine a Sant’Antonio Abate poiché i contadini ne erano profondamente devoti. Riporta la cronaca del Messaggero: “Il pievano … benedì la prima pietra dell’edificio, quadrata, angolare, con sei lati eguali, formante un cubo perfetto. Aiutato nella lunga cerimonia dal Rev. Priore Don Cosi, il Pievano graffì una croce su ogni parte della pietra, recitando poi le varie antifone. Nella pietra quadrangolare vennero poste le monete dell’epoca, medaglie a ricordo dei Santi protettori dell’Oratorio, i dati riguardanti l’attuale Pontificato e quelli del fondatore comm prof. Domenico Del Campana”.

1928 - 1929 (cenni storici carattere generale)

Il Giovannini riporta che le famiglie della zona contribuirono alla realizzazione dell’opera, chi faceva da manovale, chi portava il legname, chi la rena, chi andava a prendere i mattoni alle formaci Brunori. Tra queste vengono ricordati i Latini, Tassini, Vitali, Bettini, Capecchi, Giovannini, Bucelli, Frizzi, Graziani, Fredducci, Rossini, Giannini, Tarchi, Calzolai, Lastri, Panchetti, Beni ed altre.

1929  (cenni storici carattere generale)

Conclusi i lavori, il 06 gennaio 1929 la cappella fu aperta al culto e benedetta con celebrazione officiata da Monsignor Bonardi Vescovo Ausiliare e pievano di San Giovanni Maggiore, secondo la cronaca parteciparono Monsignor Ugo Corsini pievano di Borgo San Lorenzo, Monsignor Renzo Bensi Segretario dell’Arcivescovo di Firenze, i parroci di San Martino a Vespignano, San Miniato a Piazzano e San Quirico a Uliveta, oltre alle autorità locali e al popolo. Nel pomeriggio, Monisgnor Bonardi cresimò duecento ragazzi delle parrocchie limitrofe. L’edificio fu accolto con grande entusiasmo, si legge sul Messaggero: “Il bell’insieme architettonico dell’Oratorio e del campanile, nonché l’artistica decorazione e i bellissimi ornati dell’interno della graziosa chiesetta, si devono alla geniale opera dell’artista borghigiano Dino Chini, il quale ha saputo tradurre in atto l’idea squisitamente nobile e altamente cristiana dei Del Campana di dotare Rabatta ai bisogni di quella popolazione”.

1929  (cenni storici carattere generale)

L’edificio conservava in tre altaroli le reliquie dei Santi martiri Antonio, Genziano, Massimo e Benedetto. L’8 gennaio 1929, padre Vittorio Vettori del Convento francescano di San Detole a Contea benedì le stazioni della Via Crucis realizzate dallo scultore padre Edoardo Rossi del Convento del Bosco ai Frati, anch’egli presente alla cerimonia.

1960  (cenni storici carattere generale)

Nel corso degli anni ’60 del Novecento, la famiglia Del Campana lasciò, al suo posto un ramo della famiglia Colonna di Roma acquisì la proprietà della villa e si occupò della Cappella.

2006  (cenni storici carattere generale)

Quando anche la famiglia dei Colonna lasciò Rabatta, la villa fu venduta e con l’intervento degli impresari edili Questori fu trasformata in abitazioni private. La cappella fu restaurata, come ricorda la lapide apposta in controfacciata dedicata alla Signora Bruna Giannini Questori, ed acquisita dalla parrocchia della Pieve di San Lorenzo. Nel 2006 è stata realizzata una nuova mensa eucaristica in legno.
Descrizione

La Cappella della Beata Maria Vergine del Carmelo sorge lungo strada nella frazione di Rabatta, all’interno del Comune di Borgo San Lorenzo. Inglobata nell’agglomerato architettonico prospiciente via Rabatta, la cappella ha sviluppo parallelo a quello della strada ed è realizzata in adiacenza ad una villa privata di cui, in origine, era parte. Lungo la strada si apre un passaggio che conduce al piccolo sagrato recintato su cui è la facciata orientata verso sud est. La Cappella è libera su tre lati, il fronte destro su strada è allineato all’edificato circostante, sul fronte sinistro che si affaccia verso la vallata attraversata dal fiume Sieve è addossata la sagrestia. A tergo è un corpo di minor altezza di proprietà privata e sotto sono locali adibiti ad uso residenziale. La Cappella ha una facciata a capanna in bozze di arenaria e presenta pianta rettangolare ad aula unica culminante nel presbiterio rialzato di due gradini che reca al centro la mensa eucaristica e l’altare maggiore.
Pianta
Percorrendo la pubblica via, la Cappella è inglobata nel tessuto edilizio, lo sviluppo planimetrico segue l’andamento della viabilità esterna. Il sagrato che la precede ha pianta rettangolare ed è rialzato di due gradini, verso la strada è delimitato da una inferriata su cui è il cancelletto di ingresso e sugli altri lati da un muretto. Sul lato destro del sagrato è l’ingresso alla cappella, rialzata di due gradini. L’interno è a pianta rettangolare ad aula unica, culminante in presbiterio sopraelevato e orientato a nord ovest che reca al centro l’altare maggiore. Sul lato sinistro del presbiterio è il passaggio verso la sacrestia. La chiesa ha lunghezza totale pari a 11,50 m., la lunghezza della navata fino al presbiterio è di 7,50 m, mentre la larghezza è di 5,00 m.
Facciata
La facciata della chiesa è rivolta a sud est, alla sinistra, arretrato, è addossato il corpo della sagrestia. La facciata a capanna presenta struttura muraria in conci sbozzati di arenaria posati a filaretto, i conci in angolo hanno dimensioni maggiori e maggior grado di lavorazione e finitura. La capanna è caratterizzata da un cornicione modanato in arenaria e al di sotto da una fascia ornamentale in mattoni di cotto posti disposti in tralice ed in aggetto. La capanna culmina al centro con una croce metallica. Le aperture sono in asse, nel registro superiore è un occhio strombato con cornice in conci di arenaria e vetri policromi su maglia quadrata. Al di sotto, superati due gradini, è l’ingresso alla chiesa protetto da una tettoia articolata in tre falde su mensole lignee con manto di copertura in coppi e tegole. Il portale ha mostre in conci squadrati di arenaria del medesimo tipo di quelli ai lati della facciata e architrave su cui sono scolpiti due stemmi e un’icona centrale. Il portone a due ante è in legno borchiato. Il fronte destro si affaccia lungo la via e ne segue l’andamento, presenta altezza ridotta rispetto alla facciata e alla parete tergale. I rivestimenti sono ad intonaco tinteggiato in bianco con zoccolatura grigia nella porzione inferiore. Tre monofore strombate si aprono ad interasse regolare nella porzione elevata, due aperture rettangolari si trovano a filo strada.
Campanile
Il campanile a vela, provvisto di una campana azionata a corda, è posto sulla falda sinistra della copertura.
Interno
L’interno a pianta rettangolare è costituito da un’aula unica culminante nel presbiterio rialzato. La scansione delle pareti laterali è caratterizzata da quattro semi pilastri in bicromia bianca e verde, posti due per parte su cui si impostano le due capriate lignee di copertura. Le pareti presentano rivestimento ad intonaco tinteggiato in bianco avorio, la bicromia dei semi pilastri è riproposta nella fascia ornamentale superiore che segue l’imposta della copertura lignea. Il motivo pittorico seriale presenta due fasce parallele e un motivo ad archetti al cui interno è raffigurata un’icona geometrica. Al centro delle quattro partiture murarie laterali, in posizione elevata, si apre una monofora strombata, l’uso della bicromia verde e bianca orna ed individua i conci che costituiscono l’arco. Medesimo trattamento decorativo è riproposto nella strombatura dell’occhio che si apre in controfacciata. Le vetrate sono policrome su maglia quadrata. Addossate alle pareti laterali e alla controfacciata vi sono panche lignee, al di sopra sono esposte le Stazioni della Via Crucis. Il confessionale ligneo è addossato alla parete laterale sinistra nella prima partitura. Il presbiterio è impostato sulla terza campata ed è qualificato da due gradini in arenaria in corrispondenza dei secondi semi pilastri. Al centro è la mensa eucaristica in legno dipinto con una formella frontale e una su ciascun lato, in bicromia bianco e verde. Oltre, l’altare maggiore in arenaria è rialzato su due gradini e presenta tre formelle quadrate sul fronte verso l’aula e due, una per parte, sui fronti laterali, tutte in marmo bianco e verde. Sopra è il tabernacolo con sportello in ottone. Nella parete tergale, in posizione centrale è esposta una tavola circolare dipinta con l’immagine della Madonna con Bambino. Ai lati, in posizione speculare si aprono due reliquiari arcuati con cornice aggettante, il davanzale modanato è in pietra, le mostre in pietra presentano disegni e scritte incise. Un pannello con l’immagine del cristogramma tra motivi vegetali viene inserito per chiudere le nicchie. Un terzo reliquiario si apre nella parete laterale destra. Parte della parete sinistra è rivestita in lastre rettangolari di arenaria che individuano una trifora con colonnine in arenaria ed archetti in bicromia bianco e verde come le tre formelle quadrate dipinte nel livello inferiore. Dietro la trifora è visibile la sagrestia a cui si giunge attraverso il passaggio posto sulla destra. A sinistra della trifora è una nicchia cuspidata dedicata ove si conserva una porcellana raffigurante il Gesù Bambino. Due monofore, uguali alle precedenti, si aprono nelle pareti laterali del presbiterio. In controfacciata, sotto l’occhio si apre l’ingresso alla Cappella con portone ligneo. Ai lati, incassate nel muro sono due acquasantiere in marmo. L’altezza massima è di 6,50 m., quella minima è di 5,50 m.
Pavimenti e pavimentazioni
Paralleli allo sviluppo della strada due gradini in arenaria conducono al sacrato pavimentato con lastre rettangolari in arenaria disposte a correre verso l’ingresso della Cappella. Il dislivello tra l’esterno e l’interno è colmato da due gradini entrambi in pietra, con larghezze differenti. All’interno della chiesa la pavimentazione è in mattonelle quadrate in cotto di recente fattura disposte a correre e allineate alle pareti perimetrali. I due gradini del presbiterio e i due su cui è posto l’altare maggiore sono in arenaria.
Coperture
La copertura a capanna si articola su due capriate lignee poste sui semi pilastri addossati alle pareti laterali, al di sopra vi sono la trave di colmo e due arcarecci, travicelli e pianelle in cotto. Il manto di copertura è in marsigliesi.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2006)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. La mensa eucaristica in legno è stata realizzata nel 2006, dimensioni indicative cm 149 x 66 x 99 (h). Tabernacolo in arenaria, con sportello in ottone, posto al centro dell’altare. Sede lignea. In uso un leggio mobile in legno, posto attualmente sul lato sinistro del presbiterio. Un confessionale ligneo è addossato alla parete laterale sinistra presso la controfacciata.
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