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adeguamento liturgico
Piedimonte
Palazzuolo sul Senio
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Pietro a Piedimonte
Parrocchia di Santo Stefano a Palazzuolo
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1970 (?))
1299 - 1371(origini carattere generale); 1390 - 1390(cenni storici carattere generale); 1406 - 1499(cenni storici carattere generale); 1512 - 1585(cenni storici carattere generale); 1637 - 1684(cenni storici carattere generale); 1782 - 1782(cenni storici carattere generale); 1833 - 1851(cenni storici carattere generale); 1886 - 1898(cenni storici carattere generale); 1923 - 1953(cenni storici carattere generale); 1970 - 1973(cenni storici carattere generale); 1986 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di San Pietro a Piedimonte
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Pietro a Piedimonte <Piedimonte, Palazzuolo sul Senio>
Altre denominazioni S. Pietro a Piedimonte
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
maestranze toscane (rifacimento)
Notizie Storiche

1299 - 1371 (origini carattere generale)

La chiesa di S. Pietro a Piedimonte, nel piviere di S. Giovanni Decollato a Misileo e di cui si hanno notizie fin dal 1299, è così nominata per essere incassata ai piedi dei monti circostanti, che fanno capo al monte Carzolano, dove nasce il fiume Senio (toponimo che rammenta il "praedium" romano di un Cardius oppure la dea Carda o gli etruschi Carziu, a Chiusi "cognomen" di un servo, e il gentilizio Carsna, da confrontarsi con la base mediterranea *karsa, 'roccia'). Del castello di Piedimonte, su un'altura sovrastante la chiesa, si fa menzione in una pergamena del 6 settembre 1314 in cui Senno degli Ubaldini vende il “Castrum Pedemontis” per la somma di lire 900 a Bandino di Paganino de' Pagani, nipote di Maghinardo Pagani da Susinana. Da un documento del 1371 sappiamo che nella “villa de Pedemonte” si trovano un mulino e una gualchiera sul Senio, nei pressi della cascatella della Presia.

1390  (cenni storici carattere generale)

La chiesa viene nuovamente citata nell’anno 1390 ed è di patronato del 'popolo'.

1406 - 1499 (cenni storici carattere generale)

Nel 1406 sono redatti gli statuti dei comuni di Palazzuolo, Piedimonte e Susinana. Nel Quattrocento è realizzato per la chiesa un calice di rame dorato. Nel 1496 (ma il Calzolai riportano la data errata del 1396) viene fusa una delle sue campane, che reca gigli fiorentini e l'iscrizione "CITUM GREGEM PASCE PETRE" ("Oh Pietro, pasci il gregge chiamato a raccolta"). Nel 1499 i parrocchiani ribadiscono il loro diritto al patronato della chiesa.

1512 - 1585 (cenni storici carattere generale)

Nel 1512 viene fusa una seconda campana. Nel 1585 il parroco, prete Pietro Borghigiani, fa ricostruire la canonica, su cui appone il proprio stemma (oggi scomparso, ma ancora documentato nel 1984).

1637 - 1684 (cenni storici carattere generale)

La chiesa possiede un messale edito a Venezia nel 1637. Dalla visita pastorale del 1684 effettuata dall'arcivescovo Jacopo Antonio Morigia (1633-1708) apprendiamo che in chiesa esiste un ciborio ligneo e, oltre al maggiore, l'altare di S. Antonio Abate, posto a destra. Vi esiste la sede di un'antica Compagnia, che ha al suo interno il sepolcro per i confratelli e le consorelle.

1782  (cenni storici carattere generale)

Risale al 1782 un confessionale ligneo.

1833 - 1851 (cenni storici carattere generale)

Nel 1833 il 'popolo' di Piedimonte conta 152 anime, nel 1847 sono 250 e nel 1851 sono 230. Dal 1845 è parroco don Giovacchino Cavini. Il patronato spetta al granduca "per le ragioni del Popolo". Verso gli anni Quaranta vengono restaurate la chiesa e la canonica. In chiesa vi esiste l'altare della Madonna del Rosario, posto a sinistra.

1886 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1886 è parroco di S. Pietro don Jacopo Bellini, che risulta ancora esserlo nel 1898. Il 'popolo' conta 240 anime.

1923 - 1953 (cenni storici carattere generale)

Nel 1932 la parrocchia conta 149 anime. Dal 1923 agli inizi degli Anno Cinquanta don Raffaele Pesci (n. 1872) da Castel del Rio è l'ultimo parroco di S. Pietro che vi risiede. Nel 1923 è realizzata una statua policroma in gesso della "Madonna con il Bambino", che viene posta nella nicchia dell'altare già dedicato alla Madonna del Rosario.

1970 - 1973 (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 è parroco non residente di S. Pietro don Luigi Sessa (1927-2001), Maestro di Cappella della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, ed entro quell'anno è attuato l'adeguamento dell'altare e dell'area presbiteriale alle esigenze liturgiche della riforma conciliare. Nel 1973 il pittore romagnolo Umberto Folli (1919-1989) esegue un "Crocifisso" dipinto su mattonelle.

1986  (cenni storici carattere generale)

Nel 1986 il territorio parrocchiale di S. Pietro è unito a quello di S. Stefano a Palazzuolo sul Senio.
Descrizione

La chiesa di S. Pietro si trova a Piedimonte, frazione del Comune di Palazzuolo sul Senio. "Risiede sulla pendice settentrionale dell'Appennino appiè di un contrafforte appellato monte Calzolano [sic!], alquanto al di sopra della confluenza nel Senio del torrente che scende da Campanara" (Emanuele Repetti). La chiesa sorge isolata in un contesto rurale, entro un’amena valle. Il complesso è costituito dalla chiesa e, a tergo, dai locali di quella che un tempo era la canonica ed oggi sono concessi in locazione periodica come casa-vacanze a gruppi di giovani, a famiglie e a Scout. Sulla parete tergale della chiesa è impostato il campanile a vela. I prospetti esterni recano a vista in conci, che sono in d'arenaria, come le cornici d'imposta delle coperture. Il piccolo sagrato reca una fascia centrale in pietra, delimitata da due colonnine paracarro, e di lato un manto erboso. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Al centro della parete tergale del presbiterio si trova un accesso alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 14,30; lunghezza fino all'arco trionfale: m 10,90; larghezza della navata: m 5,90.
Facciata
La facciata è a capanna, con la muratura in pietrame a vista e con una finestra rettangolare e munita d'inferriata, qualificata da un' ampia strombatura. Sul colmo è una croce in metallo; il portale architravato è in arenaria, il portone è ligneo, con in'ampia specchiatura in ciascuna delle due ante, recante al centro un grande pomello a rosetta raggiata. Alla sua sinistra si trova una piccola croce in ferro.
Campanile
Il campanile è a vela, provvisto di due campane azionate a corda (in origine erano tre, ma ora la terza è esposta presso il Museo della Civiltà Contadina a Palazzuolo sul Senio) e sul colmo si trova una croce metallica.
Interno
L’interno è pianta rettangolare, ad aula culminante nel presbiterio rialzato di un gradino e recante al centro la mensa eucaristica in arenaria, che poggia su due mensole a voluta di pertinenza del precedente altare. Sul lato sinistro il tabernacolo trabeato, con lesene laterali tuscaniche, è in arenaria, con lo sportello ligneo, e poggia attualmente su una base in metallo e legno. Presso la chiave dell’arcone è infissa una copertura in legno, con un ostensorio dipinto (possibile residuo di una precedente copertura a baldacchino). Un tendaggio crea una separazione verso il retro, dove, oltre l’arcone, che è in muratura tinteggiata in grigio, al centro della parete tergale è collocato, entro una nicchia dipinta, il bel Crocifisso del Folli, recante sullo sfondo scene della crocifissione e il paesaggio del Golgota. Al centro della parete laterale sinistra l’altare, già della Madonna del Rosario, ha la mensa in arenaria poggiante su due mensole a voluta e un dossale in arenaria dipinta in grigio, contraddistinto da un frontone centinato spezzato a volute con al centro un cartiglio, sovrastante le due lesene tuscaniche laterali; la statua policroma nella nicchia raffigura la "Vergine con il Bambino". Nella parete opposta l’altare è stato rimosso in occasione dei lavori per l’adeguamento liturgico ed una tela rossa copre attualmente la nicchia retrostante, sulla quale è appeso un quadro raffigurante "San Pietro" a mezzobusto. Le due acquasantiere a parete in controfacciata sono in arenaria, i due confessionali lignei sono di pregevole manifattura e quello addossato alla parete sinistra risale al Settecento. Le stazioni della Via Crucis sono lignee, con stampe in adesione; le vecchie panche lignee recano i nomi dei vari donatori. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in bianco, la balza perimetrale reca a vista i conci in arenaria, essendo stato tolto l'intonaco. La chiesa prende luce da cinque finestre rettangolari: una in controfacciata, due nelle pareti laterali dell’aula e due nelle pareti a tergo del presbiterio. L'altezza massima della navata è m 6,80, la minima m 5,30.
Elementi decorativi
Due acquasantiere in arenaria poste a parete.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni quadrati disposti in diagonale.
Coperture
La copertura poggia su quattro capriate lignee, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto di moderna fattura. Il manto di copertura è in lastre d'arenaria.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel 1970. La mensa eucaristica in arenaria, poggiante su due mensole a voluta, consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 108 x 185 x 100 (h). Tabernacolo in pietra serena, con sportello ligneo, posto sul lato sinistro del presbiterio. Sede lignea, mobile, posta a tergo dell’altare maggiore, in posizione centrale. Leggio mobile in metallo, attualmente collocato sul lato destro del presbiterio. Due pregevoli confessionali lignei sono addossati in posizione speculare alle pareti laterali, presso la controfacciata
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