chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Montespertoli
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Maria alla Torre
Parrocchia di Sant'Andrea a Montespertoli
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
nessuno
1260 - 1296(origini carattere generale); XIV - 1349(cenni storici carattere generale); 1393 - 1393(cenni storici carattere generale); 1427 - 1428(cenni storici carattere generale); 1438 - 1460/1470(cenni storici carattere generale); 1504 - 1551(cenni storici carattere generale); 1614 - XVII(cenni storici carattere generale); 1721 - 1745(cenni storici carattere generale); 1801 - 1802(cenni storici carattere generale); 1833 - 1847(cenni storici carattere generale); 1886 - 1898(cenni storici carattere generale); 1946 - 1970 post(cenni storici carattere generale); 1956 - 1956(cenni storici rifacimento della chiesa); 1970 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di Santa Maria alla Torre
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Maria alla Torre <Montespertoli>
Altre denominazioni S. Maria alla Torre
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
architettura vernacolare del XX secolo (rifacimento)
Notizie Storiche

1260 - 1296 (origini carattere generale)

La zona è ampiamente frequentata in età romana, come testimonia una lapide già presente nella chiesa di Santa Maria a Torre (toponimo derivante dalla presenza di una torre d’avvistamento o dal nome romano Turrius), posta sulla via che conduce a Lucardo. La chiesa costituisce una rettoria suffraganea della pieve di S. Pietro in Mercato ed è citata nel 1260, nel 1276 (quando paga 3 libbre di decima vaticana), nel 1280 e nel 1286. In origine è di patronato della famiglia Da Montespertoli. Nel 1296 all’interno del suo ‘popolo’ si trova il monastero femminile della SS. Vergine Maria.

XIV - 1349 (cenni storici carattere generale)

Agli inizi del Trecento è rettore di S. Maria prete Bandella, al quale il ‘popolano’ Guiduccio di Orlandino lascia 3 libbre. Nel 1311 sono confiscati i beni dei ghibellini cattani Da Montespertoli ed una porzione del patronato di S. Maria passa ai Capitani di Parte Guelfa. Nel 1339, al tempo del rettore prete Bindo, viene effettuata un’altra oblazione alla chiesa da parte di Lippo di Fazio e di sua moglie Santa. Nel 1349 il notaio ser Giovanni di Bonaccorso de’ Passerini esegue vari rogiti concernenti rinunce di rettori, loro elezioni e loro conferme nella chiesa di S. Maria.

1393  (cenni storici carattere generale)

Alla fine del Trecento la famiglia dei cattani Da Montespertoli si estingue in Cigno (Ciango) di Agnolo di Arrigo, che, con testamento del 7 agosto 1393, lascia suo erede Lorenzo Machiavelli, possidente di molti beni nella zona, compreso il patronato della chiesa di S. Maria.

1427 - 1428 (cenni storici carattere generale)

Nel 1427 Giovanni di Boninsegna di Filippo Machiavelli possiede vari beni nel ’popolo’ di S. Maria ed il parziale patronato della chiesa, dopo l’istanza avanzata nel febbraio e nell’aprile di quell’anno da Francesco di Lorenzo e da Guido di Boninsegna, a nome loro e di quello dei rispettivi fratelli, di fronte ai Capitani di Parte Guelfa. Nel 1428 i Capitani unitamente ai Machiavelli presentano il nuovo rettore della chiesa, prete Pagano di Bartolo.

1438 - 1460/1470 (cenni storici carattere generale)

Nel 1438 (stile moderno) i Capitani di Parte ordinano di apporre sulla facciata della chiesa due stemmi in pietra raffiguranti le armi della famiglia Machiavelli (“d'argento, alla croce d'azzurro angolata da quattro chiodi dello stesso”), sovrastati da quello dei Capitani stessi (oggi perduto). Un secondo stemma dei Capitani (“d'argento all'aquila di rosso brancante un drago verde”, ma non sormontata dal giglio fiorentino), sempre fiancheggiato da due stemmi dei Machiavelli, è tuttora apposto all'interno della chiesa, su un tabernacolo in pietra serena a destra dell'altar maggiore, risalente alla seconda metà di quel secolo.

1504 - 1551 (cenni storici carattere generale)

La chiesa viene citata nuovamente nel 1504. Nel 1510, al temine di alcuni restauri finanziati da Pietro di Boninsegna de’ Machiavelli, sono realizzate due terrecotte invetriate dalla bottega di Giovanni della Robbia (1469-1529/1530), raffiguranti un “Angelo con pergamena” ed un tondo con lo stemma dei Machiavelli, circoscritto da una ghirlanda di foglie e frutti. Nel 1551 il ‘popolo’ di S. Maria conta 70 anime.

1614 - XVII (cenni storici carattere generale)

Nel 1614 Domenico Frilli Croci (noto 1596-1631) esegue il quadro raffigurante “L’Assunta con Cherubini tra i Santi Francesco e Carlo”, che risente, nei panneggi semplici e nel volto della Madonna, la maniera di Cristofano Allori. Sempre nel Seicento è dipinto un “San Michele Arcangelo” (oggi ambedue le tele sono conservate nel Museo di Arte Sacra di Montespertoli presso S. Pietro in Caeli Aula).

1721 - 1745 (cenni storici carattere generale)

Nel 1721 sono copatroni di S. Maria, insieme ai Machiavelli e ai Capitani di Parte, anche i Serristori e i Bardi, che rivendicano il diritto di elezione del rettore. Nel 1726 la porzione del patronato allora spettante a Francesco Maria di Niccolò di Lorenzo Machiavelli passa, per suo testamento, ai marchesi Rangoni di Modena. Nel 1745 il ‘popolo’ di S. Maria conta 145 anime.

1801 - 1802 (cenni storici carattere generale)

Nel dicembre del 1801 diviene parroco di S. Maria don Gaetano Ariani, che, con il padre Giovan Battista, nel 1802 dona alla chiesa un quadro raffigurante l’“Adorazione dei Magi”, allora attribuito a Giovanni Camillo Sagrestani (1660-1731; sul retro della tela è scritto: “Gio[van] Batt[ist]a Ariani e Gaetano Priore suo Figlio donarono a questa Chiesa sotto il titolo di S. Maria alla Torre la presente tavola del Pittore Sagrestani nell'anno 1802 in cui prese possesso in qualità di Rettore della Sopr[addett]a [Chiesa] il soprannominato Gaetano Ariani”), ma che più recentemente è stato dato al veneziano Niccolò Bambini (1651-1736), un allievo del Tiepolo e pittore richiestissimo per le decorazioni monumentali dei palazzi veneziani (oggi è conservato nel Museo di Arte Sacra di Montespertoli).

1833 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Maria conta 183 anime, nel 1839 sono 171 e nel 1847 sono 178. Il patronato spetta allora al Granduca “per le ragioni dei soppressi Capitani di Parte, e [al]le Nobili Famiglie Machiavelli, Rangoni, Serristori, e Baldi”.

1886 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1886 risulta parroco di S. Maria don Giuseppe Paoli, che lo è ancora nel 1898. Allora la parrocchia conta 210 anime.

1946 - 1970 post (cenni storici carattere generale)

Dal 1946 e fin’oltre il 1970 è parroco don Costantino Devoti (n. 1917).

1956  (cenni storici rifacimento della chiesa)

Nel 1956, al tempo di fon Devoti, la chiesa viene interamente ristrutturata e sono demoliti i vecchi altari, sostituiti con nuovi di pietra, secondo un progetto dell’architetto don Marcello Peruzzi.

1970 - 1986 (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 la parrocchia di S. Maria conta 111 anime. Nel 1986 il territorio parrocchiale di S. Maria a Torre è riunito a quello di S. Andrea a Montespertoli.
Descrizione

La chiesa di S. Maria si trova a Torre, frazione del Comune di Montespertoli. Sorge “sopra una collina tufacea posta tra l’Orme e l’Ormello” (Emanuele Repetti; “sopra una collinetta tufacea”, Marcello Nardi-Dei), in posizione isolata, sovrastante il torrente Virginio, entro un contesto agreste. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi sorge in adiacenza destra ed è intonacata. Sul lato opposto ed allineato con la facciata vi è un edificio ad uso abitativo (ad oggi in apparente abbandono, con l’intonaco deteriorato), di cui è proprietario l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Sul retro emerge il volume dell’abside, che presenta i conci non isodomi in arenaria a vista; la cornice d’imposta, le arcate cieche e le mostre delle monofore sono invece in cotto, dovute in gran parte a restauri. A destra dell’abside è il campanile a vela. La facciata è a capanna, la pianta a croce latina.
Pianta
La chiesa ha pianta a croce latina. Dalla cappella posta a destra si accede alla sagrestia, fa quella di sinistra ad un locale oggi adibito a deposito e dove un tempo era forse la sede di una Compagnia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 12,60; lunghezza fino all'arco absidale: m 9,40; larghezza totale, comprese le cappelle laterali: m 9,70; larghezza della navata: m 5,00.
Facciata
La facciata è a capanna. Il rivestimento è ad intonaco con simulazione di conci, sul colmo è una croce metallica, le cornici d’imposta sono in muratura. La finestra circolare ha la mostra fortemente strombata in muratura ed una vetrata trasparente; i due stemmi a mandorla della famiglia Machiavelli, murati ai lati dell’oculo, sono in arenaria. La tettoia che sormonta il portale, fortemente aggettante, poggia su elementi lignei e su due mensole in arenaria; il portale architravato è in arenaria tinteggiata ed è sormontato da una lunetta; il portone è ligneo, con semplici specchiature quadrate nelle ante.
Campanile
Il campanile è a vela, parzialmente intonacato, con due campane.
Interno
L’interno è a croce latina, con l’aula che culmina nel presbiterio, ai lati del quale sono due cappelle, introdotte da archi a pieno centro. Al centro del presbiterio l’altare in arenaria, con la mensa sorretta da un basamento trapezoidale e con il tabernacolo al centro, è di fattura recente (1956), così come la croce sovrastante, recante un Crocifisso ligneo; sul retro è l’abside catinata, con in piccolo coro ligneo. Nella cappella laterale destra è posto a parete il pregevole tabernacolo quattrocentesco per gli oli, in arenaria, con sportello ligneo, la Colomba nella lunetta e, in basso, lo stemma dei Capitani di Parte Guelfa e quelli dei Machiavelli. Nella cappella laterale sinistra vi sono un altare con la mensa in arenaria e, a parete entro un arco cieco, un busto policromo della “Madonna con il Bambino”. Al centro della parete laterale destra è affisso il cartiglio del 1510, con una testa alata di cherubino, che è in ceramica invetriata, così come lo stemma dei Machiavelli, con ghirlanda robbiana perimetrale, posto in controfacciata. Nella parete sinistra si trova una nicchia recante una statua policroma del “Sacro Cuore di Gesù”. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in bianco crema; l’acquasantiera a parete in controfacciata è in arenaria. La chiesa prende luce dall’oculo in controfacciata e da due monofore con vetrate policrome (raffigurante la “Vergine Maria” e “San Giuseppe con il Bambino”) aperte nella parete absidale. L'altezza massima della navata è m 6,50, la minima m 5,80.
Elementi decorativi
Due stemmi in arenaria quattrocenteschi in facciata; tabernacolo quattrocentesco in arenaria; stemma primocinquecentesco in terracotta invetriata in controfacciata; cherubino con cartiglio primocinquecentesco in terracotta invetriata.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce in diagonale.
Coperture
La copertura della chiesa poggia su due capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato cotto tinteggiato. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

nessuno
La mensa eucaristica, di fattura recente (1956) ed in arenaria, è posta al centro del presbiterio ma non consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 204 x 66 x 98 (h). Tabernacolo in arenaria, con sportello ligneo, posto al centro dell’altare. Sede lignea, mobile, posta sul lato sinistro del presbiterio, sul lato opposto è in uso un leggio in ferro battuto, mobile. Un confessionale ligneo è addossato a parete nella cappella laterale sinistra.
Contatta la diocesi