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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Montespertoli
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Ilario a Lungagnana
Parrocchia di Sant'Andrea a Montespertoli
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
nessuno
1260 - 1348(origini carattere generale); 1407 - 1457(cenni storici carattere generale); 1551 - 1599(cenni storici carattere generale); 1618 - 1618(cenni storici carattere generale); 1745 - 1789(cenni storici carattere generale); 1827 ante - 1827(cenni storici ricostruzione della chiesa); 1833 - 1855(cenni storici carattere generale); 1862 - 1898(cenni storici carattere generale); 1922 - 1922(cenni storici carattere generale); 1970 - 1970(cenni storici carattere generale); 1982 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di Sant'Ilario a Lungagnana
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Ilario a Lungagnana <Montespertoli>
Altre denominazioni S. Ilario a Lungagnana
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
neoclassico (ricostruzione)
Notizie Storiche

1260 - 1348 (origini carattere generale)

A Lungagnana (Lunghagnana, Longaniana, toponimo derivante forse dalla presenza dal “praedium” romano di un Longanius, corrispondente all’etrusco Luncane, oppure dal latino tardo “longania”, portico ma anche lunga rete, striscia lunga di terreno: cfr. Longanie, presente come toponimo in antiche cartografie nautiche) esiste la chiesa di S. Ilario (S. Lari), documentata fin dal Duecento nel Libro di Montaperti (1260) e nelle decime vaticane del 1276, quando è tassata per 2 libbre e 10 soldi, essendone rettore prete Manno. La chiesa è suffraganea della pieve di S. Ilario a Castelfiorentino e forse è di patronato dei conti Alberti. Nel 1312 prete Manno è esecutore testamentario di fra’ Benvenuto da Lungagnana, spedalingo di S. Jacopo ad Altopascio. La chiesa viene ancora citata nel 1348.

1407 - 1457 (cenni storici carattere generale)

Nel 1407, al tempo del rettore fra’ Tommaso da Prato, la chiesa è riunita alla mensa vescovile. Nel 1422 viene realizzato un tabernacolo in arenaria per gli oli santi, poi rimurato in un portale tamponato della chiesa ottocentesca attuale. Nel gennaio del 1457 (stile moderno), per volontà del vescovo fiorentino S. Antonino Pierozzi (1389-1459), diviene rettore di S. Ilario a Lungagnana prete Giuliano di Antonio, che lo è anche delle chiese di S. Giorgio a Montalbino e di S. Maria a Loro.

1551 - 1599 (cenni storici carattere generale)

Nel 1551 il ‘popolo’ di S. Ilario conta 120 anime. Nel 1599 la chiesa risulta essere di patronato del ‘popolo’.

1618  (cenni storici carattere generale)

Prima del 1618 è unita a S. Ilario la chiesa di S. Michele a Travalle. S. Ilario risulta essere sempre di patronato del ‘popolo’.

1745 - 1789 (cenni storici carattere generale)

Nel 1745 il ‘popolo’ di S. Ilario conta 142 anime. Nel 1789 il granduca Pietro Leopoldo avoca a sé il patronato della chiesa.

1827 ante - 1827 (cenni storici ricostruzione della chiesa)

Il 6 marzo 1827 S. Ilario viene elevata a prioria. Poco prima di quella data la chiesa è ricostruita in forma cubica con pronao neoclassico, contestualmente alla canonica.

1833 - 1855 (cenni storici carattere generale)

Dal 1841 è parroco don Onorato Larucci. Il patronato spetta al granduca “per le ragioni del Popolo”. “Vi si venera un’Immagine di Maria Vergine della Neve all’altare laterale” (Luigi Santoni). Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Ilario conta 213 anime, nel 1839 sono 203, nel 1849 sono 215 e nel 1855 sono 227.

1862 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1862 il parroco di Lungagnana don Angelo Fei fa erigere a proprie spese l’altare di sinistra, dedicandolo a S. Giuseppe. Nel 1886 è parroco sempre don Fei, che lo risulta ancora essere nel 1898. Nel 1886 la parrocchia conta 239 anime.

1922  (cenni storici carattere generale)

Nel 1922 diviene parroco di Lungagnana don Amerigo Pratesi.

1970  (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 risulta essere priore di S. Ilario don Lionello Bartoletti (n. 1918), precedentemente parroco di S. Ambrogio a Firenze. Allora la parrocchia conta 147 anime.

1982 - 1986 (cenni storici carattere generale)

Nel 1982 la chiesa è sede delle riprese per il film “La notte di S. Lorenzo” dei fratelli Taviani e vi compare nella prima scena. Nel 1986 il territorio parrocchiale di S. Ilario è riunito a quello di S. Andrea a Montespertoli.
Descrizione

La chiesa di S. Ilario si trova a Lungagnana, frazione del Comune di Montespertoli. Sorge isolata, entro un contesto agreste, “sopra una piaggia cretosa alla destra del torrente Pesciola” (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla cubica chiesa e dalla canonica, che vi è addossata sul retro e, parzialmente, sul fianco sinistro (dov’è in completo degrado). Quest’ultima, intonacata, è qualificata, nella fronte, da tre assi di finestre e reca, nell’asse centrale, il portale centinato e la superiore portafinestra che su apre su un balconcino con la ringhiera in ferro battuto. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato in una tonalità ocra chiaro. La facciata è a cimasa orizzontale, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula quadrata. Sul lato destro della parete tergale del presbiterio è l’accesso alla sagrestia, dalla quale si perviene alla canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 10,00; larghezza totale: m 10,00
Facciata
La facciata è a cimasa orizzontale, con al centro un’esile croce metallica su un monte in pietra. Presenta un loggiato a pronao timpanato in muratura, con una serliana tuscanica nella fronte, i cui due massicci pilastri poggiano su elementi in arenaria. Il portale architravato è in arenaria, la sovrastante finestra è circolare e munita d’inferriata; il portone è ligneo, a semplici specchiature rettangolari nelle ante.
Campanile
Il campanile è a vela, intonacato, posto a sinistra, sopra il tetto della canonica, e provvisto di due campane.
Interno
L’interno è a pianta quadrata, con il presbiterio delimitato da una balaustra lignea e recante a parete l’altar maggiore con due gradi e con il tabernacolo a cimasa orizzontale avente lo sportello centinato con la raffigurazione del Calice e dell’Ostia, totalmente ligneo e marmorizzato, così come il dossale, qualificato da lesene tuscaniche e da un frontone triangolare, nel cui timpano è l’emblema raggiato bernardiniano. Il dossale reca al suo interno un Crocifisso su una croce raggiata settecentesca ed è inserito entro un arcone cieco tuscanico, le cui mostre sono in muratura tinteggiata a finta pietra, parimenti agli altri arconi ciechi nelle tre pareti residue. Il tabernacolo quattrocentesco per gli oli santi sul lato sinistro della parete tergale è in arenaria, rimurato entro un portale architravato tamponato. Sul lato opposto è l’altro portale analogo che immette nella sagrestia. Gli altari laterali, con i relativi dossali, sono in arenaria, con la mensa poggiante su mensole a voluta. L’altare di destra è contraddistinto da un dossale terminante con due volute contrapposte, fra le quali è una testa alata di cherubino, e reca un’immagine della “Madonna con il Bambino”; quello di sinistra, dedicato a S. Giuseppe, ha, nel dossale quadrangolare, una riproduzione della “Vergine del Rosario” di Pompei e, tra le volute della mensa, l’epigrafe marmorea del 1862 La boiserie è dipinta a finto legno. Le due acquasantiere a parete in controfacciata sono in marmo bianco. Le pareti sono rivestite ad intonaco, tinteggiato in bianco crema, e recano scansioni decorative in ocra che culminano nei dodici cartigli dipinti presso le imposte della copertura, qualificati da iscrizioni in latino (“CHRISTUS VINCIT”, “CHRISTUS REGNAT”, “CHRISTUS IMPERAT”, tratto dall’inno delle “Laudes Regiae”, e le altre riproducenti versi della preghiera della tradizione cattolica “Anima Christi”). Vi era conservata un’icona su tavola secentesca di maniera cretese, raffigurante la “Madonna con il Bambino e San Giovanni Battista”, ora nel Museo di Arte Sacra di Montespertoli. La chiesa prende luce da due finestre centinate e tripartite di tipo termale romano, aperte nelle pareti laterali, e dalla finestra circolare in controfacciata; le vetrate sono opache. L'altezza massima della navata è m 10,60, la minima m 9,50.
Elementi decorativi
Altar maggiore in legno marmorizzato; altari laterali in arenaria; dossale in arenaria dell’altare di destra; due acquasantiere marmoree; decorazioni parietali a tempera ottocentesche.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, di fattura recente, con mattoni rettangolari disposti a spina in diagonale.
Coperture
La copertura è a padiglione, con quattro puntoni, orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

nessuno
Altare ligneo e marmorizzato, provvisto di due gradi al centro dei quali è il tabernacolo a cimasa orizzontale avente lo sportello centinato con la raffigurazione del Calice e dell’Ostia. Sede lignea, mobile, collocata sul lato sinistro del presbiterio, presso la balaustra è in uso un leggio ligneo, mobile. Un confessionale ligneo è inserito in controfacciata, sul lato destro.
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