chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Tricarico Tricarico chiesa sussidiaria Santa Maria di Fonti Diocesi di Tricarico Facciata; Interno; Struttura; Coperture; Elementi decorativi altare - aggiunta arredo (anni '80) XII - XIII(preesistenze intero bene); 1209 - 1264(menzione intero bene); 1444 - 1585(menzione intero bene); 1624 - 1646(ampliamento intero bene); 1661 - 1661(menzione intero bene); XIX - XIX(rifacimento navate laterali); 1898 - 1898(costruzione altare); 1902 - 1902(ridipintura affresco); 1910 - 1915(costruzione altari laterali); 1929 - 1938(ristrutturazione intero bene); 1954 - 1954(restauro tabernacolo); 1987 - 1987(ristrutturazione intero bene); 2000 - 2001(ristrutturazione intero bene)
Chiesa di Santa Maria di Fonti
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Santa Maria di Fonti <Tricarico>
Altre denominazioni
santuario diocesano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lucane (costruzione)
Notizie Storiche
XII - XIII (preesistenze intero bene)
Sul sito dell'attuale chiesa esisteva una costruzione databile intorno ai secc. XII-XIII attribuita al maestro Sarolo di Muro Lucano. L'impianto originario era costituito da una sola aula con terminazione absidata, corrispondente all'attuale navata centrale. L'antico abside è posto dietro l'altare attuale.
1209 - 1264 (menzione intero bene)
In una bolla del 1209 di Innocenzo III, la chiesa compare come possesso dei verginiani; e' nuovamente menzionata nelle bolle di Alessandro IV del 1261 e Urbano IV del 1264, come "ecclesiam Sanctae Mariae de Fonte cum domibus et possessionibus suis".
1444 - 1585 (menzione intero bene)
Una bolla del 1444 di papa Eugenio IV attribuiva la chiesa e i relativi diritti e possessi al Capitolo Cattedrale di Tricarico. Nel 1585 nel "Liber Iurium" della città di Tricarico viene nuovamente citata come "chiesa di Santa Maria di Fonte".
1624 - 1646 (ampliamento intero bene)
Il santuario fu completamente rimaneggiato dal cardinale Pier Luigi Carafa senior, vescovo di Tricarico. Egli realizzò un ampliamento della chiesa con addossamento alla navata centrale, di epoca medievale, di tre cappelle per lato, coperte da volte a padiglione, collegate all'aula centrale, da altrettanti archivolti aperti nelle mura perimetrali. A tale fase o ad epoca più antica sarebbe databile l'occultamento dell'abside e la probabile realizzazione al suo interno di una piccola nicchia per contenere l'affresco della Vergine.
1661 (menzione intero bene)
In una relazione "ad limina" del 1661 del vescovo Pier Luigi Carafa junior, è identificata per la prima volta come santuario per la devozione di genti provenienti da tutta la Basilicata.
XIX (rifacimento navate laterali)
Nel XIX secolo la chiesa assume l'aspetto di un edificio a tre navate in seguito all'eliminazione delle separazioni tra le cappelle.
1898 (costruzione altare)
Nel 1898 il vecchio altare maggiore in muratura fu sostituito da uno in marmo a cura del procuratore Francesco Paolo Grassi, penitenziere.
1902 (ridipintura affresco)
Nel 1902 l'immagine della Madonna col Bambino fu ritoccata da Gennaro Quercia di Gravina.
1910 - 1915 (costruzione altari laterali)
Nel 1907 presenta l'altare maggiore e altri tre altari in legno, due a sinistra ed uno a destra. I primi due erano dedicati all'Adorazione dei Magi e a Maria Santissima del Carmelo e il terzo a Gesù legato alla Colonna. Tra il 1910 e il 1915 fu realizzata una balaustra e i tre altari laterali furono sostituiti da quelli in marmo. Attualmente quello a destra è dedicato a San Giuseppe e gli altri due a sinistra dedicati a Cristo alla Colonna e a Maria Santissima del Carmelo. Quest'ultimo fu eliminato dopo il 1950.
1929 - 1938 (ristrutturazione intero bene)
Tra il 1929 e il 1938 furono fatti degli interventi di restauro volti ad eliminare "tutto quello che poteva essere sconveniente alla Casa di Dio...per dare al piccolo santuario di Fonti ciò che si chiama tono mistico e liturgico". In particolare fu realizzato il pavimento e la sostituzione delle porte.
1954 (restauro tabernacolo)
Nel 1954 fu risistemato il tabernacolo. In quest'occasione fu tagliato il vetro relativo al miracolo della lacrimazione.
1987 (ristrutturazione intero bene)
A seguito del terremoto del 1980 furono eseguiti degli interventi di consolidamento e rifacimento della facciata ad opera del Provveditorato alle Opere Pubbliche.
2000 - 2001 (ristrutturazione intero bene)
Con fondi regionali per l'edilizia di culto furono eseguiti degli interventi di ristrutturazione che hanno riguardato la copertura. Inoltre è stato portato a vista il paramento murario, prima completamente intonacato.
Descrizione
La chiesa di Santa Maria di Fonti si trova nel territorio di Tricarico. Ha una forma molto semplice. L'interno è suddiviso in tre navate.
Facciata
La facciata, rivolta a nord-ovest, è caratterizzata dal portale principale con lo stemma della famiglia Carafa della Stadera con un finestra rettangolare soprastante. Simmetricamente è disposta una coppia di finestroni ad arco, due piccole finestre sempre ad arco e, più in basso, due finestre rettangolari. Il paramento murario è in pietra a facciavista. La facciata è provvista anche di un piccolo campanile a vela.
Interno
La configurazione planimetrica è impostata su tre navate collegate da una coppia di aperture ad arco e da un'apertura rettangolare all'altezza del presbiterio. Questo di eleva per un'altezza pari ad un gradino. La navata sinistra termina con una porta che dà sulla sagrestia e presenta una finestra laterale. La navata destra presenta una porta terminale e, lateralmente, una porta d'ingresso secondaria.
Struttura
La struttura è in muratura. Due setti murari interni con aperture ad arco e rettangolari separano le navate.
Coperture
Il tetto è a doppia falda. L'intradosso è caratterizzato da una volta a botte scandita da lunette nella parte centrale. Le navate laterali sono coperte con volte a crociera di forma irregolare.
Elementi decorativi
L'altare maggiore a muro, in marmo e stucchi dorati, ha una nicchia con un'affresco di una Madonna con Bambino di ascendenza tardo-bizantina databile al secolo XV. La presenza di un fonte battesimale, ricomparso dopo il restauro del 1996, posto in basso, rispetto all'immagine mariana, giustificherebbe la denominazione della chiesa. Le navate laterali hanno degli altari anch'essi rivestiti in marmo.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (anni '80)
L'adeguamento liturgico è limitato all'inserimento di un altare in legno rivolto verso il popolo.