chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sesto Fiorentino
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Maria e S. Bartolomeo a Padule
Parrocchia di Santa Maria e Bartolomeo a Padule
Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1969)
X - X(origini - citazione carattere generale); XI inizi - XI metà(cenni storici carattere generale); XI metà - XI fine(ricostruzione chiesa); 1260 - 1303(cenni storici carattere generale); 1328 - 1338(cenni storici carattere generale); 1426 - 1446(patronati della chiesa carattere generale); XVI - XVI(realizzazione affreschi facciata); 1609 - 1649(realizzazione altare laterale
dipinti su tela interno chiesa); 1662 - 1695(rifacimento
costruzione portico
dipinto chiesa e portico); 1664 - 1665(costruzione oratorio della Compagnia Compagnia di S. Isidoro); 1706 - 1726(realizzazione organo e arredi interno chiesa); 1785 - 1804(soppressione e ricostituzione Compagnia Compagnia di S. Isidoro); 1806 - 1847(costruzione campanile); 1866 - 1902(cenni storici
restauri carattere generale
chiesa); 1903 - 1948(dotazione del fonte battesimale chiesa); 1950 - 1952(cenni storici carattere generale); 1953 - 1959(lavori di restauro chiesa); 1960 - 1964(apertura collegamento con ex compagnia chiesa
parete sinistra); 1969 - 1971(restauri
modifiche e lavori edili chiesa e complesso parrocchiale); 1986 - 1994(vicende conservative dipinti su tela ); 1993 - 2004(cenni storici carattere generale - parrocchia)
Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo a Padule
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria e San Bartolomeo a Padule <Sesto Fiorentino>
Altre denominazioni S. Maria e S. Bartolomeo a Padule
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
barocco (rifacimento interno)
Notizie Storiche

 (origini - citazione carattere generale)

Il documento più antico sulla chiesa di Padule (toponimo derivante da ‘palude’, zona paludosa e documentato forse fin dal 774) risalgono al 990, quando la chiesa (però non citata con alcuna dedicazione, ma solo come “ecclesia de Padule”) paga il fitto di 24 denari annui per alcune terre, poste a Fonte di Padule (Acqualunga?), alla mensa vescovile di Firenze. In quel secolo la zona viene bonificata, sebbene già precedentemente attraversata da un’importante arteria collegante la pieve di S. Martino a Sesto Fiorentino con quella di S. Stefano a Campi. L’area, già bonificata al tempo dei romani e poi impaludatasi nuovamente a partire dal V secolo, mantiene la disposizione dei vecchi cardini e decumani della centuriazione e all’incrocio di due di questi sorge in origine un edificio sacro, dedicato alla Madonna.

XI inizi - XI metà (cenni storici carattere generale)

Agli albori dell’XI secolo l’edificio sacro dedicato a S. Maria e posto lungo l’asse viario predetto, posto tra le due pievi e riconnettentesi alla Cassia Vetus, è forse ancora un modesto oratorio o cappella. Questo secondo la Milloschi; secondo il Carocci ed il Calzolai invece S. Maria è fin da allora una chiesa parrocchiale, mentre esisteva una distinta cappella dedicata a S, Bartolomeo. Nel 1024 il vescovo Ildebrando dona la chiesa, con alcune terre “vignate”, al monastero di S. Miniato al Monte.

XI metà - XI fine (ricostruzione chiesa)

Nell’XI secolo l’edificio sacro originario di S. Maria viene trasformato, ricostruito ed ampliato in forme romaniche ed assume (secondo la Milloschi) le dimensioni di una vera chiesa, ad aula absidata. Ancora restano la lunetta in bicromia di conci al di sopra del portale d’ingresso ed un portale architravato laterale a destra, che immetteva nell’originaria canonica.

1260 - 1303 (cenni storici carattere generale)

Nel 1260 è rettore di S. Maria Diotisalvi di Buondelmonte (Buondelmonti?). La chiesa è citata nelle decime pontificie del 1274 e del 1303. Nel 1299 la chiesa risulta dipendere dalla pieve di Sesto.

1328 - 1338 (cenni storici carattere generale)

Nel 1328 viene restaurata la colombaia di un edificio del vescovo di Firenze, posto nel ‘popolo’ di Padule. Nel 1338 è rettore di S. Maria Pietro di Giovanni. Nel 1387 risultano patroni della chiesa i ‘popolani’.

1426 - 1446 (patronati della chiesa carattere generale)

Nel 1426 è rettore di S. Maria prete Paolo e nel 1430 Marchionne di Dosso (Dossi); in quell’anno il patronato della chiesa è condiviso dal ‘popolo’ con i Capitani di Orsanmichele e con i figli di Francesco di Bartolo Sanguigni, che posseggono nelle vicinanze una ‘casa da signore’. Nel 1446 il Vescovo S. Antonino Pierozzi (1389-1459) concede il patronato della chiesa ai Venturi, che appongono il loro stemma sulla facciata, al di sopra del portale (“d'azzurro, alla fascia d'oro accompagnata da tre rocchi di scacchiere dello stesso, 2.1”). È allora rettore ser Goro.

XVI  (realizzazione affreschi facciata)

Agli inizi del Cinquecento viene eseguito, su una parete esterna, l’affresco con i “Santi Bartolomeo, Giovanni Battista e Agostino” ad opera di un pittore seguace di Raffaellino del Garbo (1466-1524), ma dal Carocci identificato con un seguace di Benozzo Gozzoli (1420-1497) o con Giusto d’Andrea (1440-1496). Questo farebbe presupporre che già allora esistesse un portico antistante la facciata. In seguito, nella lunetta sopra il portale d’ingresso, è dipinta una “Madonna con il Bambino tra i Santi Bartolomeo e Lucia” (ma dal Carocci ascritta ancora al Quattrocento). Viene unita alla chiesa quella di S. Lorenzo al Prato. La chiesa compare raffigurata nelle piante dei Capitani di Parte Guelfa degli anni Ottanta di quel secolo, vicino al ponticello che supera il torrente di Aqualunga.

1609 - 1649 (realizzazione altare laterale, dipinti su tela interno chiesa)

Dal 1609 al 1649 è parroco della chiesa don Gherardo Totti. Durante la visita pastorale dell’arcivescovo Alessandro Marzi Medici (1557-1630) del 1616 si cita per la prima volta la contitolarità della chiesa di S. Maria e S. Bartolomeo. Nel 1630 don Totti fa eseguire l’altare laterale di destra, di patronato della sua famiglia (della quale sono gli stemmi nei basamenti sotto le lesene laterali: “di ..., alla banda diminuita di ..., accostata da sei stelle a otto punte di ..., ordinate tre per lato”, colori ignoti), recante il quadro dell’“Annunciazione”, opera di Filippo Tarchiani (1576-1645). Sempre il Tarchiani nel 1628 aveva dipinto anche il “Martirio di San Bartolomeo” per l’altar maggiore.

1662 - 1695 (rifacimento, costruzione portico, dipinto chiesa e portico)

Il priore Francesco Palchetti, parroco di Padule dal 1662 al 1695, fa ristrutturare la chiesa in forme barocche: la navata viene controvoltata in stuoia di canne, nel 1665 è realizzato l’altare laterale di sinistra, di patronato dei Mazzinghi (che vi appongono il loro stemma: “d'azzurro, a tre mazze d'arme rovesciate d'argento, anellate di rosso, ordinate l'una accanto all'altra”), è ricostruita la scarsella con l’altar maggiore e, verso il 1670, è innalzato il portico antistante la facciata. Francesco Botti (1640-1711), un allievo di Simone Pignoni, esegue una “Madonna con il Bambino fra i Santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova” (per il predetto altare di sinistra).

1664 - 1665 (costruzione oratorio della Compagnia Compagnia di S. Isidoro)

Nel 1664 si costituisce la Compagnia di S. Isidoro Agricola (un santo “contadino” spagnolo dell’XI secolo), il cui oratorio vicino alla chiesa è eretto nel 1665; Alessandro Rosi (1627-1697) dipinge per l’altare di tale Compagnia una “Madonna con il Bambino e Cherubini che appare a Sant’Isidoro Agricola e a Sant’Antonio Abate”, derivante da un modello di Domenico Pugliani del 1640. Tra i fondatori vi è anche un membro della famiglia Manetti.

1706 - 1726 (realizzazione organo e arredi interno chiesa)

Agli inizi del Settecento, tra il 1706 e il 1708, è priore della chiesa don Michelangelo Bellini, nel 1723 Giovacchino Spadini e nel 1726 Francesco Bandinelli. Viene fortemente ridipinto l’affresco cinquecentesco con i “Santi Bartolomeo, Giovanni Battista e Agostino” ed è realizzato l’organo nella cantoria in controfacciata. Sono realizzati pure un “Cristo deposto” in terracotta e un reliquario contenente una reliquia di S. Cristina, posseduta dal 1723.

1785 - 1804 (soppressione e ricostituzione Compagnia Compagnia di S. Isidoro)

Nel 1785 è soppressa la Compagnia di S. Isidoro Agricola per volere granducale, ma nel 1792 è ricostituita, fornendola di nuovi Capitoli. Dal 1787 è priore della chiesa don Giuliano Martini, che nel 1804 diverrà pievano a S. Martino di Sesto.

1806 - 1847 (costruzione campanile)

Dal 1806 al 1825 è priore della chiesa don Giovanni Felice Biagi, dal 1826 al 1844 don Vincenzo Dilaghi. Nell’Ottocento i Ginori Lisci si affiancano nel patronato della chiesa. Tra il 1826 ed il 1844 è innalzato da don Dilaghi il campanile con tre campane fuse dalla ditta Moreni di Castelvecchio e Pescia. Il patronato spetta alternativamente ai Venturi Garzoni ed ai Martini. Dal 1844 al 1866 diviene pievano don Giovanni Parretti. Annessa alla chiesa esiste la sede della ricostituita Compagnia di S. Isidoro Agricola. Nel 1833 il ‘popolo’ di S. Maria e S. Bartolomeo conta 346 anime e nel 1847 500.

1866 - 1902 (cenni storici, restauri carattere generale, chiesa)

Dal 1866 al 1902 diviene parroco della chiesa don Lino Chini, autore della nota storia del Mugello in 4 volumi. Nel 1875 sull’altare di sinistra è rimossa la tela del Botti e vi è collocata una nuova statua di “Santa Cristina”. L’arretratezza sociale ed economica del territorio della parrocchia di Padule è messa ben in evidenza dalle sestine ironiche che don Chini dedica nel 1885 al paese in cui malvolentieri vive. Nel 1889, durante alcuni restauri, viene ritrovato e posto a vista il portale dell’XI secolo. Sulla piazzetta antistante la chiesa, posta tra la strada per Campi ed il fosso di Acqualunga, esistono un mulino ed un lavatoio.

1903 - 1948 (dotazione del fonte battesimale chiesa)

Dal 1903 al 1938 è priore don Amedeo degl’Innocenti. Nel 1929 la chiesa riceve il fonte battesimale. Nel 1936 è riformata la vecchia Compagnia. Dal 1938 al 1946 è priore don Angelo Zulfanelli, cui segue don Romeo Bozzoli fino al 1948.

1950 - 1952 (cenni storici carattere generale)

Nel 1950 diviene parroco don Giuseppe Padovani (1924-1994) da Barberino Val d’Elsa. Nel 1952 vengono demoliti il mulino ed il lavatoio esistenti nei pressi della chiesa.

1953 - 1959 (lavori di restauro chiesa)

Nel 1953 sono effettuati importanti restauri alla chiesa, durante i quali viene demolito anche l’incannucciato che copre la navata. Negli Anni Cinquanta viene realizzato un nuovo fonte battesimale.

1960 - 1964 (apertura collegamento con ex compagnia chiesa, parete sinistra)

Nel 1960 il parroco don Padovani fa aprire un varco lungo la parete sinistra di chiesa, creando una cappella al posto della precedente sede dell’ex Compagnia; sull’altare è posta nel 1964 una copia di epoca imprecisata di una “Madonna con il Bambino” d’ascendenza rosselliniana. La tela con il “Martirio di San Bartolomeo” viene spostata dall’altar maggiore su quello di sinistra, togliendo il quadro del Botti, mentre l’organo settecentesco presente nella cantoria in controfacciata è collocato con essa sul retro dell’altar maggiore.

1969 - 1971 (restauri, modifiche e lavori edili chiesa e complesso parrocchiale)

Nel 1969 è realizzato il nuovo altar maggiore secondo le direttive conciliari e viene ampliata la cappella laterale su progetto dell’architetto Frido Chiostri di Sesto, studioso dell’acquedotto romano e della tomba etrusca della Montagnola a Sesto. Nel 1970 la parrocchia conta 700 anime. In quell’anno è restaurato l’affresco con i “Santi Bartolomeo, Giovanni Battista e Agostino”. Viene realizzato, annesso alla chiesa, un complesso parrocchiale dotato di un portico a tre luci, con le aule per il catechismo ed una sala riunioni, collegato mediante un percorso pavimentato alla piazzetta di S. Bartolomeo; il progetto è sempre dell’architetto Chiostri. Nel 1971, al posto di don Padovani, trasferito alla nuova parrocchia dell’Ascensione, diviene parroco don Odero Nannicini (1930-2013) da Campi Bisenzio.

1986 - 1994 (vicende conservative dipinti su tela )

Nel 1986 è restaurato il “Martirio di San Bartolomeo” del Tarchiani, nel 1994 la “Madonna con il Bambino e Cherubini che appare a Sant’Isidoro Agricola e a Sant’Antonio Abate” del Rosi.

1993 - 2004 (cenni storici carattere generale - parrocchia)

Nel 1993 la parrocchia conta 4.000 anime. Nel 2004 diviene parroco don Luciano Bianchini.
Descrizione

La chiesa di S. Maria e S. Bartolomeo si trova a Padule (41,30 m s.l.m.), frazione del Comune di Sesto Fiorentino. Sorge “in ubertosa pianura […] presso la base meridionale del poggio delle Cappelle” (Emanuele Repetti), ad ovest di Sesto, “nel piano di Padule, sempre sonante di gracidanti rane in piena orchestra” (Lino Chini). Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica che, con i locali parrocchiali, vi è costruita in adiacenza destra. Sul retro è la torre campanaria. Sul fianco sinistro della chiesa è addossata la sede dell’ex Compagnia, al cui interno è stata ricavata l’attuale cappella laterale della chiesa. Addossati alla sinistra della Compagnia sono locali oggi concessi in uso alla Caritas. I rivestimenti esterni del complesso sono ad intonaco tinteggiato in bianco crema. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula orientata a est. Su una parete della cappella laterale si apre l’accesso al vano residuo della sede dell’ex Compagnia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 17,80; lunghezza fino all'arco absidale: m 14,20; larghezza totale: m 12,30; larghezza della navata: m 6,20.
Facciata e portico
La facciata della chiesa è a capanna, con una croce metallica sul colmo. Il registro superiore è rivestito ad intonaco e vi si aprono due finestre laterali di forma rettangolare. Il registro inferiore, sotto al portico, reca a vista i conci in alberese dell’originaria costruzione. Il portale architravato di chiesa è sormontato da una lunetta a pieno centro, ove già era la perduta pittura murale primocinquecentesca raffigurante la “Madonna con il Bambino tra i Santi Bartolomeo e Lucia”, la cui sinopia è conservata all’interno, in controfacciata. I conci della mostra del portale dell’XI secolo sono parte in alberese e parte in marmo, bianco e serpentino. L’arme quattrocentesca dei patrono Venturi, posta sull’architrave, è in arenaria, così come la parte inferiore degli stipiti. Il portone è ligneo, con specchiature quadrate nelle ante. A sinistra è il portale della sede dell’ex Compagnia, qualificato da un frontone triangolare spezzato, recante al centro l’emblema bernardiniano. La facciata è preceduta da un portico tripartito secentesco, che si sviluppa anche di fronte a quella della Compagnia, con arcate a sesto ribassato e con la copertura poggiante su pilastri tuscanici in muratura a pianta quadrata e con le facce risaltate. Nella parete destra, sotto il loggiato e ortogonale alla facciata, si trova l’affresco primocinquecentesco raffigurante i “Santi Bartolomeo, Giovanni Battista e Agostino”, entro un’illusoria edicola architravata rinascimentale.
Campanile
Il campanile, intonacato, è a pianta quadrata e con la cella campanaria provvista di tre campane; i quattro fornici posti sulle facce recano una balaustra. Sulla copertura a cuspide è una croce metallica su sfera.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula, culminante nel presbiterio, rialzato di un gradino, ove al centro è la mensa eucaristica in pietra serena del 1969, su due setti speculari parimenti in arenaria, come il dossale a tergo e sopra al quale è il moderno tabernacolo, con lo sportello a bassorilievo in ottone decorato a smalto. Un ambone in arenaria è posto sul lato sinistro del presbiterio. La boiserie del coro è in legno, così come la cantoria e la maestosa cassa lignea dell’organo settecentesco, terminante con un frontone a volute laterali, posto al centro della parete tergale. Le due vetrate policrome poste ai due lati sono illuminate elettricamente dal retro. I pilastri dell’arcone del presbiterio sono in muratura tinteggiati in grigio. Lungo la parete sinistra due arcate a tutto sesto si aprono sulla cappella ricavata un porzione dell’oratorio dell’ex Compagnia, ove l’altare, con il dossale contraddistinto da un frontone centinato, spezzato e risaltato su colonne ioniche laterali, è in muratura tinteggiata in grigio e reca al centro una “Madonna con il Bambino” di derivazione rosselliniana, entro una cornice lignea e dorata settecentesca. Alle pareti dell’aula sono addossati, in posizione speculare, due dossali in muratura tinteggiata, privati di mensa, qualificati da un frontone triangolare spezzato e con il simbolo bernardiniano al centro, su lesene tuscaniche laterali, i basamenti delle quali sono in arenaria, tinteggiata anch’essa; recano gli stemmi dei Mazzinghi (a sinistra) e dei Totti (a destra). Nei dossali soni i dipinti su tela del “Martirio di San Bartolomeo” del Tarchiani (a sinistra) e dell’“Annunciazione”, parimenti del Tarchiani (a destra). Nella parete destra, entro una nicchia costituente già un portale medievale, è un busto-reliquiario primosecentesco di S. Bartolomeo. Nella parete sinistra, presso la controfacciata ed in una nicchia dedicata e con arco a pieno centro, ha sede il moderno fonte battesimale a colonna in arenaria. In controfacciata la bussola lignea è sormontata da una lunetta con la mostra in alberese, ove al centro è la sinopia dell’affresco un tempo visibile in facciata. Le due acquasantiere a parete sono in marmo (quella a sinistra) ed in arenaria (quella sul lato opposto, assai deteriorata). La chiesa prende luce dalla due finestre in controfacciata; le due vetrate policrome poste nella parete tergale, raffiguranti “La Madonna” e “San Bartolomeo”, sono cieche ed illuminate dal retro. L'altezza massima della navata è m 8,40, la minima m 7,60.
Pavimenti e pavimentazioni
Nel presbiterio e nella fascia centrale dell’aula la pavimentazione è in cotto, con listelli rettangolari disposti a spinapesce; le porzioni residue della pavimentazione sono realizzate in gres, con listelli rettangolari di minore dimensione e disposti in diagonale. Il portico e pavimentato in cotto, con mattoni disposti a spina.
Coperture
La copertura della chiesa poggia su tre capriate, orditura primaria e secondaria, scempiato in cotto. La cappella laterale è voltata a botte, con quattro unghie su peducci tuscanici. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La copertura del loggiato è a leggio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1969)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel 1969. Al centro del presbiterio è stata realizzata una mensa eucaristica in arenaria che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 85 x 208 x 98 (h). Il dossale di altare è in pietra serena e reca al centro il tabernacolo, con sportello in ottone decorato a smalto. Ambone in arenaria posto sul lato sinistro del presbiterio, sul lato destro sono la sede lignea, mobile, ed il leggio, in metallo. Fonte battesimale in arenaria, con vasca circolare su fusto a colonna, posto in parete laterale sinistra presso la controfacciata, in una nicchia dedicata. Un confessionale ligneo è addossato ad una parete dell’adiacente compagnia.
Contatta la diocesi