chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Firenze
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Felice a Ema
Parrocchia di San Felice a Ema
Pianta; Facciata; Interno; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (1966); presbiterio - aggiunta arredo (1982)
X - XII(origini (?) intero bene); XIII - XV(cenni storici intero bene); 1500 - 1532(cenni storici intero bene); 1748 - 1748(cenni storici intero bene); 1791 - 1796(cenni storici intero bene); 1966 - 1966(restauro intero bene)
Chiesa di San Felice a Ema
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Felice a Ema <Firenze>
Altre denominazioni S. Felice a Ema
Ambito culturale (ruolo)
romanico (struttura e facciata - costruzione)
neoclassico (interno - rifacimento)
Notizie Storiche

X - XII (origini (?) intero bene)

Della chiesa di San Felice a Ema si hanno menzioni che risalgono all'XI secolo, periodo al quale si riferiscono anche alcune parti originarie dell’edificio come le tracce di rivestimento marmoreo poste in facciata attorno alla porta principale. Il ritrovamento in loco di epitaffi sepolcrali risalenti al V-VI secolo ha concorso a porre l’eventualità della coeva fondazione di un oratorio nelle vicinanze dell’attuale cimitero. Nella prima metà dell’XI secolo la chiesa di "S. Felicis iuxta flumen" fu donata al monastero di S. Pier Maggiore e, come riferisce il Calzolai, nel 1192 fu riconfermata come possesso anche dal papa Celestino III.

XIII - XV (cenni storici intero bene)

Collegiata con tre canonici fino dal XIII secolo, l’importanza della pieve assunse progressivamente un rilievo, oltre che religioso, anche di carattere economico e sociale, sottolineato dalla presenza nella comunità di famiglie facoltose e potenti quali i Canigiani tra i cui illustri esponenti vi fu anche Eletta, madre di Francesco Petrarca.

1500 - 1532 (cenni storici intero bene)

Nel 1500 la chiesa di San Felice ebbe il privilegio del fonte battesimale. Nominato parroco da Leone X, Pietro Della Luna fece collocare nel 1532 lo stemma della famiglia nell'architrave del portale di ingresso alla chiesa.

1748  (cenni storici intero bene)

Nel 1748 S.Felice a Ema fu eretta in prepositura ed il priore Lorenzo Lapi fu il primo ad averne il titolo.

1791 - 1796 (cenni storici intero bene)

A partire dal 1791 e su disegno di Giovanni Rivanni furono intrapresi alcuni interventi che produssero significative modifiche all'aspetto della chiesa: le coperture delle navate furono rialzate e l’interno fu complessivamente decorato a stucco. Successivamente, l'11 settembre 1796, la chiesa fu consacrata dal Mons. Antonio Martini.

1966  (restauro intero bene)

Nel corso del 1966 e con la direzione dell'Arch. Guido Morozzi fu messo in opera un restauro complessivo della chiesa nel cui ambito sono stati riportati in vista alcuni elementi della struttura originaria, ivi comprese sei colonne in pietra forte.
Descrizione

La chiesa di San Felice a Ema, dedicata al santo presbitero Felice di Nola ed in contesto agreste, non è isolata ma posta al centro di un articolato complesso edilizio. La canonica e la seicentesca Compagnia della Santissima Annunziata, (oggi sede della Confraternita del Santissimo Sacramento) sono poste in adiacenza ai due fianchi della chiesa, cui è prossimo anche un piccolo cimitero costruito nel XIX secolo e noto anche per la sepoltura di Eugenio Montale ed altre illustri personalità. Il campanile, affiancato alla parete esterna della navata sinistra, è posto in posizione arretrata rispetto alla facciata. Ulteriori corpi di fabbrica, facenti parte del complesso della canonica, sono addossati alla parete tergale della chiesa. La facciata ha caratteri romanici e consente la lettura dello schema d’impianto della chiesa articolato in tre navate, la maggiore al centro con le due minori ai lati. La facciata è in pietra forte e vi si aprono tre potali, ognuno in corrispondenza interna con una navata. Sopra il portale centrale è posta una lunetta romanica, con bicromia in marmo bianco e verde, risalente al secolo XII. Più in alto, al centro della facciata, si apre una bifora. L'interno ha carattere neoclassico ed è frutto delle trasformazioni tardo settecentesche che dettero luogo anche al rialzamento delle navate, coperte da volte e separate da tre setti in muratura che al loro interno inglobano le originali colonne in pietra forte, parzialmente riportate in luce con il restauro condotto dal Morozzi nel 1966. La navata centrale prende luce da otto finestre. Il presbiterio è leggermente rialzato e termina con abside semicircolare. L'altare maggiore in marmi policromi è del 1738, nel catino absidale fu raffigurata la SS. Trinità ad opera di Raffaello Faldi. La cantoria in controfacciata poggia su due colonne ed ospita un organo del XVIII secolo, con dieci registri ed opera dei Tronci di Pistoia.
Pianta
La chiesa presenta un impianto planimetrico rettangolare, con abside rivolta ad oriente ed aula a tre navate articolate in quattro campate e suddivise tra loro da setti murari a sezione rettangolare; sul fondo della navata maggiore si sviluppa il presbiterio, rialzato di un gradino e concluso in abside semicircolare sul prolungamento della navata. Le dimensioni indicative della chiesa sono: lunghezza totale 15,30 m, larghezza complessiva 15,30 m, larghezza navata centrale 7,00 m.
Facciata
La facciata della chiesa è preceduta dal sagrato, costituito da un ampio terrazzamento che si affaccia sulla via di San Felice ad Ema ed è posto ad una quota inferiore rispetto al piano d’imposta della chiesa a cui si accede con una scalinata in arenaria. La facciata a salienti e con caratteri romanici è in pietra forte, lasciata a vista. Sono rivestite ad intonaco, e quindi facilmente individuabili, le porzioni sopraelevate sul finire del XVIII secolo. Compongono la facciata i tre portali con le lunette semicircolari ed una bifora, attualmente tamponata, in posizione centrale. La lunetta sopra il portale principale è datata al XII secolo ed è composta in marmi bianchi e verdi, lo stemma sul sottostante architrave è dei Della Luna e fu qui collocato nel 1532. I portali laterali sono di dimensione minore, con un arco in bozze di calcare bianco posto a filo parete sopra l'architrave. La lunette sottese dagli archi sono prive di elementi decorativi.
Interno
L’aspetto in prevalenza neoclassico dell’interno si deve alle trasformazioni realizzate nel quinquennio 1791-96 su progetto di Giovanni Rivani. Le tre navate sono separate da setti in muratura posti a sostegno delle arcate e le originali colonne in pietra forte, poi inglobate nei setti murari, sono oggi parzialmente visibili dopo essere state riportate in luce con il restauro diretto dal Morozzi nel 1966. Le arcate sono inquadrate da lesene con capitello ionico e dalla trabeazione oltre la quale si imposta la volta e si aprono quattro ampie finestre rettangolari per lato che rendono la navata assai luminosa. Le volte e le pareti della chiesa sono rivestite ad intonaco e tinteggiate in bianco, creando così una bicromia con i registri architettonici in grigio. L'altare maggiore in marmi policromi è del 1738, nel catino absidale fu raffigurata la SS. Trinità ad opera di Raffaello Faldi. La cantoria in controfacciata poggia su due colonne ed ospita un organo del XVIII secolo, con dieci registri ed opera della famiglia Tronci di Pistoia.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento attuale fu messo in opera con l'intervento di restauro del 1966 ed è realizzato con mattoni in cotto posati a spina. Il presbiterio è pavimentato in marmo bianco e bardiglio con riquadri disposti a scacchiera.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1966)
Nel 1966 fu eliminata la balaustra che delimitava il presbiterio
presbiterio - aggiunta arredo (1982)
Adeguamento del presbiterio alle esigenze liturgiche della riforma conciliare, senza il ricorso ad interventi di carattere strutturale. Mensa eucaristica realizzata in legno e decorata a finto marmo (misure cm 250 x 90) così come l'ambone. Sede lignea posta lateralmente, alla destra dell'altare. Leggio mobile, in legno decorato. Il fonte battesimale in arenaria è collocato nella navata laterale sinistra, addossato alla controfacciata e preceduto da una balaustra lignea.
Contatta la diocesi