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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Valperga
Torino
chiesa
sussidiaria
San Giorgio
Parrocchia di San Giorgio Martire
pianta; facciata; prospetti laterali; Impianto strutturale; interni; navata centrale; navata laterale destra; navata laterale sinistra; presbiterio; sacrestia; apparato liturgico; campanile
nessuno
XI inizi - XI metà(fondazione preesistenza); XI fine - XI fine(costruzione campanile); 1150 - 1150(prima citazione intero bene); XIII - XIV(ampliamento intero bene); 1286 - 1286(carattere generale intero bene ); XIV metà - XVI fine(apparato decorativo interno); 1386 - 1386(distretto plebano carattere generale); XV - XV(ampliamento intero bene); XVI - XVI(ampliamento intero bene); 1581 - 1581(visita pastorale intero bene); 1594 - 1594(visita pastorale intero bene); 1594 - 1594(visita pastorale altari ); 1630 - 1630(carattere generale intero bene); 1674 - 1674(visita pastorale intero bene); 1674 - 1674(visita pastorale altari); 1674 - 1674(visita pastorale altari); XVII fine - XVII fine(costruzione sacrestia nuova); XVII fine - XVIIIinizi(ampliamento intero bene ); XVII fine - XVIIIinizi(sopraelevazione capanile); 1729 - 1729(visita pastorale intero bene); 1752 - 1752(visita pastorale intero bene); 1752 - 1752(visita pastorale altari); 1772 - 1772(visita pastorale intero bene); 1772 - 1772(visita pastorale presbiterio); 1772 - 1772(visita pastorale altari ); 1772 - 1772(visita pastorale altari); 1803 - 1803(trasferimento parrocchiale carattere generale); 1937 - 1938(restauro intero bene); 1970 - 1980(restauro apparato decorativo); 1998 - 1998(rifacimento tetto); 2001 - 2005(restauro intero bene)
Chiesa di San Giorgio
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Giorgio <Valperga>
Ambito culturale (ruolo)
impianto medievale (costruzione)
romanico (campanile)
barocco (ampliamento)
maestranze canavesane (facciata)
Notizie Storiche

XI inizi - XI metà (fondazione preesistenza)

Fondazione o preesistenza di una chiesa romanica (probabilmente associata ad una piccola fortificazione nell'area dove sorgerà il castello), della quale è traccia il pontile, forse abbinato ad un altro affacciato nell'antica zona absidale.

XI fine  (costruzione campanile)

Edificazione del campanile e risistemazione dei vani adiacenti e dell'abside.

1150  (prima citazione intero bene)

Il primo documento che testimonia l'esistenza della chiesa di San Giorgio riguarda il testamento di Ottone a favore dei nipoti Guido, Arduino e Guglielmo (figli del fratello Guido fu Arduino, conte del Canavese). L'atto viene firmato nel cimitero adiacente alla chiesa.

XIII - XIV (ampliamento intero bene)

La chiesa è oggetto di un primo ampliamento attorno al nucleo originario del campanile, riconducibile alle attuali sacrestia vecchia, all'abside, alla terza e quarta campata della navata laterale sinistra, e alla quinta della navata laterale destra. Il limite della chiesa trecentesca è segnato da pinnacoli di terracotta e dai fregi che svoltano verso l'antica facciata , nonché da tracce ritrovate nel corso dei lavori di restauro degli anni Trenta del XX secolo, delle fondazioni relative.

1286  (carattere generale intero bene )

La chiesa dipendeva canonicamente dal Vescovo di Torino; i Valperga furono investiti delle decime ecclesiastiche nel 1286, unitamente a Cuorgnè Canischio e Prascorsano. All'epoca risulta rettore Dominus Guillelmus.

XIV metà - XVI fine (apparato decorativo interno)

La chiesa è stata oggetto di un'importante fase decorativa della seconda metà del Trecento a sino alla fine del Cinquecento. E' in questo periodo che i Conti di Valperga devono dare un'immagine forte del casato, evocare i santi protettori, figurare come grandi devoti e rappresentare i loro uomini importanti, considerando anche i notevoli incarichi presso i Savoia e presso i reali di Francia. Si ha traccia di un artista attivo in San Giorgio, Giovanni di Pietro de Scotis di Piacenza, in relazione all'affresco della Passione posto nell'abside. Le indagini dell'Anselmi avevano portato ad ipotizzare il 1422 come data di esecuzione e Francesco Valperga come committente. Le indagini successive del Bertotti hanno ricondotto l'affresco al 1462.

1386  (distretto plebano carattere generale)

Il distretto plebano della Pieve di San Genesio di Corio Canavese, nel 1386, era formato dalle chiese situate nella zona nord-orientale della diocesi. Tra quelle ricomprese nel tratto tra il torrente Malone e l'Orco, ai confini con la diocesi di Ivrea, vi era la chiesa detta di S.Giorgio a Valperga.

XV  (ampliamento intero bene)

Risalgono al periodo quattrocentesco le ultime due campate della navata laterale destra.

XVI  (ampliamento intero bene)

La chiesa, che svolgeva funzione di parrocchiale, si dimostrò insufficiente nelle sue dimensioni. Venne ampliata, in un primo momento, allungando le navate verso ponente, corrispondenti alla seconda campata attuale.

1581  (visita pastorale intero bene)

Monsignor Peruzzi durante la sua visita trovò la chiesa in buono stato di conservazione sebbene non fosse "molto capace". Anche gli arredi sacri utilizzati per celebrare le funzioni vennero giudicati adatti al loro compito; in particolare, l'attenzione del visitatore apostolico sembra essere attirata dal fonte battesimale del quale viene fornita una descrizione molto dettagliata. Quest'ultimo era "realizzato in pietra, ornato da una piramide di legno di noce, coperta con il suo manutergio e suddiviso in due part". Uno dei due incavi presentava un foro e serviva per far scendere sul capo dei bambini l'acqua benedetta che viene conservata nell'altra cavità. Sono presenti dei bervi cenni anche alla sacrestia che venne giudicata ben dotata di paramenti e ornamenti sacerdotali ed alla canonica. Il cimitero non risultava essere ben chiuso, pertanto fu ordinata la chiusura dei lati aperti con grate di legno per ostacolare l'ingresso degli animali.

1594  (visita pastorale intero bene)

Nella relazione di visita di Mons.Broglia lo stato della chiesa è considerato nel suo insieme "ben tenuto eccetto ciò che per vecchiaia è nero". Vien domandato, quindi, che per "mezzo dei padroni della chiesa si trovi il modo di provvedere alle cappelle, alla chiusura delle finestrelle sia per l'altare maggiore che per la parete". Questa richiesta nasce dalla volontà di impedire la visione dell'interno dell'edificio dall'esterno. Vengono richieste modifiche all'altare maggiore. Viene richiesta la copertura di alcune tombe con coperchi in pietra, e che nel frattempo non vengano più fatte sepolture all'interno della chiesa. Fu ordinato il trasferimento del pulpito presso una colonna e lo spostamento della sede del confessionale. L'ispezione terminò con un giudizio positivo sullo stato di conservazione della sacrestia e della casa canonica.

1594  (visita pastorale altari )

Altare della Gloriosa Vergine o del Santo Rosario: il Broglia per rendere più decoroso l'altare richiede che l'icona venga dipinta da entrambi i lati di quella esistente, perché troppo piccola.Inoltre venne richiesto che l'altare fosse ampliato con chiusura della porta con un solido muro. Altare di San Bartolomeo: il Broglia ordina di provvedere ad un'icona fatta o almeno dipinta sulla parete in mezzo alla cappella, la creazione di un oculum sulla sommità e la chiusura della finestra. Altare di San Pantaleone: si ordina di fare un'icona o che sulla parete venisse dipinto l'immagine di San Michele, San Pantaleone e La Beata Maria nel mezzo. Altare di San Sebastiano: era sprovvisto di croce, e vien ordinato di provvedere ad essa e ad un'immagine di San Sebastiano sulla parete dell'altare poiché quella presente è unica e corrosa. Altare di Sant'Anna: mons. Broglia ordina che si provveda a spostare l'altare nel mezzo, ad una icona, pala e candelabri.

1630  (carattere generale intero bene)

Durante un'epidemia di peste la chiesa venne adibita a lazzaretto. Per motivi igienici si coprirono a calce gli affreschi sulle pareti

1674  (visita pastorale intero bene)

Dalla visita di Monsignor Beggiamo non emergono particolari notizie se non la presenza di tombe chiuse con lapidi nel pavimento della chiesa, appartenenti alla famiglia dei conti, alla confraternita della SS.Trinità e ad alcuni parrocchiani.

1674  (visita pastorale altari)

Monsignor Beggiamo annotò per gli altari le seguenti specifiche. Altare Maggiore: risultava presente una bella icona antica con l'immagine della Pietà. Altare di San Giuseppe: vi è un'icona, con ornamento ligneo (...) e un'icona dorata ricavata da una delle più grandi immagini, su panno di seta, di colore giallo, realizzato dal reverendo padre Bonaventura da Palzzoglio dell'ordine dei minori dell'osservanza di San Francesco. Altare della Gloriosa Vergine o del Santo Rosario: è presente un'icona delle Beata Vergine del santo Rosario con ornamento ligneo. Altare di San Bartolomeo: nel 1674 l'altare è fatto in mattoni, è coperto con assi in legno, portatile, e per le restanti parti, è ornato e provvisto di un'icona oblunga di San Bartolomeo con cornice di legno circondata da parti dorate. Altare di Sant'Antonio da Padova: è fatto di mattoni, coperto da assi in legno, portatile e per le restanti parti è ornato e provvisto ad uso dei conti di Valperga.

1674  (visita pastorale altari)

Altare di Sant'Angelo Custode o di S.Michele: è menzionato epr la prima volta. Altare di San Sebastiano: risulta fatto di mattoni, ricoperto con assi di legno, portatile, e, per le restanti parti ornato per la celebrazione delle messe, provvisto di icona della B.V. del Carmine e dei Santi Sebastiano e Agostino con cornice dorata e dipinta circondata da tentorium. Altare di Sant'Anna: fatto di mattoni con una mensa lignea e la sua pietra consacrata; c'è un'icona con il Crocifisso e San Francesco, Sant'Anna e circondata con una cornice di legno dorata. Altare di San Giovanni Battista: costruito in mattoni, coperto con assi di legno, ornato per la celebrazione di messe, provvisto di icona antica della B.V.Maria,Giovanni Battista e Santa Lucia, con cornice dorata.

XVII fine  (costruzione sacrestia nuova)

Viene costruita la sacrestia nuova a destra dell'abside, inglobando gli affreschi medievali posti sulle pareti esterne della chiesa originaria, ancora visibili nella scena dell'Adorazione dei Magi

XVII fine - XVIIIinizi (ampliamento intero bene )

L'ultimo ampliamento che portò alla conformazione odierna della chiesa risale alla fine del Seicento, inizi del Settecento. Venne ulteriormente allungata di una campata verso ponente e fu costruita l'attuale facciata.

XVII fine - XVIIIinizi (sopraelevazione capanile)

In occasione dell'ampliamento della chiesa, il campanile venne sopraelevato di un piano, otturando gran parte delle bifore e la preesistente cella campanaria, trasportata all'ultimo piano e coperta da tetto basso a quattro displuvi .

1729  (visita pastorale intero bene)

Nell'ispezione compiuta da Mons. Gattinara è presente una descrizione della copertura voltata e imbiancata, che caratterizzava la chiesa prima dei lavori di restauro del 1939. La chiesa risultava in ottimo stato di conservazione, in quanto non richiedeva alcun intervento di riparazione. E' presente anche una breve descrizione degli ambienti interni relativi al piano terreno e superiore della casa canonicale: due cucine con una camera e due celle al piano terreno, sei camere al piano superiore. Viene inoltre segnalata la presenza della piccola, corte, del portico e di un piccolo orto.

1752  (visita pastorale intero bene)

La visita pastorale di Mons. Roero riscontra a sua volta la presenza nel pavimento della chiesa di numerosi sepolcri che erano "ben mantenuti e conservati". Il corpo della chiesa vie nuovamente giudicato in buono stato eccetto la cappella con l'altare dedicato a San Michele Arcangelo per la quale viene ordinato il restauro della volta e della parete. Il pavimento della cappella di Santa Maria delle Grazie presentava delle fessure, per le quali è ordinato il restauro in alcune parti. Infine, è commissionato al rettore la redazione di un inventario in cui vengano inseriti i beni ed i diritti parrocchiali da inviare poi alla curia arcivescovile.

1752  (visita pastorale altari)

Mons. Roero annotò per gli altari le seguenti specifiche. Altare di San Bartolomeo: a causa del suo cattivo stato di manutenzione viene ordinata la sua demolizione per trasferirvi l'Altare di Sant'Antonio Patavino.

1772  (visita pastorale intero bene)

Nella relazione di visita pastorale di Mons. Rorengo di Rorà è riportata una descrizione dettagliata della chiesa. Il sacello "...consta di tre navate voltate e imbiancate, anche se cosparse di polvere, e rovinate, e risulta che la mole di questo edificio sia antichissima in base alla struttura stessa. Il pavimento è ricoperto decorosamente di pietre quadrate, e in esso sono scavati più sepolcri per i defunti appartenenti ai Signori Conti. Ha due porte, una maggiore e una minore che offre l'accesso alla casa parrocchiale attigua. Entrambe sono chiuse in sicurezza e all'ingresso della porta della maggiore è collocato un vaso con l'acqua lustrale(...). Presso il pilastro tra l'altare di San Giovanni Battista e l'altare di Sant'Anna è affissa una decorosa tribuna di legno alla quale si sale per una scala ricavata nella stessa colonna. Le finestre si chiudono in sicurezza, ma le pareti esterne sono rovinate verso le fondamenta in più luoghi e sono quasi demolite (...)".

1772  (visita pastorale presbiterio)

Secondo il vescovo Rorengo di Rorà " il presbiterio è sufficientemente ampio e decoroso, chiuso da cancelli in ferro; dal retro dell'altare maggiore, poi, si innalza un coro di sufficiente grandezza con appositi sedili decorosi tutti attorno e inginocchiatoi. I sepolcri detti prima sono otto (...), ognuno chiuso da una singola pietra e quello che sta davanti all'altare di San Giovanni più probabilmente si prolunga sotto l'altare".

1772  (visita pastorale altari )

Mons. Rorengo di Rorà annotò per gli altari le seguenti specifiche. Altare di San Giuseppe: risulta dedicato oltre che a San Giuseppe alla Beata Vergine delle Grazie; è in laterizio con inserto portatile in mensa lignea, addossato alla parete, elegantemente decorato con immagine della Beata Maria Vergine impressa su un panno di seta, appeso sopra l'Altare in mezzo ad ornamenti lignei dorati. Altare della Gloriosa Vergine o del Santo Rosario: è in laterizio, addossato alla parete, provvisto di un'icona e di ornamenti decorosi. Altare di Sant'Antonio da Padova: poggiato alla parete con un'icona decorosa. Altare di San Pantaleone: in laterizio, addossato alla parete, con una mensa interamente in pietra e sufficientemente provvisto di ornamenti e di un'icona decorosa riferita al proprio titolo, ma il pallio con cui è coperto il prospetto dell'altare è considerato "troppo lacero".

1772  (visita pastorale altari)

Mons. Rorengo di Rorà annotò per gli altari le seguenti specifiche. Altare di Sant'Angelo Custode o di S.Michele: è costruito in muratura, addossato alla parete e sufficientemente dotato di ornamenti e d un'icona referente al proprio titolo. provvisto e ornato dal reverendo Martino Ughetto prevosto della parrocchia per concessione dei conti di Valperga. Altare di San Giovanni Battista: viene segnalata l'inadeguata manutenzione dell'altare, il quale presenta il rivestimento lacero, la pietra del vano delle reliquie rotta, l'icona dipinta rovinata e molto scrostata e la privazione di quasi tutti gli ornamenti.

1803  (trasferimento parrocchiale carattere generale)

A seguito delle polemiche con la popolazione, che mal gradiva una chiesa parrocchiale così discosta dal concentrico e di completa pertinenza dei nobili, in epoca napoleonica, venne concesso il trasferimento della parrocchia nella chiesa della confraternita della SS.Trinità, al centro del paese.

1937 - 1938 (restauro intero bene)

La chiesa di San Giorgio negli anni Trenta del Novecento era ormai in declino, in parte perché non svolgeva più la funzione di parrocchiale,e in parte per la scarsa manutenzione dei padroni del Castello. Gli stessi nel 1936 furono dichiarati decaduti dal diritto di giuspatronato, aprendo le possibilità di interventi statali. Fu così che su interessamento del valperghese sen. Giorgio Anselmi si svolsero tra il 1937 e il 1939 lavori di restauro che portarono al consolidamento dell'edificio ed al recupero degli affreschi. L'immagine della chiesa venne riportata all'aspetto medievale, eliminando le superfetazioni barocche.

1970 - 1980 (restauro apparato decorativo)

La campagna di restauro condotta dal Labratorio Nicola di Aramengo si concentrò sui Santi del pilastro d'entrata della cappella di Santa Caterina nella navata sinistra.

1998  (rifacimento tetto)

Vengono eseguiti lavori di rifacimento della copertura in coppi di laterizio.

2001 - 2005 (restauro intero bene)

I restauri compiuti tra il 2001 e il 2005 hanno riguardato tutti i dipinti murali presenti all'interno della chiesa e quelli esterni del fianco meridionale. I restauri sono stati compiuti da Studio fenice Restauri e AuriFolia Restauri, su progetto dell'arch.Mario Emilio Corino, sotto la direzione tecnica di Le Ghedin e con la direzione scientifica dell'arch.Giuse Scalva, del dott. Bertolotto e del dott. Gualano.
Descrizione

La chiesa di San Giorgio, antica parrocchiale di Valperga, è ubicata lungo la via pedonale che dal centro storico sale verso il Castello, costeggiando le mura, ovvero lungo la strada comunemente detta "del Roc". La chiesa sorge in continuità con altri fabbricati: sul lato rivolto a monte è adiacente all'edificio adibito a museo dell'Associazione Amici di San Giorgio, un tempo casa canonica, e sullo spigolo sud-est confina con l'edificio noto come "La Rotonda", già sacello dedicato a Santa Maria verso la metà del Seicento. La chiesa ha pianta rettangolare, a tre navate, suddivise a loro volta in cinque campate, e termina con abside rettangolare, affiancata dalle due sacrestie. A sinistra vi è la sacrestia primitiva, mentre sulla destra vi è quella risalente agli ampliamenti seicenteschi, detta sacrestia nuova. La facciata è rivolta a ponente. Il fronte è tripartito da lesene che sorreggono ampia trabeazione su cui imposta il timpano triangolare di coronamento. Sull'asse centrale è collocato il portone d'ingresso, al di sopra del quale è collocata una serliana poggiante su colonnine. La facciata rivolta a mezzogiorno è caratterizzata, in corrispondenza delle ultime tre campate, da monofore ogivali con strombature ornate con formelle in cotto. Nella fascia sottogronda è presente cornice ad archetti pensili, sempre in cotto. La struttura portante è in muratura mista di pietre e laterizio intonacata. L'aula liturgica è caratterizzata dalla scansione dei pilastri polistili su cui poggiano le arcate ogivali, nella porzione più antica, o a tutto sesto, nelle porzioni seicentesche. La navata centrale è coperta da soffitto ligneo a cassettoni, mentre le campate delle navate laterali sono coperte da volte a crociera. Anche l'abside risulta coperta da volta a crociera, mentre la sacrestia nuova presenta soffitto a cassettonato ligneo. Le pareti perimetrali, l volte e i pilastri in muratura, presentano cicli affrescati di epoche differenti, ricomprese tra il XIV e il XVI secolo. La copertura a doppia falda inclinata ha orditura lignea e manto in coppi di laterizio. La struttura del campanile è inglobata all'interno della quinta campata sinistra dell'aula. Ha pianta quadrata ed è costruito in pietra sino alla base della prima cella campanaria, ed è caratterizzato dalla presenza di dodici bifore, disposte in tre piani, sulle quattro facciate e cornici ad arcatelle cieche in laterizio. Sono presenti ulteriori due livelli: il primo è costituito dalla cella campanaria seicentesca, in laterizio a vista e aperta con monofore sui quattro lati, mentre il secondo è costituito dalla preesistente cella in pietra, trasportata all'ultimo piano, aperta sui quattro lati con monofore a tutto sesto, e coperta da tetto basso a quattro displuvi, con manto in coppi. L'edificio nel complesso presenta un buono stato di conservazione. Si rilevano fenomeni di degrado degli intonaci e dell'apparato pittorico in corrispondenza della facciata. La chiesa è officiata in occasione della festa dell'intitolazione, e per celebrazioni di matrimonio.
pianta
La chiesa ha pianta rettangolare, a tre navate, suddivise a loro volta in cinque campate, e termina con abside rettangolare, affiancata dalle due sacrestie, anch'esse di impianto rettangolare. A sinistra vi è la sacrestia primitiva, mentre sulla destra vi è quella risalente agli ampliamenti seicenteschi, detta sacrestia nuova.
facciata
Il fronte è tripartito da lesene che sorreggono ampia trabeazione su cui imposta il timpano triangolare di coronamento. Sull'asse centrale è collocato il portone d'ingresso, in legno a doppio battente, al di sopra del quale è collocata una serliana poggiante su colonnine. La superficie è trattata ad intonaco liscio, fortemente dilavato nel corso del tempo, e sono presenti alcune tracce della decorazione originaria seicentesca, già oggetto di restauro negli anni Trenta del Novecento. Le lesene, le colonnine e zoccolo erano decorate a finto marmo. Al centro del timpano di coronamento vi era un grande affresco inghirlandato da ampi festoni di fiori e foglie in chiaroscuro, raffigurante San Giorgio a cavallo che trafigge con la spada il drago. Sullo sfondo la Vergine liberata, il cerbiatto, e le turrite colline di ultimo piano. Nella fascia centrale della trabeazione è riportata la scritta "D.Georgio dicatum, Sancto Valpergiae patrono".
prospetti laterali
Sulla facciata rivolta a mezzogiorno, in corrispondenza della seconda campata, è segnata nella parete la traccia di una porticina che adduceva al vecchio camposanto adiacente, con tracce di affreschi ormai illeggibili. Nelle ultime tre campate sono collocate monofore ogivali con strombature ornate in cotto. La decorazione è costituita da formelle con raffigurazioni di foglie e frutti, alternate con elementi a nastro tortili e mattoni sagomati. Gli ultimi restauri hanno portato ad ipotizzare che siano opera di maestranze castellamontesi. La fascia di coronamento è caratterizzata da conicione traforato costituito da tre fasce sovrapposte di vari elementi edilizi: una serie di archetti pensili a tutto sesto intrecciati che compongono archi a sesto acuto sorretti da peducci con decorazioni geometriche di vario tipo. La restante parte della superficie è trattata ad intonaco liscio in tinta calce. La parete di fondo dell'abside e delle due sacrestie è rifinita ad intonaco grezzo, lasciando intravedere la tessitura muraria sottostante in pietra e laterizio. Sul lato a monte sono presenti le monofore, leggermente strombate, che consentono l'illuminazione naturale della navata laterale sinistra
Impianto strutturale
La struttura portante è in muratura mista di pietre e laterizio intonacata. L'aula liturgica è caratterizzata dalla scansione dei pilastri polistili su cui poggiano le arcate ogivali, nella porzione più antica, o a tutto sesto, nelle porzioni seicentesche. La navata centrale è coperta da soffitto ligneo a cassettoni, mentre le campate delle navate laterali sono coperte da volte a crociera. Anche l'abside risulta coperta da volta a crociera, mentre la sacrestia nuova presenta soffitto a cassettonato ligneo.
interni
L'asse della chiesa risulta deviato in corrispondenza dell'abside, con rappresentazione simbolica dell'inclinazione a destra della testa del Cristo sulla croce. Le superfici interne sono caratterizzate dalla presenza dei cicli affrescati risalenti al periodo ricompreso tra il XIV e il XVI secolo. Nelle porzioni libere la superficie è trattata ad intonaco liscio tinta calce. La pavimentazione è realizzata in lastre di pietra.
navata centrale
L'apparato pittorico della navata centrale risulta così ripartito. Sul secondo pilone a sinistra vi è l'affresco raffigurante San Nicola da Tolentino, contornato da vari simboli che la consuetudine iconografica associa al personaggio: oltre al libro, al Crocifisso e al giglio, ai piedi del Santo compare anche l'orbe terraqueo, diviso in tre settori diseguali, campiti con colori diversi corrispondenti agli elementi aria, acqua e terra. Sul terzo pilastro a sinistra è dipinto un Vescovo, si tratta di San Nicola di Bari, riconoscibile sia dalle tre palle, suo simbolo univoco, rette con la sinistra, sia dalla scritta a lato del volto. Sempre sul terzo pilastro sono dipinte Sant'Apollonia, con veste rosso bruno decorata con fiori tondeggianti, sostenuta da una fascia sottile all'altezza del petto, e Santa Caterina d'Alessandria con un cavaliere. La Santa regge, tra le due dita giunte, la palma del martirio. Sulla parete sinistra, verso il campanile, è decorato il Paradiso Terrestre. Sul lato destro della navata centrale, sulla parete sovrastante gli archi della quarta e quinta cappella sono dipinte le storie dell'Arcangelo Michele, divise in due registri. Nel registro superiore compaiono: l'apparizione dell'Arcangelo al Vescovo di Siponto, il miracolo del toro, Michele protettore degli eserciti, la vittoria su Lucifero, Michele e un giudicando. Nel registro inferiore compaiono: Michele e gli Angeli che trasportano le anime in paradiso, il miracolo di Avranches, il santuario nel Gargano, Michele e i dannati, il Giudizio Universale. Sull'arco trionfale dell'abside, verso la navata centrale, è collocato un Crocifisso cinquecentesco, posto sull'asse della chiesa.
navata laterale destra
La navata laterale destra risulta così ripartita. Nella prima cappella si trova un semplice acquasantino barocco cin marmo di Pont. All'inizio del 2015 è stata collocata la tela restaurata raffigurante la Madonna con Bambino in braccio, San Sebastiano, San Bonifacio e San Simone Stock. La seconda cappella è dedicata alla Beata Vergine del Rosario e di patronato Valperga di Civrone. Vi è un altare del Seicento. Il quadro d’ignoto autore raffigura la Crocifissione, ai piedi S. Anna e S. Francesco ed inginocchiato il donatore Pompeo di Valperga,. E' rappresentato lo stemma dei conti di Valperga e Benso Cavour. Due putti sostengono un ovale in cui è dipinta l’incoronazione di Maria Vergine. T Nella terza cappella vi era l'altare era dedicato a S. Bartolomeo. Sulla parete è dipinto l'affresco di Madonna in trono tra S. Bartolomeo e S. Bernardo di Mentone, in ginocchio Giorgio di Valperga, la moglie Margherita di Mentone e quattro figlie. Sui capitelli delle colonne vi sono gli stemmi del Canavese e di Mentone, dei Valperga di Masino ed uno non identificato. La volta è divisa in quattro unghie con affrescate le scene della Natività, la fuga in Egitto, l'adorazione de Magi e la circoncisione. La quarta cappella è edicata a S. Antonio da Padova e di patronato del sen. Gerolamo Valperga. Nelle unghie della volta sono raffigurati i primi quattro dottori della chiesa, S. Ambrogio, S. Agostino, S. Gerolamo e S. Gregorio Magno. Nel sottarco sono dipinte figure di profeti. La quinta cappella era dedicata in origine a S. Pantaleone e di patronato dei Valperga di Masino. Nella parete sopra l’altare, attorno al rosone in terracotta, é raffigurata l’Annunciazione; sul contraltare l’affresco di Cristo che esce dal sepolcro. Sul pilastro verso la navata centrale é rappresentata Santa Maria Maddalena. Sul pilastro di fronte è dipinta una santa in abito medioevale che tiene sulla destra una palma. Nel sottarco sono raffigurate sei figure, probabilmente di profeti. Nelle unghie della volta, invece, sono dipinti i quattro Evangelisti.
navata laterale sinistra
La navata laterale destra risulta così ripartita. La prima cappella contiene il fonte battesimale., addossato alla controfacciata, ed in origine era posta sotto l’invocazione di S. Michele. Di patronato delle famiglie Ughetti nel 1729. La seconda cappella è dedicata alla Madonna del Carmine e di spettanza della compagnia del Carmine. Vi è collocato l’altare di S. Maria della Liberazione. Al centro vi è l'immagine della Madonna con quattro figure di Santi oranti ai piedi: S. Giuseppe, S. Antonio da Padova, S. Giorgio, S. Pietro. Nella parte in alto quadro raffigura S. Francesco di Sales. La terza cappella era posta sotto l’invocazione di S. Anna e in seguito di S. Caterina. Di patronato dei conti di Valperga di Civrone. A destra della finestra vi sono effigi di S. Francesco d’Assisi e Santa Chiara. I piloni sono affrescati e raffigurano un Santo Vescovo e un Santo Frate, un beato col collo esile, S. Antonio da Padova, S. Francesco d’Assisi, Santa Margherita e Beato Giorgio. Nel sottarco sono dipinte le Sibille; nelle unghiedella volta è decorata una Madonna col Bambino ed il simbolismo del Redentore. La quarta cappella è posta sotto l’invocazione di S. Giovanni, di patronato dei Valperga di Masino. E una pietra tombale con lo stemma di cui residua solo lo scudo sormontato dalla corona. Sulla parete a nord è stato posto un frammento di pietra tombale con alcune scritte: “nox, dies,..” con lo stemma dei Valperga Masino.
presbiterio
Il presbiterio è allestito nell'abside, rialzato di un gradino rispetto alle navate, e separato dalle stesse con balaustra a colonnine in pietra. L'altare maggiore è collocato al centro e presenta struttura in muratura intonacata, con paliotto frontale decorato con i "cuori d'oro" a fondo dorato e argentato, adorno di colori vivaci e cesellato, e predella anteriore in legno. Superiormente è posizionato un tabernacolo seicentesco, in legno dorato, con nicchie con sommità a conchiglia, timpani, balaustrate e colonnine tortili. Sulle pareti dell'abside sono dipinti i cicli affrescati raffiguranti le scene della Passione di Cristo. Su un cartiglio sopra la porta della sacrestia si legge il nome e la data di esecuzione: Giovanni di Pietro de Scot(is) di P(i)a(cenza) 1462. Sulla parete di sinistra vi sono scene disposte su tre registri raffiguranti in alto la Flagellazione di Cristo, nella fascia centrale gli episodi di Cristo deriso , La presentazione a Pilato, Pilato si lava le mani, in quella inferiore gli episodi della salita al Calvario. Sulla pare e di fondo rimangono scarse tracce della scena della Crocifissione. Nella parete del lato di mezzogiorno, verso la sacrestia nuova, vi sono poche tracce in alto della raffigurazione di Gesù orante nell'orto, con un gruppo di apostoli dormienti, e in basso frammenti della cena degli apostoli e della presentazione di Erode.
sacrestia
La sacrestia seicentesca ospita il coro ligneo, un tempo collocato nell'abside. Le superfici sono rifinite in intonaco liscio, tinta calce. La pavimentazione è in mattonelle di cotto. Il soffitto è realizzato con cassettonato ligneo. Sulla parete a ridosso dell'abside è presente l'affresco raffigurante l'Adorazione dei Magi. Si tratta di un ciclo pittorico che in origine era collocato all'esterno della chiesa, sulla facciata rivolta a mezzogiorno, poi inglobata all'interno dell'ampliamento del XVII secolo. Si tratta di un'unica composizione interrotta al centro dal grande rosone in terracotta.
apparato liturgico
L'assemblea è ordinata con panche lignee disposte lungo le pareti laterali e in parte a battaglione, nelle navate laterali. Il fonte battesimale, collocato sula controfacciata in corrispondenza della prima campata sinistra, è composto da una base e vaschetta in pietra. La parte superiore è in noce scolpito a colonnine tortili. Attorno vi è una cancellata in ferro. Il pulpito è addossato alla parete di destra della navata centrale, fra le ultime due cappelle. E' realizzato in legno di noce scolpito con pannelli floreali e teste di puttini a cariatide. E' presente un confessionale ligneo nella prima cappella laterale destra.
campanile
La struttura del campanile è inglobata all'interno della quinta campata sinistra dell'aula. Ha pianta quadrata ed è costruito in pietra sino alla base della prima cella campanaria, ed è caratterizzato dalla presenza di dodici bifore, disposte in tre piani, sulle quattro facciate e cornici ad arcatelle cieche in laterizio. Sono presenti ulteriori due livelli: il primo è costituito dalla cella campanaria seicentesca, in laterizio a vista e aperta con monofore sui quattro lati, mentre il secondo è costituito dalla preesistente cella in pietra, trasportata all'ultimo piano, aperta sui quattro lati con monofore a tutto sesto, e coperta da tetto basso a quattro displuvi, con manto in coppi.
Adeguamento liturgico

nessuno
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